bollettino medico

Dopo essere andato a letto prima delle 23 e aver dormito male tutta la notte, perlomeno mi sono svegliato senza febbre (36.4).
Devo però dire che non è che io sia ancora molto in forma. Oggi toccava a me dare un passaggio ad Adolfo; sono sceso a prendere la macchina, ho spostato la bici, sono salito… e ho preso la chiave di casa per metterla in moto. A questo punto ci ho pensato un attimo, e ho poi realizzato che forse sarei dovuto tornare a casa per prendere le chiavi dell’auto.

Bella iniziativa ATM

Ho spesso denigrato l’azienda dei trasporti milanese: mi sembra giusto segnalare una loro intelligente iniziativa per agosto. Come sempre, l’orarioestivo ridotto taglia tante di quelle corse che trovare un mezzo diventa un terno al lotto. Però quest’anno il servizio Radiobus verrà anticipato ale 12.30, invece che partire alle 20 come al solito. In questo modo, pagando due euro in più, ci si può far fare il percorso quasi su misura per la (purtroppo ancora mezza) città che è servita dai pulmini: se si devono prendere due mezzi, probabilmente il risparmio di tempo vale abbondantemente la spesa. Resta il dubbio che le corse verranno fatte solo se si riuscirà a fare un percorso per almeno cinque persone: la cosa ha un senso, ma speriamo in bene.
L’altra iniziativa per il mese di agosto è l’anticipo – dalle 20 alle 12:30 – dell’inizio della validità a vista del biglietto Bi4, il piu sconosciuto dell’offerta ATM. In pratica se uno timbra nel pomeriggio può girare sulla rete urbana fino a notte: ma la cosa più importante è che leggendo tra le righe sembra che adesso il biglietto non sia più limitato a un singolo viaggio della metropolitana. Ho provato a telefonare al numero verde, e l’addetta, dopo un po’ di pausa – ve l’ho detto che è sconosciuto! – ha confermato. Il biglietto in mano mia recita la cosa in modo diverso, però: spero sia dovuto al fatto che è ancora “di vecchio conjo”. Sì, quando nel 2002 hanno aumentato i prezzi dei biglietti con la scusa dell’euro e hanno quindi dovuto rifare i biglietti, il Bi4 è rimasto identico. Ho già detto che è sconosciuto?

Il voto è un diritto anche per gli altri

Almeno ci sta tentando. Chiamparino, il diessino più a destra che io conosca, ha fatto una cosa di sinistra: il diritto di voto nelle elezioni circoscrizionali torinesi per gli immigrati non UE residenti da almeno sei anni. Se non ho capito male, avranno anche il voto passivo, cioè potranno essere eletti; ma il primo passo è comunque stato fatto. Anche l’UDC ha votato a favore della delibera, che d’altra parte necessitava di una maggioranza qualificata per passare. Le reazioni indispettite del Dentista Verde, che è sì ministro per la Devoluzione ma vuole devolvere solo ai Puri Padani, non si sono fatte attendere: si è subito ativato presso il ministro dell’Interno per fare annullare la delibera. Buon tentativo, ma con ogni probabilità la legge italiana si ferma a livello dei comuni e non mette becco in queste unità minori: ecco probabilmente perché a Torino si sono limitati a quello che oggettivamente non è chissà quale evento. Mi sono oggettivamente più stupito di leggere le lettere contro la delibera pubblicate ieri sulla Stampa (tre contro una a favore), una delle quali in puro stile fallaciano.
Il punto è che mentre nelle elezioni politiche la cittadinanza è un requisito logico – che si approvi o no la cosa è un altro conto – per quelle locali la logica vorrebbe che voti chi vive, per l’appunto. In un certo senso sarebbe quasi logico che io avessi qualche diritto di dire cosa debba fare il comune di Rozzano, visto che volente o nolente ci passo troppo tempo. Aggiungo che l’impegno politico dovrebbe venire facilitato in questi organismi in piccolo, e chissà se mai questo potrebbe far migliorare anche la politica in grande… Sì, sono un utopista.

