Via del Plebiscito, 102

Tra le parole chiave che hanno fatto arrivare ignari surfisti sul mio blog, qualche minuto fa ho trovato “address for Silvio Berlusconi”. Il mio primo pensiero è stato che qualcuno volesse trovare un discorso per Silvio, ma visto che la richiesta arriva da un Macintosh italiano, anzi lombardo, credo che l’anonimo amico cercasse semplicemente un indirizzo cartaceo per inviare le sue condoglianze per la morte della signora Rosa, ma non volesse mischiarsi alle millanta persone che si limitano a chiederlo in italiano. Ad ogni modo, io scriverei direttamente a Forza Italia, 00186 Roma, all’indirizzo di cui al titolo di questa notiziola.
Per par condicio, ricordo che ieri è morto anche Ernesto, il padre di Riccardo Illy: credo che se uno scriva al Consiglio Regionale FVG, piazza Oberdan 6, Trieste, vada benissimo.

La gioia del sesso (libro)

[copertina] Bisogna dire che non solo il nome dell’autore di questo che dovrebbe essere un famoso trattato sul sesso (Alex Comfort, La gioia del sesso [The Joy of Sex], Tascabili Bompiani 1996 [1972, 1996], pag. 256, € 7.50, ISBN 978-88-452-7117-7, trad. Marisa Caramella, Marco Amante, Maura Pizzorno) ma anche quello di uno dei traduttori (Amante…) sembrano scelti apposta. A parte queste constatazioni “parolibere”, devo confessare che il libro mi ha un po’ deluso. Ottima l’idea di parlare non solo delle posizioni ma anche dei luoghi dell’amore – Comfort si raccomanda di non chiamarle “del sesso” e di tutte le cose al contorno; belle anche le illustrazioni a matita che accompagnano il libro – mentre le foto oggettivamente le ho trovate inutili e nemmeno buone per un voyeur. Ma si sente troppo chiaramente l’insieme di pezze che è stato aggiunto nel 1991, quando il diffondersi dell’Aids ha fatto riconsiderare gli usi sessuali; in questo modo però si è persa l’omogeneità del testo iniziale che penso fosse una forza del libro. Aggiungiamo poi, soprattutto nelle parti inserite nella seconda edizione, una quantità di refusi assolutamente incredibile e una traduzione dall’aria un po’ strana e otteniamo appunto un risultato un po’ deludente, anche se persone poco creative come me possono trovare utili spunti :-)

Aborti tardivi?

Di per sé, che un feto che dia segni di vita debba essere rianimato non è nulla di strano, anzi. Una volta che il cordone ombelicale è stato tagliato, è un essere vivente per conto suo: ovviamente non sarà riconosciuto dalla madre, ma questo già adesso non è un problema con la legge attuale. Però ci sono alcuni punti che non mi convincono affatto:
– questo documento è “casualmente” apparso in occasione della Giornata per la Vita;
– continuo a chiedermi come mai ci siano aborti così avanti nella gravidanza, visto che anche le analisi si fanno al terzo, massimo al quarto mese;
– e naturalmente mi chiedo perché non venga applicata la legge 194 e qualcuno non faccia dei consultori finanziari dove insegnino che il modo migliore per evitare di abortire poi è la contraccezione prima. Ovvio che aborti ce ne saranno sempre, ma almeno sarebbero di meno.

Se non sono pazzi non li vogliamo

Ho scoperto solo ieri una delle millanta chicche presenti nel libro di Hofstadter Gödel, Escher, Bach. Alla fine del dialogo intitolato “Variazioni Goldberg” (anzi, nell’originale inglese, “Aria with variations”) ci sono tre errori di stampa, per la precisione tre parole a cui manca una lettera. Le tre “lettere che mancano” sono una sopra l’altra, e se ci fossero formerebbero la parola “end”.
Inutile dire che nella traduzione italiana ci sono quattro parole a cui manca una lettera…

