Archivi categoria: recensioni

_Un mondo di coincidenze_ (libro)

Troviamo sempre delle coincidenze durante la nostra giornata. Ma sono davvero coincidenze oppure siamo noi che le pensiamo tali? Ennio Peres spiega in questo libro (Ennio Peres, Un mondo di coincidenze, Ponte alle Grazie 2010, pag. 249, € 15, ISBN 9788879289313, link Amazon) che non è sempre così. Il testo spazia in vari campi, dalla spiegazione della differenza tra casualità e causalità (e correlazione, naturalmente) al modo per creare artificialmente coincidenze; dai trucchi per far credere di essere un mago e tirare fuori coincidenze improbabili alle superstizioni legate alla coincidenza. L’ultima parte del libro è dedicata all’enigmistica, dove la coincidenza è sfruttata per usare il doppio senso nelle definizioni delle parole crociate o nelle crittografie, e nell’umorismo, per tirare fuori l’effetto comico volontario e involontario. Non è certo una coincidenza che Peres sia esperto in tutti questi campi…

_The Ramshead Algorithm_ (ebook)

[Nota: ho ricevuto il libro tramite il programma Early Reviewers di LibraryThing]
Premessa: non mi sono piaciuti tutti i racconti di questa antologia (KJ Kabza, The Ramshead Algorithm : and Other Stories, Narcissus Press 2018, pag. 3.54, €4,91, ISBN (cartaceo) ISBN: 978-1-939056-13-9, link Amazon). Il problema però è mio: alcuni di essi più che fantascienza e fantasy tendono verso l’horror che non è proprio il mio genere. Detto questo, devo riconoscere a KJ Kabza una fantasia sfrenata. Non è facile scrivere racconti di fantascienza con idee nuove, ma devo dire che ho apprezzato particolamente quello che dà il titolo alla raccolta, l’atmosfera umana ma forse no di Heaventide e i viaggi spaziali di We Don’t Talk About Death, tutti con un qualcosa di non standard. L’ultimo brano, You Can Take It With You, è più che altro un romanzo breve; peccato per la fine forse un po’ tirata, perché l’idea e la realizzazione nelle prime ottanta pagine erano davvero buone.
Ammetto di avere avuto qualche problema con la lingua: non è un inglese sempre facilissimo. Ma in definitiva è un testo consigliato.

Ultimo aggiornamento: 2018-05-02 16:33

_Contro le elezioni_ (libro)

In tutto il mondo democratico le elezioni stanno diventando sempre più un momento di paura, più che una scelta verso il futuro. Che fare? Il belga David Van Reybrouck, che si è trovato per un anno e mezzo senza governo dopo un’elezione dove più blocchi fieramente contrapposti non volevano mettersi d’accordo, in questo libro (David Van Reybrouck, Contro le elezioni : Perché votare non è più democratico [Tegen verkiezingen], Feltrinelli 2015 [2013], pag. 157, € 14, ISBN 9788807172953, trad. Matilde Pinamonti, link Amazon) propone una soluzione “antica”; eliminare almeno in parte le elezioni e tornare al sorteggio dei legislatori, come si faceva nell’antica Grecia e nei Comuni medievali italiani. Van Reybrouck, pur dilungandosi un po’ troppo per i miei gusti, ha indubbiamente delle buone frecce al suo arco, come quando per esempio ricorda che anche i politici “di professione” sono affiancati da una serie di esperti perché non possono sapere tutto. Ha ragione anche nel dire che una rivoluzione di questo tipo sarebbe osteggiata dai media, come del resto mostra sia capitato nei tentativi effettuati in questi anni. Però mi pare che sia troppo ottimista nella fase precedente il sorteggio. Van Reybrouck prevede che esso venga fatto tra le persone che si propongano come interessate; per motivarle, bisogna ovviamente prevedere uno stipendio che permetta loro nei quattro-cinque anni del servizio di non perderci. Ma in questo modo, se lo stipendio è uguale per tutti, troveremo masse più interessate a “vincere la lotteria” che a legiferare; se è diverso troveremmo mugugni vari. Insomma secondo me bisogna pensarci ancora su prima di avere una proposta solida. Buona la traduzione di Matilde Pinamonti.

