Non so come, ma qui nella rete interna gira un mofeir. Ogni tanto il mio antivirus si sveglia e mi chiede che fare. Io gli dico di toglierlo, e lui risponde “L’oggetto infetto eliminato è stato”. Aiò!
Barzellette no global
Un mesetto fa, avevo sentito una battuta su una persona che andava a comprare un pacchetto di sigarette e il tabaccaio gliene dava un con la scritta “il fumo può rendere impotenti”; al che glielo restituiva dicendo “non può darmene uno di quelli dove il fumo uccide?”.
Bene, nella newsletter dilbertiana di Scott Adams c’è la stessa situazione, ma rovesciata: il tipo restituisce il pacchetto “il fumo uccide” e ne chiede uno con “il fumo riduce la fertilità”, visto che tanto ha già due figli.
Interessante spaccato delle differenze tra i popoli, altro che razze. Se fossero raffigurate categorie di persone non ci sarebbe nulla di strano, ma così fa pensare…
DocBook e XSLT
Sto cercando di imparare a usare DocBook, il che significa utilizzare gli stylesheet XSLT per modificare l’output come voglio io. Peccato che non riesca assolutamente a trovare un tutorial che spieghi le cose come piacciono a me, tipo “se vuoi inserire un metatag nelle header devi scrivere bla-bla-bla; se vuoi cambiare la resa di un tag, devi scrivere bla-bla-bla;” e tutte queste cosette.
Il massimo che ho imparato tra ieri e oggi è che esiste xsl:import.
Chi mi aiuta?
sempre sulla legge 106/2004
Approfittando della pausa pranzo sono andato un po’ a vedere l’iter della legge in questione. La parte trattata in Senato si può vedere qui; è interessante vedere come la forma originale del decreto era davvero incredibile, con l’obbligo di consegna entro quindici giorni e il regolamento attuativo da farsi in 90 giorni. Inoltre, nella prima stesura non era affatto prevista la possibilità di esonero dell’invio da parte di nessuno.
Può anche essere interessante leggere il DDL 1057, presentato dalla senatrice DS Acciarini, e che è confluito nel DDL 894 che alla fine è diventato appunto legge 106/2004. Ora, chi legge queste mie notiziole sa perfettamente che il mio giudizio sulle conoscenze informatiche dei nostri parlamentari è assolutamente bipartisan :-), ma mi pare che la versione approvata sia in un certo senso migliore. Resta poi il fatto che se la sanzione va da tre a quindici volte il valore commerciale del documento, possiamo usare le mirabolanti proprietà moltiplicative dello zero, e non preoccuparci per nulla.
Chi vuole vedere l’iter alla Camera può partire da qui. Chi poi ama scavare davvero a fondo può andare ad esempio a guardare il DDL 3610 presentato alla Camera il 17 aprile 1997, a firme … Veltroni, Napolitano, Bassanini. Comprenderà probabilmente perché i due DDL del governo e dell’opposizione erano simili: la legge sta girando da sette anni almeno. La maggiore differenza era che si parlava di “documenti multimediali” in genere, e non di “documenti diffusi tramite rete informatica”. Però, se devo essere sincero, non so se fosse meglio una dichiarazione generica che poi “casualmente” poteva essere applicata a chiunque: in questo modo c’è una maggior possibilità che il regolamento attuativo preveda gli esoneri logici – o che affermi che per l’espletamento dell’obbligo basta che io invii l’URL del mio feed RSS, tanto per dire.
Ho infine una simpatica curiosità che probabilmente nessuno potrà togliermi. La legge è stata approvata il 31 marzo, promulgata il 15 aprile, e pubblicata il 27 aprile. Per due settimane dalla pubblicazione non se n’è saputo nulla, poi d’improvviso Repubblica e Corsera si lanciano. Chi è che li ha svegliati?
PS: ho visto solo ora questa lettera di Giovanni Bergamin. Il commento di Beppe (“perché un obbligo borbonico, e non un invito?”) è giusto in teoria, ma preferisco essere pragmatico e limitarmi al risultato finale.
i sogni son desideri?
Stanotte ho sognato che c’era un principio di incendio nella mensa torinese di Tilab (sogno anche rediretto: nella prima versione non riuscivo a recuperare un estintore e l’incendio era stato spento da altri, al che mi sono arrabbiato, ho “girato nuovamente” la scena e ho spento io). Poi ho sognato di salire sul bus sempre in Tilab che però era arrivato di tutta fretta e si era fermato venti metri dopo, e chiudendo subito le porte non facendo salire alcune persone tra cui mia madre: al che andavo incazzato dall’autista intimandogli di darmi il suo identificativo per denunciarlo all’ATM, pardon GTT. Alla fine ero di nuovo a Milano, e non trovavo una timbratrice funzionante per il mio biglietto.
