È morto oggi. Per chi non sapesse chi è stato, lascio la parola a OneMoreBlog, Ricambi Riciclati, Typesetter.
La prova del nove
(Trovate questo post tra le mie pagine di matematica light!)
Mi capita relativamente spesso di essere in giro con amici o conoscenti, parlare di operazioni matematiche elementari, e sentirmi chiedere “ma la prova del nove
funziona davvero?” Sono insomma chiare due cose: il concetto è rimasto così impresso agli alunni delle elementari che affiora anche dopo più di trent’anni, e – a parte il nome – il suo funzionamento è sempre stato visto come qualcosa di esoterico e più vicino ad Harry Potter (“accio novem!”) che a una vera proprietà matematica. D’altra parte, ci credo: a nessuna maestra alle elementari verrebbe in mente di spiegare il perché la regola funziona, ammesso che almeno loro lo sappiano. Ma finalmente potrete soddisfare la vostra pluridecennale curiosità.
Innanzitutto, forse è meglio ricordare cos’è la prova del nove. Quando si fa una moltiplicazione (247*53=13091, tanto per fare un esempio pratico) a ogni numero presente nell’operazione sostituiamo quello formato dalla somma delle sue cifre; se la somma così ottenuta ha più di una cifra, sommiamo quelle cifre e si prosegue fino a che non arriviamo a una singola cifra. Nel nostro esempio, avremo pertanto 2+4+7=13, 1+3=4; 5+3=8; 1+3+0+9+1=14, 1+4=5. A questo punto, facciamo il prodotto delle cifre dei fattori, e se serve sommiamo le cifre del risultato per arrivare ad averne una sola (4*8=32, 3+2=5). Se questa cifra è diversa da quella del risultato dell’operazione, vuol dire che abbiamo sbagliato da qualche parte; se invece è la stessa, forse siamo riusciti a fare il conto correttamente. Come ausilio pratico, si mettono i quattro numeri all’interno di una croce, come mostrato nella figura qui sotto. Non garantisco che
la posizione dei numeri nella croce, come indicata nella figura qui a sinistra, sia quella che ci insegnavano a scuola: qualche dettaglio ormai l’ho perso anch’io!
Per quali operazioni funziona la prova del nove? Addizioni, sottrazioni – basta ricordarci di sommare un 9 se il minuendo ha la somma delle cifre minore del sottraendo, come in 23-7 – e moltiplicazioni. Con le divisioni no, anche se puoi usare il trucco di rifare il calcolo “alla rovescia”, cioè vederle come moltiplicazioni, e applicare così la regola. Ad esempio, se dobbiamo verificare 31415/926 = 33 con resto 857, facciamo la prova con 33*926, cioè 6*8 = 48 e quindi 3, gli sommiamo la somma delle cifre di 857, vale a dire 2, e controlliamo se il risultato 5 è uguale alla somma delle cifre di 31415… e per fortuna lo è.
Passato lo choc di avere visto tutte queste operazioni aritmetiche tutte in una
volta, provo a spiegare perché la prova del nove funziona, e soprattutto perché a volte non funziona. Il punto di partenza è quella che tecnicamente si chiama “aritmetica modulare” e che facciamo tutti quando diciamo che “le undici del mattino più tre ore sono le due del pomeriggio”. Immagino che chi mi sta leggendo o sa già cos’è l’aritmetica modulare, oppure verrà a chiedermelo e io mi metterò a scrivere qualcosa di più completo al riguardo: per il momento mantengo la prima ipotesi. In pratica, la prova del nove non è altro che fare l’operazione modulo 9, sostituendo cioè ai numeri trovati il loro resto quando li si divide per nove. Le operazioni in aritmetica modulare funzionano per addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni: quello che ci resta da capire è come mai il resto modulo 9 di un numero è uguale alla somma delle sue cifre, il che però è facile. Infatti 1 diviso per nove fa 0 con resto di 1; 10 diviso 9 fa 1 con resto di 1; 100 diviso 9 fa 11 con resto di 1; e così via. Quindi se riprendiamo il nostro 247 e lo scriviamo come 2*100 + 4*10 + 7 scopriamo che il suo resto diviso per 9 è 2+4+7… esattamente la somma delle sue cifre.
