Profilo della personalità

Prendo da Alessio il link a questo test sulla personalità di Jung/Myers-Briggs – settantatré domande. Il mio profilo è risultato INTJ, con percentuali rispettivamente 88,63,31,36%.
Nel profilo più completo, viene anche fornita la mia preghiera:
Signore, aiutami a tenere nel giusto conto le idee degli altri, per SBAGLIATE che siano.
Però se devo essere sincero mi sembra di essere più un INTP

e se avesse ragione Lui?

Beh, dire che Silvio abbia ragione è un argomento un po’ forte, almeno su queste paginette. Inoltre non è che abbia proprio ragione. Però mi sembra interessante fare un discorso ad ampio spettro.
L’Italia sta arrancando da tre anni, ma non è che l’Europa sia messa così meglio, sia per quanto riguarda i deficit di bilancio che per i tassi di sviluppo. Perché allora non potremo immaginare di dare una botta a favore dell’economia, dicendo che per il 2005 si concede di arrivare al 4%, o 4.5%, di deficit, purché i soldi siano spesi per misure di rilancio dell’economia? Non necessariamente opere strutturali, anche i tagli alle tasse vanno bene, basta che siano davvero per tutti. La cosa veramente importante è però che questo si faccia contemporaneamente in tutta la UE, ottenendo un doppio vantaggio: il mercato è più ampio e quindi l’effetto volano aumenterebbe i risultati, e si darebbe un’impressione di unità molto maggiore di quello che vediamo con le solite beghe. Non essendo un’unità politica, magari anche gli inglesi sarebbero d’accordo :-)

Quando i numeri ingannano

L’idea di base era ottima: riuscire a dimostrare anche a chi non ha studiato statistica che le probabilità assegnate ad alcuni eventi non sono affatto quelle che si pensa. Anche gli esempi sono scelti in maniera da interessare: vedere come al processo contro O.J.Simpson l’avvocato difensore è riuscito a girare le carte in tavola e convincere la giuria che la probabilità che il suo cliente fosse un assassino fosse molto più bassa della realtà; oppure calcolare come essere positivi a un test antiaids non significa poi molto se non si appartiene a un gruppo a rischio.
Però Quando i numeri ingannano (Gerd Gigerenzer, Cortina, 352 pagine, ISBN 88-7078-843-1, 25.50 €) è stato almeno per me una delusione. Non so se è perché i concetti io almeno in teoria li conosco, oppure perché il libro è troppo ripetitivo e io mi annoio in fretta. Ma garantisco che lo stesso materiale io l’avrei condensato in duecento pagine.

ci avviciniamo ai vampiri?

Ero convinto di averlo scritto, e invece no. Ho cambiato sede Avis per le donazioni, e ormai sono a Milano. Ero andato il 31 dicembre scorso, e contavo di passare a metà aprile. Oh, sono riusciti a telefonarmi oggi, cioè dopo ben novantadue giorni dalla donazione (la legge prevede un intervallo minimo di novanta giorni). A Torino in più di quaranta volte mi è capitato forse una volta che mi cercassero… allegria.

siamo proprio sicuri?

La legge Urbani la conoscete già tutti, ergo non mi stanco neppure a mettere il link.
Il sondaggio Mannheimer secondo cui quale metà degli internauti italiani sarebbe disposto a “pagare per leggere contenuti editoriali e informativi”? Mi rifiuto di commentare quello che nel migliore dei casi è wishful thinking di Repubblica on line.
Però mi sembra interessante vedere che oggi Metro mette in prima pagina che lo scambio illegale di musica su Internet sia la causa del calo del 7% delle vendite di dischi nel mondo, e notare poi l’intera pagina di pubblicità di un servizio “loghi e suonerie”, che offre di scaricare suonerie monofoniche al modico prezzo di due euro cadauna (IVA inclusa, più l’eventuale costo dell’SMS di richiesta) e suonerie polifoniche a tre euro.

salvati in corner

Anche oggi sulla rubrica Linea Diretta di City appare la notiziona che ci ingiunge di non prendere da nessuno il biglietto emesso dalle machinette in metropolitana. Continua naturalmente a non essere spiegato il motivo; in compenso c’è un articolo di spalla intitolato “ATM a domanda risponde”, dove
la Responsabile Comunicazione ATM risponde a domande pubblicate anche “in un ‘altrove’ che spesso ospita domande rivolte ad ATM, ma non ospita le risposte dell’Azienda”.
Stavo per tuonare che non avevano mai risposto alla mia richiesta che ho anche postato qui, ma stamattina mi è finalmente arrivata la risposta, che cito nella speranza qualcuno riesca a spiegarmi cosa rimane tolta la tautologia:
La informiamo che la decisione cui Lei accenna, è stata presa dopo aver ricevuto segnalazioni relative a situazioni di vendita del documento di viaggio in oggetto da parte di persone non rientranti nella struttura organizzativa di vendita prevista da atm spa.
L’unica idea che ormai mi viene implica un reato penale da parte di dipendenti ATM, il che spero proprio non sia… Vi terrò informati.
Aggiornamento: sembra che il problema potesse invece essere quello, decodificando la frase si sono verificati sporadici episodi che hanno visto personale di atm spa vendere abusivamente tali documenti di viaggio.

vigili e cortei

Visto che ieri avevo dovuto aspettare a casa e sono uscito alle 9:30, avevo preso l’auto. Scarsi risultati a dire il vero: ho risparmiato cinque minuti rispetto alla bici. Ad ogni modo il ritorno è stato più interessante, visto che ho notato nella parte sud di Milano una notevole quantità di vigili agli incroci. Non che abbia capito che cosa facessero esattamente, ma almeno non disturbavano il traffico :-). In compenso, ho fatto un giro strano dietro la stazione e mi sono imbattuto in un corteo. Solo stamattina ho scoperto che ero in via Adda, ben nota a chi frequenta la cronaca milanese. Ma non sono comunque riuscito a trovare la relazione tra i vigili a sud e il corteo a nord.

il passaggio si avvicina

Oggi è venuta una tipa dell’amministrazione IT Telecom a spiegarci cosa succede con la nostra cessione a TIM. Naturalmente il nostro TFR non lo vediamo, visto che passa in toto assieme alla nostra anzianità di servizio a TIM. Il contratto è lo stesso, anche se è da capire cosa succederà con gli integrativi che ovviamente sono diversi: prima o poi ci cambieranno l’indirizzo email, e il telefonino – purtroppo anche il numero. Ma ci sono cose peggiori: la carta di credito corporate deve essere restituita – bontà loro, ci lasciano un mese di tempo per richiederne un’altra. Notate che ovviamente le nostre spese ce le paghiamo noi, la convenzione si limita a non farci pagare il canone annuo e a rimborsare i soldi con qualche settimana di ritardo, in modo che l’azienda ci accrediti le spese di trasferta che ci siamo pagati con la carta. Insomma, sembrerebbe banale spostare la convenzione: e invece no.
Ci hanno anche già dato un tesserino da esterni che non serve assolutamente a nulla visto che non abbiamo tornelli all’ingresso, ma porte che si aprono con un altro badge. Temo al pensiero di cosa succederà dopodomani.