La velocità del buio (libro)

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Gli autistici erano diventati di moda con il libro Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte. Anche in questo libro (Elizabeth Moon, La velocità del buio [The Speed of Dark], Urania Mondadori 1495 – febbraio 2005 [2003], pag. 361, €3.60, ISSN 977-1120-528361-51495, trad. A.M. Francavilla) il protagonista è autistico, ma il punto di vista è ben diverso. Innanzitutto siamo in ambito fantascientifico, e quindi un punto focale della storia è la possibilità di eliminare il “comportamento deviante”, in maniera più o meno liberamente scelta. Ma la parte più interessante è il modo in cui il mondo viene visto dal protagonista: una serie di schemi mentali, completamente diversa da quella di “noi normali” eppure assolutamente coerente, tanto che il lettore si chiede se vale davvero la pena di correre chissà quali rischi solo per far parte del resto del mondo. Ed è proprio la parte finale ad essere quella a mio parere più debole. Buona la traduzione, a parte la madornale definizione del giorno del “Rendimento di Grazie”.

Forte valore statistico generale

Notizia di base: il consiglio di amministrazione Auditel ha deliberato la pubblicazione ufficiale degli ascolti televisivi nella fascia 15-64 anni. Non ho capito se in sostituzione o in aggiunta a quella precedente, che non aveva limite di età.
Sappiamo tutti che più dati ci sono più uno può scegliere quelli preferiti, e quindi non è affatto un caso che il giornale gratuito che riporta la notizia lo faccia con il commento… di Mediaset. Non è nemmeno un caso che il giornale gratuito in questione sia Leggo, ma di questo ne avevo già parlato.
Torniamo però alla (povera) matematica. Dopo avere detto esplicitamente una delle due ragioni per cui ci sono questi nuovi dati, vale a dire “perché i dati servono per le campagne pubblicitarie, e i vecchi consumano troppo poco”, arriva la ciliegina sulla torta. «Il nuovo dato contiene anche un forte valore statistico generale, in quanto il pubblico compreso tra 15 e 64 anni rappresenta oltre il 70% dell’intera popolazione italiana».
A parte la forse non banale considerazione che non riesco a vedere l’utilità di usare un dato statistico quando ho a disposizione il dato completo nello stesso formato (la statistica serve a ridurre la complessità di un numero troppo grande di dati a un formato più gestibile), sarebbe simpatico che qualcuno si rendesse conto che un “valore statistico particolare” è un ossimoro – le statistiche sono generalizzazioni, non particolarizzazioni.

primavera

Bisogna dire che fa piacere tornarsene da un posto caldo e scoprire che anche qui nel profondo hinterland milanese la temperatura è sufficientemente elevata per farmi uscire a pranzo in maniche di camicia e stare in ufficio in t-shirt (no, non è per fare vedere l’abbronzatura… tanto sono trasparente, io. Ci sono stati commenti del tipo “ah, la settimana scorsa non c’eri?”)
Non so quanto durerà il tutto, visto che ormai sappiamo che non ci sono più le mezze stagioni, ma intanto godiamoci il presente.

Monete locali

Metro afferma di aver scelto di non parlare delle polemiche tra politici perché hanno «come “mission” editoriale quella di interessare e informare rapidamente un pubblico di cittadini attivi under 45 mentre si recano al lavoro o all’università»; così almeno scrive oggi il direttore Giampaolo Roidi.
tralasciando il triste pensiero che tra poco sarò fuori dal loro target, mi limito a segnalare la notiziola trovata qualche pagina prima, nella sezione “Portafoglio”. Viene riportata una citazione: «L’introduzione di monete locali complementari all’euro potrebbe essere una via d’uscita per salvaguardare il potere d’acquisto delle famiglie, rivitalizzare l’artigianato, la piccola impresa e il commercio locale.» Se non ho capito male – è lunedì mattina anche per me – si propone di tornare a una forma appena un po’ più evoluta di baratto su scala di quartiere, a meno che non ci sia una qualche banca che abbia fiutato un lucroso affare magari esent’iva. Per i curiosi, la proposta non arriva da qualche esponente leghista, ma dal mio omonimo Maurizio Mariani, che nella vita fa il presidente della Commissione bilancio di Roma…

Zurückgekommen

Insomma, “soma torna sì”, giusto un po’ più rosso. I resoconti come al solito tra qualche giorno.

ci si risente in aprile

È ora di fare le valigie per Capo Verde. Visto che non andrò certo a cercare un internet point, non mi sentirete fino a domenica prossima…

La Vera Storia Italiana

(è lungo. Lo so. Ma ha fatto così tante cose…)
Stasera arrivo a casa e trovo nella buca delle lettere una bustona indirizzata ad Anna. La porto su, Anna la apre e… si trova il sequel del famosissimo successo elettorale di cinque anni fa, Una Storia Italiana! (scusate le maiuscole, ma in questi casi ci vuole). Faccio notare come la strategia comunicativa del PresDelCons si sia raffinata: sempre la solita rivista in carta patinata, ma questa volta confezionata in modo tale che non si possa vedere a prima vista il contenuto. Per chi volesse provare a scoprire qualcosa su chi effettivamente ha pagato le spedizioni, il “codice utente” associatoci è 143460 9566, mentre l’affrancatura “immateriale” ha come dicitura la seguente:
Tariffa Pagata
DR/CS CENTRALE/PT MAGAZINE
AUT 224/2006
valida dal 10/03/06

