Archivi categoria: religione

Veri Cattolici

Sabato, tra le lettere a Repubblica, c’è n’era una di tale “Massimo Brandimarte” di Taranto. Il signor Brandimarte scrive che una sera si trovava a messa in una chiesa della città ionica. All’inizio della messa al sacerdote, “scarpe da ginnastica multicolor”, squilla il telefonino: “lo visualizza, schiaccia qualche tasto e imperturbabile prosegue la funzione”. Evidentemente scioccato, decide di confessarsi: vicino al confessionale trova “un signore in pantaloni e camicia, nessun segno distintivo da prete” che inizia a confessarlo “in piedi, in mezzo ai fedeli” e, neanche fossero “nel quartier generale della Gestapo”, gli fa un terzo grado chiedendogli se conviveva con “quella donna che sta vicino” a lui. Brandimarte termina chiedendosi se “papà Francesco sa come si opera a livello di base”, e dicendo che “comincia a capire i protestanti, dopo una vita da cattolico”.

Non è facile farsi un’idea complessiva della storia sentendo solo una campana, tra l’altro senza riferimenti puntuali. Il riferimento alle scarpe multicolore del prete mi dice però molto sulle idee del signor Brandimarte, a cui non viene neppure in mente di dare il beneficio del dubbio: se a me capita di lasciare acceso il telefonino quando non dovrei e ricevo una chiamata, tipicamente la rifiuto e poi tolgo l’audio, schiacciando qualche tasto. Partendo poi dal principio che il signore in camicia e pantaloni fosse effettivamente un prete, e il nostro cattolico deluso sia una talpa come me e non abbia visto una crocetta appuntata al petto, ho trovato molto buffo il fatto che Brandimarte pensi di decidere lui quali sono i peccati da confessare. Non penso sia entrato in chiesa voluttuosamente avvinghiato alla signora, quindi posso immaginare che Taranto sia una città piccola e la relazione fosse abbastanza nota. Nulla di male, figuriamoci: però in effetti allora forse è meglio definirsi protestante e lasciare in pace il povero Bergoglio, no?

Musulmani in chiesa

Qui in montagna seguo poco Internet e guardo più la carta stampata: pertanto non so quale sia stato il risultato francese della proposta ai musulmani di appalesarsi domenica scorsa nelle chiese. La Stampa almeno aveva pagine e pagine su cosa era successo da noi, e soprattutto a Torino.
Premetto che certe iniziative, tipo la finta comunione con la distribuzione di pane agli ospiti, mi sono sembrate completamente fuori luogo, anche se animate dalle migliori intenzioni. E non so quanti musulmani signori nessuno hanno partecipato: le cronache parlano naturalmente degli esponenti che sono già da molto per il dialogo. (occhei, tra i signori nessuno c’era il mio amico Yagoub come da documentazione fotografica su Repubblica Torino)
Però credo che l’iniziativa sia stata una buona cosa. Io non penso esista l’islamismo moderato, proprio come non penso esista il cristianesimo moderato. Del resto, entrambe le religioni – oltre a sostenere di essere l’unica Vera Religione – tendono naturalmente al proselitismo, a differenza per esempio dell’ebraismo. Il punto è che la maggior parte della gente non pensa più che il proselitismo si ottenga con la forza, quanto piuttosto con l’esempio. E pur non essendo affatto un sincretista, ritengo che imparare a conoscersi sia davvero un enorme passo in avanti. Non devi rinnegare la tua religione, ma prendere atto che gli altri non sono diavoli. Ci penserà poi Dio o Allah a dare giudizi; se poi dopo la morte non c’è nulla le cose non cambieranno, se ci sarà YHWH o il FSM non cambieranno lo stesso, anche se in modo diverso.
Insomma, è stato bello vedere tutti mettere la faccia. Meno bello è stato vedere le critiche da parte di sedicenti Veri Cattolici e di prelati, ma Roma non è stata costruita in un giorno.

