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_L’infinito_ (libro)

8008804559818Sull’infinito si può dire di tutto, e ancora di più. Ognuno quindi può scegliere quali punti trattare con più attenzione, a seconda della sua indole. John Barrow in questo libro (John D. Barrow, L’infinito : Breve guida ai confini dello spazio e del tempo [The Infinite Book], Mondadori 2006 [2005], pag. 300, €10,50, ISBN 9788804559818, trad. Tullio Cannillo) ha scelto fondamentalmente la strada che è il peccato di orgoglio per chi ha una formazione prettamente scientifica, cioè buttarsi sul filosofico. Il risultato è un’opera che non contiene troppa matematica, e quindi si può leggere senza troppi problemi, ma poi si perde in considerazioni dubbiose o erronee. Tanto per dire, la sua affermazione del capitolo VIII secondo cui in un universo infinito ogni cosa che può capitare deve ripetersi infinite volte è falsa anche nel caso di un universo puramente meccanicistico, per non parlare di un universo con una componente casuale o se preferite di libero arbitrio, e tutto il capitolo XI, con le considerazioni su cosa succederebbe se vivessimo per sempre, è un semplice elenco di dubbi senza un vero studio. Il testo insomma può essere utile come introduzione ma non molto di più. Anche la traduzione di Tullio Cannillo mi è parsa pesante, tanto che a volte mi sono dovuto fermare a cercare di capire cosa avesse detto in realtà Barrow.

_Il logico e l’ingegnere_ (libro)

9788875785451Il titolo del libro (Paul Nahin, Il logico e l’ingegnere : L’alba dell’era digitale [The Logician and the Engineer], Codice Edizioni 2015 [2012], pag. 270, € 17,90, ISBN 9788875785451, trad. Ciro Castiello) sembrava promettente, anche se non riuscivo esattamente a capire cosa avessero in comune George Boole e Claude Shannon oltre che essere stati scienziati. All’atto pratico, però, la parte più strettamente biografica è davvero ridotta, e Nahin si mette a scrivere di elettronica di base, da ingegnere qual è, non perdendo occasione di ricordare che la matematica è una scienza arida… citando James Gleick che è sì un giornalista ma scientifico, e quindi direi non certo prevenuto. A un certo punto mi è sembrato di leggere un libro di testo, anche per le note del traduttore Ciro Castiello che ha spesso aggiunto i passaggi logici che venivano dati per scontati. Devo però riconoscere che nella parte finale del testo la spiegazione dell’entanglement quantistico è la più chiara che abbia mai visto: ma che ci azzecca con i due (almeno in teoria…) protagonisti? In definitiva, un libro per ingegneri ;)

Ultimo aggiornamento: 2016-06-14 16:45

_Brilliant Blunders_ (libro)

9781439192375Mario Livio, che come si capisce dal nome è un romeno che da piccolo è emigrato con la famiglia in Israele e poi si è naturalizzato americano, è un astrofisico con centinaia di articoli pubblicati, ma è noto al grande pubblico per i suoi volumi divulgativi. In questo (Mario Livio, Brilliant Blunders, Simon&Schuster 2014 (riedizione), pag. 341, $16, ISBN 9781439192375) Livio parla delle cantonate (come da titolo della traduzione italiana) prese da alcuni grandi scienziati tra Ottocento e Novecento: Charles Darwin, lord Kelvin, Linus Pauling, Fred Hoyle, Albert Einstein: quest’ultimo con una “cantonata alla rovescia”. Il suo punto non è dire “vedete che anche loro sbagliano come tutti noi”, quanto piuttosto mostrare che ci sono dinamiche mentali che impediscono a tutti noi di intuire una diversa soluzione: per esempio Kelvin aveva calcolato erroneamente l’età della Terra partendo dalla sua temperatura, ma non aveva considerato la possibilità che ci fossero sorgenti interne che generano calore (l’uranio e la radioattività) né dinamiche come la convezione. L’altra caratteristica del libro è dare una panoramica dell’idea fondamentale per cui lo scienziato è conosciuto, facendo divulgazione senza che il lettore se ne accorga, e spiegare poi come si può perdere il tocco, nonostante l’indubbia genialità di costoro.
Una nota triste. Ho iniziato a leggere l’edizione rilegata del libro, tradotta da Stefano Galli, mentre ero in biblioteca aspettando che i bimbi terminassero di assistere a uno spettacolo. Mi sono trovato tra pagina 24 e pagina 25 due di quegli strafalcioni (quello sulla pressione nella fossa delle Marianne generata dal batiscafo che era sceso laggiù, è stata corretta nell’edizione in brossura; la confusione tra specie ed esseri viventi è rimasta) che mi ha fatto decidere di prendere l’originale in ebook.

