Quello che non leggerete su certa stampa

Marco Travaglio è stato assolto (in primo grado) dall’accusa di diffamazione per quanto scritto da lui nel libro “L’odore dei soldi“. Berlusconi dovrà pagargli 15000 euro di spese processuali, invece che ricevere i dieci milioni da lui chiesti.
Attenzione: a quanto ne capisco io, questo non significa che quanto scritto nel libro sia tutto necessariamente vero, visto che la sentenza afferma che Travaglio “ha esercitato il diritto di critica e di cronaca”. Ma resta il fatto che Silvio avrebbe dovuto fare prima una causa penale. Troppo facile usare i soldi per intimidire.
Aggiornamento: Mi spiego meglio, oltre a ringraziare chi mi ha fatto notare l’assenza di un participio passato (“assolto”) nella prima frase. In pratica, se non capisco male potrebbe darsi che i fatti riportati nel libro siano veri, le conclusioni di Travaglio e Veltri sbagliate, ma comunque non diffamatorie. Per l’ultima frase, non so se vi siete accorti che la tattica di B. (ma anche di D’Alema ai tempi della vignetta forattiniana detta “del bianchetto”) è di fare una causa civile, non penale, con richieste di risarcimento assurde. Questo perché una causa penale sarebbe probabilmente persa in partenza; e perché in questo modo si cerca di fare paura preventiva a chi potrebbe parlare male (che è diverso da “sparlare”) di te.

Altro che privacy

Oggi Anna è a casa, tra una trasferta e l’altra. Stamattina riceve una telefonata di un tipo (“Andrea”) che le fa “mi hanno detto che lei sta vendendo la casa”. Io avrei risposto “scusi, chi gliel’ha detto?”, ma va bene lo stesso. Anna, che in queste cose è più scafata di me, dice che semplicemente era un tipo che cercava casa, ha preso i nomi dai campanelli e ha provato a telefonare. Sistema faidate, insomma.
In compenso, nel pomeriggio ha telefonato un tipo della Popolare di Sondrio, che voleva informare che avevano aperto una nuova filiale vicino a noi e che quindi saremmo potuti essere interessati. Questa volta Anna gli ha chiesto come facesse a sapere che eravamo vicini, visto che l’anno scorso abbiamo doviziosamente compilato il questionario telecom dicendo che non volevamo telefonate di pubblicità. Il tipo è stato zitto.
Visto che in questo caso è piuttosto chiaro che è stata usata una base dati per trovare gli indirizzi “vicini”, lascio a voi la domanda: dove è stata presa questa base dati? Io vedo due risposte possibili:
– Telecom continua a venderle (con qualche disclaimer del tipo «non fate i cattivoni e non chiamate un numero che non abbia il flag “pubblicità ammessa”», e tutti che rispondono «certo, noi siamo ligi alla legge»)
– qualcuno sta facendo un lucroso – per qualche anno – affare con le ultime basi dati prima del blocco privacy.

vento

Da ieri pomeriggio c’è un ventaccio (freddo, tra l’altro) che ha però un vantaggio: pulisce l’aria. Già ieri pomeriggio si vedevano tutte le montagne a nord: il che, visto che Rozzano è a sud di Milano, non è poi una cosa così banale.
Ma stamattina, oltre all’elicottero, guardando verso nord-nordovest vedevo delle altre montagne, così ad occhio quelle dalle parti del Rosa (o più probabilmente dell’alta Valsesia, mi dicono). Niente male davvero.

Ma quante ne sa, Formigoni

Rispetto a quanto scrissi, Galan ha pensato che forse non era il caso di candidarsi: in compenso, abbiamo il governatore calabrese Agazio Loiero che – visto che la Margherita non voleva metterlo capolista – ha pensato bene di candidarsi con la lista “Codacons-DC”. In compenso sembra che Massimo Grillo (UDC) abbia rifiutato il posto al Senato perché non voleva essere nella stessa lista di Totò Cuffaro. Strano se ne sia accorto solo ora, ma il gesto è apprezzabile data la scarsa propensione italiana per allontanarsi volontariamente dai cadreghini.
Ma fermiamoci a Formigoni. Credo sia utile che i miei ventitré lettori sappiano che la sua scelta di candidarsi non è di bandiera, come afferma Berlusconi, ma vera «proprio per una forma di rispetto per i cittadini. Essi sanno che se mi eleggeranno al Senato io poi sceglierò la soluzione migliore sulla base esclusiva di una valutazione del loro bene comune».
Credo che dovremmo tutti ringraziare una persona che ha così a cuore il nostro bene comune, e che non vuole affatto prendere una decisione a cuor leggero: quattro mesi di doppioscarpismo forse sono ancora pochi, ma Lui ce la farà.

Tutti dal papa. E allora?

Il rompimento di palle (nel senso di gazzarra caciarona) di oggi sembra essere la prossima visita di Casini Berlusconi e Clementone Mastella da Benedetto XVI, dieci giorni prima del voto.
Confesso che non capisco esattamente il problema. Se il fogliaccio scalfariano dice il vero, verrà invitata in udienza una delegazione di duecento parlamentari del PPE, che starà tenendo il proprio congresso a Roma. Potremmo chiederci che diavolo ci faccia Silvio nel Partito Popolare Europeo, ma quella è un’altra storia. Ma se qualcuno pensa che la cosa sposterà voti in un senso o nell’altro, è davvero credulone…
Diciamo che sarebbe simpatico che i vari politici invitati non rilasciassero dichiarazioni o interviste, ma conoscendo i tre tipi di cui sopra non ci credo nemmeno se lo vedo.

Numb3rs – la recensione

Alla fine sono riuscito a vedere il secondo dei due episodi trasmessi ieri sera. Giudizio sintetico: boh.
Non è che uno si aspettasse qualcosa di diverso dal giovane genio matematico borderline autistico, e non che uno si aspettasse chissà quale matematica dentro. Occhei, il principio di Heisenberg è fin fisica, ma lo accettiamo, ed è stato spiegato anche in maniera decente. Peccato che alla fine non sia stato applicato, o almeno non hanno specificato come è stato applicato.
Non parliamo poi della traduzione: “P contro NP” sembra un match di wresting più che un enunciato (che in italiano sarebbe “P è uguale a NP?”)
Poi è chiaro che se uno vuole vedere un telefilm poliziesco, va più che bene, ma di quei telefilm ce ne sono a bizzeffe.
Insomma, non credo continuerò a vederli.