Ultimo aggiornamento: 2016-08-02 20:04

Père Jacques Hamel

Se non ho capito male mentre stamattina ascoltavo la rassegna stampa di Radio Popolare, il cardinale Tauran ha cercato di minimizzare il più possibile l’omicidio del sacerdote francese avvenuto ieri. Comprendo le ragioni politiche dietro questa scelta, ma non posso non notare che l’assassinio è stato commesso in odium fidei, e che quindi padre Hamel è un martire, almeno per la chiesa cattolica. D’altra parte papa Francesco ha anche esplicitamente detto che l’arcivescovo Oscar Romero è stato martire due volte (la seconda per motivi tutti interni alla Chiesa…), tanto che ha fatto immediatamente partire la sua beatificazione proprio come martire.
Cosa farà in questo caso? Io personalmente credo che ci voglia un segnale forte, e che questo segnale possa essere dato in modo positivo e non negativo. Ma nel mondo di oggi ciò non è detto.

Ultimo aggiornamento: 2016-07-27 10:50

diaconesse

Ora sono tutti a parlare di papa Francesco che ha aperto alle diaconesse. In realtà, da buon gesuita, ha detto che si potrebbe «Costituire una commissione ufficiale» che studi ««Qual era il ruolo della diaconessa in quel tempo» (nei primi secoli della Chiesa, insomma). Diciamo che inizierò a pensare che stia succedendo qualcosa quando vedrò la fine dei lavori della commissione… sempre che questi lavori partano.
Guardando da un punto di vista puramente teologico la questione, c’è un conflitto tra i testi del Nuovo Testamento, dove Paolo manda i saluti a una diaconessa come se fosse una cosa normale, e la prassi degli ultimi secoli che ha spostato il diaconato da ciò che era inizialmente, cioè un ministero di servizio, a un gradino specifico dell’ordine sacerdotale. In pratica, o la commissione riesce a trovare un modo per spiegare con dovizia di particolari che la parte caratterizzante del sacerdozio è la consacrazione dell’eucarestia o non se ne farà mai nulla. Ma voi ce li vedete i cardinali curiali che stravolgono tutta la struttura attuale? Per dire, oggi tutti i cardinali sono fatti automaticamente vescovi se non lo erano già: ma di per sé il cardinalato è diviso in tre ordini, diaconale, presbiteriale e vescovile. Visto che l’ordinazione vescovile di un cardinale non è un dogma, in linea teorica se esistessero diaconesse potremmo avere cardinali donna. Pensate solo cosa succederebbe a certi gruppi di cattolici dalle nostre parti :-)

Ultimo aggiornamento: 2016-05-13 12:45

Sessuofobia

Nel memoriale sul caso Vatileaks2 che sarebbe stato scritto da Lucio Vallejo Balda e che non si sa come è nelle mani di Repubblica il monsignore racconterebbe di aver avuto rapporti, “anche carnali” (qui è Repubblica che se ne esce con queste perifrasi), con Francesca Immacolata Chaouqui. Tra le righe deduco che la sua linea difensiva sarebbe che ha dovuto passare i documenti riservati (“ma solo quelli meno importanti”) perché ricattato.

C’è qualcosa di fondamentalmente sbagliato se un prelato – non una qualsiasi beghina – sia così poco convinto della misericordia divina da decidere di trafugare documenti riservati anziché confessare di aver fatto sesso, magari direttamente con il papa. E non so se ci sia qualcosa di ancora più fondamentalmente sbagliato nell’altra ipotesi: che cioè Vallejo Balda abbia avuto altri fini, ma pensi che affermare che la colpa è stata tutta del sesso possa essere una circostanza attenuante.

