non ci arrivo

Leggendo sul Corsera le anticipazioni sulla bozza di legge elettorale possibilmente proposta dall’Ulivo (sì, lo so, parlare del sesso degli angeli avrebbe pezze d’appoggio più tangibili), mi ha colpito una frase: «fine delle liste bloccate pur senza il ritorno alle preferenze.»
Può darsi che io sia ancora troppo addormentato, e che la risposta sia banale. Però non riesco proprio a vedere come una lista senza possibilità di preferenze si possa definire “sbloccata”, a meno naturalmente che la lista contenga esattamente 1 (un) nome, e allora si chiama “collegio uninominale”. (occhei, il matematico che è in me mi fa notare che anche una lista che contiene esattamente 0 (zero) nomi rispetta le ipotesi, ma spero non siamo ancora arrivati a quel punto.) Ho provato a immaginare come si possano conciliare quelle due affermazioni; ecco qua i risultati.
– nella scheda elettorale viene aggiunta una didascalia in corpo 18: “QUESTE LISTE NON SONO BLOCCATE”. Vantaggi: la prossima mostra di Magritte farà il pienone. Svantaggi: si rischia un aumento di schede nulle, con gli elettori che mettono la crocetta sulla didascalia e non sui simboli dei partiti.
– viene reso obbligatorio il voto elettronico. Non è possibile indicare nessun nome, però a monitor i candidati vengono mostrati in ordine casuale per evitare il blocco. Vantaggi: Non bisogna più fare il sorteggio delle liste. Svantaggi: tutti quei monitor accesi potrebbero causare blackout.
– la scheda elettorale viene sostituira da una serie di listelli in compensato, tenuti fermi da un frame, stile Gioco del 15. Vantagi: riduzione del numero di liste. Svantaggi: deforestazione selvaggia per costruire le liste, lunghe code ai seggi.
– la lista è uno specchietto per le allodole: gli eletti sono già decisi a priori. Vantaggi: è un sistema collaudato. Svantaggi: mi dicono non essercene…

I miei adoratori…

Non so come mai, ma ultimamente mi sono arrivati un po’ di avvisi “c’è una cartolina per te”, tentativi di virus che pensavo fossero terminati cinque anni fa perché non ci credeva nessuno.
In questo caso però non era un mio “amico” a scriverla:
Your worshipper has sent you an ecard from postcards.org.
È bello avere qualcuno che ti adora, no?
Per la cronaca, il sito – non raggiungibile – è 89.41.98.182, che fa parte di un pool di indirizzi @moldtelecom.md cioè dalla Moldavia (o Moldova che dir si voglia). Devono proprio stare lontani, per riuscire ad adorarmi!

