Archivi categoria: rec-2023

Le recensioni di libri del 2023

Trigonometry – A Very Short Introduction (ebook)

Ho trovato il primo capitolo del libro, seppure partisse da un assunto interessante su come nacquero le idee che portarono allo sviluppo della trigonometria, piuttosto noioso, e ho lasciato per un po’ il libro a sedimentare. Devo però dire che il resto del libro è molto più interessante. Lo so, molti di voi diranno “che cosa può esserci di interessante sulla trigonometria?” Beh, van Brummelen ha scelto di mostrare come tante parti della matematica hanno a che fare con la trigonometria, e devo dire che alcune corrispondenze sono state inaspettate anche per me. Poi naturalmente c’è il grande vantaggio dei libretti della collana Very Short Introduction: che sono appunto brevi. Insomma, può valer la pena di leggerlo, al limite saltando il primo capitolo!

Glen van Brummelen, Trigonometry : A Very Short Introduction, Oxford University Press 2020, pag. 192, € 5,33 (cartaceo: $11,95), ISBN 9780192545473

Voto: 4/5

Here, There and Everywhere (libro)

Beh, è molto semplice capire quali parti di questo libro sono state scritte da Emerick e quali da Massey: quando trovate una descrizione di un dettaglio pignolo sulle posizioni dei microfoni è tutta farina del sacco di Emerick, le descrizioni più liriche sono di Massey. Emerick si toglie anche una serie di sassolini dalle scarpe, anche se in stile molto britannico, nei confronti di Ringo (“completamente diverso da come sembra sotto i riflettori”), George (“fino al 1968 la sua tecnica era pessima”) e George Martin (in cauda venenum: nelle ultime pagine scrive che se la tirava troppo).
La pagina di Wikipedia in inglese su Emerick segnala che ci sono state diverse critiche
che segnalano errori fattuali nel testo: nonostante la mia discreta conoscenza beatlesiana non saprei specificare quali siano, a parte appunto la tecnica di George (che è sempre stato uno sgobbone, e doveva prepararsi con calma gli assoli… facendo probabilmente arrabbiare Emerick). Credo comunque che un beatlesiano non possa non leggere questo testo.

(Geoff Emerick e Howard Massey, Here, There and Everywhere : My Life Recording the Music of the Beatles, Avery 2007, pag. 387, $18, ISBN 9781592402694)

Ultimo aggiornamento: 2023-08-12 08:35

Writers of the Future 39

copertina[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]

Come forse sapete, Writers of the Future è un concorso sotto il nome di Ron Hubbard (che prima di fondare Scientology era uno scrittore di fantascienza…) per i migliori racconti SF e fantasy che ormai ha quasi quarant’anni di storia. Come sempre, trovo i racconti di livello molto diverso: ecco due righe per ciascuno di essi. Non giudico gli illustratori (che hanno vinto anch’essi un concorso)