Ultimo aggiornamento: 2015-11-30 14:19

Un tempo lo facevano di nascosto

Il Sinodo che si sta tenendo in questi giorni dovrebbe essere un fatto interno alla Chiesa cattolica: in fin dei conti si discuto come i dogmi ecclesiastici vengono declinati. Eppure anche in questo caso la discussione si è subito spostata sui media italiani. Ha iniziato L’Espresso, con la penna di Sandro Magister che ha da almeno un anno e mezzo il dente avvelenato contro Bergoglio e soprattutto contro le modifiche alle norme di nullità del matrimonio ecclesiastico. (Io che sono maligno continuo a sostenere che Magister sia stato sposato e la sua ex moglie stia cercando di ottenere l’annullamento del matrimonio…) Magister ha così pubblicato la lettera di tredici cardinali contro Bergoglio, lettera di cui nella seconda puntata della webnovela si scrive “Sicuro il testo e sicuri i nomi dei firmatari, salvo approssimazioni marginali.”
Subito c’è stato il contrattacco sull’Huffington Post (anch’esso del Gruppo Editorale l’Espresso: se le cantano e se le suonano). Diciamo che tra le righe si direbbe che ciascun gruppo accusa l’altro di eresia, manco fossimo tornati alle dispute teologiche costantinopolitane.
Tutte queste diatribe non mi stupiscono più di tanto, se non per una cosa: che sono uscite dalle stanze del Vaticano e arrivate sulla stampa – immagino solo italiana. Vogliamo forse allargare le nostre competenze, ed essere anche teologi oltre che primi ministri e allenatori della nazionale?

Ultimo aggiornamento: 2015-10-14 11:25

Casamonica

Con la storia che sono in vacanza e ho poca voglia di approfondire le questioni che campeggiano sulle italiche notizie mi ero perso i funerali di Vittorio Casamonica e le dichiarazioni del parroco: “Rifarei il funerale di Vittorio Casamonica? Probabilmente sì, faccio il mio mestiere. Io qui ho fatto il prete, non spettava a me bloccare un funerale”.

Sono andato a rileggere quello che avevo scritto quando Piergiorgio Welby morì (e i funerali non si tennero in quella stessa chiesa). Il principio di non negare a nessuno un funerale resta. Carrozze, Rolls-Royce e petali di rosa lanciati dall’elicottero sono fuori dalla giurisdizione religiosa. Ma qualcuno in parrocchia avrà ben dovuto dare il permesso di appendere sopra l’ingresso della chiesa lo striscione “hai conquistato Roma, ora conquisterai il Paradiso”, no? E a don Giancarlo Manieri non è venuto in mente proprio nulla a quel punto? Certo, aveva tutti i diritti di fare il don Abbondio, ma sarebbe bastato contattare la Curia e dispiacersi di non poter fare lì quel funerale per ordini superiori. Sappiamo tutti che i funerali non si fanno per i morti ma per i vivi, ma ci sono dei limiti al come si fanno. E il mestiere di prete è anche quello.

Ultimo aggiornamento: 2015-08-21 17:34

Sandro Magister arruola Kurt Gödel

Se siete tra i miei ventun lettori saprete che io leggo sempre il blog di Sandro Magister, Settimo Cielo: negli anni quello che era un interessante punto di vista sulla Chiesa Cattolica si è trasformato in un piedestallo dove Magister spiega come dovrebbe essere il Vero Cattolicesimo, il che in pratica significa che il motivo per cui leggo il blog è cambiato :-)

Al momento il tema più caro a Magister è quello dell’eventuale riammissione al sacramento dell’Eucarestia – a fare la comunione, insomma – dei divorziati risposati, cosa sulla quale lui è contrarissimo; ergo, cerca ovunque nel mondo cattolico sostenitori delle sue tesi. L’ultimo ad essere stato arruolato è nientemeno che Kurt Gödel: va bene che siamo in agosto, ma in tre giorni consecutivi troviamo ben tre post al riguardo!

