Vodafone

Ricordate la mia SIM Vodafone disattivata perché erano passati 366 giorni dall’ultima ricarica? Ho controllato sull’estratto conto online della mia carta di credito, e i soldi della ricarica se li sono regolarmente intascati, il che dal loro punto di vista non è così bello, visto che sembra che si possa parlare di “condotta tacitamente concludente” (detto in parole povere, se hanno accettato il pagamento significa che per loro il contratto era in essere). Ho provato a mandare un fax a Ivrea, ma mi sa tanto che non avrò nemmeno risposta.
Il perché ho spedito un fax è banale: dal sito vodafone è impossibile inviare un’email. In mezzo a tutto il flash possibile e immaginabile, la funzione “contattaci” è un motore di ricerca interno, e nonostante i miei sforzi non sono riuscito ad arrivare a un form vero e proprio. Credo che abbiano inventato l’antispam perfetto.
Aggiornamento: (4 marzo, 13:30) Mi ha chiamato una gentile signorina Vodafone dicendo che la SIM è stata riattivata. Maggiori informazioni domani, dopo che avrò riacceso il telefonino :-)

spartiti online

Gelìa mi ha spedito un link a questo articolo di TechDirt che afferma che si starebbe raggiungendo un accordo che permetterebbe a MxTabs.net di lasciare a disposizione degli utenti le intavolature di chitarra – i “guitar tabs”, per gli anglofoni irriducibili. Al momento potete anche leggere l’articolo del New York Times, prima che l’accesso venga bloccato ai non iscritti.
Chi mi conosce da molto tempo sa che una decina d’anni fa compilai una raccolta di circa duecento canzoni italiane con testo e accordi, il Canzoniere di .mau., che oggi è virtualmente introvabile proprio per ragioni legate al copyright (no, non ve ne spedisco una copia). Insomma, dovrei essere contento della notizia: peccato che mi restino parecchi dubbi.
Innanzitutto, mentre è ovvio che la melodia di una canzone è sotto copyright, la successione di accordi non lo è assolutamente, per l’ottima ragione che altrimenti ci sarebbero decine di migliaia di dispute legali: pensate a tutte le canzoni scritte sul giro di do. Questo purtroppo non porta a un gran risultato pratico, visto che in genere le tab vengono inserite con testo e accordi, e il testo sotto copyright lo è.
In secondo luogo, gli spartiti spesso non vengono affatto pubblicati. Non sono io a dirlo: l’articolo del NYT cita Irwin Z. Robinson, CEO della divisione musicale di Viacom, che afferma candidamente che solo il 2% del proprio catalogo è disponibile anche come spartito. Quello che aggiungo io è che molto spesso le edizioni ufficiali che si trovano sono piene di errori: ho iniziato a tirare giù gli accordi delle canzoni che mi piacciono proprio perché mi ero scocciato di comprare spartiti approssimativi.
Potrei anche soprassedere a tutto questo: quello che mi preoccupa è l’affermazione che MxTabs.net dividerà parte dei suoi proventi pubblicitari con le major discografiche. Il principio è giustissimo, non vedo perché uno debba guadagnare col lavoro altrui – chi tira giù le melodie. Però in questo modo si corre il rischio di avere un oligopolio di fatto: solo chi è abbastanza grande potrà permettersi il lusso di tirare su un repositorio di tab, sapendo che comunque i costi saranno coperti. I veri appassionati resteranno ancora una volta fregati. Sono troppo pessimista? Spero proprio di sì.

Tremila: e poi?

Questo è il post numero tremila sul mio simpatico blog. Scrivere tremila “temini” sembra tanto, ma in cinque anni e mezzo fanno poco più di un post e mezzo al giorno, che non è la fine del mondo. Poi io sono molto conciso, quindi il numero di caratteri non è poi così grande.
Visto che ho saltato il pippone al post 2000, sfrutto quest’altro numero tondo per commentare su qualche commento dai miei testimonial: “Un blog per amici e qualche fan” (CiaoFabio); “Hai trovato la tua dimensione” (xlthlx); “con tutti i cani che scrivono (anche) su testate iperblasonate, perchè cavolo stai ancora a fare (?) il programmatore in Telecom?” (Ugo); “è risaputo che sei ultra-preciso nei tuoi scritti e nelle tue cose e non pare vero di poterti cogliere in fallo” (Apis). Che dire?
Beh, innanzitutto CiaoFabio ha ragione: questo non sarà mai un luogo (virtuale) famoso, nemmeno considerando i piccoli numeri necessari per svettare nell’italica blogosfera. Può darsi che se mi mettessi di buzzo buono ci potrei anche riuscire, ma onestamente non ho nessuna voglia di sbattermi per farlo: dovrei dedicarci troppo tempo, e soprattutto dovrei decidere su cosa “specializzarmi”, mentre adesso scrivo tutto quello che interessa me (ed è proprio così: quei pochi che a suo tempo risposero al mio sondaggio in proposito erano interessati alle sezioni “io” e “pipponi”, e io continuo imperterrito a inserire “curiosità” e “recensioni”…), anche perché in questo modo mi sono costruito una notevole “memoria esterna” che mi è assai utile.
Quanto al mio stile di scrittura, penso che negli anni si sia molto sgrezzato e sia diventato piacevole, ed è vero che ci sono fior di “giornalisti” che scrivono peggio di me: ma non credo proprio che potrei avere un Vero Futuro in quel campo (ah: non faccio il programmatore ma il System Architect, che non ho ancora capito bene cosa sia ma non contempla scrivere codice). La cosa che mi scoccia di più è la nomea di precisino. Non che non lo sia :-), ma il risultato pratico è una specie di paradosso. Nei post personali mi trovo un certo qual numero di commenti – occhei, spesso li scrivo proprio perché so che il mio piccolo ma fedele pubblico aspetta con ansia le mie disavventure per potere esprimere il suo parere: è tutto uno showbiz – ma le volte in cui faccio la persona seria vengo presumibilmente letto come si leggerebbe l’omelia domenicale di Scalfari oppure il fondo di Feltri. Anzi no, peggio ancora, perché loro li si piglia per i fondelli dietro le spalle. O forse mi avete sempre nascosto il posto dove mi sbertucciate? Non sarebbe per nulla simpatico…
Ciò detto, non vedo nulla di nuovo nel futuro: può darsi rallenterò un po’ il ritmo di scrittura, ma così a priori non ne sono nemmeno sicuro. Di certo non penso di chiudere, se qualcuno si stava preoccupando della cosa! (se qualcuno sarebbe stato invece felice della chiusura e mi sta leggendo, è davvero un masochista…)

