Ricordate il mio viaggio autostradale di due settimane fa? Venerdì siamo di nuovo scesi a Chiavari, ma memore della disavventura ho prima controllato sul sito di Autostrade per l’Italia se ci fossero chiusure previste. Vedo che in effetti il tratto tra Bolzaneto e l’allacciamento con la A12 è chiuso, ma l’orario è 00:00-06:00 anziché il solito 22:00-06:00 delle altre chiusure. Mah, mi dico, magari essendo venerdì sera immaginano che ci sia più traffico; e comunque da Bolzaneto arrivare al casello di Genova Ovest non è la fine del mondo.
Partiamo, ovviamente sul tratto della Serravalle non c’è scritto nulla sui pannelli a messaggio variabile, ma non c’è scritto nulla nemmeno fino a Isola del Cantone, dove scopriamo che la tratta Bolzaneto-A12 è chiusa… dalle 22 alle 6. Proseguiamo, arriviamo a Bolzaneto… e non c’è nulla. Possiamo tranquillamente proseguire e arrivare a Chiavari.
In pratica chi ha preparato i cartelli variabili non ha letto quello che era stato mandato se non la località di chiusura e ha messo il solito testo. Grande utilità, vero?
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misteri tranviari
Stasera dovevo andare alla presentazione di un libro in via Mercato. Nessun problema, penso, prendo il 4 che mi lascia lì a due passi. Vado verso la fermata, vedo un tram fermarsi al semaforo, corro, attraverso con lui, riattraverso per andare sul lato giusto… E quello non si ferma nemmeno. Vabbè, vedo che ne sta arrivando un altro: peccato che sia una corsa limitata in piazzale Maciachini. Salgo lo stesso, faccio l’unica fermata, me sposto dove sta per arrivare la 70: una buona idea, perché mi porta fino in piazzale Baiamonti dove magari passa un 2. Scendo e vedo arrivare un 4: strano, perché il display indica 11 minuti di attesa. Mentre il 4 si avvicina, vedo che è velettato BAIAMONTI (a volte capita, soprattutto se ci sono lavori) La cabina del 4 è chiusa, quindi non posso parlare con l’autista: gli faccio un cenno con la mano indicando se sta per girare, lui mi guarda strano, al che indico verso l’alto la veletta. Lui guarda il suo display, tocca qualcosa e mi fa cenno di salire. In effetti quando poi sono sceso la veletta indicava il corretto CAIROLI.
Certo che non è facile prendere i mezzi a Milano!
Ultimo aggiornamento: 2025-06-05 18:37
Altro che legge di Hofstadter!
La legge di Hofstadter, come espressa da Douglas Hofstadter, afferma che ci vuole più tempo di quanto si pensi per fare qualcosa, anche se si tiene conto della legge di Hofstadter. Credo che chiunque abbia fatto una stima per un lavoro si sia effettivamente accorto della triste realtà sottesa da questa legge. Però qui a Milano la situazione sta diventando tale che il buon vecchio Doug può essere definito un ottimista.
A metà novembre hanno chiuso l’incrocio tra viale Suzzani e via Santa Monica, facendomi bestemmiare come non mai, per i lavori della metrotranvia (il 7, per gli amici) che prima o poi dovrebbe arrivare a Certosa ma per il momento si limiterà a fare capolinea davanti al pronto soccorso del Niguarda, sempre che ATM abbia sufficienti vetture bidirezionali per un capolinea senza anello di ritorno. Ora, io sono una persona semplice, e mi sono chiesto perché dovessero chiudere un incrocio per sette mesi. Nella mia ingenuità, pensavo che si sarebbero spostati i sottoservizi e poi piazzati i binari in corrispondenza dell’incrocio, aspettando con calma di proseguire sul resto del percorso. Ad ogni modo i lavori sarebbero dovuti terminare lunedì scorso, ma qualche giorno prima della fatidica data sui cartelli si è appiccicata una scritta a mano che dava la nuova data di termine lavori: il 6 luglio, un mese e mezzo dopo la data prevista. Non che io creda che ce la faranno per quella data.
Lo stesso sta capitando con il rinnovo delle scale mobili della gialla. A Turati c’era un bel cartello che ci assicurava che per fine aprile avremmo avuto la scala più bella che pria: adesso il cartello recita “fine giugno”, e dovrei quasi essere contento che abbiano fatto un salto di due mesi, visto che a Maciachini si è andati avanti per quattro mesi con lo slittamento di trenta giorni per volta. Quello che non capisco non è tanto i mesi che servono per rimettere in sesto una scala mobile, quanto il fatto che è un anno che i lavori stanno andando avanti: possibile che nessuno sia riuscito a calcolare i tempi necessari? È vero che magari ogni scala mobile è un mondo a sé, ma nell’insieme non credo che lavori e pezzi di ricambio siano tanto diversi. Mi sa tanto che le date iniziali siano indicate sapendo benissimo che sono farlocche, solo perché così la gente rimanga speranzosa per una pronta messa in opera…
Stop a catena alla metro
Ieri sera dovevo andare alle prove del coro (non quello solito, un altro…) che di tengono dietro piazza Duomo. Ho preso la metropolitana, ma arrivato a Turati non è ripartita. Ogni tanto arrivava un messaggio (automatico) dagli altoparlanti interni che diceva ai viaggiatori che “si era in attesa del segnale di via libera dalla centrale” (non è molto noto che la Gialla a Milano è semiautomatica: il macchinista fa poco di più che aprire e chiudere le porte, oltre che controllare che nessuno si butti sotto il treno). Dopo cinque minuti mi sono scocciato, sono uscito e mi sono avviato a piedi, tanto è meno di un chilometro e andare al bikemi più vicino mi avrebbe fatto perdere troppo tempo.
