su segnalazione di Iaia, ho trovato uno dei tanti siti di scambio link: stumbleupon.com, che sembra avere un paio d’anni ma mi è sempre restato sconosciuto.
In pratica, uno si aggiunge una toolbar sul browser (l’ho fatto anche con firefox, quindi non dovrebbe essere difficile), se vuole seleziona un insieme di categorie cui è interessato, e poi ogni volta che trova una pagina che gli piace, oppure che non gli piace, clicca sull’apposito pulsante e se vuole spiega il perché. Si può provare a farsi dare dei siti a caso – e penso che così i signori in questione possano anche infilare un po’ di pubblicità… – oppure guardare che cosa hanno selezionato i propri amici.
Perlomeno non chiedono troppi dati personali, anche se consiglio sempre di usare un indirizzo di posta elettronica usa-e-getta :-)
L’unico ponte buono è quello sullo Stretto
Mi dico tutte le volte che non dovrei commentare le sparate del nostro Presidente del Consiglio, ma non ce la faccio. Temo sempre che qualcuno ci creda.
Che ha detto questa volta il Cav? Innanzitutto ci riassicura che non si è dimenticato della sua promessa, ed è pronto ad abbassare le tasse per dare un impulso ai consumi. Peccato che lo slogan non sia “meno tasse per tutti”, ma piuttosto “meno tasse per Totti”. Beh, diciamo che anche io ci posso guadagnare qualcosa, ma il vantaggio è per una minoranza. L’idea è infatti quella di togliere le aliquote più alte, il 41% e il 46%, e terminare la progressione al 33%. Quindi chi guadagna meno di 32000 euro l’anno non vedrà un tubo. Tra l’altro, qualcuno dovrebbe ricordarGli che le imposte locali alzano anche del 2% l’aliquota; queste imposte ci sono perché in nome del federalismo fiscale lo Stato risparmia sui trasferimenti agli enti locali e poi dice “se avete bisogno di soldi, mettete voi le tasse”. Il tutto non è di per sé necessariamente un male, ma per coerenza bisognerebbe dire che l’imposta finale massima sarà in media sul 35%.
Ma non è finita qui: infatti Lui ha scoperto che “Ci sono molte festività in eccesso, dovremo far lavorare di più gli italiani. Ci sono ponti festivi in eccesso”. Tralasciamo il solito tempismo che gli fa dire una cosa del genere nell’anno in cui ci sono meno possibilità di ponte. Guardiamo ai fatti: sembra che i due giorni su cui si sono posati gli occhi degli esperti sono la Befana – che già era stata tolta, e poi rimessa a furor di popolo da Craxi – e Ognissanti. Non il 2 giugno ripristinata da poco da Carl’Azeglio (ma se non si vuole avere la possibilità di ponti, non era più semplice festeggiarla il primo lunedì di giugno, così come il 25 aprile potrebbe essere festeggiato l’ultimo lunedì di aprile?), e nemmeno l’8 dicembre, per timore di una rivolta dei milanesi che hanno già Sant’Ambroeus attaccato e quindi un ponte praticamente certo.
Ma in realtà l’uscita ha un significato molto più sottile. Per aumentare il potere di acquisto dei ceti bassi, invece che dare loro più soldi, si può fare in modo che ne possano spendere di meno: se sono a lavorare non possono spendere. Così il denaro risparmiato dallo Stato può essere ridistribuito ai ricchi tagliando loro le tasse. Geniale, vero?
all’anima del titolo!
Tra il pacco di spam che ho cancellato stamattina, c’è stato un messaggio che ho salvato per qualche secondo: giusto il tempo di copiarne il titolo.
Il testo era il solito: “I just heard of this new drµg called ©iális” e via discorrendo: in compenso il titolo del messaggio era eigenfunction homogenate matthew palindromic.
Direi che la nuova ondata di spam sia studiata in modo tale da saltare i controlli sulla frequenza delle lettere (che tagliano i testi dove si aggiungono caratteri a caso, come “sahktewh jsdfjklert dfgkljwe”: immagino che i sistemi bayesiani lavorino in quel modo) e quindi utilizzi parole almeno in teoria di senso compiuto. Anche il nome del sito da cliccare è formato così: per la precisione, è
gymnasium. plenitude. accommodate. biometrika. copenhagen. dry. entire. romulus. productswholesalediscount. biz
(no, non hanno un sito con il nome così lungo! è possibile fare in modo che tutto quello a sinistra di una stringa, nel nostro caso il products ecc.ecc. .biz, venga incanalato in un solo punto: epperò viene salvato il nome completo, così lo spammatore sa perfettamente che sono stato io a cliccarci su.
Sempre più simpatici, vero?
[se quello che ho scritto è arabo, sono gradite indicazioni su cosa è esattamente arabo, così magari riscrivo il testo specificando meglio]
_Incontri con la sfinge_ (libro)
Dev’essere dura, sentirsi confondere con il proprio padre. Del resto, generazioni di cruciverbisti si sono scontrati con la pagina quarantuno della Settimana Enigmistica e il cruciverba di “P. Bartezzaghi”. (Oggi la pagina quarantuno è feudo di A. Bartezzaghi, che sarebbe il figlio di Piero e il fratello di Stefano)
È un peccato, perché Stefano Bartezzaghi merita indubbiamente di essere conosciuto per quello che fa lui: oltre che tenere la rubrica di giochi attualmente su Repubblica (Lessico e Nuvole), ha scritto vari libri sull’argomento tra cui il recentissimo Incontri con la sfinge (“Nuove lezioni di enigmistica”, Einaudi Saggi 2004, X-235 pagine, 18€, ISBN 88-06-16776-6), nato dalle Lezioni Magistrali che ha tenuto l’anno scorso all’Università di Bologna.