raffreddado

Non è ben chiaro come uno possa prendersi un raffreddore in questa stagione, ma io sembro essere un esperto nel campo.
In pratica, stanotte ho persino preso un’aspirina; adesso ho il naso che cola e un po’ di mal di testa. Nulla di trascendentale, comunque…

Decreto antiterrorismo e posta elettronica

Tra una bomba e l’altra, abbiamo sentito delle norme antiterrorismo volute dal ministro dell’interno Pisanu e approvate più o meno da tutti i partiti. Tra queste norme, si è sentito dire che “i provider dovranno tenere per due anni tutti i messaggi di posta elettronica”. Beh, non è esattamente così, almeno da quello che si può leggere nel testo del decreto.
Premessa: io non ho studi di legge, e posso solo parlare dal punto di vista informatico. Non prendete insomma le mie parole per oro colato. L’articolo in questione è il 6, comma 1, e recita così:
A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto e tino al 31 dicembre 2007 è sospesa l’applicazione delle disposizioni di legge, di regolamento o dell’autorità amministrativa che prescrivono o consentano la cancellazione dei dati del traffico telefonico o telematico, anche se non soggetti a fatturazione, e gli stessi, esclusi comunque i contenuti delle, comunicazioni, e limitatamente alle informazioni che consentono la tracciabilità degli accessi e dei servizi, debbono essere conservati fino a quella data dai fornitori di una rete pubblica di comunicazioni o di un servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico, fatte salve le disposizioni vigenti che prevedono un periodo di conservazione ulteriore. I dati del traffico conservati oltre i limiti previsti dall’articolo 132 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, possano essere utilizzati esclusivamente per le finalità del presente decreto legge, salvo l’esercizio dell’azione penale per i reati comunque perseguibili.
A parte l’uso creativo delle virgole, è abbastanza chiaro leggere che il contenuto delle comunicazioni è escluso. Quindi si può immaginare che quello che si dovrà conservare per due anni sono i log dei server: data e ora del contatto, sito remoto, mittente e destinatario dell’envelope, cioè la “busta” del messaggio, che non sono necessariamente gli stessi di quelli che vediamo noi. Per fare un esempio banale, se io invio un messaggio in ccn: al mio amico pippo@example.com, il server di posta di example.com vedrà nell’envelope che il destinatario è pippo@example.com, ma nel testo nel messaggio non ci sarà traccia di Pippo. Attenzione: il titolo del messaggio non appare nell’envelope ma nel corpo del messaggio, come pure la dimensione del messaggio stesso, e sarebbe bello sapere cosa vuole fare il ministro di quei dati.
La cosa non è stupida come può sembrare a prima vista: non è poi così difficile ricavare utili dati anche soltanto dai log, come ben sa chiunque si sia divertito su Usenet a sgamare un finto “nuovo” utente. I dati che ho indicato sopra possono essere compattati in una cinquantina di byte: per dieci milioni di messaggi al giorno fanno mezzo giga, meno di un CD e una frazione di DVD.
Passiamo adesso alle note dolenti, e ce ne sono. Innanzitutto lo spam. Se le stime che dicono che oggi un messaggio su dieci non è spam, quei dati sono da decuplicare, e già diventa più difficile. Vorrà dire che cominceranno ad esserci algoritmi antispam molto più aggressivi che non accettano nemmeno i messaggi sospetti: se non li si prende, non li si deve nemmeno salvare… La cosa potrebbe anche essere simpatica, se non fosse che comincerà a ridursi la certezza della spedizione del proprio messaggio.
Altro punto da considerare è la definizione di “contenuti”. Le header di un messaggio, quelle con il titolo, la data di spedizione, ma anche il programma usato per spedirle e la codifica del messaggio stesso, non sono effettivamente “contenuto”, e danno informazioni molto utili ai detective. Quindi potrebbe essere necessario salvare anche questi dati: risultato, di nuovo un fattore 10 di dimensioni in più.
Infine, la parte più dolente. Chi deve salvare tutti questi dati? Pensiamo un attimo: il nostro terrorista in erba può tranquillamente usare un suo server mail personale, saltando quindi quello del suo provider, e non si sogna certo di tenersi i log; quindi questi devono anche essere salvati da chi riceve posta. È vero che di per sé si può anche avere su un server per ricevere posta, ma questo è più raro. In questo caso occorrerebbe mettersi a sniffare il traffico sulla rete e vedere quello SMTP, cosa non troppo complicata ma sicuramente costosa. L’altra possibilità è vietare di usare la porta 25 agli utenti comuni: in fin dei conti lo si sta già facendo abbastanza spesso per bloccare lo spam che proviene dai PC con ADSL cui gli spammatori hanno fatto il lavaggio del cervello prendendo loro possesso. Però garantisco che a me la cosa non piacerebbe affatto.
Detto tutto questo, resta il punto fondamentale. Io uso Gmail via webmail. Se scrivo ad Anna che legge i suoi messaggi su Hotmail via webmail il mio testo non passa da un server italiano, quindi non se lo salverà nessuno (ok, sono ragionevolmente certo che se lo salvano gli americani senza dirci nulla, ma non è questo il punto). Quindi tutto il decreto non serve a nulla. Carino, no?