C’è qualcosa che non va.
obbligo di conservazione siti?
Stamattina arrivo tranquillo e beato in ufficio, e mi trovo tutti i blog a lamentarsi. Beh, “tutti” è un po’ esagerato. Diciamo Massimo, zop, Delymyth, Paolo… giusto per citare i primi. Cosa è successo? C’è una legge, la 106/2004, che si intitola “Norme relative al deposito legale dei documenti di interesse culturale destinati all’uso pubblico”.
Per i soliti pigroni che non hanno voglia di leggersi tutta la legge, cito qua i punti principali:
Articolo 1, comma 1: 1. Al fine di conservare la memoria della cultura e della vita sociale italiana sono oggetto di deposito obbligatorio, di seguito denominato “deposito legale”, i documenti destinati all’uso pubblico e fruibili mediante la lettura, l’ascolto e la visione, qualunque sia il loro processo tecnico di produzione, di edizione o di diffusione, ivi compresi i documenti finalizzati alla fruizione da parte di portatori di handicap.
Articolo 1, comma 4: I documenti di cui al presente articolo sono depositati presso la Biblioteca nazionale centrale di Firenze e la Biblioteca nazionale centrale di Roma, […]
Articolo 4, comma 1: Le categorie di documenti destinati al deposito legale sono:
a) libri; […]
q) documenti diffusi su supporto informatico;
r) documenti diffusi tramite rete informatica non rientranti nelle lettere da a) a q).
Articolo 7, comma 1: Chiunque vìola le norme della presente legge è soggetto ad una sanzione amministrativa pecuniaria pari al valore commerciale del documento, aumentato da tre a quindici volte, fino ad un massimo di 1.500 euro.
Insomma, se uno ha un sito web deve inviarlo regolarmente (beh, ogni due mesi visto che l’obbligo si ha entro i sessanta giorni) alle Biblioteche Nazionali di Roma e Firenze, che si premureranno di comprarsi un po’ di terabyte di spazio dove salvare anche le mie notiziole. Che bello, non devo più fare i backup!
A parte le battute, mi sembra che la levata di scudi sia prematura. Come capita abbastanza spesso con le leggi almeno in Italia, ci sarà un regolamento attuativo (articolo 5, comma 1) che verrà promulgato entro sei mesi. Il regolamento stabilirà anche (articolo 5, comma 5) “a) i casi di esonero totale o parziale dal deposito dei documenti”. Insomma, quello che bisogna fare è farsi sentire e fare indicare esplicitamente che i siti personali sono esonerati dal deposito; non mettersi a urlare contro gli intenti censori da Grande Fratello (orwelliano, non televisivo!) del governo. Possiamo anche dire che quella legge sarà fatta alla carlona, ma in realtà afferma un principio generale condivisibile (i documenti di una certa importanza devono essere archiviati) e lascia l’attuazione del principio a una verifica non solo parlamentare.
E poi, scusate: il mio sito è pubblico, a me non me ne può fregare di meno di dovere inviarlo da qualche parte. Cosa ci perdo, se non un po’ di tempo?
Pubblicità vintage
Ieri sera, mentre ero alla reception dell’albergo, ho notato che tra i vari volantini ce n’era uno dell’Hard Rock Cafe di Roma. Toh, mi dico, non sapevo che ce ne fosse uno anche qui. Prendo il volantino che è scritto in inglese – nulla di strano, la clientela dell’Ambra Palace è per lo più straniera: questo è il posto dove mi salutavano in inglese – e vedo che è quello caratteristico dell’HRC, in cui ti danno un gadget, anzi un “collectable”, se fai acquisti per almeno 30000 lire.
Mi dico “beh, è meno di quello che chiedono negli HRC in giro per il mondo”, e ci metto un po’ di tempo per accorgermi che il prezzo era in lire. In effetti il volantino dovrebbe essere del 2001, visto che indicavano il trentennale relativo al 1971. I casi sono due: o hanno stampato un numero leggermente esagerato di volantini, o la clientela dell’Ambra Palace Hotel non è interessata.
Disinformatija
Oggi su Repubblica. Titolo: “In Trentino Ulivo in testa”. Si parla di microelezioni, nulla di importante a livello nazionale in realtà. Testo: “Nei sei paesi più importanti, solo uno ha eletto un sindaco di centrodestra”. Ma continuiamo a leggere: scopriamo che negli altri “ha vinto o è arrivato al ballottaggio il centrosinistra”, oltre a scoprire che nel paese di cui sopra la giunta precedente era di centrosinistra. (Degli altri non si può sapere).
D’altro canto, forse dobbiamo ancora ritenerci fortunati che il fogliaccio scalfariano abbia messo la notizia in una striminzita colonna di pagina interna, e non a tutta pagina.