A me non interessa più di tanto che il Garante della Privacy abbia provvisoriamente limitato l’accesso a ChatGPT dall’Italia, probabilmente prendendo come scusa un data breach del 20 marzo. Mi interesserebbe di più se il Garante riuscisse a bloccare le chiamate spam che arrivano al mio telefono nonostante il mio numero sia nel Registro delle opposizioni, ma capisco che dal loro punto di vista è molto più semplice bloccare un sito che fare un vero lavoro di ricerca: non gli costa praticamente nulla.
Mi fa già parecchio ridere che il garante rilevi «l’assenza di qualsivoglia verifica dell’età degli utenti in relazione al servizio ChatGPT che, secondo i termini pubblicati da OpenAI L.L.C., è riservato a soggetti che abbiano compiuto almeno 13 anni»: sono ragionevolmente certo che per fare un esempio su TikTok ti autocertifichi l’età e nessuno ha nulla da ridire.
Mi fa però molto ridere che pare che la nostra intelligence abbia affermato «chi vigila sui contenuti che l’intelligenza artificiale produce? Che atteggiamento bisogna avere davanti a informazioni palesemente false in grado di manipolare l’opinione pubblica?». Il tutto esplicitamente a causa delle immagini del Papa con indosso un bomber. Mi chiedo se l’intelligence abbia mai dato un’occhiata a quante informazioni palesemente false appaiano sui nostri media, o se pensa che tanto siamo un popolo di analfabeti e quindi la soglia di preoccupazione si ha solo con le foto.