Lavoratori di tutto il mondo, ridete! (libro)

[copertina] Mi sa tanto che non deve essere così facile essere nato in un paese dell’Est, essere emigrato in Italia, e nonostante tutto essere di sinistra. Anche Moni Ovadia deve essere d’accordo con me, visto che in questo libro (Moni Ovadia, Lavoratori di tutto il mondo, ridete!, Einaudi Stile libero big 2007, pag. XXIV-269, € 15.50, ISBN 9788806185350) si lancia in una lunga introduzione per spiegare come l’idea di base del socialismo rivoluzionario fosse buona, ma che è stata gestita sempre peggio: e che comunque il capitalismo non è certo meglio e che se non fosse stato creato quel “cordone sanitario” dopo la prima guerra mondiale magari le cose sarebbero andate diversamente. Resta il fatto che questo libro rimane né carne né pesce, con una serie di battute che dovrebbero essere la parte fondamentale del libro ma sono di valore disuguale: alcune fantastiche, mentre altre non sono riuscito a capirle. Paradossalmente è più interessante la parte storica, con l’appendice in fondo e i rapidi richiami durante il libro: ma allora perché non farlo esplicitamente? Avevano paura non vendesse?

Attenti agli URL

turani C’è qualcosa che mi fa immaginare che uno della redazione web di Repubblica.it se ne stia andando, e voglia togliersi qualche sassolino.
(l'”intervista” che Giuseppe Turani ha fatto al direttore generale di Vodafone Italia la trovate qua: il link di cui sopra è rimasto per circa un’ora, dalle 12:55 alle 13:55).
(via Mantellini:, a sua volta via Bonacina)
Aggiornamento: (16:50) Il “kazzone” a dire il vero era solamente la ciliegina sulla torta. Ho dato un’occhiata agli URL degli articoli di Affari e Finanza odierno. Nella sottodirectory primopiano abbiamo queste associazioni nomi-titoli:
002kolazione.html: I nuovi smartphone offrono soluzioni che avvicinano l’uso a quello del pc
002volantone.html: Il marketing fa leva sull’emozione dell’iPhone
002kovero.html: Sempre connessi con 5 euro al mese ma attenzione: non vale per il pc
004fabrone.html: Il successo dei saldi e le griffe senza qualità (questo è di Giampaolo Fabris, per capire il nome del file)
010krepa.html: Arrivano le nanotecnologie, la Second Life della scienza
010kaspita.html: “L’università non è pronta alla multidisciplinarietà”
010kadera.html: Oltre il giardino
010kreolo.html: In Lombardia nasce il ‘cluster’ specializzato nell’ultrapiccolo
Si va avanti con 012fusillo, 012bustona, 012trenette, 016foketto, 016klaviere, 018erbarone.html, 018arcentro.html, 018erdalai.html, 020delete.html (sulla Pentax, si vede che non gli piaceva), 020arduer1.html (e 2 e 3, hardware ce n’è sempre tanto…), 026orata.html, 026branzino.html, 026nasello.html, 026sardina.html, 026sogliola.html… Almeno dategli un generatore di nomi, no?

Xinu

Il nome immagino sia Unix al rovescio: il sito immagino sia ispanofono, a giudicare dai puntatori che ha. Ad ogni modo, Xinu raccoglie tante informazioni sul sito che si indica nell’apposita finestrella. Utile? Boh. Ad esempio ho scoperto che la mia homepage non si valida, stasera a casa la correggo. Mi sembra già un buon risultato.
(via Storiedime)