Teatrino della politica

Sono certo che Renato Brunetta e Fabrizio Cicchitto, assieme a Paolo Guzzanti, saranno assolutamente convinti di essere delle persone divertentissime. E in effetti, guardando Brunetta a figura intera, uno potrebbe anche essere d’accordo.
Però, se io fossi in Marini e Napolitano, mi affretterei a dedicare al loro comitato “Elezioni subito” tanto, tanto, tanto tempo. Giusto il tempo necessario per rinviare di un bel po’ le elezioni. E io sono uno di quelli che le elezioni le vorrebbe davvero subito.

le cover dei Pooh

Ieri sul Corsera c’era un bel marchettone sui Pooh che stanno pubblicando un album di cover anni ’60, BeatRegeneration. A parte che io tremo violentemente a sentire frasi come «Abbiamo evitato tutto quel che poteva avere il sapore di una “operazione nostalgia” […] Io quei pezzi li suonavo nelle balere e ho cercato di pensarli come se fossero stati scritti ieri», a leggere che «Pugni Chiusi è una delle poche canzoni made in Italy al cento per cento» mi viene da ridere. O meglio: le prime venti battute della musica di Ricky Gianco – o di Gianni Dall’Aglio ricordano così spudoratamente l’attacco di When a Man Loves a Woman di Percy Sledge che io parlerei più che altro di plagio… ma gli anni ’60 erano così. Chiedere ad Adriano “Chi non lavora non fa l’amore” Celentano per informazioni ulteriori!

Quando il degrado fa bene

Ora che la famigerata modifica alla legge sul diritto d’autore è stata licenziata da entrambe le Camere, l’ottimo Andrea Monti fa notare che tecnicamente un qualunque file MP3 è degradato, e quindi in pratica diventerà possibile scambiarsi qualunque file, purché “per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro”. La cosa purtroppo non vale per le immagini, visto che “bassa risoluzione” è un termine generico; però è sicuramente interessante. È interessante anche il commento dell’ineffabile Enzo Mazza, presidente della FIMI, che se ne esce bel bello dicendo «La legge non ci preoccupa perché sappiamo già come sarà il decreto che fisserà i paletti» (dell'”uso didattico o scientifico” e facendo intuire che il nostro Parlamento non si deve preoccupare, visto che ci penseranno loro a dettargli cosa dovranno scrivere: ma in effetti mettere limiti a quel livello significa rischiare pericolosamente l’incostituzionalità (articolo 33).
È probabile che presto verrà fatta una leggina riparatrice: ma per il momento godiamoci questa piccola libertà.

Geocartografia (libro)

[copertina] (se vuoi una mia recensione più seria di questo libro, va’ su Galileo!)
Avete comprato il navigatore GPS e non riuscite a capire dove siete? Beh, a parte quando i satelliti fanno le bizze e vi situano in una posizione improbabile – a me è capitato in Sardegna di trovarmi a salire fino a 4000 metri di altezza… – magari potrebbe essere utile un veloce ripasso di come si legga una carta geografica, senza pensare di essere nati imparati. Questo libro (Elvio Lavagna e Guido Lucarno, Geocartografia Zanichelli 2007, pag. 140, € 14 , ISBN 9788808167286) è allora proprio quello che vi ci vuole. Gli autori, pur partendo dall’idea di scrivere un manuale pratico, forniscono una vera miniera di informazioni su tutto quello che riguarda la cartografia: dalla teoria – e pratica – di come riuscire a rappresentare la superficie terrestre su un piano in maniera per quanto possibile fedele a come si sono evolute le carte geografiche, a seconda delle necessità dei mercanti prima e degli eserciti dopo. Gli amanti della tassonomia possono scoprire quali tipi diversi di carte tematiche vengano prodotti e anche inventati al giorno d’oggi, mentre gli amanti della montagna avranno finalmente la possibilità di scoprire gli ingegnosi sistemi usati dall’Istituto Geografico Militare di Firenze per inserire quante più informazioni possibili nelle cartine in bianco-e-nero che sono ancora oggi lo standard ufficiale italiano. Ecco: l’unico appunto che mi viene da fare al libro è che sarebbe stato utile parlare un po’ di più delle carte stradali contemporanee, per mostrare come non è vero che le informazioni siano automaticamente comprensibili a chi le consulta, ma c’è un importante lavoro di usabilità dietro di esse.