◆ Kitsune, di Devon Bohm – la storia sembra una scusa per parlare di altro. Citando dall’introduzione del racconto, «What this story really is,” Bohm says, “is a feminist text that’s using an extended and surreal metaphor to help the reader reflect on particular experiences within the human condition.» 2/5
◆ Moonlight and Funk, di Marianne Connolly – racconto carino e poetico su un tipo di amore non proprio standard. 5/5
◆ Death and the Taxman, di David Hankins – nella parte centrale l’autore vuole essere divertente a tutti i costi e non ci riesce; ma in generale è un buon racconto. 4/5
◆ Under My Cypresses, di Jason Palmatier – credo di aver capito il punto del racconto, ma molto a fatica perché non è ben sviluppato. 3/5
◆ Circulate, di Ron Hubbard – Un suggerimento (buono, tra l’altro) di Hubbard per quando si ha il blocco dello scrittore. 4/5
◆ The Unwilling Hero, di Ron Hubbard – Leggendolo, a un certo punto si capisce cosa sarebbe diventato Hubbard. 4/5
◆ White Elephant, di David K. Henrickson – Umoristico, ben costruito, e con un finale inaspettato. 5/5
◆ Piracy for Beginners, di Jennifer Johnson – Una buona vecchia space opera. 4/5
◆ Prioritize to Increase Your Writing, di Kristine Kathryn Rusch – Non capisco perché tra i racconti debbano trovarsi questi interludi (a parte ovviamente quelli di Hubbard…) – n/a
◆ Fire in the Hole, di WordFire, Inc. – troppi cliché per essere interessante. 3/5
◆ A Trickle in History, di Elaine Cohen – come far sì che gli ultimi ebrei non siano gli ultimi, quando ammazzare Hitler sembra essere vietato dalle leggi temporali. Idea e realizzazione carine. 5/5
◆ The Withering Sky, di Harry Manners – buon ritmo, ma la trama non funziona. Finito di leggerlo, ti chiedi “e perché è capitato tutto questo?” 3/5
◆ The Fall of Crodendra M, di Dustin Adams – la parte centrale è interessante, ma inizio e fine sono deboli e non riescono a tenere la storia in piedi. Mischiare i wormhole e l’onnipresente copertura mediatica non è stata una grande idea. 3/5
◆ Constant Never, di S. M. Stirling – Il finale è interessante, ma la storia non mi ha detto nulla. 2/5
◆ The Children of Desolation, di Spencer Sekulin – racconto postapocalittico, parte lento ma si riprende bene. 4/5
◆ Timelines and Bloodlines, di Laurance Davis – buon modo, anche un po’ umoristico, per gestire i paradossi temporali. 5/5
◆ The Last History, di Samuel Parr – In genere non amo il fantasy, ma questo mondo che ricorda un po’ l’impero cinese è raffigurato molto bene. 4/5

(AA.VV., Writers of the Future Volume 39], Galaxy Press 2023, pag. 513, € 6.54, ISBN 9781619867659 )
Voto: 4/5

Arithmetical, Geometrical and Combinatorial Puzzles from Japan (libro)

Una cosa bisogna dirla subito: Kitazawa è un creatore di giochi sopraffino. Tipicamente questi libri riciclano materiale composto da altri, al più riproponendolo in una forma un po’ diversa: i giochi di questo libro sono invece tutti creati da lui. Anzi, le tipologie stesse di giochi, qui raccolte per capitoli, sono spesso sue ideazioni!
Purtroppo però la traduzione inglese non è esattamente il massimo: spesso ho perso molto tempo a capire non solo quale fosse la soluzione, ma proprio qual era il testo del problema… È vero che la matematica è sempre la stessa, ma le diverse culture la declinano in modo molto diverso!

(Tadao Kitazawa, Arithmetical, Geometrical and Combinatorial Puzzles from Japan, AMS/MAA 2021, pag. 184, $ 35, ISBN 9781470467364)
Voto: 3/5

The Beatles Yellow Submarine (libro)

Il mio amore per i Beatles nasce il giorno di Capodanno 1972, quando Yellow Submarine venne trasmesso per la prima volta in Rai. Più precisamente, nasce alla visione (e all’ascolto) di Eleanor Rigby. Lo so, i Beatles c’entrano poco con i disegni del film: ma non importa. Questo volume ridisegna sulla carta il film. Il mezzo è diverso, e quindi anche le scelte grafiche lo sono, senza contare che la colonna sonora manca; ma la magia resta, e sono tornato bambino nel gustarmi le tavole… oltre ad aver finalmente capito qualche gioco di parole che mi ero perso anche quando da adulto avevo rivisto il film in lingua originale. Consigliatissimo.

(Bill Morrison, The Beatles Yellow Submarine, Titan Books 2018, pag. 112, € 22,12, ISBN 9781785863943)
Voto: 4/5

Algoritmi, monaci e mercanti (libro)

Il Medioevo in Europa è stato un periodo buio soprattutto per la matematica. Già non è che i romani fossero così interessati, a differenza di greci ed ellenisti; ma poi quel poco di cultura che si era conservata nei monasteri prediligeva le arti liberali, nonostante il quadrivio comprendesse aritmetica, astronomia, geometria e musica. In questo libro Ausiello traccia la storia di quasi un millennio, con il lento riapparire prima delle scuole religiose e poi dell’insegnamento privato dei maestri d’abaco, a partire naturalmente da Fibonacci. La prima parte, quella degli algoritmi, è forse la più debole del libro, anche per la difficoltà di trovare materiale sufficiente; molto più completa la trattazione di quanto fecero i monaci prima e i mercanti poi, prima che si arrivasse all’Umanesimo e al Rinascimento e la cultura prendesse tutta un’altra strada… ma questa è appunto una storia diversa.

