Premessa: questo libro (William Storr, La scienza dello storytelling : Come le storie incantano il cervello [The Science of Storytelling], Codice 2020 [2019], pag. 247, € 24, ISBN 9788875788766, trad. Daria Restani) non è sullo storytelling. C’è qualcosa nell’appendice, con la teorizzazione delle cinque parti di cui i libri sono composti e la lettura di come si può migliorare un’idea di base; ma il vero tema è quello letteralmente indicato dal titolo: cosa ci dice la scienza sul fatto che noi umani amiamo raccontarci delle storie. Devo dire che l’immagine iniziale, dove Storr fa notare che noi non vediamo / sentiamo nulla ma è il nostro cervello che semplicemente impara a “farsi dei film”, è stata per me davvero rivelatrice. Più debole invece la parte finale, forse perché un po’ troppo ripetitiva riguardo agli esempi di opere lette dal punto di vista dello storytelling. Nella traduzione di Daria Restani mi lasciano dubbioso alcune scelte stilistiche, come il “piuttosto che” alla milanese nell’introduzione.
Ultimo aggiornamento: 2021-11-06 13:10


Dopo la fine del fascismo ci sarebbe dovuta essere un’epurazione: eliminare le figure compromesse con il regime per ripartire da capo. La teoria era chiara: la pratica avrebbe lasciato sguarnita praticamente tutta la macchina statale ma anche quella privata, e così in pochi anni – dal 1943 al 1946 – finì quasi tutto a tarallucci e vino. Guerraggio e Nastasi partono col raccontare questa parabola politica, per poi dedicarsi in questo libro (Angelo Guerraggio e Pietro Nastasi,
(ok, forse il vero titolo è a²+b²=c², ma lasciamo quell’altro) Stavolta Bottazzini non mi è piaciuto molto. In questo libretto (Umberto Bottazzini,
Una vecchia vignetta mostrava due cani parlare, uno accucciato e l’altro alla tastiera che diceva all’altro “Su internet nessuno può sapere che sei un cane”. Oggi la vignetta dovrebbe essere aggiornata con un computer che digita “Su internet nessuno può sapere se tu esisti davvero”. In questo libro (Viola Bachini e Fabrizio Tesconi,
Dirk Gently è l’investigatore olistico che Douglas Adams ideò quando si stufò di scrivere la Guida. Il suo peculiare modo di indagare – ritiene che tutto ciò che accade sia intrinsecamente connesso – fa sì che le cose più improbabili si incastrino alla perfezione nel racconto. Da questo punto di vista direi che in questa graphic novel (Ryall Akins e Kyriazis,