Ciò detto, e dopo avere scoperto che noi siamo stati fortunati perché l’uscita ufficiale sarebbe dovuta esserci solo domenica, ecco una forzatamente breve recensione delle 160 pagine, a partire dai titoli di copertina: “La difesa del made in Italy” (con foto di una Ferrari), “Il cambio euro-lira”, “Ministri & Ministeri” (con la Prestigiacomo in una foto che non le fa onore), “La tragedia di New York” e lo sgub “IL DIETRO LE QUINTE DEL GOVERNO BERLUSCONI” (maiuscole sue).
– A pagina 2, scopriamo finalmente che i nostri dati personali sono stati estratti da un archivio elettronico di proprietà di Postel.
– A pagina 4 dovremmo avere l’articolo “Addio alla lira: il grave errore di Prodi”. Peccato che non ci sia un articolo, ma solo titolo, sottotitolo e didascalia della foto. Notare che il “cambio giusto da applicare a 1500 lire” è “secondo gli italiani”, per la serie “non siamo noi a dirlo” – anche perché non potrebbero farlo, ricordatemi che devo preparare una sfrucugliata al riguardo. Inoltre “le monete da 1, 2, 5, 10, 20 e 50 [centesimi] hanno complicato i calcoli e i resti”.
– A pagina 6 abbiamo “il successo internazionale” del G8 di Genova, anche se “migliaia di giovani hanno messo a ferro e fuoco la città”.
– A pagina 8 scopriamo che ad agosto (2001) il governo non va in vacanza, mentre in passato “I primi 100 giorni di Prodi” sono stati “un disastro”
– A pagina 9, la legge per le grandi opere è illustrata con il viaggio inaugurale della metropolitana di Torino – peccato che i lavori siano partiti a fine 1999.
– L’attacco alle Torri Gemelle fa ovviamente la parte da leone nella storia “italiana” (Little Italy?), soprattutto perche “Nonostante l’11 settembre, il governo continua a lavorare”.
Saltando qua e là, abbiamo
– i riquadri rossi per i pericolosi komunisti: oltre a Prodi per i succitati 100 giorni, ci sono le domande a Fassino per Telekom Serbia; la strana lettera di Violante su Andreotti; i voti “responsabili” di FI quando era all’opposizione e i komunisti si sfilavano dalla maggioranza – con foto di Rutelli che non so che c’entri; Unipol (che parte da Telecom…); il cambiamento della politica estera (opps… hanno sbagliato colore?)
– i riquadri neri per i totalitarismi: Castro con Elián Gonzales; le Parole Assassine di Concetto Marchesi (non sapete chi sia? Male, leggetevi la pubblicazione); Mao; il nazismo; l’Armata Rossa
– i riquadri bianchi per l'”orgoglio italiano”: beh, a dire il vero ce n’è uno solo, relativo alle medaglie sportive del 2001.
– le Biografie: tra le altre, l’Infaticabile (no, non è Lui, ma Gianni Letta), il Ministro di Pace (Martino: forse la miglior difesa è l’attacco?), la Salute in Buone Mani (Sirchia, non Storace); la Scommessa Vinta (Lunardi, con i cantieri aperti per le Grandi Opere); il …Ministro Ombra (Bonaiuti); la Passione Politica (Miccichè, e il “duro lavoro”); la Sicurezza in Netta Crescita (Pisanu); l’Impegno Europeo (Frattini, “uno degli esponenti più versatili del governo).
– In colonnine di meno di quindici righe troviamo “pensieri a confronto”, sempre nero contro bianco: Marx contro Stuart Mill, Hobbes (umorismo involontario col Contratto e il Leviatano?) contro Locke, Hegel (di nuovo, io lo trovo umoristico) contro Kant; Carl Schmitt contro Benedetto Croce; Gramsci contro Karl O. Apel, di cui non ho capito assolutamente nulla.
Ma la parte che ho trovato più divertente è quella relativa alle notizie a metà. Ad esempio, a pagina 25 scopriamo che nei primi sei mesi del 2005 non si sono registrati sbarchi in Puglia e Calabria (e negli altri sei mesi? e il numero totale di sbarchi nel 2005 rispetto al 2004?); a pagina 35 che dopo un anno dal terremoto di San Giuliano mille famiglie sono potute tornare a casa (e le altre?)
Gli amanti delle cifre potranno alla fine leggere delle 36 riforme fatte e dei 10 punti del nuovo programma.
In generale, la cosa che mi ha colpito di più è la ripetizione insistente. Prendiamo ad esempio un punto come il poliziotto di quartiere. Lo troviamo a pagina 32, a pagina 48, a pagina 72. La scelta dei colori, come ho detto sopra, è anche molto oculata, in modo che il lettore capisca subito dove si va a parare. Ammetto infine di non essere riuscito a trovare una colonnina riassuntiva dove si spiega come il Contratto con gli Italiani sia stato completamente rispettato: sì, buona parte delle ripetizioni sono casualmente su quei punti, ma perché nessun riassunto?

Siamo tutti bubbi

Chi volesse avere uno sguardo così ad occhio abbastanza dal di dentro nel mondo delle telecomunicazioni potrebbe iniziare a dare un’occhiata al blog Il Bubbo Grasso, di tal “Bubbo Bubboni”, che dà “Pareri bubbici su telecomunicazioni e politica”. La cosa che mi dà più fastidio è che all’atto pratico non accetta i commenti (o almeno non pubblica i miei commenti, il che dal mio punto di vista cambia poco…) però offre un punto di vista un po’ diverso dal solito.