Google ha l’abitudine di modificare di quando in quando il proprio logo per commemorare un evento che accade nella giornata. Magari non ve ne siete accorti, ma durante le Olimpiadi di Torino venivano raffigurati vari sport invernali. Bene, oggi è il centotredicesimo anniversario della nascita di Mirò, e Google aveva preparato un bel logo nello stile del pittore. Peccato che, come si può leggere in questo articolo sulla Stampa, abbia dovuto toglierlo in fretta e furia. La Artist Rights Society, che detiene i diritti sulle opere di Mirò, ha infatti affermato che quel logo “è una distorsione dei lavori originali e pertanto viola i diritti morali dell’artista”.
Leggendo l’articolo in lingua originale, si scopre che Google avrebbe dovuto chiedere il permesso di usare quelle immagini: non è chiaro se c’è il sottinteso “e pagare il giusto”., ma non mi stupirei affatto della cosa, visto che la cosa cozza alquanto con i “diritti morali” di cui sopra.
Il problema si era già verificato l’anno scorso con Salvador Dalí e naturalmente la Artists Right Society, quindi Google è recidiva e dovrebbe stare un po’ più attenta. Ma onestamente a me pare che questi loghi siano delle grandi pubblicità gratuite agli artisti, e non riesco davvero a capire perché fare tutto quel casino sopra. O meglio, lo capisco bene e la cosa mi scoraggia.
(via Mantellini, dove potete anche vedere il logo… almeno fino a che la Artists Right Society non glielo farà togliere)
biro a quattro colori
Una delle mie tante manie è quella di raccogliere biro a quattro colori, come ad esempio sanno Laura e Franco che ogni tanto alle Cenerentoliadi mi portano un nuovo esemplare. Un tempo l’unica scelta possibile – le Carioca a dieci colori sono considerate esemplari che non passerebbero l’esame antidoping, e quindi sono escluse dalla mia raccolta – era la Bic blu e bianca, che per i veri fanatici annuncio essere la penna preferita da Douglas Hofstadter. Poi è arrivata più o meno timidamente Osama, e si sono aperte le cataratte.
Tanto per dire: oggi ho comprato due biro a quattro colori: stasera alle mai sentita prima (ma ora identificata) penna “Sire”.
Mi meraviglio di questo improvviso boom, ma mi meraviglio ancora di più che la congiura dei media non ne parli affatto…
Un vero leader
Stamattina ho fatto il test Che tipo di leader sei? (via BadGirl, su persone@softwarelibero si trova tanta gente…). Non sono riuscito a salvare il risultato per il crash del browser.
Oggi pomeriggio ho rifatto il test, e mi sono accorto che – scegliendo come l’altra volta 27 domande sulle 45 totali – non venivano proposte esattamente le stesse. Ma non importa: il risultato è stato quello di prima: questo. (non che mi ci veda nemmeno negli altri ritratti…)
Chi mi conosce, lo sappia in anticipo.
Che cosa ha veramente detto Paolo (libro)
Noi non ci si fa mancare nulla: nemmeno l’esegesi biblica. In questo libro (Tom Wright, Che cosa ha veramente detto Paolo [What Saint Paul Really Said], Claudiana – Piccola biblioteca teologica 1999 [1997], pag. 231, € 14.98, ISBN 8870163040, trad. Erik Noffke) l’autore, così ad occhio un teologo anglicano – ma potrei sbagliarmi – cerca di definire quale fosse davvero il pensiero di Paolo nel contesto in cui operava. Le conclusioni di Wright sono molto diverse da quello che generalmente ci si aspetterebbe. Secondo lui, Saulo non solo era un rigido ebreo osservante prima della sua conversione, ma lo sarebbe stato anche dopo; le accuse di ellenizzazione nemmeno troppo strisciante che gli vengono normalmente fatte sono erronee, con tanto di doviziose spiegazioni a partire dai testi delle sue epistole e dagli Atti degli Apostoli. Paolo prefigurerebbe la Trinità come poi definita quasi tre secoli dopo a Nicea e Costantinopoli, ma Dio resta uno; Cristo è il Re, ma è indubbiamente un figlio di Israele; e infine il linguaggio usato per spiegare queste cose ai Gentili rispecchia perfettamente quello dell’Antico Testamento. Non sono così bravo in teologia da poter dare un giudizio, anche se gli argomenti sono indubbiamente esposti bene; sono poi stato sufficientemente pigro da non avere una Bibbia sottomano per leggermi autonomamente i brani citati, accontentandomi dei riassunti fatti. In definitiva, però, una lettura molto interessante.
Informazioni in tempo reale
Ho acquistato via Internet Bookshop qualche libro di ricreazioni matematiche – ognuno ha le sue perversioni, si sa.
Ieri mattina mi è arrivato l’avviso che i libri erano in spedizione, e avrei potuto dopo qualche ora (corsivo mio) verificare lo stato della spedizione via eboost. Che bello, dico io, finalmente anche noi abbiamo i Potenti Mezzi della Tecnica applicati alle spedizioni e possiamo dilettarci col Realtime Tracking
I libri mi sono arrivati stamattina, mentre naturalmente ero bloccato in auditorium per la mattinata di presentazione dei colleghi di T.IE.CA; ma tanto, visto che io so bene come la sfiga ci vede benissimo, avevo chiesto alla guardia se poteva scendere a chiamarmi. Il fatto è che ancora adesso, cliccando sul link fornitomi, appare una scarna paginetta con la scritta “Informazione non ancora disponibile”.
(Ah, ovviamente i libri sono tutti in inglese, ma questo penso fosse chiaro fin dal principio…)
Silvio e i poveri
verme solitario
non è il mio, ma quello delle nostre gatte.
Magari a causa dell’assenza di Anna che in questi giorni è a Trieste e al fatto che io torni la sera lasciandole sole tutto il giorno, stanno mangiando come delle disperate. In genere la quota cibo è di due scatolette al giorno, una a testa, più una dose di croccantini la sera. Ieri, dopo che mi avevano pulito la ciotola con la prima scatoletta già alle 8, ho lasciato alla signora che viene due volte la settimana a farci le pulizie una scatoletta da dare loro il pomeriggio; la sera gliene ho dato ancora una terza, ma stamattina alle 6 Ariel era già a miagolare ad alta voce e a raspare sulla porta sperando – vanamente – che io mi alzassi.
Oggi lo stesso. Dopo la mattutina non c’è stata la seconda scatoletta pomeridiana, ma dopo averne data loro mezza alle 20:30, quando sono tornato da una rapida spesa all 21 erano ancora lì entrambe sulla porta, col loro solito modo di fare “perché non ci hai dato pappa?”
E adesso Ariel ogni tanto fa un miagolio da gattina che sta per morire di fame.
psicologia internautiana
Provate questo sito. Avviso subito: è molto lento, la risposta mi è arrivata dopo mezzo minuto. Però è interessante.