Milano-Monza-Milano

Ieri sera sono andato a cena dai miei suoceri, nella zona nord-est di Monza vicino al parco. Dopo aver controllato adeguatamente il tempo per evitare di trovarmi un temporale, mi sono lanciato con la mia bicicletta, seguendo il percorso Zara-Testi-Lombardia-Battisti-Boccaccio. Ad essere sinceri, il percorso è più corto di un qualche centinaio di metri di quello casa-ufficio, quindi non è poi un grosso problema.
Passando alla parte di trasporti vera e propria, il percorso prevede controviale su tutto il tratto milanese, pista ciclabile a lato della strada a Cinisello fino allo svincolo dell’autostrada, poi “pista ciclabile soppressa” con però molto spazio da San Fruttuoso a viale Battisti, dove c’è la pista ciclopedonale. Via Boccaccio la si fa sulla strada. La pista ciclabile non è poi male, almeno di giorno: la parte vicina al parco Nord è assolutamente non illuminata. Gli unici problemi sono il torcicollo a tutti gli innesti per vedere che nessun idiota salti la precedenza – mettere un rallentatore potrebbe essere un’idea – e riuscire a passare i pedoni che come sempre occupano tutta la larghezza della pista. Il tratto davvero pericoloso è ovviamente quello dello svincolo di autostrada e tangenziale, e lì non saprei proprio da dove cominciare a metterlo a posto.
Alla fine sono stati 44 minuti ad andare e 53 a tornare, un tempo abbastanza dignitoso considerando il mio raffreddore e la mia notoria pigrizia.

aggiornamento sistema operativo

La piattaforma del blog è rimasta la stessa, ma la parte sotto è cambiata. Dato che perl e mysql non vanno così d’accordo, al momento sembra impossibile approvare i commenti; vediamo se almeno i post arrivano :-)

disastri notturni

Stanotte sono arrivato a casa per mezzanotte. Non sono più abituato a fare più di cinquanta chilometri in bici in una singola giornata, quindi ero abbastanza stanco, tanto che nel cambiare le lenzuola devo avere usato due teli superiori (cambia poco, se non che quello sul materasso è un po’ piccino). Garantisco però di avere dato le crocchine alle gatte, anche perché altrimenti non sarei sopravvissuto. Dopo qualche minuto sento un suono di qualcosa di fragile che è caduto, ma non si è rotto. Il neurone ancora mezzo sveglio si chiede che cosa potesse essere capitato, ma l’indubbia constatazione che il rumore era terminato mi ha fatto decidere che non valeva la pena di alzarsi.
Stamattina, dopo le lamentazioni di Ariel che a dire il vero hanno superato la soglia standard con una modulazione degna di miglior pubblico, ho scoperto cosa era successo. Sopra il frigo c’è una mensola con un servizio di tazzine giapponesi; una di queste tazzine era stata fatta cascare, ma il frigorifero l’aveva fermata ed era rimasta incastrata senza danni. Mi chiedo solo che diavolo ci facessero le gatte sopra il frigo. Ambarabam cicì cocò?
ps: stanotte hanno anche trovato una bustina del “silica gel” che si usa come antiumidificante nelle confezioni di strumenti elettronici. Avevo palline trasparenti ovunque.