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Milano-Monza-Milano

Ieri sera sono andato a cena dai miei suoceri, nella zona nord-est di Monza vicino al parco. Dopo aver controllato adeguatamente il tempo per evitare di trovarmi un temporale, mi sono lanciato con la mia bicicletta, seguendo il percorso Zara-Testi-Lombardia-Battisti-Boccaccio. Ad essere sinceri, il percorso è più corto di un qualche centinaio di metri di quello casa-ufficio, quindi non è poi un grosso problema.
Passando alla parte di trasporti vera e propria, il percorso prevede controviale su tutto il tratto milanese, pista ciclabile a lato della strada a Cinisello fino allo svincolo dell’autostrada, poi “pista ciclabile soppressa” con però molto spazio da San Fruttuoso a viale Battisti, dove c’è la pista ciclopedonale. Via Boccaccio la si fa sulla strada. La pista ciclabile non è poi male, almeno di giorno: la parte vicina al parco Nord è assolutamente non illuminata. Gli unici problemi sono il torcicollo a tutti gli innesti per vedere che nessun idiota salti la precedenza – mettere un rallentatore potrebbe essere un’idea – e riuscire a passare i pedoni che come sempre occupano tutta la larghezza della pista. Il tratto davvero pericoloso è ovviamente quello dello svincolo di autostrada e tangenziale, e lì non saprei proprio da dove cominciare a metterlo a posto.
Alla fine sono stati 44 minuti ad andare e 53 a tornare, un tempo abbastanza dignitoso considerando il mio raffreddore e la mia notoria pigrizia.

Ultimo aggiornamento: 2005-07-23 17:50

macché estate

Intendiamoci: la temperatura esterna e soprattutto l’umidità relativa si mette di impegno a ricordarcelo, tanto che stamattina alle 7:15 stavo bene ma alle 7:45 ero già tutto sudato. Ma il traffico oggi era assolutamente impossibile, tenendo anche conto che alle auto solite si univa della gente che non ha esattamente idea di come ci si muove. Del resto, dovendo oggi andare a Torino e dovendo anche recuperare un bel po’ di vino, non è che avessi tante altre possibilità…
La parte più interessante della giornata è stata trovarmi uno che sul suo suzukino (il quattroperquattro di chi vorrebbe ma non può) aveva deciso che il concetto di precedenza indicato per terra e sui cartelli non era degno di lui e quindi ha tentato di tagliarmi la strada. Dopo che gli ho fatto notare il mio concetto di precedenza ha ancora avuto il coraggio di darmi del pirla… è proprio vero, deve avere avuto un’infanzia difficile (e brianzola, dall’accento)

Ultimo aggiornamento: 2005-07-18 10:55

Muoversi in Tuscia e dintorni

La trasferta di Valentano mi ha fatto scoprire molte cose interessanti. Ad esempio, mentre a Milano ormai allacciarsi le cinture in auto è abbastanza comune, quassù è ancora visto come un’optional esotico. L’autobus che mi ha portato a Montefiascone è poi stato un delirio: oltre al percorso che ovviamente portava su e giù per i vari paesini invece che tirare dritto mi sono anche trovato un autista che ogni tanto si fermava a salutare chi passava per strada, e ha continuato per tutto il tragitto a lamentarsi assieme a una passeggera delle truffe telefoniche che erano state loro propinate. Ho finalmente capito dal vivo come facciano quelli dei dialer a guadagnare tutti quei soldi: non ci vuole molto, quando la gente è convinta che “sta scaricando gratis le canzoni, e paga solo la connessione”. Ogni tanto mi viene da pensare che se lo meritino.
La stazione di Montefiascone è stata per me una scoperta quasi paragonabile a quella di Fontanafredda provata a fine aprile. Naturalmente non sta a Montefiascone, ma quello era intuibile orograficamente. Perlomeno è in una frazione, o ad essere precisi dalle parti di una frazione. C’è questa palazzina assolutamente disabitata, senza nemmeno una casa o un negozio intorno, e con una biglietteria automatica che perlomeno mi permetteva di fare un biglietto fino a Firenze. Le obliteratrici le ho viste solo in un secondo momento, visto che erano incassate nel muro e coperte da un pezzo di plexigas che lasciava solo la feritoia per timbrare.
Il simpatico trenino proveniente da Viterbo mi ha alfine lasciato alla stazione di Attigliano: anche qua credo che la stazione sia piuttosto indipendente dal paesino umbro corrispondente, ma perlomeno c’era un bar-tabacchi-edicola-quant’altro dove mi sono preso un panino e un gelato, e ho scoperto dalle cartoline pseudopornosoft che la metropoli deve anche comprendere nei suoi confini una caserma. Peccato che l’ancor più simpatico treno che avrebbe dovuto portarmi a Firenze avesse venticinque minuti di ritardo già prima di arrivare, minuti che non ha certo recuperato: così mi ha fatto perdere l’Eurostar delle 17.14. Perlomeno c’era l’aria condizionata e uno scompartimento nominalmente chiuso: d’accordo, la porta non era fissata sotto, un po’ come capita spesso con la mia doccia, ma l’idea era quella.
A Firenze ho scoperto che la gente ha scoperto l’esistenza delle macchinette automatiche per fare i biglietti, ma non ha ancora cpaito come usarle; che l’altoparlante annuncia l’inizio della messa prefestiva in cappella, e che Trenitalia ti permette di prenotare un taxi a Milano Centrale pagando “solo” cinque euro. Mi sembra più semplice telefonare quando si sta arrivando, a dire il vero.