La messa in latino

Non avevo ancora parlato del motu proprio ratzingeriano che faciliterebbe la possibilità di celebrare la messa secondo il rito tridentino, per l’ottima ragione che il motu proprio non è ancora stato reso pubblico, e non mi andava affatto di parlare sul nulla. Però a quanto pare sono in minoranza: basta leggere Repubblica sempre sulla notizia e scoprire come i cattolici inglesi si lamentino perché la Messa (pardon, la Mesa: ora che Repubblica sta riproponendo i fumetti di Tex, si scoprono delle strane commistioni…) sia antisemita. Sapendo che la maggior parte di quelli che mi leggono sono di estrema sinistra :-), e di queste cose non ne sanno magari troppo, mi pare opportuno dare qualche notizia in più, che può sempre essere utile nelle chiacchierate alla macchinetta del caffè. Altrimenti, come al solito, siete liberi di saltare la lettura.
Innanzitutto, iniziamo da uno scoop di base. Il problema non è la messa in latino. In effetti, come si può vedere andando a sfogliare i documenti del Vaticano II, la Sacrosanctum Concilium (III, 36) dice che nel rito latino la lingua ufficiale è… il latino. Poi viene graziosamente concesso, sotto controllo vescovile, di usare la lingua nazionale. In pratica non credo di conoscere nessun posto in cui la messa venga celebrata col rito postconciliare, ma in latino; però non ci sarebbe nessun problema ecclesiastico a farla. Quello che vogliono i lefebvriani è celebrare la messa col rito tridentino; che il rito sia in latino è un fatto, che ritengano il latino più “degno” per la celebrazione è probabilmente un altro fatto, ma sono due cose distinte.
Secondo scoop: di “perfidi ebrei”, o addirittura i “giudei infami” (sempre da Rep.it, questa volta addirittura in homepage. Strano, non mi pareva che avessero ripubblicato il Cuore, né il Diario minimo con l’Elogio di Franti. Chissà da dove gli è venuto fuori l’aggettivo) effettivamente se ne parlava nel messale Tridentino, durante la funzione (che non è una messa, ma qui entrerei troppo nel dettaglio) del venerdì santo. C’era infatti una preghiera “pro perfidis Iudaeis”: Wikipedia ne riporta il testo. La preghiera “per gli Ebrei” continua ad esserci ancora oggi, anche se il testo è molto cambiato, non solo per la cancellazione della parola “perfidi” ma anche perché non si dice più “fa’ che capiscano qual è la Vera Fede”. C’è tutta una diatriba sul vero significato dell’aggettivo “perfidis” in quel contesto: la mia personale opinione è che era nato nell’accezione latina “che hanno rotto il patto” (quello di Abramo che per un cristiano è stato completato dal Cristo) ma che ha rapidamente assunto il significato attuale di “perfidi” per colpa proprio di quella frase e dell’antisemitismo nemmeno troppo strisciante dei secoli passati. Però…
Il punto è però che quando ho scritto che “se ne parlava“, non è che pensassi al nuovo messale. Il rito tridentino ha avuto varie modifiche, a partire dal 1570 quando fu promulgato; l’ultima avvenne… nel 1962, dove la frase incriminata era stata appunto tolta da Giovanni XXIII, che dietro la faccia contadina da Papa Buono era un finissimo politico e aveva capito che forse era meglio evitare certe espressioni. È possibile che qualche lefebvriano sia un sedevacantista, ma non credo che ritengano diabolica la versione del 1962 dell’Ordo Missae: insomma, la ragione indicata nell’articolo di Rep.it mi pare tanto una bufala. Nulla di così strano.
Per quanto riguarda me, sono completamente agnostico rispetto alla reintroduzione del rito tridentino, almeno fino a quando rimane facoltativo: dal mio punto di vista è troppo esoterico, e non credo nemmeno che la chiesa cattolica ci guadagni qualcosa, ma chi sono io per giudicare?
Aggiornamento: (5 luglio) Anna mi ha fatto notare come in Inghilterra il latino abbia avuto delle connotazioni molto negative a partire dallo scisma anglicano e dalla contestuale King James Bible. Magari la vera ragione è questa…
Aggiornamento: (8 luglio) Continuo l’analisi qua.

Contrordine compagni

La settimana scorsa avevo scritto che erano apparsi i primi cartelli di lavori per la linea 5 della metropolitana di Milano. È vero che c’era scritta la data d’inizio (il 26 giugno) ma non quella di termine dei lavori: ma si sa che questa è la norma, in Italia, e tanto nessuno crederebbe alla data indicata.
Però mentre ieri sera tornavo a casa mi sono accorto che i cartelli sono stati parzialmente coperti, in modo da nascondere anche la data di inizio dei lavori stessi. In effetti, non è che in questa settimana abbia visto chissà quali scavi, e nemmeno un misero pezzetto di nastro colorato per indicare il punto dove in un universo parallelo qualcuno sta effettivamente facendo qualcosa. Però così mi rimane un dubbio: ma faranno qualcosa?

Sono una blogstar. E una blogstar di sinistra.

