Mapu. Terra (teatro)

Domenica siamo andati all’ex O.P. Paolo Pini, che come ogni estate ha la rassegna “Da vicino nessuno è normale” – d’altra parte, O.P. sta per “ospedale psichiatrico” – a vedere la rappresentazione di teatro-inchiesta Mapu. Terra, messa in scena dall’associazione Alma Rosé con la collaborazione di Angelo Miotto, ben noto agli ascoltatori di Radio Popolare.
Lo spettacolo nasce dalla denuncia subita da due indigeni mapuche, che erano tornati nella loro terra natia solo per scoprire che era stata comprata dalla Benetton, e si dipana sul concetto nostrano di città e di alienazione da quella che è la “nostra” terra.
Bene. A me non è piaciuto per nulla, e avrei preferito di gran lunga essermene restato a casa. Nulla da eccepire sugli attori, soprattutto su Manuel Ferreira; al limite potrei avere qualche dubbio su Elena Lolli che mi sembra troppo tesa a fare un bel compitino; però è proprio l’impianto dello spettacolo che non regge, e sembra più che altro un’ammucchiata di idee senza un vero filo conduttore, che immagino dovrebbe essere la parte di Miotto. Rimangono così un paio di monologhi carini, ma che sono percepiti più che altro come sketch: proprio il contrario di quello che avrebbero dovuto inviare come messaggio.

Ultimo aggiornamento: 2006-07-26 14:13

Un pensiero su “Mapu. Terra (teatro)

  1. Francesco

    Ho trovato molto interessante lo spunto che ha portato attori e regista ad iniziare da un’inchiesta sulla terra rubata ai mapuches per poi arrivare a noi, a come noi viviamo la nostra terra…
    del resto per capire un benneton dovremmo iniziare a capire noi…
    francesco

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