Contrordine al Tour

Se non ve ne foste accorti, il vincitore del Tour de France 2006, Floyd Landis, è stato squalificato. Questo significa in pratica che ad Oscar Pereiro Sio, noto per la fuga bidone di quest’anno che l’ha visto arrivare con mezz’ora di vantaggio sul gruppo, verrà asegnata la vittoria a posteriori: sembra infatti non abbiano fondamento le voci che affermavano che l’Inter avrebbe potuto giocare in maglia gialla le partite di Champions League della prossima stagione.
Detto ciò, ci sono alcuni punti che non sono poi così chiari. Landis è stato trovato positivo in una tappa che ha stravinto, e in cui sapeva pertanto che sarebbe passato attraverso il controllo antidoping. Inoltre, ma questa è una mia curiosità, mi chiedo quale sia la differenza tra il testosterone sintetico e quello naturale: non credo che i laboratori mettano apposta un marcatore. È possibile, come dice uno dei miei tanti ex-colleghi Tilab, che abbiano semplicemente sbagliato le dosi, visto che un organismo biologico non è certo una macchina deterministica. Ma d’altra parte è anche vero che nessun ciclista può farsi tre settimane di una grande corsa a tappe a quei ritmi senza alcun aiutino: e bisognerebbe vedere qual è il limite tra un integratore magari dato per endovena e una sostanza nella lista dei dopanti.
Infine, vogliamo parlare un po’ dell’ipocrisia degli organizzatori della Grande Boucle, che in nome del Codice Etico decidono chi non può partecipare? Devo ammettere che alla prima notizia del doping di Landis mi è venuto naturale un piccolo ghigno nei loro riguardi. Poi mi si è spento, perché tanto so che quelli là faranno al solito finta di nulla.

29 minuti

Riallacciandomi a quanto scrissi sulle ferie milanesi, quello del titolo è il tempo che ho impiegato stamattina in auto per arrivare in ufficio, nonostante le deviazioni per lavori in corso che riempiono la città. Considerando che in bicicletta ci metterei circa il doppio del tempo, e coi mezzi ben più del doppio – l’orario estivo ridotto e la chiusura del tratto Famagosta-Abbiategrasso della linea verde colpiscono pesantemente il mio tragitto – direi che in questa settimana c’è un vantaggio competitivo notevole!

Concepts of Modern Mathematics

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Ogni tanto sbaglio gli acquisti. Questo libro (Ian Stewart, Concepts of Modern Mathematics, Dover 19953, pag. 340, $12.95 , ISBN 0-486-28424-7) non è nient’altro che un testo scolastico su quella che è diventata di moda come la “nuova matematica”. Quello non sarebbe stato poi chissà quale problema, se il testo fosse stato scritto nel modo brillante che mi aspetto da Ian Stewart; purtroppo però questa è probabilmente la sua prima opera – la prima edizione del libro è infatti del 1975 – e si sente che l’autore aveva sì delle potenzialità, ma non erano state ancora espresse. Alla fine, pertanto, il libro non ha nemmeno il fascino di un’opera antica che uno magari legge da un punto di vista storico; se ne può fare tranquillamente a meno.

Ma Blockbuster è diventata australiana?

Sono andato con Anna dal Blockbuster più vicino a noleggiare un DVD. Mentre Anna faceva la sua scelta – non amando il cinema, non mi metto a proporre nulla – sento gli onnipresenti altoparlanti che ci assicurano che possiamo vincere un viaggio in Australia: basta noleggiare un DVD di film prodotto in Australia, blablabla. Guardo il frigo contenente bottiglie e bottiglie di birra Forster Foster’s, australiana. Paghiamo, usciamo e butto l’occhio su uno dei volantini lasciati in fondo, come estremo tentativo di prendere all’amo il consumatore. Mutui casa, da una banca australiana.
Ho verificato: non mi pare proprio che Blockbuster sia australiana, anzi. Eppure c’è una campagna nazionale che nemmeno McDonald’s con i suoi hamburger rinominati si mette a fare. Cosa ci sta sotto?

