Nevica

Questa settimana avevo pensato di riuscire ad arrivare quattro giorni in ufficio in bicicletta, visto che tanto Anna non è a Milano e quindi non si sarebbe potuta lamentare della mia stanchezza al rientro. Bene, oggi è il secondo giorno su quattro in cui è nevicato. Solo che lunedì c’è giusto stata una spruzzata, non valeva nemmeno la pena di parlarne: oggi invece…
Mi alzo e vedo che sta nevicando. Cerco di fare colazione e mettere a posto in fretta, e riesco a ricevere la telefonata di Regina che dice che non sarebbe venuta a stirare; di Anna che mi becca nel momento in cui sto pulendo la cassetta delle gatte, e riesce a farmi pinzare un dito in mezzo mentre cerco di chiuderla con una sola mano – e a farmi sanguinare il dito, non so assolutamente come sia riuscito; di Adolfo che avevo preallertato ieri per un passaggio se fosse nevicato. Tutte le chiamate sono arrivate due alla volta, per complicare ancora la vita.
Il viaggio casa-ufficio è durato un’ora e mezzo, con visioni turpi soprattutto usciti da Milano, a parte il ciclista davvero stoico che abbiamo incrociato sul Naviglio. Il guaio è che sta continuando a nevicare, siamo sui quindici centimetri e ho qualche preoccupazione su come torneremo a casa…

Come si fa un feed per i commenti?

Se qualcuno avesse il codice (per Movable Type 2.661) e me lo volesse regalare, lo implementerei…
Aggiornamento: (4 marzo) Dovrebbe funzionare, trovate l’antipixel nella colonna di destra del blog.

Nuovo cappellino lavorativo

Sono arrivato nel mio angolino di open space rozzanese il 15 luglio 2001. Oggi, senza essermi mai mosso, ho cambiato per la terza volta società. Dopo Saritel, IT Telecom (dal 1. gennaio 2003) e TIM (dal 1. aprile 2004), il 1. marzo il mio contratto, come quello di tutti gli altri miei colleghi, è stato ceduto alla neonata TIM Italia SpA – anzi “Società per Azioni con unico Azionista” come indicato nella comunicazione consegnataci. Per gli amici, insomma, SpAcuA. La cosa che mi preoccupa di più è l’accelerazione di questi cambiamenti… speriamo di non arrivare all’equivalente logico dell’inflazione della Germania di Weimar, e non sapere al mattino di che azienda faremo parte la sera.
Rimangono ancora alcuni punti oscuri: per cosa sta la I all’interno di TIM in TIM Italia; se qualcuno riesce a comprendere che forse darci l’accesso alla intranet potrebbe essere utile; se ci sposteranno mai da qua.

La storia sui brevetti software

Qualche notizia in più sul tentativo di far passare la procedura sui brevetti software all’Unione Europea. Queste informazioni me le ha passate uno dei miei corrispondenti bruxellesi – conosco tanta gente :-)
La procedura istituzionale, molto semplificata, è la seguente:
– La Commissione, che ha il “potere di iniziativa”, produce una proposta di direttiva, che sottopone al Consiglio e al Parlamento;
– il Parlamento Europeo, dopo averla studiata nelle commissioni parlamentari, vota gli emendamenti alla proposta (delle commissioni parlamentari e dei singoli europarlamentari);
– il Consiglio (o meglio il COREPER, i rappresentanti permanenti), prepara una posizione di compromesso fra Consiglio e Commissione; posizione che, una volta che viene raggiunto un accordo politico, deve essere ratificata dal Consiglio;
– la posizione di compromesso torna al Parlamento Europeo in seconda lettura: per cambiarla, gli emendamenti devono avere la maggioranza degli aventi diritto al voto (e non dei presenti come in prima lettura).
Il problema è che nel caso di questa direttiva, il Parlamento Europeo, su pressione degli elettori, associazioni PMI, FFII, e altri, ha presentato una serie di emendamenti che hanno parzialmente limitato la brevettabilità, invece di armonizzarsi con le pratiche in vigore negli USA, come era l’obiettivo della Commissione (DG-MARKT). Un simpatico aneddoto: la copia della proposta iniziale della Commissione, come si è visto guardando il file word, era stata fatta con una copia MSWord licenziata alla BSA…
Il Consiglio, nel maggio scorso ha preparato (guarda caso sotto la presidenza irlandese) una proposta di compromesso. Peccato che non fosse quello che ci si potrebbe aspettare da un compromesso, ma anzi cancellava gli emendamenti del
Parlamento. Insomma, se possibile, ancora più estremo rispetto alla proposta iniziale. Su questa proposta era stato strappato (è il caso di dirlo) un accordo politico, ma se ne era rimandata la ratifica.
Nel frattempo la maggioranza che sosteneva la ratifica era stata erosa, a causa della modifica dei pesi dei paesi dopo l’entrata in vigore del nuovo trattato e del cambio di posizione degli “swing states”. Il Consiglio ha tentato più volte di fare approvare la “sua” proposta, nonostante non ci fosse più una maggioranza, mettendola in agenda come item-A per il quale non occorre un voto esplicito. Si è riusciti più volte fortunosamente a farla togliere dall’agenda.
Il prossimo tentativo è la settimana prossima, al consiglio competitività del 7/3, dove pare che il Consiglio abbia avuto l’assicurazione che nessun paese si opporrà e il punto rimarrà in agenda.
Nel frattempo il Parlamento Europeo, sapendo che è praticamente impossibile riuscire a modificare il testo in seconda lettura, ha chiesto per la prima volta nella storia di applicare l’articolo 55 del regolamento, dove si chiede di fare ripartire la procedura legislativa dall’inizio, visto che sono cambiate le condizioni. Questa richiesta è stata fatta dalla commissione affari istituzionale quasi all’unanimità (19 sì, 1 no, 1 astenuto), e dai capigruppo dei gruppi politici all’unanimità. Purtroppo Commissione e Consiglio non hanno l’obbligo di accettare la richiesta del Parlamento Europeo (sostenuta anche da molti parlamenti nazionali), e la Commissione non ha alcuna intenzione di tornare indietro.
Se volete maggiori informazioni la procedura e gli eventi sono descritti in dettaglio nei seguenti siti:
PdCI
ffii (inglese, francese, tedesco, portoghese)
nosoftwarepatents