(Giorgio Ausiello, Algoritmi, monaci e mercanti : Il calcolo nella vita quotidiana del Medioevo, Codice 2022, pag. 220, € 18, ISBN 9791254500330)
Voto: 4/5

Storia del tempo (ebook)

copertina Il titolo italiano del libro non va bene: meglio quello originale, The Clock Mirage, ma forse sarebbe stato meglio ancora meglio qualcosa tipo “appunti sparsi sul tempo”. Una delle cose che almeno a mio parere manca nel testo è appunto un fil rouge che ci guidi nel vedere le varie sfaccettature del concetto di tempo nella storia. Né aiutano gli intermezzi personali (anche poesie!) di Mazur: io almeno sono rimasto piuttosto spiazzato. Diciamo che il testo si può leggere, ma poteva essere meglio. La traduzione di Giovanni Malafarina è standard.

(Joseph Mazur, Storia del tempo : Misurare il tempo da Zenone alla fisica quantistica [The Clock Mirage], Il Saggiatore 2020 [2020], pag. 293, € 12,99 (cartaceo 26), ISBN 9788842827269, trad. Giovanni Malafarina)
Voto: 3/5

Ultimo aggiornamento: 2023-10-29 18:33

The Digital Rights Delusion (ebook)

copertina Andrea Monti è un amico della generazione di internettari della prima ora, quando a usare la rete eravamo pochissimi – non c’erano ancora i grandi provider – e pensavamo che sazrebbe stata una cosa bellissima e utilissima. Sono passati trent’anni e le speranze di allora sono tristemente morte: ma forse non potevamo aspettarci che un’isola elitaria come quella di un tempo sarebbe sopravvissuta all’arrivo in massa di chi voleva fare i soldi, le Big Tech.
Monti è però un avvocato, e in questo libro mostra come la narrazione delle suddette Big Tech sia in realtà una falsità propinata apposta per farci credere che il ciberspazio sia qualcosa di diverso dal mondo reale e quindi abbia bisogno di leggi diverse: la sua tesi è che basta applicare le leggi già esistenti. Nel primo capitolo Monti fa una storia del termine “cyberspace”, notando come originariamente il termine indicava sempliemente il comando (Kubernetes sarebbe il capitano…); negli anni ’80 il termine fu usato come buzzword, che prese poi una vita per conto suo. Da qui nel secondo capitolo, “The quest for digital rights”, Monti arriva alla logica conclusione che non esistono i “diritti digitali”, o meglio che non c’è nulla di specificatamente digitale (e comunque “digitale” non significa “su internet”), e parlare di diritti digitali in realtà presuppone la cancellazione dei vari sistemi legali per spostare la gente nelle gabbie dorate che le Big Tech hanno costruito. I social network, argomento del capitolo 3, sono ormai diventati tutto tranne che sociali, visto che hanno spostato il loro scopo dalla condivisione di contenuti all’equivalente di una grande televisione mondiale dove tutti vedono le stesse cose. Non parliamo della crittografia, dove si vede la lotta tra gli Stati, che in passato avevano il monopolio su queste tecnologie, e le Big Tech che sfruttano i sedicenti “diritti digitali” per fare quello che vogliono impedendo l’accesso ai loro dati (tranne che a sé stesse, ovvio). Infine l’ultimo capitolo parla della robotica. Qui l’approccio di Monti è tranchant: non solo robot e AI non hanno diritti propri, ma secondo lui data scientist, progettisti software e sviluppatori dovrebbero poter essere citati in causa (pag. 148).
La quantità di esempi e dati portati da Monti nel libro lo rende uno strumento prezioso per avere un’idea globale dei tanti temi toccati dalla rivoluzione digitale anche per chi come me non ha una cultura giuridica: il punto è che questi temi sono così pervasivi che occorre vederli a 360 gradi.

(Andrea Monti, The Digital Rights Delusion : Humans, Machines and the Technology of Information, Routledge 2023, pag. 188, € 21,29, ISBN 9781032447308 (paperback))
Voto: 5/5

Ultimo aggiornamento: 2023-10-08 22:38