Chi vincerà in Telecom

Stefano Quintarelli segnala questo articolo del Financial Times sui giochi di potere per il posto di amministratore delegato in Telecom. Sapevo che Pistorio non era voluto, ed era stato messo là giusto per tranquillizzare il mercato (non che ci siano riusciti). Quello che non sapevo è che Galateri, l’attuale papabile fortemente voluto da Mediobanca, in realtà viene indicato semplicemente perché Geronzi non lo vuole tra i piedi nell’istituto di credito… arrivando al paradosso che un uomo Fiat venga osteggiato da SanpaoloIntesa perché ovviamente l’altra grande banca italiana non può accettare che Mediobanca sia più importante di loro. Insomma, le solite beghe all’italiana dove i britannici si divertono a rigirare il coltello nella piaga, come alla fine quando affermano che un tandem Pistorio-Bernabé sarebbe forte… nonostante ai tempi il manager perse la battaglia con Colaninno “per i suoi errori tattici”. Beh, non hanno nemmeno loro il coraggio di prendere le difese di Buora e Ruggiero :-)

Traduzioni blogghettare

Guardando le mie statistche, ho visto che un tipo aveva usato Google per tradurre in inglese una delle mie notiziole: per la cronaca, questa.
Il risultato è davvero esilarante: già un traduttore automatico ha dei problemi con un testo normale, ma qua il registro linguistico è molto meno imbrigliato, e ci sono parole frasi costrutti che mandano in tilt il sistema. Diciamo che un traduttore umano ha ancora un lungo periodo di indispensabilità!

riorganizzazione onirica

Ieri sera Anna mi raccontava di un libro che stava leggendo, dove l’autore parlava delle culture giapponese e statunitense e delle loro differenze che rendono difficile che due parti si capiscano: ad esempio, per un americano è meglio parlare che tacere, ed è ancora meglio la parola scritta che la parlata, mentre per un nipponico è meglio tacere che parlare, e se proprio parole devono essere che allora siano orali.
Stanotte ho sognato che ero a un meeting internazionale, e accanto a me c’era una donna giapponese che dopo avere sentito delle brutte notizie (economiche) aveva iniziato a tagliuzzarsi il vestito, partendo dal colletto in giù. Poi era uscita, e aveva proseguito tagliuzzandosi viso e collo. A questo punto sono uscito anch’io – in bicicletta, ovvio…; mi sono accorto di quello che la tipa stava facendosi e mi sono fermato, cercando di spiegarle che forse non era il caso, e ci si poteva comportare in modo diverso. Poi mi sono svegliato :-)
La cosa più buffa è che io non mi ricordavo affatto di quello di cui avevamo parlato ieri sera: è stata Anna a farmi notare che in fin dei conti non c’era nulla di veramente strano nel mio sogno non appena le ho detto “una tizia giapponese”, senza nemmeno sapere il prosieguo.
Certo che l’inconscio è davvero tosto!

_Zomberos_ (libro)

[copertina]Figlio del programma radiofonico cult trasmesso da Radio24, questo libro (Diego Cugia, Zomberos, Mondadori “Strade blu” 10/2006, pag. 249, € 15, ISBN 978-88-04-56052-4) raccoglie alcune degli annunci fatti dal “fu Diego Cugia”, che dopo essere stato Jack Folla in Alcatraz si è trovato ostracizzato da Radiorai, e ha così pensato di iniziare una nuova vita (si fa per dire…) come zombie. I testi contenuti nel libro risalgono a gennaio-giugno 2006, e pertanto sono un po’ datati, visto che in genere si rifacevano all’attualità; bisogna però dire che Cugia ha un modo molto personale di raccontare, ed è pertanto molto interessante rileggere le notizie con un occhio diverso. Quella che però ho trovato inutile è la sezione centrale, con una raccolta di email spedite a Cugia dagli affezionati ascoltatori del suo programma, giusto con qualche voce contraria per non far sembrare il tutto un plebiscito. Forse volevano “fare comunità”, ma un libro non è esattamente il luogo deputato!

