[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing] Bisogna dire che L.P. Styles scrive della fantascienza (ramo apocalittico) con uno stile parecchio inusuale. Il protagonista del libro, Spencer, è probabilmente un asperger: questo significa che nelle parti in cui la narrazione è con la sua voce il lettore rimane un po’ sperso, e magari deve aspettare che un altro personaggio dia la sua visione dei fatti per capire cosa sta succedendo esattamente. La descrizione del mondo all’interno dell'”anomalia” è molto peculiare e dà prova di una grande fantasia da parte dell’autore; una cosa che nella fantascienza odierna non è certo comune. I miei dubbi sono nella rappresentazione dei personaggi secondari, che sembrano essere l’equivalente di un cartonato: non solo senza spessore, ma spesso con l’aria di essere stati aggiunti solo per incrementare il numero di pagine del testo. Per fortuna la storia principale regge bene alla lettura, però.
(L.P. Styles, The Molecule Thief, Astro Books 2023, pag. 313, $0,99, ISBN paperback 9781738773510)
Voto: 4/5
Ultimo aggiornamento: 2023-07-19 19:36
Se a voi piacciono i racconti bene ordinati nel tempo, questo libro non fa per voi: i capitoli si susseguono secondo un ordine che non ho ben chiaro, ma sicuramente non è cronologico. Se invece vi fanno paura le formule matematiche, leggetelo tranquillamente. A Clegg piace infatti raccontare storie, più che raccontare matematica. Non che lui non sappia di matematica: potete stare tranquilli che quello che c’è scritto è corretto. Semplicemente il suo pubblico è quello dei curiosi a 360 gradi, per cui la matematica è solo uno degli aspetti da considerare. Alla fine della lettura avrete insomma più un’idea dei matematici che della matematica.
La storia di come si è arrivati alla scala musicale occidentale attuale mi era già nota, almeno da un punto di vista storico e matematico. Qui però Fabio Bellissima sceglie un approccio diverso che mi mancava: quello filosofico. Non avrei mai pensato che certe scelte fatte in passato non fossero tanto dettate da considerazioni musicali – anche perché diciamocelo: io sono così abituato al temperamento equabile che usiamo tutti i giorni che una volta che mi capitò di sentire musica barocca con un clavicembalo temperato inequabile mi sono immediatamente accorto che c’era qualcosa di strano – quanto appunto da considerazioni filosofiche. In pratica, il problema che non si riesce a chiudere un’ottava per mezzo di quinte può essere affrontato scegliendo di privilegiare alcuni intervalli speciali (le quinte e le quarte quasi sempre, ma dalla fine dell’era classica anche le terze), magari avendo due rapporti diversi per il tono: il Principio di consonanza di Archita afferma per esempio che “gli intervalli consonanti devono corrispondere a rapporti multipli [n/1] o epimori [(n+1)/n]”, il che chiaramente è ben diverso dai rapporti pitagorici dove a un certo punto si trova un 256/243…
Non si può negare che questo volumetto, che in realtà è un estratto di un libro più generale scritto dagli autori, sia “essenziale”. È perfino un po’ troppo essenziale per uno come me, che pure preferisce testi asciutti a chiacchiere infinite. Secondo me il testo può essere utile come manuale di riferimento per chi conosce già i temi almeno a grandi linee e ha bisogno solo di un ripasso: altrimenti è meglio scegliere qualche altra opera.
[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
Vabbè, Ben Orlin e i suoi disegni brutti non hanno bisogno di presentazioni. I giochi qui presenti (non sono davvero 75 1/4: alla fine c’è tutta la spiegazione di come è arrivato a quel numero) mi erano in parte noti ma generalmente sconosciuti: Orlin si muove nel sottile crinale tra non spiegare assolutamente le possibili strategie e dare troppe spiegazioni. La struttura secondo me è anche ottima, non tanto per la suddivisione in capitoli a seconda della matematica che sta dietro il gioco quanto per le variazioni indicate alla fine di ogni gioco e che spesso sono giochi dalla strategia completamente diversa. Ma soprattutto quella che mi è piaciuta è la parte “perché è importante” alla fine della spiegazione di ogni gioco. Spesso quando giochiamo non vogliamo farci tanti problemi: ma se uno è un matematico dentro, a volte i problemi sono più divertenti del gioco stesso, e sapere quali sono i temi matematici toccati può essere utile.
