In questi giorni Anna è a Roma. Stamattina alle 7:30 le telefono: il suono di libero è molto strano, più basso e bitonale tipo quello per una chiamata negli USA. Quando mi risponde, Anna mi fa “com’è che vedo la chiamata come “numero sconosciuto”? e io mi accorgo che c’è un ritardo di almeno un secondo, tipico di una connessione via satellite oppure di un Voice over IP con un giro molto largo. Butto giù la linea, richiamo immediatamente e tutto torna normale. Ora, è vero che io ho un telefonino Tim e lei Vodafone e quindi c’è un cambio di rete, ma che diavolo di giro stava facendo la nostra telefonata?
(e non venitemi a dire che sono io che dovrei sapere di queste cose :-) )
La bugia di Prodi
Non so se Romano riuscirà a riciclare la propria similmaggioranza, recuperando qualche senatore qua e là con un altissimo costo marginale. L’impressione che però mi sono fatto di tutta questa storia è che il Professore abbia deciso di tentare il tutto per tutto e vedere se riesce a governare per un po’ di tempo (quello sufficiente per recuperare un po’ l’economia, abbassare un po’ le tasse, e permettere a qualche peon di andare in pensione come parlamentare) senza dovere compulsare ogni volta le 281 pagine del programma dell’Unione. In questo modo il bignami in dodici punti è sicuramente utile, perché è più semplice da consultare. Da questo punto di vista non concordo con Mante, mentre sono tristemente d’accordo con Luca de Biase sui punti che mancano – e che non solo non sarebbero stati così lunghi da aggiungere, ma sono stati quelli che in pratica hanno fatto vincere la Camera al centrosinistra.
Ma dov’è allora la bugia del titolo? Semplice: l’assenza dei Dico “perché il progetto di legge è avviato, e quindi la materia è parlamentare”. Ragazzi, questo è un disconoscimento di paternità bello e buono, a questo punto sarebbe stato più serio fare preparare il disegno di legge a qualche capogruppo parlamentare. Viene quasi (quasi, non esageriamo) voglia di rivalutare Diliberto che ha detto che questa crisi è frutto di un complotto di Vaticano, Confindustria e USA!
Quaresima
Il SETI ha trovato qualcosa!
Ricevo (via email, quindi non lo trovate scritto sul suo blog) da Nando una breaking news: SETI, il programma per cercare forme di vita aliene che gira su non so quanti PC, ha trovato qualcosa. No, non un messaggio di un E.T., ma più prosaicamente il portatile che era stato rubato alla moglie di un minnesotano. Il tipo ha iniziato a controllare il log di Seti per vedere se compariva l’identificativo del PC rubato; da quello ha ricavato l’IP con cui si collegava, è andato dalla polizia ed è riuscito a far loro ottenere dall’ISP l’indirizzo di casa del ladro e recuperare la refurtiva.
Morale: formattate, formattate :-)
coglioni due volte
Dopo avere letto sui giornali una serie di dati contrastanti, sono andato a verificare direttamente sul sito del Senato come è effettivamente andata la votazione. La prima votazione è su una mozione di Andreotti che chiede al governo di contribuire a liberare i soldati israeliani che sono prigionieri da quasi un anno degli Hezbollah, e ha avuto praticamente l’umanunanimità, col voto contrario di Fernando Rossi (sì, lui); la seconda è quella che ci interessa.
Dalla lista manca Turigliatto, probabilmente perché avendo annunciato le sue dimissioni non era tecnicamente parte del consesso; e si nota come Fernando Rossi non si è astenuto, ma non ha votato, cosa che al Senato fa la sua bella differenza.
Facendo i conti, se i due avessero votato a favore, la mozione non sarebbe comunque passata, visto che il quorum sarebbe salito a 161 e i voti a favore a 160.
Questo significa che i due hanno perso un’occasione d’oro per dimostrare che non era per nulla stata la sinistra radicale a remare contro (ricordo che non importa se una cosa è vera o falsa: quello che conta è come la cosa viene vista). Un risultatone, no?
(per i curiosi: leggetevi la dichiarazione di voto di Cossiga. È sempre divertente.)
Il gomblotto
Prima di spegnere stizzito la radio, ho ascoltato per un po’ il microfono aperto formato extralarge di Radio Popolare sulla caduta del governo Prodi II. Sì, sono masochista.