_Infinitamente piccoli_ (libro)

9788875785444Dal titolo di questo libro, sia in italiano che nell’originale inglese (Amir Alexander, Infinitamente piccoli : La teoria matematica alla base del mondo moderno [Infinitesimals], Codice Edizioni 2015 [2014], pag. 376, € 26,90, ISBN 9788875785444, trad. Laura Servidei), avevo l’idea che il testo trattasse della storia della matematica, o per la precisione della storia dell’introduzione degli infinitesimi in matematica. Macché. I matofobi non si preoccupano: non si parla di matematica, ma di visioni diverse del mondo. Le due parti di cui si compone il libro mostrano la lotta da una parte dei gesuiti contro Cavalieri e dall’altra di Thomas Hobbes contro John Wallis; gli infinitesimi erano un colpo duro alla teologia (per i gesuiti) e alla filosofia (per Hobbes), visto che costoro ritenevano la geometria, con la sua certezza ineluttabile, la base su cui si può costruire qualcosa. Leggendo il libro ho capito perché cent’anni dopo Girolamo Saccheri cercò di dimostrare il quinto postulato di Euclide: per lui era davvero una macchia in questo modello. Cavalieri e Wallis invece preferivano sperimentare per avere nuove soluzioni, anche se provvisorie: per Wallis questo era anzi un vantaggio, perché la Royal Society era nata proprio per essere relativista, e la matematica “dogmatica” non poteva certo farne parte. Purtroppo Alexander avrebbe dovuto fare un editing pesante del testo, che è molto ripetitivo e spesso ritorna sui suoi passi: poteva togliere ottanta pagine e non si sarebbe perso nulla. Laura Servidei si barcamena nella resa di queste ripetizioni.

Ultimo aggiornamento: 2016-07-06 12:34

_Storia del Saggiatore 1958-2015_ (libro)

9788842820468 Questo libretto fuori commercio (Alberto Cadioli e Damiano Scaramella, Storia del Saggiatore 1958-2015, Il Saggiatore 2015, pag. 101, s.i.p., ISBN 9788842820468) nasce per raccontare i quasi sessant’anni della casa editrice, fondata da Alberto Mondadori (il figlio di Arnoldo) e ora guidata da Luca Formenton (nipote di Arnoldo). Secondo me, il testo soffre del voler fare due cose insieme: una storia aneddotica e un catalogo. La parte aneddotica è interessante, ma per me un po’ troppo ridotta; è bella la parte che mostra come Alberto Mondadori cercasse disperatamente, anche se senza troppi risultati pratici, di dstinguersi dal padre, ma la parte di De Benedetti e Formenton è davvero schematica. Sul catalogo, ho trovato tanti nomi che mi sono dimenticato subito: sarebbe forse stato meglio avere una struttura a tabella per vedere meglio come la produzione si sia diversificata, lasciando perdere la parte descrittiva. Alla fine comunque ho avuto un’idea più chiara del DNA dell’editore, e questa è una bella cosa.