Lunedì c’è stato un intervento di Antonio Emanuele (che essendo contro le tesi di Magister si è visto allegare un controintervento da parte di Giuseppe Fallica) che tra l’altro afferma che Gödel e Tarski hanno dimostrato come la logica aristotelico-stoica non può «costruire un sistema razionale il quale, a partire da un certo numero di principi, sia in grado di dedurre (dimostrare) tutto ciò che è vero e tutto ciò che è falso.» Martedì Emanuele si è visto smontare le sue affermazioni da Silvio Brachetta. Brachetta scrive tra l’altro «In teologia, però, non si dimostra qualcosa di cui non si sa nulla, ma qualcosa di cui l’uomo di fede sa tutto. Lo sa poiché, semplicemente, glielo ha detto Dio, rivelandosi. La teologia, insomma, non ha nulla a che vedere con la costruzione di un “sistema razionale”, come presume Emanuele.» Mercoledì il dibattito tra Emanuele e Brachetta continua. Brachetta tra l’altro scrive «Ancora più chiaramente: come Gödel, in matematica, dovette uscire da un sistema logico coerente per dimostrare almeno una proposizione elaborata in quello stesso sistema logico (teoremi d’incompletezza), così anche l’intelletto umano può, vuole e deve uscire dalla natura per trovare le ragioni ultime che cerca nella soprannatura. E vi esce non solo grazie alla divina rivelazione, ma per una sua capacità trascendente intrinseca e peculiare, forse dovuta alla somiglianza dell’uomo con Dio.»

Sulla parte teologica non ho molto da dire, se non che mi stupisce che la teologia non dovrebbe essere un sistema razionale: la fede è irrazionale, nel senso che non può derivare dalla ragione, ma tutta la teologia usa argomenti razionali, partendo dalle premesse della fede. Altrimenti non sarebbe teologia ma misticismo. Ma quello su cui non sono d’accordo sono le affermazioni su cos’è il teorema di Gödel. Tanto per mettere le cose in chiaro, il primo teorema di incompletezza di Gödel afferma che un sistema formale non può avere contemporaneamente tutte queste quattro proprietà: (1) consistenza (non è possibile dimostrare entrambe le proposizioni P e NOT(P)); (2) completezza (per ogni proposizione P si può dimostrare o che P è vera o che P è falsa); (3) essere ricorsivamente enumerabile (esiste una procedura che man mano genera tutte le proposizioni vere: si noti che la procedura non è necessariamente finita, il che significa che data una proposizione P non si può mai essere sicuri di trovare la sua dimostrazione) e (4) essere in grado di esprimere proprietà aritmetiche di base (usare i numeri interi e le operazioni di somma e prodotto). Bene: penso converrete tutti che la moltiplicazione dei pani e dei pesci e il dogma della Trinità non valgono come “proprietà aritmetica di base”, il che significa che il teorema non può semplicemente essere applicato. Quanto al resto, mi sta anche bene che l’intelletto umano possa, voglia e debba uscire dalla natura per trovare le ragioni ultime che cerca nella soprannatura: ma di nuovo tutto questo non vuol dire che Gödel dovette uscire da un sistema logico coerente per dimostrare almeno una proposizione elaborata in quello stesso sistema logico. Gödel non è uscito da nessuna parte né ha “dimostrato” nulla, al più affermava che occorreva aggiungere la proposizione come assioma. Insomma, lasciate stare la matematica quando si parla di teologia, occhei?

Ah: nel primo post Emanuele afferma anche «A chi fosse interessato ricordo il tentativo dello stesso Gödel di dimostrare l’esistenza di Dio, e quelli successivi, tutti compiuti con enti e strumenti non convenzionali.» Beh, no: la dimostrazione gödeliana dell’esistenza di Dio segue pedissequamente le regole della logica. Al più si può discutere sulla validità del suo assunto principale, che cioè l’esistenza sia una proprietà positiva.

Ultimo aggiornamento: 2015-08-12 21:23