Tagged

Non so se vi siano arrivati degli inviti a iscriversi a Tagged. A me sì, e non avendo molto da fare l’ho anche attivato (tanto se lo sapevano già il mio indirizzo email non ci perdevo molto).
Però naturalmente non sono stato così volpino da scrivere la mia password gmail per “invitare tutti i miei contatti”. Ragazzi, d’accordo che il sistema migliore per rubare le password altrui è farsele dare direttamente, ma vi pare il caso?

Quando non si è abituati…

Ieri sera c’è stata la fiaccolata della Moratti, per la sicurezza a Milano. A me continua a sembrare un po’ strano che il sindaco sfili – almeno fosse andata a fare un corteo sotto Montecitorio avrebbe avuto un po’ più senso – ma tant’è.
In compenso, sembra che ci sia stato qualche problema con la cera caduta dalle fiaccole. Si vede che ai partecipanti non era mai capitato di fare una fiaccolata, e questo lo capisco, oppure una processione – ma la destra non dovrebbe difendere questi valori cattolici?
Un resoconto più gustoso si può leggere su OneMoreBlog.
Il guaio è che tra una mezz’oretta – visto che il temporale con grandinatona è terminato – dovrei passare in bicicletta proprio di là… chissà com’è la situazione.

La bellezza dei numeri

Ci ho perso come al solito i miei dieci giorni, ma sono riuscito a buttare giù la trascrizione della Lectio Magistralis di Hofstadter tenuta al Festival della Matematica. Occhei, l’originale è sicuramente migliore, vista la brillantezza di Doug, ma vi dovete accontentare. Andate qua

percorso casa-ufficio

Stamattina la giornata non prometteva nulla di buono, così ho deciso di non prendere la bicicletta e andare in ufficio con i mezzi. Anche se la 90 è arrivata praticamente subito e la metro rossa ha una frequenza invidiabile, ci ho comunque messo trentadue minuti. Indubbiamente c’è spazio per dell’ottimizzazione: in effetti stasera per tornare a casa il tempo impiegato è stato solo di ventisette minuti. Peccato che l'”ottimizzazione” sia consistita nell’andare a piedi.

dopo il decreto Bersani

Ieri, mentre Anna non capiva perché la sua nuova sim non funzionasse, (risposta finale: spegnere e riaccendere il telefonino), ho provato a prendere il mio telefono vodafone e chiamare il 190: risultato: un tu-tu-tu rapido e la disconnessione. Faccio il 404 e vedo che ci sono quindici euro di credito. Chiamo allora il 190 da fisso, Anna mi spiega quali sono gli slalom da fare per riuscire a parlare con un operatore, e finalmente scopro… che l’ultima ricarica è stata fatta trecentosessantasei giorni fa, e che il telefonino non solo sarebbe dovuto essere in modalità “sola ricezione” ma anzi sarebbe dovuto essere disattivato. (Tra l’altro, una volta arrivavano pacchi di SMS per ricordartelo, adesso a quanto pare più nulla)
Provo a fare una ricarica al volo via Internet, mi arriva la ricevuta da vodafone – non so se la VISA mi è stata caricata, nel qual caso il problema non si porrebbe perché il contratto è stato completato… – però stamattina il telefonino ha il perfido messaggio “Registrazione carta SIM non riuscita”.
Ho ricontrollato il decreto Bersani, che vieta “la previsione di termini temporali massimi di utilizzo del traffico acquistato”. Mo’ che faccio? Dei quindici euro di credito non è che me ne importi più di tanto, ma se c’è un sistema per fare casino io sono come sempre in prima fila :-)

Aita! aita! I Komunisti!

Silvio racconta che i leader PPE, nella loro riunione a margine dele celebrazioni per il cinquantenario dell’allora MEC, continuavano a chiedergli «Silvio, ma quando mandate a casa questo governo, unico in Occidente che comprende al suo interno dei partiti comunisti?». Il portavoce del PPE ha affermato che la cosa non era all’ordine del giorno: se devo essere sincero, mi pare che la notizia più preoccupante sia proprio questa smentita, visto che mi pare ovvio che i capi di partiti di destra preferiscano una coalizione di destra al governo in Italia, ma ovviamente – a meno che non siano gli ambasciatori usa – non lo direbbero mai ufficialmente, ma solo nelle chiacchiere tra gli amici.
L’altro punto preoccupante è che molta, troppa gente è ancora preoccupata che i cosacchi si possano abbeverare alla fontana di san Pietro, e quindi la parola “comunisti” sia presa come una chiamata alle armi, molto più di quanto lo faccia ad esempio la parola “fascisti”… D’accordo che ormai non si vota più a favore di nessuno, ma a quanto pare l’unico voto che oggi viene fatto è quello contro.