La cosa che però mi ha lasciato perplesso è che giunto (in ritardo) alle prove mi è arrivato un messaggio da ATM dicendo che c’era un guasto agli impianti al capolinea di San Donato, tanto che i treni facevano capolinea a Rogoredo che è la fermata precedente. Ora, da Turati a San Donato ci saranno 10 fermate. Capisco che la segnalazione blocchi i treni se il tratto seguente non è libero, ma alle 20 non è che ci siano tutti quei treni in circolazione. Com’è possibile che il blocco arrivasse fino a Turati? E se ll guasto c’era da un pezzo, perché non segnalarlo subito, che mi prendevo un bikemi?
Aggiornamento: (12:30) A quanto pare il guasto era più grave del previsto, tanto che hanno dovuto bloccare la metro fino a Porta Romana (il primo punto dopo il centro in cui i treni tornano a essere sullo stesso livello). Turati-Porta Romana è un percorso dove posso immaginare che la congestione si propaghi, ma resta il fatto che il blocco ulteriore è stato annunciato un’ora dopo…
Ultimo aggiornamento: 2025-02-07 12:27
Tessera ATM virtuale
A metà dicembre ATM ha rinnovato la sua app e introdotto l possibilità di virtualizzare la tessera. Nonostante la mia ingravescente età, sono ancora così pazzo da provare queste novità, nonostante fosse scritto chiaramente che non si può tornare indietro e la tessera fisica resta disattivata; ma sono evidentemente troppo vecchio per comprendere le istruzioni,e dunque avevo creato una tessera full Digital anziché spostare quella fisica. Ok, era Natale, ma l’assistenza ci ha messo due settimane per cancellare la tessera virtuale e permettermi di digitalizzare la mia: direi che questo significa che ci sono ancora problemi co n la logica dell’app, vista che pensavo che sarebbe stato necessario semplicemente settare il bit “tessera attiva” a FALSE…
ci sono ancora altri problemi di gioventù, come il non poter rinnovare la tessera presa coi punti Esselunga e dovete qui di richiederne una fisica nuova. (Ma va anche detto che non riesco mai a non farne una nuova, quindi il problema potrebbe essere a monte). Ieri sera, al primo tentativo, ho perso qualche secondo per capire che dovevo cliccare sul telefono per attivare del tutto la tessera, e che non bastava averla attivata in maniera standard. Per il resto nulla di particolare, anche i controllori che ho trovato in Duomo non mi hn9cpntrollato esattamente come non mi controlla ano quando tenevo la tessera nella cover del telefono. Bisogna tenere l’app aperta (e ovviamente NFC attivo) per evitare che il telefono attivi Google Wallet o simili e faccia pagare il biglietto nonostante l’abbonamento. Però è una tessera in meno da tenere nel portafoglio, il che mi sembra una bella cosa… Ma non lo sembra ai gemelli, che nonostante abbiamo sempre il telefono in mano mi hanno guardato schifati all’idea.
(Sì,lo so che col telefono scarico uno è fregato. Basta saperlo)
come fare arrivare un treno in tempo
Quando c’era LVI, si sente sempre dire, i treni arrivavano in orario. Adesso c’è LEI (ma non credo abbia molto a che fare con i treni: lì era il Cognato che aveva esperienza sul campo). Ad ogni modo, Trenitalia ha già da un pezzo allungato i tempi di percorrenza dei treni, per ridurre i ritardi: cosa bruttina ma secondo me accettabile. Meno accettabile che quattro ore prima della partenza di un treno si decida di anticiparlo di 50 minuti. (“Ma noi abbiamo inviato comunicazione a tutti!”, come se uno fosse libero di anticipare tutti gli impegni per arrivare in orario).
Ovviamente la domanda è “ma di questi lavori sull’alta velocità ve ne eravate accorti quel giorno?”, ma forse è meglio non farsi di quelle domande.
Ultimo aggiornamento: 2024-11-11 15:48
Sapessi inventarmi io scuse così!
Leggo sul Post che il prolungamento della linea C della metropolitana è slittato di sei mesi. Nulla di strano, a Milano abbiamo avuto ritardi ben più lunghi. Ma a quanto pare il motivo di questo ritardo è dovuto al fatto che la stazione Fori Imperiali si chiama ora Colosseo. Cito la commissaria di Governo per la linea C e per i nuovi tram di Roma, Maria Lucia Conti: «Il cambio di nome della stazione da Fori Imperiali a Colosseo ha determinato la necessità di ricalibrare da zero il programma informatico di gestione delle vetture». Causando anche una spesa di 859.271 euro, aggiunge Repubblica.
Ora di scuse ne ho sentite tante, ma questa è davvero forte. D’accordo, esiste già una stazione Colosseo, ma non credo che il software di gestione di una linea si debba preoccupare di cosa fanno altre linee…
63.990 auto
Sono quelle in sosta irregolare nel comune di Milano la sera del 16 maggio scorso, come mappato da Sai che puoi?. Notate che non sono state considerate quelle in divieto di sosta ma comunque in un posto regolare. In pratica circa il 10% delle auto immatricolate a Milano: è vero che il conto fatto così è falsato dalle macchine da fuori che arrivano in città, ma almeno ci si può fare un’idea.
Questi numeri ci fanno capire che la situazione è insanabile. Dovremmo fare come a Tokyo e obbligare chi compra un’auto a mostrare di possedere un box, e anche così aspettare anni prima di arrivare a una situazione sostenibile.