Anna sì che è perspicace!

Per mancanza della solita marca di caffè, l’altro giorno Anna è arrivata a casa con una confezione di Arabica 100% marcata Esselunga. Abbiamo fatto il giochino “chi è che glielo produce” a partire dall’indirizzo indicato per lo stabilimento: “via Appia Km. 22,648 – Melito di Napoli”. Io ho detto “boh”. Anna ha detto “Kimbo”. E in effetti è proprio così!

Pirandello e l’orizzonte degli eventi

Leggo da Mantellini che zitti zitti quei benemeritoni della SIAE hanno prolungato (leggete in fretta, che questi link non sono permanenti) il copyright sulle opere di Pirandello di sei anni e otto mesi. Perché proprio sei anni e otto mesi? Non perché in decimale si parla di 6.66 anni :-), ma perché questa è stata la durata della seconda guerra mondiale. In realtà con il trattato di pace del 1947 furono i paesi vincitori della guerra che decisero di prolungarsi i diritti, per rimunerare gli autori che si videro comprare meno copie delle loro opere perché la gente acquistava i buoni di guerra. Ma noi la guerra non l’avevamo persa? O forse siamo stati cobelligeranti? No, non è mica così semplice. Ben nascosto sul sito SIAE, e datata 27 dicembre 2006 (giusto in tempo…) c’è la spiegazione. Infatti «il cosiddetto accordo Trips stipulato, nel 1994, dalla maggior parte dei Paesi del mondo, ha eliminato ogni discriminazione tra Paesi vincitori e Paesi che hanno perduto la guerra». Che fortuna.
Naturalmente il fatto che i diritti di Pirandello siano detenuti da Mondadori, quindi dal principale editore italiano, è sicuramente casuale. Il bello – si fa per dire – è che già una volta, nel 1995, la durata della tutela del diritto d’autore era stata prorogata da 50 a 70 anni, e già allora si diceva che era stato fatto tutto per Pirandello: solo che quella volta non erano stati sufficientemente rapidi, e per qualche anno chiunque poté pubblicarne le opere. Stavolta sono stati un po’ più accorti, ma cosa succederà a settembre 2012? Si sposterà ancora un po’ più in là? Sembra davvero di trovarci di fronte a un’applicazione pratica della teoria della relatività: l’orizzonte degli eventi, vale a dire il punto più lontano che si può vedere per colpa della velocità finita della luce.

gli amici sono sempre amici

L’ineffabile Guzzanti racconta (sempre in terza persona) di come abbia incontrato Limarev che ha spergiurato di non averlo mai visto prima, e quindi tutta la storia sia una montatura della stampa komunista kattivona. Fin qua nulla di strano: chi volesse saperne di più può comprare domani Panorama. Però Guzzanti stesso scrive «Limarev, durante un colloquio durato quattro ore in lingua inglese, ha detto a guzzanti di “ritenere che qualcuno, truccato in modo credibile anche se con una voce e un accento del tutto diversi, gli sia stato presentato da Mario Scaramella come il presidente della commissione mitrokhin”».
Se la cosa fosse capitata a me, avrei subito fatto fuoco e fiamme contro il mio consulente che mi ha preso per i fondelli in questo modo: Guzzanti ha un aplomb invidiabile, e lascia passare la cosa così in sottofondo. Che uomo!
O forse sono io che non ho capito nulla? Anche quello Scaramella non era il vero Scaramella ma un sosia plutocattocomunigiudaico? Help!!!!! Chi sono io? sono davvero io? (rumore di infermieri che mi portano via)