_L’universo meccanico_ (libro)

9788833925424C’è una cosa che non ho capito di questo libro (Edward Dolnick, L’universo meccanico : Il racconto dell’astronomia moderna [The Clockword Universe], Bollati Boringhieri 2014 [2011], pag. 393, € 14, ISBN 9788833925424, trad. Simonetta Frediani): il sottotitolo dell’edizione italiana. Certo, si parla dell’astronomia, e si racconta come da Keplero a Newton le grandi menti del Seicento si siano sforzate di capire come l’universo potesse avere tutta questa perfezione – ad maiorem Dei gloriam, direi. Però il tema principale del libro è il cambio di prospettiva che vede la scienza, o se preferite la filosofia naturale, dedicarsi alla ricerca del *come* funzionano le cose, e non del *perché* come facevano i filosofi da Aristotele fino agli scolastici. Il cambio di paradigma non è stato però netto come immaginiamo oggi: la Royal Society aveva sì come scopi gli esperimenti, ma non era fatta alcuna differenza tra quelli che oggi definiremmo scienziati e chi raccontava degli animali nati con due teste. La storia è raccontata in modo molto piacevole, e ben tradotta da Simonetta Frediani.

_In lode della guerra fredda_ (libro)

9788830442047La tesi presentata nell’introduzione di questo libro (Sergio Romano, In lode della guerra fredda : una controstoria , Longanesi 2015, pag. 129, € 16, ISBN 9788830442047) è che la Guerra fredda in fin dei conti non è stata così male almeno per l’Europa. mentre nel resto delmondo ha comunque lasciato le zone di influenza delle superpotenze senza scontri diretti. Nulla contro questa tesi, almeno in linea di principio: però sono rimasto deluso dai tanti brevissimi capitoletti che fanno tanto bignami, e che sono persino meno approfonditi di quello che Romano scriveva decenni orsono, quando era editorialista per La Stampa. Intendiamoci: non pensavo di trovare dei ragionamenti inediti e profondi. Però non pensavo neppure di non trovare nulla che non mi ricordassi già, e non è che io sia poi così esperto di storia contemporanea. Può però darsi che io sia un’eccezione, e molti abbiano delle idee sbagliate rispetto a quanto successe in quei decenni: in fin dei conti, quando ero ragazzo mica le sapevo tutte queste cose. Quindi è possibile che per il lettore tipico (cosa che io non sono assolutamente…) il libro sia interessante.

_The Speed Math Bible_ (ebook)

B00LT2G0JSVisto che pare che l’edizione italiana di questo ebook (Yamada Takumi, The Speed Math Bible, Kindle 2014, pag. 271, € 3,49, ASIN B00LT2G0JS) sia un bestseller Kindle e uno dei rarissimi casi di libri autoprodotti che ha avuto successo da noi, ho provato a vedere come è fatto. Conoscevo già quasi tutte le tecniche presentate, ma quello lo immaginavo già prima di leggerlo: come sempre è laprsentazione che conta in questi testi. Ecco, è proprio l’approccio iniziale, quello in cui l’autore spiega che queste tecniche sono utili non tanto di per sé ma perché migliorano le capacità e l’autostima di chi le segue, che non mi è affatto piaciuta. Sarebbe stato meglio limitarsi alla giustissima affermazione secondo cui anziché mettersi a seguire pedissequamente un metodo fisso è opportuno dare un’occhiata ai dati per vedere se è possibile trovare un sistema più semplice per arrivare al risultato. L’altra cosa che non ho per nulla capito sono gli intermezzi di teoria dei giochi (si fa per dire) e di curiositànumeriche, che non hanno attinenza con il resto del testo; la parte sulle approssimazioni delle operazioni è forse la più interessante, ma mi pare che avrebbe meritato più spazio. Poi intendiamoci, far funzionare il cervello è sempre una buona cosa!

Ultimo aggiornamento: 2016-05-23 12:03