trenitalia.out

Venerdì pomeriggio siamo partiti per un weekend in Trentino. Il nostro treno era alle 16.05: arrivo in stazione con una decina di minuti di anticipo, mentre Anna era già davanti a una di quelle famigerate macchinette “Fast Ticket”. I biglietti li aveva presi stamattina via Internet, ma la modalità “ticketless” non era disponibile e quindi bisognava stamparli. La macchina scrive sul display “sto stampando…”, rimane così per un minuto buono, e poi appare una minacciosa schermata rossa “Sportello Chiuso”. Comincio a temere il peggio: andiamo a un’altra macchinetta, rimettiamo il codice di prenotazione, e ci appare la scritta “Prenotazione bloccata: rivolgersi in biglietteria”. Il tutto alle 16.01, con le biglietterie che come si può immaginare erano un carnaio unico. A questo punto andiamo al binario, becchiamo il controllore e gli spieghiamo il tutto. Lui ci dice “io non posso stampare il biglietto: per me non ci sono problemi ma quando cambiate a Verona dovreste provare alle macchinette là”. Il tutto con una coincidenza di otto minuti.
Nonostante il treno fosse strapieno, con i corridoi completamente bloccati alla faccia delle prenotazioni obbligatorie, fortunatamente è arrivato in orario e così sono riuscito a catapultarmi nell’atrio e stampare questi stramaledetti biglietti. Non che ci siano serviti, visto che di controllori non ne abbiamo trovati… L’avventura è terminata alla stazione di Trento, dove ho acquistato due prenotazioni per il tratto Trento-Verona del ritorno: visto che l’eurocity di domenica non ha la prenotazione obbligatoria, Trenitalia non ti permette di acquistarla via Internet e devi per forza andare in biglietteria. Gentili, vero?
Riuscire a stampare un biglietto non è per nulla una cosa facile.

Domande spiazzanti

Su Repubblica cartacea di venerdì, sezione milanese, c’è un intervista al neomaturato Matteo Albini. Domanda: “I commissari esterni sono stati molto severi?” Risposta: “Noi abbiamo avuto professori bravi che però facevano domande spiazzanti. A me hanno chiesto chi c’era in Etiopia prima che arrivasse Mussolini”. La domanda “spiazzante” non è stata fatta a uno studente di un istituto tecnico, dove magari non è che storia sia una materia così seguita dagli studenti, ma in un liceo classico. D’altra parte, visto che il giovane lo dice con tutta tranquillità, immagino che per lui fosse assolutamente normale non sapere nulla al riguardo. E poi ci chiediamo quali sono i danni della televisione?
Se questo è il livello di chi esce da un liceo classico…

Nel marketing il lessico è tutto

Non ho mai capito bene il perché, ma una volta ho commesso l’errore di fare un test su Tickle. Così ogni anno mi arriva un messaggio dicendo “guarda che ti stiamo buttando via l’account”, e – continuo a non avere capito il perché – mi ci ricollego. Ieri, in un attimo di follia, ho persino provato a fare un test di Rorschach, che nella parte aggratis del risultato mi ha detto che io sarei “a man of peace”. Bah.
Ma la cosa più divertente è stata l’email che mi sono trovato stamattina, che fondamentalmente mi diceva “ma come, non vuoi il report completo per soli novedollarienovantacinque?” Il divertente naturamente non è questo, ma l’ultimo link in fondo: il testo è «Click to get free info on how to start processing credit cards». Molto americana, quest’idea di informazioni GRATUITE per permetterci di pagare, non trovate?

sincretismo nel phishing

Perché limitarsi a fare phishing su un solo sistema? L’ultimo esempio che mi è arrivato ha lo slogan «Il più buon modo di comprare o vendere on-line su eBay sta usando PostePay», qualunque cosa ciò dovesse significare in italiano per gli amiconi che hanno scritto il messaggio. Altre chicche nel testo: «Ad attivo i servizi on-line e nuovi con eBay per favore completano il Suo Poste.it conto on-line» che è al di là della mia comprensione, e «L’Assistenza Clienti […] immediatamente vuole attivo i Suoi servizi nuovi con eBay», che almeno è più chiaro.
D’altra parte, il sito del phishing, 125.70.253.8, è situato a Pechino…
Nota a lato: gli indirizzi IP stanno davvero per finire, se la classe A 125.x.x.x è già stata assegnata. Dopo di quella c’è solo la 126.x.x.x… (sì, lo so che le classi A sono allocate per continente e magari gli asiatici sono più avanti nel loro uso, ma il concetto non cambia) Ricordo ancora quando in Cselt non eravamo connessi via Internet ma solo con Decnet, e usavamo indirizzi IP interni 125.x.x.x “perché tanto non davano fastidio in ogni caso”!