È stato pesante, lo so. Ma adesso viene fuori il bello. Perché si fa la prova “del nove” e non “del sette” oppure “del quindici”? Dal punto di vista matematico, è esattamente la stessa cosa: sempre di aritmetica modulare di tratta. Solo che sommare le cifre di un numero è molto più semplice di calcolare il suo resto modulo 7 oppure 15 (provateci voi, se siete dei temerari). Così ci si limita a fare un calcolo facile, accettando il fatto che non tutti gli errori vengono trovati. Infatti, se ad esempio si sostituisce uno 0 con un 9 la somma finale delle cifre del numero non cambia; ma quel che è più preoccupante è che se ci sbagliamo e scambiamo tra di loro due cifre (10391 invece che 13091) la somma delle cifre è per definizione la stessa, e chiunque sia appena un po’ dislessico – oppure sbagli semplicemente a incolonnare i prodotti parziali – rischia grosso.
Ma io una soluzione ce l’avrei anche: adottare la prova dell’undici. La logica che sta dietro è esattamente la stessa, solo che si calcola il resto della divisione per 11 e non di quella per 9. Calcolare questo resto è un po’ più complicato, ma nemmeno poi troppo: il metodo consiste nel sommare e sottrarre alternativamente le cifre del numero dato, partendo da destra e andando a sinistra. Se si va sottozero, basta naturalmente aggiungere 11. I resti che possiamo ottenere saranno i numeri da 0 a 10; nell’operazione di cui sopra avremo per la precisione 7-4+2=5, 3-5=9 (previa l’aggiunta di 11); 1-9+0-3+1 = 1; 9*5=45; 5-4=1. A parte vedere se si è
bravi anche a fare le sottrazioni, il che non sarebbe poi così male, il vero vantaggio è quello di potere accorgersi di avere scambiato di posto due cifre, oppure non essersi spostati bene a sinistra quando si è fatta la moltiplicazione. Se avessimo ad esempio allineato a destra i due prodotti parziali 741 e 1235, la somma sarebbe stata 1976, e la prova del nove ci avrebbe detto nulla di strano: la somma delle cifre è sempre 5. La prova dell’undici, in compenso, avrebbe fatto subito suonare un campanello d’allarme: avremmo avuto come risultato 7 (6-7+9-1) e non 1. E scusate se è poco!
Common Law e sondaggi
A quanto pare, la McLaren è stata assolta dall’accusa di spionaggio perché “i documenti li ha ricevuti, ma non li ha usati”. Credo che la famosa difesa di Clinton nel 1992 (“sì, fumai uno spinello, ma non ho aspirato”) sia diventata molto più chiara; questo è uno dei casi dove si vede chiaramente come il diritto romano e la common law siano assolutamente antitetici in frangenti simili.
Penso però sia interessante vedere quali sono le possibili scelte nel “sondaggio immediato” della Gazzetta. Si può dire che la decisione:
– è giusta, considerato che non c’erano prove dell’utilizzo dei dati
– è una decisione pilatesca, almeno una sanzione pecuniaria ci voleva se davvero c’è stato il passaggio delle informazioni riservate
– è uno scandalo, così chiunque si sentirà autorizzato a barare, ma la Ferrari saprà far valere le sue ragioni
Conoscendo i miei connazionali, avrei dato come percentuali rispettive 10%, 30%, 60%. In questo momento sono 10%, 25%, 65%. Nulla di nuovo sotto il sole :-)
È solo questione di soldi
Avete presente tutte quelle storie secondo le quali era assolutamente impossibile per Telecom farsi sfilare via “la rete”, o “l’ultimo miglio” che dir si voglia, insomma la parte che arriva proprio a casa tua? Bene, ieri l’amministratore delegato di Telecom, Ruggiero “figlio di”, avrebbe fatto qualche apertura al riguardo.
