Telecom Italia Palermo

Dopo una litigatina con la mia postazione hardware (in pratica ho dovuto fare il downgrade da IE7 a IE6, perché gli script del sito facevano piantare tutto) sono finalmente riuscito a scaricare il mio CUD2007, e ho scoperto che il mio datore di lavoro (Telecom Italia SpA) ha sede… a Palermo, in via Ugo La Malfa. Ho telefonato per chiedere lumi e mi hanno detto che è tutto regolare, non ho capito bene per quale ragione.
Si accettano scommesse su questo riposizionamento della sede Telecom :-)

pirellifilm

Ieri l’ultima pagina di uno dei quotidiani gratuiti era occupata da una pubblicità che sembrava la locandina di un film, con Uma Thurman in “Mission Zero”. Il tutto con un link a fondo pagina che invitava a visitare pirellifilm.com. In effetti, entrando sul sito (oggi, perché ieri mancavano ancora dei pezzi… chissà domani!) si trova scritto – in inglese – che Pirellifilm «è un nuovo mezzo di comunicazione di tipo unico che intende lanciare cortometraggi di alta qualità attraverso diversi canali. I protagonisti saranno stelle dello schermo che interpreteranno il famoso motto Pirelli – “La potenza non è nulla senza controllo” – in un modo diverso ogni anno.»
Io ho un’idiosincrasia contro i video, non parliamo poi di quelli in flash, quindi non so che dirvi a riguardo. Fate voi…

L’efficienza prodiana

Stasera sono passato in biblioteca. Mentre uscivo, ho visto vicino alla portineria un pacco di carta in fascicoli. Mi avvicino per controllare di che si trattasse, e scopro che sono i moduli 730. Oggettivamente non è che mi servano più di tanto, visto che Telecom me lo fa fare online; però una copia delle istruzioni (e della famosa busta per l’ottopermille) è sempre comoda. La cosa che mi stupisce è che a mia memoria non è mai successo che i moduli fossero disponibili così presto. È vero che nessuno di noi ha voglia di pagare le tasse, ma generalmente dobbiamo unire al danno la beffa di non riuscire a trovare i moduli; quest’anno almeno la beffa ce la evitiamo :-)