-2.5

Era la temperatura di stamattina sul balcone in casa mia (termometro contro il muro e vicino alla finestra, quindi credo che quella reale fosse ancora bassa).
Insomma, i giorni della merla sembrano essersi spostati avanti di una trentina di giorni.
Visto che le strade sono asciutte e Anna non può lamentarsi della mia stanchezza serale non essendo a Milano, ho comunque preso la bicicletta. Ero sufficientemente coperto da non accorgermi del freddo, ma ho notato che sono andato molto più lentamente del solito… i muscoli dovevano essere abbastanza rigidi.

The Journal!

Giuseppe “Guru” Granieri ha aggiornato la grafica del suo aggregatore, un posto dove chiunque abbia un blog e sia interessato può inserire un puntatore agli articoli del suo blog. Insomma, il rovescio di quello che voleva fare liberoblog, dove qualcuno sceglieva i post (uso il passato perché al momento stanno cercando di capire dove hanno sbagliato…). Non è che una delle due soluzioni sia necessariamente migliore dell’altra, anche se io ammetto di avere delle preferenze :-)

La serie di Oxford (libro)

[copertina]Il titolo originale, “Crímenes imperceptibles” nella versione italiana è rimasto come sottotitolo, insieme alla frase “un mistero fatto di numeri”. D’altra parte qui si vuole cercare di emulare il successo del Codice Da Vinci. Bene: questo libro (Guillermo Martínez, La serie di Oxford, Mondadori 2004 [2003], p. 187, € 16, ISBN 88-04-52747-1, traduz. Jole da Rin) non c’entra nulla. Per fortuna. Qui c’è un giallo in stile Ellery Queen che credo i cultori troveranno banalotto – io non faccio testo, non imbrocco mai il colpevole – dove i protagonisti sono due matematici: la matematica permea tutto il libro. La lettura è abbastanza veloce, anche perché è scritto con un carattere piuttosto grande e ci sono tanti capitoletti con relativa pagina bianca; la matematica contenuta nel libro è non solo corretta, e fin qua non c’è nulla di strano visto che Martínez è matematico, ma anche direi comprensibile a un non esperto. Questo è già più strano ma va anche a favore della traduttrice, che ha avuto anche la buona idea di portare il numero di tessere dello Scarabeo a otto contro le sette che probabilmente il testo originale aveva indicato: però secondo me ha esagerato lasciando “diapason”, ancorché corretto, per indicare l’insieme delle note di uno strumento…

quarto d'ora accademico

Oggi ho portato Anna alla Malpensa. Stamattina mi chiede “a che ora dobbiamo partire?”. Io ci penso un po’ su e rispondo “beh, per il checkin devi essere là alle 15:30, diciamo alle 14:15-14:30 (mi sono tenuto un po’ di tara, in 45 minuti si arriva) Al che lei “va bene, alle due e un quarto”.
Bene, siamo usciti di casa alle 14:31. Anna ha il quarto d’ora accademico built-in.