Il libro narra la storia di alcuni dei giochi di base dell’enigmistica, come l’anagramma, la sciarada, il rebus. Mi pare che questo tipo di approccio, rispetto a quello più didascalico del suo precedente Lezioni di enigmistica, permette al libro di essere pienamente godibile anche da chi non è un fanatico dei giochi con le parole: lo consiglio insomma come piacevole lettura. Certo che costasse qualche euro in meno…
Vecchi tempi (teatro)
Harold Pinter, oltre che essere stato un marito di Marylin Monroe, è un famoso drammaturgo del ‘900. Il mio problema è che non riesco a capirlo.
Prendiamo questa Vecchi tempi che ci siamo visti ieri. Pièce del 1971, breve (un’ora e in quarto, atto unico in due scene), e con tre soli attori. Che attori, intendiamoci: Umberto Orsini, Greta Scacchi e Valentina Sperlì. L’interpretazione è indubbiamente stata di prim’ordine. Però io sarò gnugnu ma la storia mica l’ho capita… Sì, c’è questa coppia (Deeley e Kate) nella loro villa nella campagna inglese che riceve la visita di un’amica di lei (Anna), che non vedeva da vent’anni; seguono una serie di dialoghi tra i tre, con lui che scopre di avere conosciuto la donna in quel periodo, una gelosia neanche troppo latente tra Deeley e Anna che vogliono entrambi Kate, che alla fine si mostra non realmente interessata a nessuno. Ma saranno veri i ricordi che ognuno inserisce nella storia, o sono solo dei sogni di ciascuno? E cosa significano le scene filmate che appaiono sui pannelli ai lati, che a volte sembrano degli anni ’50, altre volte sono gli stessi attori ma non ripresi al momento? Urge insomma una spiegazione più completa.
Ah, Greta Scacchi è stonata forte.
La banconota da un euro
Oggi sulla Stampa c’è un articolo del nostro ministro dell’economia, Giulio Tremonti (di cui bisogna perlomeno riconoscere che, a differenza dell’ingegner Castelli e della signora Letizia Brichetto Arnaboldi Moratti, ha un retroterra culturale più consono al ministero che dirige), che torna su quello che sembra essere il punto cardine della sua politica economica: occorre avere le banconote da un euro, “l’euro di carta”.
L’analisi socioeconomica parte dalla constatazione che “dopo soli 27 mesi” (“soli” lo dice lui, mica io) le banconote in euro vengono progressivamente accettate, ma le monete no. E già qui ho dei dubbi sulla sanità mentale di questo ragionamento: se provassi a girare con le tasche piene di monete non riuscirei già a prendere nessun aereo. Ma la parte migliore è la constatazione che molti hanno deciso di calcolare i prezzi col cambio “1000 lire = 1 euro”, in un contesto che sembrerebbe dire “se invece avessimo avuto la banconota da un euro questo non sarebbe stato possibile”. Prendendo per buona l’analisi del ministro, avere una banconota da 1 euro sarebbe stata l’associazione finale della banconota alle mille lire. Lo so, esisteva una moneta da 1000 lire, ma chi se la filava?
A ognuno il suo sogno
Pippo Baudo, intervistato da Repubblica, ci tiene a fare sapere che è iscritto all’albo dei pubblicisti da 35 anni e che gli piacerebbe condurre un telegiornale – anche il TG1. Questo non è poi così strano: qualche pagina prima, Nicoletta Strambelli in arte Patty Pravo ha affermato di volere dirigere un’orchestra, che saprebbe già farlo ma per arrivare al livello desiderato dovrebbe prendersi un anno sabbatico dal pop. Ognuno ha i suoi sogni nel cassetto, io ad esempio vorrei correre una maratona. Però lo posso dire solo qua…
è andata male
Quest’anno la mia partecipazione ai giochi matematici è stata ‘na fetecchia.
Ho sbagliato sicuramente due problemi: per uno avrei dovuto immaginarmi che c’era una soluzione migliore della mia, e non mi ci sono impegnato abbastanza. Ma l’altro è stato una cosa da battere la testa contro il muro. Avevamo uno stato che aveva quattro tipi di monete, con valori interi che potevano essere tra 1 e 9 oppure multipli di 10 da 10 a 90: la moneta da 1 doveva esserci, e tranne quella nessuna poteva essere un sottomultiplo di un’altra. Infine, per ottenere 130 occorrevano almeno 5 monete, e per 140 almeno 4. Trovare almeno due soluzioni possibili.
Ho subito visto che 50+50+20+20 dava 140, e 50+50+20+1+9 dava 130: peccato che mi fossi fissato sulla moneta da 1 e non avessi visto che potevo anche fare 50+20+20+20+20. Quando ho notata la cosa, ho detto “beh, si può mettere un valore qualunque” e ho scritto 2 che è un sottomultiplo di 20, invece che i possibili 3,6,7,8. Che idiozia. Si vede che non era giornata: degli undici esercizi, sette li avevo fatti in dieci minuti, e per sbagliarne due degli altri quattro ci ho perso un’ora!