Ultimo aggiornamento: 2018-04-26 21:50

_Guarda caso_ (libro)

Partiamo da una constatazione di fatto: se vogliamo avvicinarci in un qualche modo alla fisica quantistica bisogna rassegnarsi ad accettarne la matematica. Il significato nel mondo reale lo si può cercare dopo, con calma. Giorgio Chinnici in questo libro (Giorgio Chinnici, Guarda caso – i meccanismi segreti del mondo quantistico, Hoepli 2017, pag. 160, € 12,90, ISBN 9788820379841, link Amazon) sceglie una via mediana. Il primo capitolo (“Casualità”) e l’ultimo (“Misura”) sono un po’ più filosofici; personalmente ho trovato il primo un po’ pesante, tanto che mi stavo preoccupando per il seguito che invece è molto più tranquillo, il che non vuole certo dire “facile”; anche se l’autore ha saltato i passaggi matematici più complicati, indicando subito il risultato finale, rimangono parti che non sono certo comprensibili a una prima lettura. Quasi per contrappasso, l’ultimo capitolo era cominciato bene, ma sono rimasto perplesso dalla brusca chiusura quando parla – sottolineandone i problemi – dell’interpretazione dei molti mondi. Nel complesso, un buona panoramica dei temi della fisica quantistica, scritta in modo personale e non pedante; forse è meglio prendere l’edizione cartacea e non l’epub come ho fatto io.

_Il grande gioco dei numeri_ (libro)

In questo libro (Federico Peiretti, Il grande gioco dei numeri : Enigmi e rompicapi per divertirsi con la matematica, Longanesi 2013, pag. 221, € 14,90, ISBN 9788830437494, link Amazon) Federico Peiretti sceglie di fare un discorso più frammentato – cosa dal mio punto di vista positiva – per raccontare di problemi vari basati sulla matematica. I problemi però non sono la parte principale del libro, perché Peiretti racconta anche il contesto storico e culturale dietro ad essi, come anche l’interesse dei grandi matematici verso la matematica ricreativa. Il bello sono appunto i racconti narrati da Peiretti, che sono propedeutici alla risoluzione dei problemi: non nel senso che ti spiegano come trovare la soluzione, ma perché ti spiegano come nascono. Credo che questo sia il modo migliore per far capire come la matematica sia qualcosa di vicino a noi, non una torre d’avorio.

_Rumo e i prodigi nell’oscurità_ (libro)

Io amo i libri di Walter Moers, questo è ormai notorio. Con Il labirinto dei libri sognanti sono stato un po’ deluso, ma stavolta (Walter Moers, Rumo e i prodigi dell’oscurità [Rumo & Die Wunder im Dunkeln], Tea 2007 [2003, 2005], pag. 714, ISBN 9788850214457, trad. Umberto Gandini, link Amazon) la mia fiducia è stata ben ripagata. Per dare un’idea anche se limitata delle 700 e più pagine del libro, pensate a un libro come Terra! di Benni, con una serie di divagazioni che sono piccole storie per conto proprio. La differenza è che la storia principale è molto più complessa ed è gestita magistralmente (oltre che illustrata) da Moers, e tutti i fili che sembravano persi ritornano nel gran finale. Nel libro vediamo la crescita del giovane croccamauro Rumo (“come il gioco di carte”: il guaio di farsi dare un nome dalle persone sbagliate) che si fa strada nel mondo favoloso – ma molto pericoloso – di Zamonia. Gli incontri sono di tutti i tipi, sia nel mondo di superficie che in quello sotterraneo; la fantasia di Moers è davvero inesauribile. Una lettura davvero piacevole: peccato che al momento il libro risulti fuori commercio.