Faccio notare innanzitutto che la notizia sta sul Corsera, e non su Rep.it o sul Sole. E questo vuole già dire qualcosa. La seconda cosa è che sì, si può pensare a “una soluzione tipo Openreach” (società separata, come succede nel Regno Unito) o “a una vendita parziale”: però bisogna tenere conto che “la rete vale 15-18 miliardi di euro”, una bazzecola considerando che bisognerà spendere un bel po’ di soldini nella manutenzione ordinaria che in questi ultimi anni non è stata praticamente fatta. Certo che il debito Telecom in questo modo si ridurrebbe di molto… e gli utili sarebbero più o meno gli stessi, visti come stanno calando nel mercato italiano.
Ah: stamattina mi è arrivata una mail con un comunicato della SLC-CGIL che ribadisce la propria contrarietà alla cessione della rete. L’avreste mai detto?
Diffusione capillare
Ci sono due copie di Harry Potter and the Deathly Hallows nello scaffalino dei libri dell’Esselunga di viale Zara. Non che voglia parlare male dei miei vicini, però il posto non mi sembra precisamente il target giusto…
(Ah, ho verificato. L’ultima parola è effettivamente “well”. Ricordo però che in inglese non vuole solamente dire “bene” :-) )
Silvio non vuole sbagliarsi
Virgolettato dell’ex PresDelCons: «Noi abbiamo dei principi che restano fermi, che sono sempre quelli, indipendentemente dalle persone che sono coinvolte». In effetti ci sono anche tre parlamentari di Forza Italia: non si sa mai che poi ci si sbagli, sempre meglio votare contro l’uso delle intercettazioni. E poi chissà, è sempre meglio essere in credito di un favore…
Qualcuno aveva dei dubbi?
(ps: il testo delle intercettazioni oramai è arcinoto, quindi il punto non è quello. L’unico rinviato a giudizio è Luigi Grillo, il che significa che perlomeno dal punto di vista strettamente legale Fassino e D’Alema possono stare tranquilli. Tutto questo giusto per mettere le cose nella loro giusta luce)
Grand Frère
Gli organizzatori della Grand Boucle hanno trovato un ottimo sistema per incrementare gli spazi dedicati al Tour de France: ormai non ci si può più limitare a guardare la tappa durante il pomeriggio, ma occorre aggiungere anche il pretappa mattutino, dove come alla tombola vengono snocciolati i numeri degli eliminati per doping, presunto doping, doping virtuale.
Sta nascendo qualche timida speranza nella sparuta squadra italiana: quello che all’inizio della corsa era sembrato un gravissimo errore – spedire per posta i pacchi di medicinali – si sta rivelando un atout. Sembra infatti che Posteitaliane abbia perso traccia della spedizione; cominciano ad esserci alcune possibilità di vittoria di un italiano per squalifica del resto dei partecipanti.
Gli organizzatori francesi sono piuttosto preoccupati per la prossima edizione del Tour, e stanno cercando una nuova formula. Scartato il progetto di farlo correre su Second Life dopo che sono stati scoperti alcuni cracker che hanno modificato il codice sorgente e creato delle biciclette-avatar con cui si può pedalare a cento all’ora, posso anticiparvi che si sta preparando una sinergia con la Endemol. L’edizione 2008 del Grande Fratello francese vedrà come partecipanti proprio i ciclisti, che così saranno finalmente controllati a tempo pieno. Resta ancora da stabilire come fare con le nomination, mentre i colli pirenaici potranno tranquillamente sostituire il tugurio.
DNS tunnel
Il DNS di per sé sarebbe il sistema che i computer usano per capire qual è l’indirizzo IP corrispondente al nome di un sito (occhei, c’è molto di più… ma chi lo sa già è inutile lo legga qua). Questo significa che è una parte davvero fondamentale, anche se poco visibile, di Internet. Non è quindi un caso che degli hacker abbiano provato a fare di tutto con il DNS: una decina di anni fa era persino stato fatto un’adventure (testuale) che veniva giocata attraverso il DNS. Però mi mancava un sistema per accedere alle pagine web via DNS. Detto così forse non è chiaro: in pratica, anche se vi bloccassero l’accesso al web potreste comunque leggere le vostre pagine tranquillamente.
Non che la cosa sia semplice: dovete avere un server da qualche parte a cui potete accedere e inserire uno script, il vostro client deve avere installati perl e ssh, e la velocità non è esattamente quella cui siete abituati (anche con un modem 28.8, intendo). Però volete mettere la soddisfazione?