ancora sul deficit

Ieri su lavoce.info è uscito un commento di Tito Boeri sul calo del fabbisogno statale nel 2006, di cui avevo parlato la settimana scorsa.
Consiglio di leggerlo, perché spiega in maniera semplice molte cose. Dal mio punto di vista, sono abbastanza felice perché ci avevo azzeccato abbastanza, come il fatto che il deficit 2006 sarà molto più alto del 2.7% del fabbisogno: mi mancavano però alcuni punti. A quanto pare, la forbice tra il 2005 e il 2006 è stata quasi tutta ottenuta nel secondo trimestre, e da un lato è frutto delle una tantum del governo Berlusconi III che erano state sottostimate, mentre dall’altro deriva dall’aumento del gettito Iva, che è cresciuto più della crescita dell’economia mentre negli anni scorsi capitava l’opposto. Questa seconda parte può effettivamente dipendere, anche se non ci sono certezze, dal fatto che il governo dell’Unione ha già detto che non farà condoni. Per il resto, le misure Bersani hanno dato poco gettito – ma tanto lo sapevamo che erano più di principio che altro – e soprattutto negli ultimi tre mesi di quest’anno la forbice si è leggermente ridotta, il che non è affatto bello e in un certo senso si può leggere come una delusione per quanto (non) è stato fatto.
Chissà se di tutte queste cose a Caserta ne stanno parlando… ma sono pessimista.

che è successo alla free press?

Io non me n’ero accorto, ma Senera me l’ha fatto notare. In questi giorni, i giornali gratuiti sono più smilzi del solito. La triade milanese (Leggo, Metro e City) è composta di 24 pagine, mentre ad esempio City del 21 dicembre che è rimasto sulla mia ordinatissima scrivania di pagine ne aveva 36 e quello dell’8 gennaio (primo dopo la pausa) 28.
Ragione di questo calo della foliazione? immagino il calo della pubblicità. Ho fatto un conto spannometrico sui tre numeri di City che mi sono ritrovato per le mani, ed ecco i valori.
21 dicembre: 19.5 pagine su 36 (54%)
8 gennaio: 9.25 pagine su 28 (33%)
11 gennaio: 7.66 pagine su 24 (32%)
Resta da capire se il calo delle inserzioni pubblicitare è solo momentaneo, oppure è un indice che il mercato è stato saturato e quindi prima o poi ci troveremo qualche cadavere.

Questi ciclocomputer…

Ho appena scritto che il ciclocomputer che avevo comprato l’anno scorso non riesce a sentire il sensore. La scorsa settimana ne ho comprato uno nuovo (più schifoso, ma non sarebbe stato un problema) all’Iper: se sto fermo in ufficio parte per conto suo e segna 199.9 Km/h (ottimista…), mentre attaccato alla bicicletta non si schioda dallo zero se non per segnara ogni tanto 1 Km/h (pessimista…). Mi sa tanto che prenderò il vecchio computer e lo attaccherò col velcro :-(

bici nuova? paga da bere!

Stamattina ho inaugurato (seriamente, non col giro dell’isolato ma andandoci in ufficio) la bicicletta che Anna mi ha regalato per Natale. Mi preoccupa il fatto che ho fatto tutto il percorso, tranne il cavalcatangenziale a Rozzano, col rapporto più pesante, il che significa che poi tanto pesante non è: e mi sconcerta il fatto che il cavalletto sia troppo alto, e la bici tenda a cascare dal lato opposto (dovrò spostare la borsa sull’altro lato, mi sa).

Atletica in tacchi a spillo

Ieri mi sono dimenticato di commentare la “Stiletto Run” che hanno fatto a Berlino: diciamo che Metro scriveva “quest’anno” ma qua parlano del 19 agosto scorso… anche perché il nostro albergo era praticamente in Kurfürsterdamm e non avevamo visto nulla se non le decorazioni natalizie con le renne. Le partecipanti – a quanto pare, la gara era sessista, e le drag queen non erano accettate – dovevano correre per cento metri con tacchi alti almeno sette centimetri, e larghi al massimo un centimetro e mezzo. In una notizia correlata che però sono sicuro fosse già passata persino da me, negli USA sarebbe di moda un corso di ginnastica denominato “Stiletto strenght” dove le fanciulle devono arrivare con otto centimetri di tacco. Il corso è pensato “per donne manager”, ma aperto a chiunque – sempre con questa ingiusta divisione sessista.