Ieri Anna aveva capito che Libero avrebbe pubblicato un’intervista a Francesco Cossiga dove l’ex-presidente diceva di aver fatto mettere le bustine di droga negli abiti degli oppositori politici. Beh, non era proprio così: le bustine finivano ai sospetti terroristi, come si può leggere nel testo; e soprattutto l’intervista era già stata pubblicata venerdì. Ad ogni modo ho investito un euro nell’acquisto del giornale in questione, e mi sembra il minimo farne una recensione.
Tra le notizie di venerdì, avevamo Israele che bombardava il Libano. Avevamo la sentenza del Moggigate che sicuramente ha un appeal ben maggiore nell’italiota tipico, tanto che anche blasonati quotidiani hanno usato quella come notizia principale. E invece no. Titolone, tutto maiuscolo: I SOLDONI DEL CORRIERE. Una Grande Inchiesta su quanto guadagnano i collaboratori esterni di RCS, con le frecciate, che continuano a pagina 2 e 3, sulle beghe interne al giornale e sulle copie da esso perse dopo che Mieli a marzo fece la sua scelta di campo per il centrosinistra.
Tralasciando la parte calcistica, passo a quella politica. “Prodi detta la linea: la canaglia è Israele”. Come si vede, il titolo è un’esplosione rispetto alle parole effettivamente pronunciate (“deploriamo l’escalation”). Ma questo non è strano in un giornale che a detta del suo direttore deve parlare alla pancia dei lettori, e non può perdersi in questioni filologiche. Lo si vede anche in un altro articolo: il titolo è “Il Financial Times bastona il Professore. Ma nessuno ne parla”, mentre il testo, che è la traduzione dell’articolo del FT, spiega come Prodi rischi la spaccatura della maggioranza per la questione del rifinanziamento della missione in Afghanistan. Non esattamente la stessa cosa.
Ma che possiamo dire di un quotidiano che per un’analisi della politica estera italiana fornisce un’intera pagina nientemeno che… a Renato Brunetta? Sì, proprio lui: l’economista diversamente alto di Pravisdomini, sul quale ho già avuto dei dubbi quando parla di cose nel suo supposto campo. È vero che siamo in tanti, io in prima fila, a sproloquiare su tutto; ma almeno nessuno paga per leggermi, né la diffusione delle mie perle di saggezza è così capillare.
Termino con le pagine delle lettere, perché sono sempre il miglior specchio della linea di un giornale. Abbiamo ben cinque lettere di persone che ce l’hanno con Berlusconi perché “ha calato le braghe” nella questione D’Elia e per il decreto salva-Irap, e temono capiterà lo stesso con l’aiutino al governo per il rifinanziamento delle missioni all’estero. C’è chi si lamenta perché “Questa sinistra italiana è riuscita a farci vedere una mortadella che innalza una coppa. Mondiale.” (immagino volesse essere una battuta salace). C’è il diciannovenne che scopre che Scalfaro ha collaborato attivamente coi partigiani nei cosiddetti “tribunali del popolo” (il giovine ha fatto un po’ di confusione, vabbè), che Pertini “esaltò più volte l’uccisione di Mussolini, per non parlare del fatto che omaggiò diverse volte Stalin” (e a leggerlo così si direbbe che l’atto peggiore fosse il primo); e termina chiedendo come e perché queste persone – e sarò prevenuto, ma leggo ttra le righe il nome di Napolitano – siano arrivate alla Presidenza della Repubblica. C’è infine chi dice che “i compagni hanno politicizzato anche il calcio: per colpire Berlusconi hanno colpito il Milan” e suggerisce a Silvio di creare un campionato lombardo-veneto, più la Lazio (il lettore spiega di tifare per quella squadra, e credo pochi rimarranno stupiti a saperlo). Finché non ci si ricorda che l’Italia è anche questa, tante cose non si possono capire.
Ultimo aggiornamento: 2006-07-16 20:35