Non lo dico io, ma lo dice Lapalisse, che ha tirato fuori da non saprei bene da dove un insieme di link, con il seguente commento:
«I blogger della prima ora, sono tutti delle blogstar, e sono tutte blogstar di sinistra.»
«Inutile girarci intorno. Esiste una casta di gente di sinistra, o centro-sinistra più o meno moderata, che “fa” da sfondo a qualsiasi discussione importante sulla blogosfera.»
Indubbiamente sono un blogger della prima ora, fin qui non ci piove. Sulla blogstar avrei dei grossi dubbi, ma è anche vero che non conosco metà di quelli indicati. Sulla sinistra… beh, nella mia ormai venticinquennale frequentazione delle urne ho votato praticamente tutto l’arco costituzionale eccetto socialisti e socialdemocratici, ma compresi i liberali. Che dal 1994 non voti più i partiti delle varie coalizioni di centro-destra è vero, ma è anche vero che mi è capitato di annullare alcune schede perché non mi riconoscevo in nessuno dei candidati.
D’altra parte non credo di dovermi preoccupare più di tanto del giudizio: l’anno scorso Lapalisse aveva postato una sua Classifica Orientata. Purtroppo non ero nei primi 100 blog, quindi non mi sono trovato a fianco del mio nome un giudizio “estrema sinistra”. Sì, “estrema sinistra” come minimo, perché se uno come law-and-order Di Pietro è indicato essere di “sinistra” io devo essere un po’ oltre gli extraparlamentari!

Attentato alla produttività

Oggi sono rientrato in ufficio dopo pranzo, sono caracollato verso la macchinetta del caffè – cosa assolutamente necessaria, soprattutto dopo il kebab con cui mi ero ingozzato – e ho scoperto che la macchinetta non c’era più: era rimasta solamente quella con il junk food, l’acqua e le bibite. In effetti quando ero uscito avevo notato che c’era un camion che stava caricando o scaricando una macchinetta, ma era di bevande fredde, e quindi la cosa non mi era interessata più di tanto.
Salgo, chiedo lumi alla nostra vicesegretaria, e lei mi risponde che la nuova area con le macchinette sarà al secondo piano, un bel vantaggio rispetto al -1 attuale; però in questo momento non è ancora possibile andarci ufficialmente. (No, non è una cosa così strana: in effetti stavano ristrutturando il secondo piano, e quindi era chiuso già prima). Il risultato pratico è che sono in crisi di mancanza di caffeina calda, e non ho voglia di prendermi una coca.
Ma la cosa peggiore è che adesso sono sceso per vedere se c’era la possibilità di un fix… ehm, di un bicchiere di plastica, e davanti alla porta del secondo piano c’era una guardia giurata. Mamma mia.

Toh, si sono persi i soldi!

Repubblica ci fa sapere che il rapporto deficit-Pil nel primo trimestre 2007 è stato del 6.1%. Sarà anche vero che i dati sono “grezzi”, ma nei primi tre mesi dell’anno scorso, in piene spese di campagna elettorale, il deficit era stato del 5.9%. Cosa può essere successo? Beh:
– sono aumentati di due miliardi gli interessi sul debito. Però questo equivale solamente allo 0.6% del Pil.
– le uscite correnti sono aumentate del 3.8%, contro un aumento delle entrate correnti solo del 2.9%. Insomma, altro che contenimento della spesa!
Resta poi l’altra ipotesi più cattiva, corroborata dal fatto che della cosa ne parla anche La Stampa ma non il Corsera: Padoa Schioppa abbia spostato apposta un po’ di entrate al secondo trimestre, in modo da poter dire “bambole, non c’è più l’euro”. Non che questa possa essere l’unica risposta, ma non mi stupirei più di tanto se fosse una delle risposte.

Chi vincerà in Telecom

Stefano Quintarelli segnala questo articolo del Financial Times sui giochi di potere per il posto di amministratore delegato in Telecom. Sapevo che Pistorio non era voluto, ed era stato messo là giusto per tranquillizzare il mercato (non che ci siano riusciti). Quello che non sapevo è che Galateri, l’attuale papabile fortemente voluto da Mediobanca, in realtà viene indicato semplicemente perché Geronzi non lo vuole tra i piedi nell’istituto di credito… arrivando al paradosso che un uomo Fiat venga osteggiato da SanpaoloIntesa perché ovviamente l’altra grande banca italiana non può accettare che Mediobanca sia più importante di loro. Insomma, le solite beghe all’italiana dove i britannici si divertono a rigirare il coltello nella piaga, come alla fine quando affermano che un tandem Pistorio-Bernabé sarebbe forte… nonostante ai tempi il manager perse la battaglia con Colaninno “per i suoi errori tattici”. Beh, non hanno nemmeno loro il coraggio di prendere le difese di Buora e Ruggiero :-)