beviamo!

Titolo dal Sabato News di questa settimana:
Acqua minerale gasata
gratis per tutti nel parco
Vorrei far notare, oltre alla parolina “gratis” che fa sempre fine, l’importanza dell’avere l’acqua gasata. Io sono un convinto acquirente dell’acqua con le bollicine, ma posso tranquillamente bere acqua naturale. Però il progresso a sud Milano non può fermarsi, ed ecco la fontanella (immagino) con acqua gasata. Che fortuna, vero?

Semplicità insormontabili – 39 storie filosofiche (libro)

[copertina]Si può fare filosofia terra terra? Direi proprio di sì, leggendo questo libro (Roberto Casati e Achille Varzi, Semplicità insormontabili – 39 storie filosofiche, Laterza – i Robinson 2004, p. 194, € 14, ISBN 88-420-7304-0). Il libro comprende una serie di raccontini, già apparsi in parte sulle pagine de La Stampa, dove i personaggi si trovano in situazioni paradossali e che però in un certo senso sono logicamente possibili. Occhei, non esiste un’ameba che dopo la scissione vede entrambe le nuove cellule rivendicare il diritto ad essere quella originaria, né esiste l’Isola delle Quattro Stagioni, che non è a forma di pizza ma è stata costruita sull’equatore e sulla linea di cambiamento di data. Però concettualmente possono esistere, e ci fanno notare che le nostre “certezze” sono problematiche. La cosa bella – o brutta? – è che non ci sono discussioni: si presentano semplicemente queste storie. La cosa sicuramente bella è che i racconti sono davvero piacevoli.

c'è un po' meno gente

Sabato mattina sono andato in centro, e mi stavo preoccupando perché mi sembrava esattamente pieno di gente come al solito. Bisogna però ammettere che stamattina la situazione sembrava migliorata rispetto alla scorsa settimana, anche se l’esodo paventato non si è certo visto. La controprova ci sarà comunque in parte adesso che vado a mangiare qualcosa al centro commerciale, e soprattutto stasera quando torneremo verso casa…
Aggiornamento: in effetti al Fiordaliso c’era più gente del solito. E molti più bambini, il che prova che i centri commerciali – con la loro aria condizionata a palla – sono il parco dei divertimenti del ventunesimo secolo…

La tv fa male

Prodi afferma che se vincerà le elezioni, provvederà a ritirare i soldati italiani che stanno in Iraq, in quanto truppe di occupazione. Berlusconi – dopo avere aspettato il voto a favore dell’Unione sul decreto Pisanu – si inalbera e replica «Quando definisce le nostre come ‘truppe di occupazione’ a Nassiriya, Prodi giustifica e incentiva gli attacchi della guerriglia ai nostri soldati». Giusto l’altroieri in fin dei conti diceva che «Dove operano i nostri militari c’è la pace, gli ospedali funzionano, le scuole funzionano e la gente ci vuole bene».
Qual è la conclusione logica che si può trarre da queste affermazioni di Silvio? Che non bisogna dire che siamo degli occupanti, altrimenti in Iraq si accorgeranno della cosa e non ci vorranno più bene, anzi incentiveranno la guerriglia. Mi chiedo solo perché mai quei poveretti dovrebbero sorbirsi i nostri pastoni televisivi con le interviste a Prodi, ma si vede che la tv è una brutta bestia e che i nostri programmi vengono esportati colà…

creativi ma non troppo

C’è un simpatico sito che raccoglie esempi di pubblicità “leggermente troppo simili”. Scopiazzate? tirate fuori in maniera indipendente? Chi lo sa. Non bisogna pensare troppo male, almeno a volte.
Tra i più di trecento esempi, ce ne sono però di davvero identici.
(via Leibniz)