_La Bibbia non parla di Dio_ (libro)

Dopo anni di studi sul testo ebraico dell’Antico Testamento e una serie di libri per un piccolo editore piemontese, con questo libro (Mauro Biglino, La Bibbia non parla di Dio : uno studio rivoluzionario sull’Antico Testamento, Mondadori 2016 [2015], pag. 339, € 12, ISBN 9788804655299, link Amazon) Mauro Biglino ha fatto il grande salto e ha pubblicato per Mondadori questo suo saggio, nel quale afferma che la Bibbia parla in realtà di un gruppo di esseri non terrestri, gli Elohim, che hanno creato gli uomini. Il suo motto è “facciamo finta che”, nel senso di leggere il testo come se fosse perfettamente letterale e non con le sovrastrutture teologiche (cattoliche più che ebraiche) usuali. C’è solo un problema: anche Biglino prende le parti che gli fanno più comodo, partendo dal principio che tanto non siamo certo degli esperti nel campo. Mi ha fatto ridere leggere all’inizio che il libro di Isaia è in realtà stato scritto da tre autori diversi (cosa ben nota), rimarcando che del deutero- e trito-Isaia non sappiamo nulla. Perché invece cosa sappiamo del “primo” Isaia? Niente, esattamente allo stesso modo.
Più seriamente, va benissimo partire dalla constatazione che nella Bibbia si parla di tanti Elohim, dèi molto simili a YHWH e anche agli dèi della mitologia omerica, e notare come questi Elohim siano molto simili a esseri mortali ma dalle capacità superiori alle nostre; ma – anziché giungere alla conclusione che gli ebrei abbiano retroadattato leggende ancestrali comuni per infilarci il loro concetto di Dio – Biglino “fa finta che” questi Elohim siano extraterrestri in grado di creare esseri senzienti con tecniche di ingegneria genetica ma che hanno bisogno che gli uomini gli brucino le offerte in modo da assorbire i fumi rilassanti dei grassi animali, presumibilmente mischiati con un po’ di cannabis. Diciamo insomma che mettere insieme ateismo e complottismo extraterrestre non mi pare una grande idea.

Ultimo aggiornamento: 2018-05-04 22:49

_Bassa risoluzione_ (libro)

La “bassa risoluzione” di cui Massimo Mantellini parla in questo libro (Massimo Mantellini, Bassa risoluzione, Einaudi 2018, pag. 130, € 12, ISBN 9788806233549, link Amazon) è quello che io chiamo “piutòst che nient l’è mej piutòst” o se preferite l’inglese “good enough”. In pratica ci si accontenta di qualcosa che funzionicchia, senza cercare il top. Mantellini fa però un passo in più, notando come le nuove generazioni non solo accettano la cosa (come del resto faccio io; come ama dire Douglas Hofstadter “ars longa, vita brevis” e bisogna gestire il tempo che abbiamo facendo delle scelte) ma pensano che sia tutto “bellissimo”. Andando avanti nella lettura ho invece scoperto che la sua posizione è molto più pessimista: abbiamo più o meno volontariamente scelto di non cercare nemmeno di raggiungere quanto sarebbe a nostra portata, tipicamente perché costerebbe toppa fatica. Ecco dunque la nascita dei boxini morbosi dei quotidiani online, acchiappaclic che contribuiscono alla distruzione definitiva del giornalismo in Italia; ecco il passaggio dalle macchine fotografiche agli smartphone che faranno anche foto “bellissime” ma che puntati verso un cielo stellato scattano un’immagine uniformemente nera (non che una reflex farebbe tanto meglio, a meno di metterla su un cavalletto e lasciare una lunghissima esposizione…), e così via. Alcuni esempi sono un poco forzati: secondo me per esempio il computer non è altro che un mezzo e non ci si può lamentare che la gente non lo sfrutti secondo le sue potenzialità. Il quadro generale è però indubbiamente quello da lui raccontato. Mantellini non crede affatto che questo trend possa invertirsi; non che io lo creda, ma la mia esperienza in rete è di più lunga data e so già da venticinque anni che Internet è usata utilmente solo da una sparuta minoranza, e non si possono raddrizzare le zampe ai cani. Ad ogni modo, anche se l’usanza tra i sedicenti cognoscenti del web è di andare contro Mantellini per principio o per sport, credo che leggere questo libro sia invece utile per vedere cosa sta succedendo con un occhio più esperto, e non fare come i giovani pesci dell’aneddoto, che si domandano stupiti cosa sia l’acqua.

Ultimo aggiornamento: 2018-03-21 16:16