Sfruttando la fine dell’anno e il rientro dell’auto a casa, sono andato in ufficio in macchina. Dentro il box la temperatura era di 5 gradi e mezzo. All’Arena eravamo a -2, a Porta Genova -4, all’inizio dell’autostrada -6 e allo svincolo di Rozzano -7. Fortuna che poi siamo saliti (si fa per dire) a -5 arrivando in ufficio: la cosa iniziava a preoccuparmi. Ma in fin dei conti il termometro esterno, che sta sul terrazzo e quindi si prende tutto il caldo della casa, segnava +1.7, il nuovo record minimo dell’anno…
ma io lo sapevo già!
Repubblica (cartacea) di oggi ha citato il Secolo d’Italia (l’organo di AN) che paragona D’Alema a Julius Evola. È vero che il grande amore di Minimo sono il mare e la vela, cominciano; ma non importa. Cito testualmente: «Evola preferiva il misticismo delle vette; ma montagne o mare sono soltanto mezzi simbolici per una stessa vocazione spirituale. Forse, prima o poi, D’Alema scoprirà chi è.»
Perché, c’è ancora qualcuno che ha dei dubbi?
voto elettronico
Capisco che forse è cosa opportuna avere osservatori OSCE alle nostre prossime elezioni politiche. Capisco anche che il voto elettronico bisogna prima provarlo, e un 25% dei seggi è già una buona notizia. Posso persino capire che forse è meglio – almeno per l’inizio – dire che in caso di discrepanza tra i due risultati si preferisce quello dello scrutinio cartaceo.
Però scrivere
Lo scrutinio elettronico farà fede quando il suo risultato coinciderà con quello ottenuto seguendo il sistema tradizionale. Nel caso in cui fra il risultato ottenuto con lo scrutinio elettronico e il risultato ottenuto con il sistema tradizionale si registri una discrasia, sarà il secondo risultato ad essere considerato prevalente.
non ha nessun senso, se ci pensate. È l’equivalente di dire “se tu la pensi come me, hai ragione, altrimenti no”…
il mio bel faccino in televisione
Come dovreste sapere, partecipo a Wikipedia, seguendo il famoso motto “tutto e male”. Lo scorso novembre, è stata fatta una chiamata alle armi per chi sta dalle nostre parti, visto l’arrivo di una troupe Rai per fare un servizio all’uopo. Sono così andato ad Arcore (beh, la capa di it.wiki abita là, che c’è di strano?), sono stato filmato e sono apparso sabato scorso all’interno di Scenari. Almeno immagino: io non mi sono visto.
Per chi avesse effettivamente visto la trasmissione, una nota: non sono quello apparso con la didascalia “Maurizio Codogno”. Non si può pretendere tutto.
in vino veritas
Ragazzi, siamo sotto le feste, suvvia! Di che cosa può parlare la Novella 2000 radicalchic, insomma la versione online di Repubblica? Ebbene sì, di vini. E non una sola volta, ma addirittura due! Gli Scienziati delle Grandi Università Mondiali sono stati infatti scomodati più del solito.
Innanzitutto, viene definitivamente risolto un annoso problema che sicuramente ha contribuito a rovinare i brindisi di fine anno. Adesso è scientificamente provato: a parità di percezione, con i flute si beve di meno. Lo dice sul British Medical Journal nientemeno che Brian Wansink della Cornell University. Occhei, Wansick ha la cattedra di “marketing and applied economics” e la rivista accoglie articoli come “diagnostic reasoning in medicine and investigative methods of fictional detectives” e “Cinderella revisited”, ma non è così importante.
Inoltre i sommelier hanno i giorni (mesi? anni??) contati. Alla Carnegie Mellon, il professor Lorenz Biegler sta studiando un modello matematico per la formula perfetta del vino. Il tutto con l’aiuto nientepopodimeno che della… Pontificia Università di Santiago del Cile. Sarà, ma mi restano dei dubbi… forse perché non sono un gran bevitore.
Addio al bosco di Gioia
Siamo sotto le feste, quando la gente non c’è e se c’è pensa ad altro. Ecco così che dopo la decisione di aprile è arrivata l’esecuzione: martedì le ruspe hanno iniziato a buttare giù gli alberi, per essere pronti a costruire la seconda sede della Regione Lombardia. Inutili gli appelli vari, inutile l’arrampicata sull’albero di Michele Sacerdoti, inutili gli appelli di Rocco Tanica, Dario Fo e Beppe Grillo. Qualcuno aveva dei dubbi? e qualcuno crede alla “sistemazione del verde”, la scusa ufficiale?
(vedi anche Gianluca Neri e Alberto Biraghi)
Arrampicarsi sugli specchi
Sempre su Repubblica di ieri, ho trovato molto interessante l’articolo di Alberto Statera, che cercava in tutti i modi di assolvere preventivamente Fassino dalle ovvie accuse che gli verranno fatte per la sua amicizia con Consorte. In sintesi, le tesi sono: (a) il poveretto è stato tenuto all’oscuro di tutto perché sapevano che è troppo buono, e quindi è meglio non fargli sapere queste cose; (b) o forse han fatto così perché lui non conta un tubo, e il vero regista è quel cattivone di D’Alema; (c) o ancora in realtà dai DS non sapeva nulla nessuno, perché ormai quella di banchieri e finanzieri è una cricca autoreferenziale, e quelli i politici se li compravano quando serviva loro.
Ora, capisco la necessità scalfariana di non danneggiare quelli su cui ha puntato ormai da anni. Però mi chiedo se non sia stato peggio el tacun del buso: il povero Cicogna viene definito rispettivamente troppo stupido, irrilevante o comprabile. Il tutto da un quotidiano di centrosinistra: l’unica differenza con Libero oppure Il Giornale è che la prosa di questi ultimi è indubbiamente peggiore, come se il loro target fosse più ignorante… oppure i sinistrorsi volessero badare bene a non fare capire le cose alla gente.
Promozione?
Leggendo il giornale di mercoledì mi sono trovato una pubblicità di Telecom Italia che informa che fino al 31 marzo in via promozionale (il neretto l’hanno messo i miei datori di lavoro) per le offerte Telecom Italia sulle telefonate urbane e interurbane saranno applicati i prezzi dell’offerta anche alle chiamate verso le numerazioni di altri operatori. Per i clienti residenziali, le offerte in questione sono Teleconomy No Problem e Teleconomy Quando Vuoi.
Tradotto in italiano – ad onor del vero, è tutto scritto nel messaggio pubblicitario, in un corpo nemmeno troppo più piccolo del resto – io ho capito questo: se da aprile uno chiama un numero di Fastweb, oppure in unbundling su Infostrada o Tele2, uscirà dal forfait e si troverà un aggravio in bolletta: non tantissimo rispetto a quello che costa una chiamata da fisso a mobile, ma comunque sempre qualche soldino.
Capisco che Telecom abbia un costo marginale virtualmente nullo per le chiamate tra suoi numeri, mentre deve dare soldi agli altri operatori; però non mi pare una bella cosa comunicarlo così.