Ultimo aggiornamento: 2005-06-19 13:14

mi correggo

Non è vero, come avevo scritto qui, che ATM non si fosse accorta che l’11 passa da piazzale Lagosta. Semplicemente si erano portati avanti col lavoro, dato che da domani lo devieranno. Beh, quando ho guardato il sito l’altro giorno, a dire il vero, gli facevano ancora fare il capolinea solito in Testi invece che in Largo Mattei, e oggi continuano a essere convinti che le fermate in zona Bicocca saranno insieme a quelle del 7, ma non stiamo a sottilizzare…

Ultimo aggiornamento: 2005-06-12 11:43

Macché “clienti”

Stamattina Adolfo partiva tardi per l’ufficio, e non avevo voglia né di attraversare Milano in auto da solo né di pedalare, così ho preso la metropolitana per andare in ufficio. Sono partito male, perché mi sono dimenticato che era lunedì e che quindi forse era meglio non comprare oggi i biglietti, ma tanto ero in anticipo per l’orario fisso del bus AMP per Rozzano. Peccato che a S.Ambrogio la metro sia rimasta ferma per undici minuti. Ci siamo finalmente mossi verso S.Agostino: altri quattro minuti di fermo. E così via: tre minuti a Porta Genova, otto minuti a Romolo. Eravamo arrivati a S.Ambrogio alle 8:37, siamo giunti a Famagosta alle 9:10.
La cosa peggiore è l’assenza di informazioni. Ci sono dei bellissimi e funzionantissimi altoparlanti: cosa ci vuole a dire “abbiamo un problema sulla linea, una vettura che non funziona, ci hanno invaso le cavallette… non sappiamo quando riusciamo a partire”? No. Silenzio. Solo alle 9:03 qualcuno si è degnato di iniziare a dire che per “problemi di impianto alla stazione Abbiategrasso i treni avrebbero subito dei ritardi”, e a questo punto, forse per la media trilussiana, hanno ripetuto l’annuncio ogni minuto. D’altra parte, ATM è tanto brava a scrivere comunicati contro chi sciopera, ma non si è ancora accorta che da mesi l’11 passa di nuovo per piazzale Lagosta, e nel sito lo fa viaggiare da viale Lunigiana. Inizio a capire chi viaggia senza biglietto.

Ultimo aggiornamento: 2005-06-06 12:05

Piste ex-ciclabili milanesi

Ho già raccontato della fantasmagorica pista ciclabile sul cavalcavia Eugenio Bussa; la preposizione sta a significare che le rampe di accesso, che sono tra l’altro a senso unico, non hanno alcuna protezione per le bici, che possono solo andare avanti e indietro sul ponte. Ma dovrei dire “potevano”, visto che ho notato che il cordolo è rimasto, ma sono state accuratamente cancellate con la vernice nera i simboli delle biciclette disegnati sull’asfalto, esattamente come sono stati tolti i cartelli di inizio/fine della pista su un lato. Sull’altro sono stranamente rimasti, ma non è così facile fare un lavoro completo. Chissà se l’ineffabile assessore Goggi si è anche ricordato di togliere quegli ottanta metri dal novero delle ciclovie meneghine… (d’altra parte non era il tratto più corto. A Padova ho visto una “pista” che non raggiungeva i dieci metri di lunghezza, con tanto di cartelli di inizio e fine e strisce gialle)

Ultimo aggiornamento: 2005-06-04 13:36

velocità commerciale

Ieri in auto ci ho messo 53 minuti ad arrivare in ufficio. Anche oggi ne ho messi 53, ma in bici. E non ho nemmeno pestato sui pedali, non ne avevo proprio voglia. È vero che pedalando devo fare 15 chilometri e mezzo contro i 18 in auto, ma la velocità commerciale è più o meno la stessa, e in macchina ho anche il pezzetto di autostrada che dovrebbe far crescere la media. Se ci fossero delle piste ciclabili serie, si potrebbe davvero usare la bici a Milano: qualcuno glielo va a spiegare a Goggi?

Ultimo aggiornamento: 2005-05-20 11:13

Lavori non ottimali

Stanno rifacendo (era ora…) la pista ciclabile sul Naviglio Pavese, che sfrutto per qualche centinaio di metri quando vado in ufficio. Hanno buttato giù un bello strato di asfalto, ma in un paio di punti non hanno messo abbastanza catrame e quindi le pietruzze si stanno già staccando: non oso pensare cosa succederà questo inverno con il gelo.
Per la cronaca, ho provato a scrivere a riguardo all’assessore provinciale: vediamo se ci sarà risposta.

Ultimo aggiornamento: 2005-05-11 12:20