Quello che nonostante tutto mi ha stupito è che c’è stato più di un sinistrorso duro e puro che ha parlato di “complotto ai danni della sinistra radicale”, di un “tentativo di emarginare la sinistra radicale”. Ora, se queste persone avessero detto “mi dispiace che il governo sia caduto, ma è meglio così piuttosto che dovere stare con un ministro degli Esteri che non vuole che ce ne andiamo dall’Afghanistan e svende Vicenza agli USA” non avrei avuto nulla da obiettare: è un’opinione, e ognuno ha il diritto di avere la propria opinione. Ma quei tipi dovrebbero spiegarmi quale sarebbe il complotto se dei loro rappresentanti hanno scelto di non votare a favore della mozione governativa. Forse avevano detto loro “non preoccupatevi, che tanto i numeri ci sono”? Oppure sono stati ipnotizzati e costretti a votare contro la loro volontà?
P.S.: qualcuno faccia a Paolo Guzzanti un corso accelerato di logica (o di coerenza). Come dopo Berlusconi II c’è stato Berlusconi III, perché dopo Prodi II non potrebbe esserci Prodi III?
l’Istat e l’inflazione per le famiglie
Magari vi è capitato di leggere questa notizia sull’inflazione “più alta per le famiglie povere”. Visto che le varie fonti davano notizie contrastanti, ho pensato bene di andare alla fonte (281K di pdf), per cercare di capirne un po’ di più. Purtroppo non sono un vero esperto di statistica, quindi la mia analisi sarà un po’ semplicistica: ma spero che sia comunque sufficiente per darvi un’idea più completa.
Premessa (mia): salvo in caso di presenza di prezzi amministrati per i generi di largo consumo, è abbastanza naturale che l’inflazione pesi di più sulle famiglie con disponibilità minore di reddito: il valore ricavato è la media pesata di cose “nuove” che tendono a decrescere di prezzo e cose “usuali” che invece generalmente rincarano.
Premessa (istat): queste non sono statistiche “dirette” che sarebbero costate troppo, ma sono state fatte a tavolino prendendo il paniere standard e cambiandone i pesi secondo un’altra statistica sui consumi delle famiglie. Un mettere le mani avanti, ma supponendo che il lavoro sia stato fatto bene non ci dovrebbero essere grossi problemi.
Sono state scelte quattro tipologie di famiglie, anzi cinque: quelle in affitto, i pensionati, le famiglie (normali e di pensionati) appartenenti al 20% più basso di reddito, e la famiglia media. Il motivo per cui ho sottolineato questa quinta categoria sarà chiaro dopo.
Il grafico di pagina 6 mostra come a prima vista i tassi di inflazione siano abbastanza correlati tra i vari gruppi, tranne per il fatto che le famiglie deboli hanno oscillazioni molto maggiori: a fine 2004-2005 erano messe meglio, per la stabilità se non il ribasso dei prezzi degli alimentari, mentre quest’anno sono più in difficoltà per l’aumento dei prezzi dei carburanti. Ma quello che conta di più è il risultato finale; a dicembre 2006 le famiglie più povere vedono un aumento dei “loro” prezzi del 2.8% rispetto all’anno prima, mentre l’inflazione “ufficiale” era sul 2%. “Ma sono i polli di Trilussa”, qualcuno dirà: e invece no. L’indice medio per le famiglie mostra un rincaro del 2.5%. Inutile dire che nelle noticine a fondo documento c’è scritto “non si possono confrontare questi dati con quelli ufficiali, per questo questo e questo; e comunque anche nel resto dell’Europa ci sono di questi problemi”. Ma il punto è un altro: questa discrepanza dei tassi significa che c’è un errore di base in tutti quegli istituti che dipendono dal tasso di inflazione.
Mi spiego: va benissimo usare il tasso d’inflazione ufficiale quando si calcola la differenza del PIL, visto che quello dovrebbe raffigurare tutta l’economia italiana. Ma per un contratto di lavoro, o per la contingenza sulle pensioni (che esiste ancora, anche se non lo sapevate), o ancora per la rivalutazione del TFR sarebbe più corretto usare un tasso più vicino a quanto spende davvero una famiglia, e forse addirittura scegliere il tasso delle famiglie “povere” visto che sono loro quelle con un reddito più compresso e che dovrebbero essere più tutelate. Ma questa è un’utopia.
Vai di opposizione!
Repubblica.it, come sempre sulla notizia, ha subito registrato il cambio di maggioranza governativa, come si può vedere dalla schermata (la sottolineatura è mia, intendiamoci).
Mi chiedo solamente se qualcuno rilegge gli interventi scritti in diretta, oppure la pagina è in modalità write only…
(la pagina è sempre questa, per la cronaca)