Firefox, questo sconosciuto

Slashdot presenta una ricerca francese che mostra come l’ uso di Firefox come browser all’interno dell’Europa sia cresciuto di cinque punti percentuali in un anno, portandosi al 25% del totale… il che è una bella cosa (non per altro, ma perché IE supporta male standard nemmeno tanto nuovi come il CSS)
Ma la cosa più interessante dell’articolo, almeno per me, è la cartina della penetrazione del browser per nazione. Scopriamo così che i tedeschi hanno il 36%, e che Firefox è molto amato nel’est e in Finlandia. L’Italia? Con un 15.5% è al terz’ultimo posto in Europa (mi rifiuto di considerare Andorra), seguita solamente da Olanda e Danimarca.
Considerando che IE te lo trovi dentro il PC, mentre Firefox te lo devi installare, credo che questo la dica molto lunga sulle capacità informatiche dell’italiano medio…

cinquantunesimo stato

Oggi i titoli di tutti i quotidiani (tranne Rep., che non esce) si sono divisi tra l’assemblea Telecom e la strage al Virginia Tech.
Trentatré morti sono tanti, è vero, ma ultimamente ci sono stati attentati ben peggiori in Iraq, per non parlare di incidenti vari. Ma in tutti questi casi i titoli sono sempre stati molto più misurati.
Ora, qualcuno potrebbe dire che tutto ciò è banalmente una conseguenza dell’abitudine, che intorpidisce anche le coscienze e porta a uno sbadiglio; ma ho come la sensazione che sotto sotto noi siamo convinti di essere degli statunitensi, e quindi le notizie che arrivano da oltreoceano le sentiamo come “robba nostra”, mettendole nella stessa categoria ad esempio di Mastrogiacomo (ben superiore a quella di Adjmal o Rahmatullah: qualcuno si sta ancora ricordando che quest’ultimo è sempre imprigionato in Afghanistan con non meglio specificate accuse di “intelligenza verso il nemico”?)
E poi ci lamentiamo perché gli USA ci trattano come una loro colonia?

rep.it non sulla notizia

Come potete leggere qua, i giornalisti di Repubblica hanno deciso sette giorni di sciopero, sia per la versione cartacea che per quella elettronica. Causa principale, “la decisione dell’azienda di non procedere a sostituzioni di giornalisti assenti per malattia lunga, in quanto non previste dal contratto”. Mi chiedo quanti siano questi giornalisti assenti, per arrivare a una decisione così dirompente, e che significa praticamente un regalone al Corsera che non è che ne abbia tutto quel bisogno… e se Scalfari si metterà a fare il giornale da solo :-)

Piccolo spazio pubblicità

Ho trovato su slashdot il puntatore a questo articolo della BBC che afferma che Adobe sta preparando una nuova versione di Flash che, dando il contentino della possibilità di vedere i filmatini offline, aggiungerà una simpatica caratteristica: il DRM, praticamente i lucchetti elettronici di gestione dei diritti, tipo quelli sulle canzoni scaricate per iPod. Ma in questo caso il vero motivo del DRM è … la pubblicità, che potrà venire inserita all’interno dei filmatini e non potrà essere eliminata dal povero fruitore del contenuto. Come vedete, il futuro ci porterà sempre tante cose bellissime… beh, più che altro vi porterà, visto che io di video ne guardo ben pochi essendo un vecchietto amante del testo scritto che dal mio punto di vista ha un rapporto segnale/rumore molto maggiore.
L’unica speranza è che Gnash funzioni rapidamente… anche se con i DRM di mezzo gli sviluppatori potrebbero essere incriminati per avere fatto il reverse engineering dell’applicativo.

caccia al premio

Questo sabato scade la raccolta dei punti Fìdaty, quelli del sistema di fidelizzazione di Esselunga. Non so da quanti anni uno potesse accumulare punti, ma direi almeno sei. La cosa non mi tange molto, visto che i premi presenti nei vari cataloghi non mi sono mai interessati, e quindi scalavo semplicemente i punti accumulati come sconto sulla spesa. Ma io sono minoranza.
L’ultimo catalogo è partito a ottobre: da gennaio cominciavano ad apparire cartelli minacciosi che indicavano come la scadenza della validità si avvicinasse sempre di più. Bene: stasera verso le 19 sono passato a comprare le arance e il filtro della cappa del forno (dopo che ho fatto notare ad Anna che le arance erano finite, e che magari se ne sarebbe dovuta accorgere… ma si sa che io e lei abbiamo un concetto diverso di come fare la spesa :-) ), e mi sono trovato una ressa incredibile davanti al punto Fìdaty, tanto che avevano distribuito i numerelli per cercare di razionalizzare il grumo di gente lì davanti. Il risultato non è che fosse dei migliori, perché era praticamente impossibile sentire il numerello urlato quindi tutti stavano comunque attaccati al banco.
Ora, capisco che l’opzione “ordina il premio via Internet” sia un po’ troppo per la massaia tipica, e anche quella “ordina il premio al telefono” non riscuota un grande successo nell’italica nazione. Però non ci credo che tutti siano arrivati a raccogliere solo all’ultimo momento i punti necessari per il Favoloso Regalo Su Cui Sbavavano Da Mesi… ho come il sospetto che la socializzazione del trovarsi tutti all’ultimo momento sia una cosa che sotto sotto piaccia!

и necessario identificarsi

A volte i phisher sono quasi patetici.
Non so se riuscite a vedere il carattere iniziale del titolo, che è una “i” russa (quella che assomiglia a una N allo specchio: и) Il signor “poste.it”, anzi pstmt@hawaiiusafcu.com – anche lì, poveretto, poteva scegliersi un indirizzo un po’ più serio tipo servizio@poste.it o sicurezza@poste.it – avrebbe voluto dire che “è necessario identificarsi”: peccato che si sia dimenticato di cambiare charset e abbia lasciato quello cirillico, senza pensare che in italiano vengono usati caratteri ASCII oltre il 127…

I am a Strange Loop (libro)

[copertina] Sono in molti ad avere comprato Gödel, Escher, Bach. Parecchi l’hanno anche letto :-). Dopo più di un quarto di secolo, Douglas Hofstadter ha pensato di pubblicare questo sequel (Douglas Hofstadter, I am a Strange Loop, Basic Books 2007, pag. 412, $26.95, ISBN 978-0465030781), se mi consentite l’uso del termine. In effetti di Bach e di Escher non si parla, né ci sono i dialoghi (tranne due agli estremi del libro): Hofstadter si concentra su Gödel, e parte dal suo famoso teorema – di cui viene data una spiegazione lunga, ma assolutamente cristallina – per arrivare alla sua definizione di “intelligenza”, che si può più o meno riassumere come “un sistema raggiunge l’intelligenza quando riesce a creare degli «anelli nell’Io» (gli «strange loops» del titolo), vale a dire una rappresentazione interna di sé stesso, a un livello di codifica differente da quello usuale”.
Personalmente mi rimangono dei dubbi sulla sua filosofia “sepolcriana” (nel senso di Ugo Foscolo): il libro però è sicuramente interessante, oltre che essere piacevole da leggere visto il solito stile spumeggiante di Hofstadter. Per i più timidi con l’inglese aggiungo che molti dei giochi di parole sono spiegati nelle note finali, e quindi li si può apprezzare anche se in seconda battuta.