Anche i gatti devono fare dieta?

C’erano una volta (e probabilmente ci sono ancora) le scatolettone di cibo per gatti da due, tre o quattro etti. Però si sa, il gatto è un animale che ama la varietà, così i produttori di cibo per gatti hanno inventato le scatolette monodose, da cento grammi.
Dopo un po’, però, qualcuno ha deciso che cento grammi tutti interi erano più della dose corretta giornaliera per un gatto, così man mano le scatolette o le buste sono passate al “corretto” peso di 85 grammi. Ma non è finita qui: Sheba, ad esempio, riduce la razione a 80 grammi, e Almo Nature addirittura a 70 grammi!
Ora, è chiaro che abbassare la quantità di cibo in una confezione equivale ad alzarne surrettiziamente il prezzo, e qui non ci piove. Però, nel caso degli umani, ci può spesso essere un effetto placebo: uno non ci pensa su, sa che sta mangiando una porzione, e crede di essere a posto così. Tanto è probabile che prima mangiasse troppo, quindi il tutto gli fa solo bene. Peccato che per i gatti mi sa tanto che la cosa non funzioni allo stesso modo, il che significa maggiori miagolii e rompimenti vari.
Considerato che i padroni sono sì per definizione più stupidi dei loro gatti, ma dopo un po’ alle cose ci arrivano, non è che anche i produttori possano evitare certi trucchetti?

Telefona dall'ipermercato

A quanto pare, mentre Telecom stava portando avanti l’accordo con Coop per fare un operatore mobile virtuale (beh, in realtà è un ESP (Enhanced Service Provider) e non un MVNO, prima o poi capirò anch’io la differenza), Vodafone faceva lo stesso con… Carrefour.
Mi chiedo come mai siano gli ipermercati a partire con questo tipo di offerte telefoniche.

ancora Rivoluzione Italiana

Paolo Guzzanti ha ancora dei problemi con le statistiche – basti vedere come riguardo il voto in Afghanistan scrive di «Berlusconi che, anche senza leggere Rivoluzione Italiana, ha detto che tutti gli elettori della CDL senza una sola esclusione, erano contrari al voto positivo» – e probabilmente dovrebbe rendersi conto che certi suoi post ricordano troppo le cronache della CCC del CC del PCI. Però, quando appunto non fa i suoi pipponi, nel suo blog si possono trovare interventi interessanti, come questa non-intervista a Lino Iannuzzi: non-intervista perché, come Guzzanti sr. spiega bene all’inizio, è una semplice chiacchierata fatta durante un frugale pranzo. A parte le idee politiche personali e l’eventuale condivisibilità delle analisi del VeLino, ho trovato il post utile (sui commenti non mi pronuncio, non ho voglia di fare il sociologo quindi al quarto mi sono scocciato :-) ) per capire una serie di dinamiche politiche.
Mi permetto di lanciare un appello: Guzzanti, la smetta di scrivere in terza persona i comunicati stampa su di lei e si dedichi di più al giornalismo!

proxy intelligente

Stamattina mi è arrivato un link da cliccare (per i curiosi, questo). Ho provato a digitarlo… e mi è uscita fuori la home page dell’intranet aziendale.
La cosa non è così strana, di per sé: basta che il proxy abbia una lista di siti “cattivi” che vengano ridiretti altrove, e il trucchetto funziona perfettamente. Però non mi aspettavo che nella mia azienda venisse utilizzato qualcosa del genere, e soprattutto mi pare un tocco da maestro il fare la ridirezione “a casa” invece che mettere una schermata minacciante chissà quali pene infernali per il miscreante.