<em>Afghanistan – i tesori ritrovati</em> (mostra)

Oggi gita turistica a Torino, per farmi respirare un po’ d’aria di casa e andare a vedere la mostra di cui in oggetto. In pratica, a quanto pare, una delle clausole non scritte della guerra Onu contro i talebani sembra essere stata “bene, noi ve li togliamo di torno, però poi ci fate portare in giro un po’ della roba che c’è dalle vostre parti”. I talebani continuano ad esserci, però la mostra almeno la si può vedere: è stata prima a Parigi, adesso è a Torino fino al 23 settembre perché Sanpaolo pre-Intesa aveva cacciato i soldi, poi penso finirà ad Amsterdam, Bonn e New York.
Anche se sapevo dov’era il museo di Antichità di Torino ho fatto comunque fatica a trovare l’ingresso, visto che l’hanno spostato ed è a fianco del duomo. In effetti, la mostra sta nel seminterrato della Manica Nuova di Palazzo Reale, quella che quando hanno deciso di costruire hanno scoperto che rimaneva per metà sopra i resti del teatro romano: solo che i Savoia non si lasciavano intimidire da tutto questo, e quindi ora si vede solo metà del teatro perché l’altra metà resta appunto all’interno del palazzo. La mostra non è enorme come quantità dei reperti, ma la qualità è davvero eccezionale: la parte delle tombe di Tillia Tepe, scoperta tra l’altro dai sovietici, è semplicemente favolosa. A parte la ricchezza e l’abilità nella creazione dei manufatti, la cosa più interessante è probabilmente la commistione di temi greci e indiani, legata al fatto che la maggior parte dei reperti è databile tra il 300 a.C e il 100 d.C, dopo che Alessandro Magno aveva aperto anche la via dell’occidente.
Visto che il biglietto è cumulativo, abbiamo anche dato un’occhiata al museo di Antichità, che io avevo già visitato alcuni anni fa. A parte che continuo a trovarmi a disagio con la logica “di scavo” dell’esposizione – in pratica, si fa un percorso a spirale e man mano che si scende verso il basso si trovano reperti più antichi – bisogna dire che il confronto con quello che facevano in Afghanistan è impietoso. Ma è anche vero che il Piemonte è sempre stata una provincia periferica… non si può pretendere troppo. Il museo però ha i suoi punti di interesse, come ad esempio le ampie spiegazioni sui manufatti – solo in italiano, purtroppo.

Tempo di esami…

… e proooof ha trovato in giro un test di scienze (in inglese) per la terza media.
Sulle ventisei domande ne ho sbagliate due: una perché probabilmente il significato che io do a “to respire” è diverso dal loro, e una (quella sul colore della rosa) perché l’ho sbagliata e basta. Insomma, un A- che mi permette ancora di non essere proprio da buttare via.
Qui sotto il badge, che a onore di Mingle2 è XHTML compliant.
Mingle2 Free Online Dating - Science Quiz
(ps: sempre da prooof, il test su quanto si è geek. Sono arrivato al 72% di geekiness, non so se sarebbe sufficiente per cuccare…)
72% Geek

divulgazione scientifica su Repubblica

Giusto per far capire cosa i media pensino dell’intelligenza del loro lettore medio, andatevi a leggere questo “articolo” di repubblica.it. L’articolo parla di come il professor Maurizio Seracini stia cercando un sistema per verificare se a Firenze, nel salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, sotto gli affreschi del Vasari restino delle tracce della battaglia di Anghiari affrescata da Leonardo – che come tutti sappiamo ha sempre avuto dei Grossi Problemi con gli affreschi, vedi il Cenacolo.
Il clou dell’articolo è questo: «La vera protagonista di questa indagine molto speciale sarà una macchina che proprio in questi giorni sta prendendo forma nell’Università di San Diego, in California, dove è volato il suo ideatore, il professor Maurizio Seracini. La macchina avrà uno di questi nomi impossibili. Semplificando potrà essere chiamata acchiappa-colori.». Avete letto bene. “Acchiappa-colori”, manco dovessero mettere l’affresco in lavatrice e non volessero che stingesse. Io che sono bastardo inside e penso sempre male mi chiedo se la signora o signorina Claudia Fusani l’abbia trovato, quel “nome impossibile”: credo però di no, perché le mie ricerche non hanno portato a nulla. Però ho scoperto un bel po’ di cose a riguardo: nel resto del mondo si è parlato della cosa tra febbraio e marzo (vedi Time, il New York Times, i siti della UCSD e della Emory University che poverina è stata dimenticata nella foga di scrivere l’articolo, forse perché in Italia non la conosce nessuno). Se uno vuole, può anche farsi una cultura leggendo qua.
Magari qualcuno può pensare che “sì, è tutto vero, ma qua non si era ancora certi che Rutelli desse l’ok alla ricerca, si sa come vanno queste cose…”. Può darsi. Però, sempre andando a spulciare in giro, ho scoperto che più di un mese fa il comitato scientifico si è regolarmente insediato. Notizia freschissima, vero? Bei frigoriferoni a rep.it, vero?