come farò a stare a galla non so

Stamattina, in auto con Adolfo, ascoltavamo al solito Superhit che alle 9 mette due brani “oldies” che io mi diletto a indovinare. Parte un riff che mi ricorda una canzone fine anni ’50 di cui naturalmente mi sfugge il nome, e poi… un colpo alla memoria, e io che canto a squarciagola (no, sono ancora un po’ raffreddato, ma il principio era quello) il ritornello.
Sono stato a pensarci su: il resto della canzone non me la ricordavo per nulla, non sapevo nemmeno il titolo e che fosse cantata da Celentano – san Google mi ha spiegato che è Torno sui miei passi, di Del Prete, Del Prete, Mariano. Essendo la canzone del 1967, sono ragionevolmente certo che l’abbia ascoltata quando avevo quattro anni e la mia mente plasmabile si sia trovata queste parole come un timbro. Devo però dire che leggendo finalmente il testo completo la canzone è divertente… Adriano si lamenta che non si fa più del sano vecchio rock’n’roll, e tutti vogliono fare il beat; e il coro commenta “passano, passano, le mode e i tempi / cambiano, cambiano canzoni e ritmi / nascono, nascono cantanti nuovi”. Forse un po’ trash, ma mi rimane un must, più di “Un bimbo sul leone” che aveva un altro pezzetto terzinato che mi è rimasto in testa, ma che per il resto non mi dice molto. Sigh, dovrei fare una sezione “vintage” nel blog.

binario e bici

Oggi il dorso milanese del Corsera aveva una pagina sui troppi binari del tram abbandonati a Milano, nel senso che il tram non ci passa più, non ci potrebbe nemmeno passare perché han tolto i fili e tagliato qua e là il binario, ma che resistono pervicacemente. Secondo i dati di Ciclobby, i chilometri di binario sono ben 22. Io pensavo di più, vedo ovunque binari… Naturalmente ATM dice che non è loro dovere toglierli, e il comune afferma che non c’è nessuna fretta se la strada va bene. Nella pagina c’era anche un’intervista a Milly Prezzemolo Moratti che diceva tutto e il contrario di tutto, e una citazione dell’assessore lombardo allo sport sul fatto che non si possono fare piste ciclabili entro la cerchia dei Navigli perché le strade sono strette.
Il fatto è che più che i binari sono i masselli sconnessi che cercano di ammazzare i ciclisti, e sono certo che anche se ad agosto rifanno via Broletto la situazione non migliorerà molto nemmeno là. E che se in centro ci fossero alcune strade fatte in modo che le auto non possano superare i venti all’ora e non potessero parcheggiare, non ci sarebbe bisogno di piste ciclabili. L’alternativa sarebbe fare ventimila posti auto fuori dalla cerchia dei Navigli e rendere tutta la zona a traffico limitato, il che non sarebbe nemmeno male :-)

Gli amici si riconoscono nel momento del bisogno

Tonino Fazio è messo male. Se gli hanno spiattellato l’intercettazione della telefonata (nome in codice: “bacio in fronte”) con Fiorani, è chiaro che lo vogliono fare fuori dal suo posto a vita di governatore della Banca d’Italia. Al massimo, gli esponenti della maggioranza se la prendono con la magistratura che ha fatto uscire queste informazioni, ché quello non fa mai male; l’opposizione l’aveva poi già scaricato da tempo. Insomma, tante belle parole, ma attestati di solidarietà nessuno. O quasi.
Troviamo infatti l’ex-“presiddente degli italliani” Francesco Cossiga subito pronto a portare di persona la propria solidarietà «per il modo in cui una magistratura ‘non responsabile’, indaga sulla Banca e su di lui». Essendo Cossiga quello che è, si è anche premunito di chiosare «parlo di responsabilità in senso politico: ne prenda nota il competente sostituto procuratore di turno…»
Dopo le doverose felicitazioni per il ristabilimento delle condizioni fisiche del Grande Gladiatore, passiamo agli altri che sono rimasti amici di Fazio. Chi? Silvio? Figuriamoci. Casini? Quando mai. No, sono i leghisti! Perché loro sì che sono riconoscenti. Si ricordano perfettamente dell’intervento del governatore per salvare la loro banca padana, travolta dalle tragiche congiunture economiche – il target dei correntisti preferiva andare direttamente a Lugano. Da allora, l’atteggiamento dei verdeaccessoriati nei confronti di don Tonino è virato di centottanta gradi. E noi che li sbertucciamo…