Ladro di (proprie) biciclette

Ero tutto contento. L’idea era di farci una bella biciclettata al parco di Monza, con annesso picnic: avremmo caricato le bici sul treno a Porta Garibaldi per evitare il vialone, e ci saremmo pututi sbizzarrire un po’. Detto fatto, arriviamo come sempre all’ultimo momento, prendiamo un bel treno Tilo tutto nuovo, scendiamo e arriviamo in piazza dove inizia l’isola pedonale. A questo punto mi viene la malaugurata idea di prendere un caffè. D’accordo, mi fa Anna: scendiamo di sella e mettiamo il lucchetto alle bici. Armeggio un po’ con la mia catena, chiudo il lucchetto e in quell’esatto istante l’idiozia che ho combinato mi si para davanti in technicolor e dolby surround. Non avebo la chiace del lucchetto. Prima di uscire, infatti, avevo tolto di tasca il mazzo di chiavi di casa, che contengono anche quella del luccheto della bici. Già mi dovevo portare quelle della macchina per spostarla in garage e prendere le bici, e quindi le avevo volontariamente tolte dalla tasca; tanto, avevo pensato, ce le ha Anna, inutile portarne due mazzi.
Come sempre in questi casi, la mia prima idea è stata sbattere violentemente la testa contro il primo muro disponibile, e la seconda prendere il primo treno per Milano, recuperare le chiavi e rientrare in possesso del mio velocipede. Anna, che come sempre è molto più furba di me, mi ha convinto a scegliere il Piano C: legare entrambe le biciclette, andare al Parco a piedi, e portarcele indietro con calma nel pomeriggio. Abbiamo ovviamente fatto così, e a Garibaldi ho poi lasciato Anna tornare a prendere le chiavi mentre io aspettavo scrivendo questa notiziola. L’unico problema è che a Monza avevo da percorrere un trecento metri per arrivare in stazione, e naturalmente ho dovuto farlo con la bicicletta in spalla. Fortuna che non è passato nessun poliziotto: non sarebbe stato così facile spiegare la situazione!
Morale: è sempre meglio avere un mazzo di chiavi in più.

Milano e le ferie

L’avrei dovuto già capire da un mese, notando come non ci fossero saracinesche abbassate causa ferie. E invece me ne sono accorto solo oggi. Sono partiti tutti per le ferie. Girare per la mia zona è diventato un percorso tra saracinesche abbassate e cartelli più o meno standard; il meglio che ho visto è probabilmente “se riapriremo, riapriremo il 5 settembre”.
Stamattina a mezzogiorno al Princi di piazza Istria c’era una coda di una persona (noi); all’Esselunga di viale Zara erano aperte un terzo delle casse, e non c’era coda; persino sul piazzale del Duomo oggi pomeriggio non c’era poi tanta gente, nonostante la temperatura piacevole. Non ho dubbi che lunedì tornerà buona parte della gente che oggi era scappata per fare un weekend fuori: mi chiedo solo cosa faranno tutti lunedì, quando saranno in città ma non troveranno negozi aperti. E mi chiedo anche cosa farò io, visto che in città ci sarò anche io.

Proibizionismo chez Telecom

Sono già alcuni anni che la defunta IT Telecom prima, e tutto il gruppo Telecom poi, è un’azienda al cui interno è vietato fumare. Non che ci sia qualcuno che faccia rispettare il divieto, ma tant’è.
Oggi però il mio ex collega Ugo mi ha scritto dicendo che nella mensa torinese da lui frequentata sono improvvisamente sparite le bevande alcoliche, e campeggiava un cartello con su scritto “da oggi in tutte le mense Telecom non sarà più possibile consumare bevande alcoliche”. Decisionismo allo stato puro, visto che nessuno aveva saputo nulla.
Dal mio punto di vista non cambia nulla, visto che non solo tendo a non bere alcolici in pausa pranzo ma non ho neppure una mensa per poterlo fare. Mi domando solo quanto hanno speso per uscire fuori con questa nuova ideona, e se il top management darà il buon esempio :-)

trackback spammoso o no?

Ogni tanto ci provo, a riaprire la possibilità di mettere trackback a questo blog; il guaio è che – a differenza dei commenti – con questa vecchia versione di Movable Type non ho la possibilità di fare una verifica preventiva, e quindi lo spam si intrufola con una velocità che ha dell’incredibile, nonostante i post più vecchi di una settimana siano generalmente chiusi. Ma quello che mi è capitato ieri non sono ancora riuscito a capirlo. Mi è arrivato infatti un trackback da angelwingsbluw.moissanite-earrings.info, che punta a un file .php con il nome uguale al titolo della mia notiziola. Sono andato a vedere il sito, e ci sono semplicemente una mezza dozzina di post presi dalla rete: un paio in giapponese, altri due in spagnolo, il mio in italiano, e uno in inglese. Alcuni sono pubblicità, altri no. Il sito è infine molto minimalista, e ha giusto un puntatore a Technorati. E qui casca l’asino, direte: vuole crescere in classifica. Beh, per farlo prima dovrebbe registrarsi: il link porta a una pagina d’errore. In realtà, se andiamo sul dominio padre moissanite-earrings.info, scopriamo che ci sono vari siti, ma tutti con questa struttura: il mistero si infittisce, ma prometto che stanotte dormirò lo stesso.
Aggiornamento: come volevasi dimostrare. In dieci minuti, due commenti farlocchi, e un trackback da un altro sito di quel tipo. Gli IP sono 154.35.1.12 nel primo caso, 154.35.1.12 stavolta, e 147.162.44.6 per i due test. Sono sorvegliato peggio che dalla NSA.