Da un paio d’anni ATM sta cercando di sostituire le vecchie obliteratrici con un nuovo sistema che utlizzerà tessere elettroniche e biglietti magnetici. Il tutto sarebbe anche bellissimo, ammesso che funzionasse e migliorasse la qualità del servizio… e invece no.
Come si può leggere dal sito ATM, in questi giorni al buon vecchio carnet cartaceo da dieci biglietti viene affiancato quello magnetico. Meno carta da portarsi in giro, ma la fregatura c’è: infatti a differenza dell’altro il biglietto magnetico non può essere utilizzato da più persone contemporaneamente (grassetto dell’ATM). Non che la cosa fosse difficile da implementare via software: bastava fare in modo di accettare che due persone entrassero consecutivamente dallo stesso tornello. Già a dicembre, col biglietto di Natale che nei giorni festivi valeva per due persone, si poneva lo stesso problema; ma adesso la situazione diventerà davvero inutilmente complicata: cinque persone che debbano fare un viaggio di andata e ritorno, invece che prendere un carnet, dovranno farsi stampare dieci biglietti aumentando di molto la quantità di carta. Mi chiedo chi abbiano messo a capo della sezione informatica.
PS: Copio verbatim l’ultimo paragrafo della pagina ATM sui carnet, perché è assolutamente incomprensibile per chi non sa di che si stia parlando. Come sopra, il grassetto non è mio ma di ATM. Buona lettura…
«Sui tratti urbani di alcune linee interurbane possono essere in servizio vetture non attrezzate per la biglietteria magnetica. su tali vetture di norma si viaggia con il carnet già convalidato, e non è prevista obliterazione al trasbordo. Su tali servizi eccezionalmente è consentito iniziare il viaggio una sola volta, convalidando nelle obliteratrici a bocchetta allargata. successivamente, carnet non consente di iniziare altri viaggi su dette vetture».
raffreddado!
Beh, nel 2006 non ho scritto un post con questo titolo, quindi posso farlo ora :-)
In realtà non ho un raffreddore vero e proprio, e direi di non avere nemmeno febbre: ho solo il rospo in gola da ieri mattina. Mi ero anche comprato dei Benagol, che ho però lasciato in ufficio perché sono una personcina molto furba. D’altra parte non è che la mia vita stia cambiando molto: ho sonno, e questo è normale, e non sto facendo un tubo, ed è normale anche questo… E ho trovato la scusa per non riprendere la palestra stamattina.
_La quadratura del cerchio_ (libro)
Ci sono cose che non possiamo fare, almeno in questo universo. In questo libro (A.K.Dewdney, La quadratura del cerchio [Beyond Reason], Apogeo, pag. VII-234, € 15, ISBN 8850323611, trad. Folco Claudi e Gianbruno Guerriero) il buon Dewdney ne espone alcune, più o meno equamente divise tra fisica e matematica. Troviamo così il moto perpetuo, il limite della velocità della luce, l’indeterminazione di Heisenberg, la teoria del caos per quanto riguarda la fisica; la quadratura del cerchio, l’indecidibilità gödeliana, il problema dell’halt di Turing, e i problemi non scalabili. Il testo è abbastanza scorrevole, tranne nel caso della dimostrazione di Gödel che però non sono mai riuscito a trovare in una formulazione chiara, comprensibile e memorizzabile. Diciamo però che mi sarei aspettato uno stile più frizzante: le battute degne di essere ricordate (per un matematico, che ha un sense of humour deviato) sono poche. In definitiva, testo divulgativo valido ma non eccezionale.
sinergia
Delurking Day
Seguendo la SECca, nemmeno qua facciamo il Delurking Day. Ho persino bloccato i commenti a questo post :-)
Qual è la cosa giusta?
Complice la vacanza berlinese, leggo solo ora, via Stefano Epifani, della storia di Ashley. Questa bambina inglese di nove anni è encefalopatica, il che significa una serie di brutte cose: non potrà mai parlare, camminare o anche solo tirar su la testa. I suoi genitori hanno deciso di farle asportare l’utero e le ghiandole mammarie, e di darle una dose di cavallo di estrogeni per impedire che cresca. Il tutto, per “farle vivere una vita migliore”, evitandole un eventuale cancro al seno e la possibilità di essere violentata. Più notizie a partire da qua.
Onestamente, non so cosa pensare. La bimba non può avere nessuna voce in capitolo, non per colpa sua ma per impossibilità. Ma tutto questo sarà davvero meglio per lei? E come facciamo a saperlo?
Anna sì che è perspicace!
Per mancanza della solita marca di caffè, l’altro giorno Anna è arrivata a casa con una confezione di Arabica 100% marcata Esselunga. Abbiamo fatto il giochino “chi è che glielo produce” a partire dall’indirizzo indicato per lo stabilimento: “via Appia Km. 22,648 – Melito di Napoli”. Io ho detto “boh”. Anna ha detto “Kimbo”. E in effetti è proprio così!
Pirandello e l’orizzonte degli eventi
Leggo da Mantellini che zitti zitti quei benemeritoni della SIAE hanno prolungato (leggete in fretta, che questi link non sono permanenti) il copyright sulle opere di Pirandello di sei anni e otto mesi. Perché proprio sei anni e otto mesi? Non perché in decimale si parla di 6.66 anni :-), ma perché questa è stata la durata della seconda guerra mondiale. In realtà con il trattato di pace del 1947 furono i paesi vincitori della guerra che decisero di prolungarsi i diritti, per rimunerare gli autori che si videro comprare meno copie delle loro opere perché la gente acquistava i buoni di guerra. Ma noi la guerra non l’avevamo persa? O forse siamo stati cobelligeranti? No, non è mica così semplice. Ben nascosto sul sito SIAE, e datata 27 dicembre 2006 (giusto in tempo…) c’è la spiegazione. Infatti «il cosiddetto accordo Trips stipulato, nel 1994, dalla maggior parte dei Paesi del mondo, ha eliminato ogni discriminazione tra Paesi vincitori e Paesi che hanno perduto la guerra». Che fortuna.
Naturalmente il fatto che i diritti di Pirandello siano detenuti da Mondadori, quindi dal principale editore italiano, è sicuramente casuale. Il bello – si fa per dire – è che già una volta, nel 1995, la durata della tutela del diritto d’autore era stata prorogata da 50 a 70 anni, e già allora si diceva che era stato fatto tutto per Pirandello: solo che quella volta non erano stati sufficientemente rapidi, e per qualche anno chiunque poté pubblicarne le opere. Stavolta sono stati un po’ più accorti, ma cosa succederà a settembre 2012? Si sposterà ancora un po’ più in là? Sembra davvero di trovarci di fronte a un’applicazione pratica della teoria della relatività: l’orizzonte degli eventi, vale a dire il punto più lontano che si può vedere per colpa della velocità finita della luce.