I bilanci di Telecom

(Ugo mi ha detto che beppegrillo™ ha fatto proprio oggi la sua regolare filippica contro Tronchetti Provera: non credo sia probabile che ci siano molti punti in comune con quello che scriverò, ma mi scuso in anticipo)
In queste settimane abbiamo sentito una ridda di voci sul futuro di Telecom Italia: prima i contatti con Telefónica, poi il Telecom Day dove non è che sia successo chissà che (dire che l’anno prossimo la quota di utili destinati a dividendo scenderà dal 90% all’80-85% non è chissà quale notizia), al mandato che Pirelli ha dato a Tronchetti di valutare l’uscita da Olimpia e quindi da Telecom stessa, a possibili acquirenti russi, al pool di banche che prenderebbe la maggioranza e reinstallerebbe Bernabé come presidente (dopo Rossi… il buonanima di Vico è lì che si sta preparando a commentare “ve l’avevo detto, io!”). Il tutto mentre il titolo perdeva un buon 10%, il che non è bello (soprattutto per me).
Ma invece che parlare di voci e boatos, vorrei commentare alcuni numeri, presentati una decina di giorni fa al convegno “Il futuro di Telecom” promosso dalla SLC-CGIL e recensito da Stefano Quintarelli. All’interno del convegno è stata fatta un’analisi dei principali indicatori dei bilanci Telecom dal 1999 al 2006 (per quest’ultimo anno sui dati del primo semestre), per vedere come le cose sono cambiate da quando il ragionier Colaninno inventò l’OPA fatta coi soldi di chi viene comprato. Concordo solo in parte con l’analisi di Quintarelli, ma indubbiamente ci sono punti davvero preoccupanti.
Il “capitale immateriale” è triplicato in valore dal 2000 al 2006 (in questo caso lascio da parte il 1999, dove praticamente non ce n’erano ma l’azienda comunque aveva un diverso core business): è vero che ormai questi asset sono importanti, ma vedere che contemporaneamente il “capitale materiale” si è ridotto di un quarto è preoccupante. Ma come qualcuno sa abbastanza bene, ad esempio le centrali sono state vendute (a Pirelli Re, e a prezzi di favore…) e gli investimenti sull’ultimo miglio sono stati bloccati. Il MOL è crollato nel 2005, ma resta comunque di tutto rispetto; addirittura negli ultimi due anni la percentuale di utile sui ricavi è cresciuta, il che prova che Tremonti a qualcuno ha fatto bene.
Dell’indebitamento si sa quasi tutto: è da notare come quello diretto con le banche sia però rimasto relativamente costante in valore assoluto, mentre quello sotto forma di obbligazioni è letteralmente esploso. Almeno uno dei miei lettori sa bene cosa significa la cosa: le obbligazioni vengono amabilmente collocate dalle banche, che poi se ne lavano le mani. Nemmeno questo è bello.
Il fatto è che però l’azienda di per sé continuerebbe ad essere un carrarmato: ha fatto fuori il 40% dei dipendenti, e il MOL per dipendente è cresciuto del 50%. In pratica, oggi bastano due dipendenti per fare guadagnare a Tronchetti quello che tre dipendenti facevano guadagnare a Colaninno. Peccato che questi soldi servano per pagare i debiti che Telecom si è dovuta sobbarcare per ripagare chi l’aveva (per due volte!) comperata.
Qual è il risultato finale di tutto questo? Beh, è semplice: se la controllante (ieri Bell, oggi Olimpia) verrà venduta ancora una volta a un finanziere, il debito crescerà ancora per definizione. Se qualcuno invece rastrellasse azioni Telecom sul mercato, quello fregato sarebbe Tronchetti che si troverebbe sul gobbo le sue azioni a un prezzo ben superiore a quello di mercato: ma a giudicare dalle quotazioni attuali, questo non capiterà. L’unica possibilità sembrerebbe essere l’avvento di investitori istituzionali che non abbiano fretta di avere un ritorno monetario immediato e quindi possano finalmente aumentare gli investimenti sulla rete. L’alternativa sarebbe la rinazionalizzazione della rete stessa, che però mi sa tanto verrebbe vista dalla UE come aiuto di Stato a Telecom. Insomma, un bel casino.

_Racconti matematici_ (libro)

[copertina] Non è vero che matematica e letteratura siano come cane e gatto. O magari sì, visto che ci sono esempi in cui i due animali vanno d’amore e d’accordo… Questa raccolta di racconti edita da Einaudi (Claudio Bartocci [ed.], Racconti matematici, Einaudi 2006, pag. 306, € 18, ISBN 88-06-18321-4) vuole sfatare il mito della separazione tra i due mondi presentando una serie di racconti di autori del Novecento incentrati su temi matematici. Abbiamo così il racconto che poi ispirò a Borges la sua Biblioteca di Babele, l’infinito Hotel Hilbert di Stanislaw Lem che poi Ronconi ha ripreso nel suo Infinities, Calvino che prende in giro Dumas e i suoi Dantés e Faria in un delirio multidimensionale, Heinlein con il suo racconto della casa a forma di ipercubo… Alcuni dei racconti personalmente non è che mi siano piaciuti o interessati più di tanto, ma il risultato complessivo è comunque più che buono.

Bollettino medico

Mi sono arrivati i dati delle analisi del sangue fatte in occasione della mia ultima donazione. Dopo anni di duro sforzo sono riuscito finalmente a scendere sotto 190 di colesterolo (189 per la precisione, non esageriamo…); in compenso i trigliceridi sono schizzati ben oltre i limiti. Che palle.
(non che la cosa sia così preoccupante, intendiamoci!)