Archivi categoria: recensioni

The Britannica Guide to Algebra and Trigonometry (libro)

Cosa vi aspettereste da un testo che nel titolo ha il nome “Guida” e fa parte di una collana “Math Explained”? Ok, non certo un manuale per imparare il tema del libro da zero, ma almeno qualcosa che sia comprensibile anche a chi non ha conoscenze dirette della materia ma comunque ha un’infarinatura sufficiente. E invece no. Già la scelta di mettere insieme algebra e trigonometria, due rami della matematica che sono nati e cresciuti in periodi diversissimi, mi fa pensare che la scelta sia stata fondamentalmente “uniamo materie incomprensibili ai più”. L’approccio nel testo è storico, il che probabilmente per la trigonometria va bene, anche se poi leggendo il testo si scopre che paradossalmente non trovate praticamente nessuna formula trigonometrica. Per l’algebra questo approccio serve per capire come il significato del termine sia mutato da quando nacque ai tempi degli arabi, ma rende impossibile capire qualunque sviluppo nel XX secolo, se non un generale “l’astrattezza è sempre più aumentata”.
La parte che si salva è quella con le brevi biografie di matematici nei due campi e i glossari finali, uno per sezione: comunque poca roba.

William L. Hosch (ed.), The Britannica Guide to Algebra and Trigonometry, Britannica Educational 2010, pag. 279, $30, ISBN 9781615301133
Voto: 2/5

The Wonderful World of Ladybird Books for Grown-Ups (ebook)

Da quanto ho capito, i Ladybird Books erano libretti per bambini, probabilmente scritti in rima; anzi è possibile che ne siano ancora prodotti oggi. Però una decina d’anni fa il gruppo Penguin decise di creare una serie “Ladybird Books per adulti” che parodiava i libretti degli anni ’50 e ’60 riciclando le illustrazioni del tempo. Per dire, ce n’è uno su Donald Trump. Questo volume raccoglie un certo numero di possibili titoli della serie. L’idea è molto bella, ma purtroppo c’è ben poco oltre le copertine: qualche riga di presentazione (non sempre), in rari casi alcune pagine dell’edizione come nel caso del libro su Brexit che però esiste, un po’ di paraphernalia e nulla più. Secondo me sarebbe stato meglio ridurre il tour de force sulle copertine, e lavorare di più sui contenuti dei finti libri…

(Jason Hazeley e Joel Morris, The Wonderful World of Ladybird Books for Grown-Ups, Michael Joseph 2018, pag. 224, €14,43, ISBN 9781405938679)
Voto: 3/5

I Beatles (libro)

Freak Antoni non si smentiva mai: questo suo libro (forse il primo che ha scritto, e se non sbaglio il seguito della sua tesi di laurea al DAMS) “è dedicato a Pete Best”. Non parla in realtà più di tanto dei Beatles, ci sono molti centoni di traduzioni di loro brani, ci sono discorsi che partono strambi e continuano peggio, e così via. L’intervista a Gianni Celati – che potete leggere a https://www.doppiozero.com/celati-heidegger-e-i-beatles e che è in appendice al libro – è un esempio paradigmatico: se siete interessati al demenziale è perfetta, se volevate cercare qualcosa sui Beatles avete sbagliato testo.

(Roberto Antoni, I Beatles, Targa Italiana Edizioni 1989, pag. 191, ISBN 9788871110110)
Voto: 3/5

Ultimo aggiornamento: 2023-12-12 22:25

IA istruzioni per l’uso (libro)

Uno prende un libro come questo per avere uno sguardo necessariamente ad alto livello su cosa sta succedendo nel mondo dell’intelligenza artificiale. Solo che dalla lettura non si recupera molto. La prima sezione, con la storia dell’IA, è schematica ma corretta, anche se non direi che le IA “imparino con l’esperienza” (pag. 11). Più che altro si adattano meglio, ma per fare questo non serve una IA, c’era il famoso computer per giocare a tris di Martin Gardner. Proseguendo, la seconda sezione sulle frontiere dell’IA e le nuove tecnologie è però un continuo snocciolare di “l’IA potrà fare questo” (anche su temi per cui si dice la stessa cosa da decenni) e una sfilza di citazioni di articoli di cui non si può sapere nulla d’altro. Le uniche sottosezioni che mi sono piaciute sono la 12 e la 13, sull’IA per studiare il cervello e per creare gemelli digitali: non penso sia casuale il fatto che siano i campi dove Caligiore lavora e che quindi conosce meglio. La terza sezione sui rischi per noi dell’IA non presenta novità ma è comunque ben fatta, mentre l’ultima sezione è di nuovo fatta di belle intenzioni senza nessuna informazione davvero interessante. (Scusate, ma le soft skill sono ormai inflazionate, e “Conoscere il mondo usando tutto il corpo”, anziché occhi e dita, fa tanto new age). Insomma, il libro non mi è piaciuto.

(Daniele Caligiore, IA istruzioni per l’uso, Il Mulino 2022, pag. 160, € 14, ISBN 9788815295422)
Voto: 2/5

Trigonometry – A Very Short Introduction (ebook)

Ho trovato il primo capitolo del libro, seppure partisse da un assunto interessante su come nacquero le idee che portarono allo sviluppo della trigonometria, piuttosto noioso, e ho lasciato per un po’ il libro a sedimentare. Devo però dire che il resto del libro è molto più interessante. Lo so, molti di voi diranno “che cosa può esserci di interessante sulla trigonometria?” Beh, van Brummelen ha scelto di mostrare come tante parti della matematica hanno a che fare con la trigonometria, e devo dire che alcune corrispondenze sono state inaspettate anche per me. Poi naturalmente c’è il grande vantaggio dei libretti della collana Very Short Introduction: che sono appunto brevi. Insomma, può valer la pena di leggerlo, al limite saltando il primo capitolo!

Glen van Brummelen, Trigonometry : A Very Short Introduction, Oxford University Press 2020, pag. 192, € 5,33 (cartaceo: $11,95), ISBN 9780192545473

Voto: 4/5

Indiana Jones e il quadrante del destino (film)

locandina Perché avere un ottantenne Harrison Ford nella parte di un settantenne Indiana Jones? (nella continuity Indy è nato nel 1899 e la vicenda del film si svolge nel 1969, tranne un flashback iniziale nel 1945 dove il volto di Harrison è stato digitalmente ringiovanito, non so con quali costi) Boh, secondo me Spielberg e Lucas si volevano divertire un po’. Un bel po’, visto che il film dura 2 ore e 22 minuti, e toglierne una quarantina di quelli dedicati agli inseguimenti non sarebbe poi stato male.
Per il resto, la sospensione dell’incredulità è ancora maggiore del solito. Non tanto perché il meccanismo di Anticitera dovrebbe permettere di trovare le anomalie corrispondenti a portali temporali: in queste storie è il minimo sindacale. Ma mischiare le date in quel modo mi dà un fastidio quasi fisico. Il meccanismo è di quasi un secolo posteriore ad Archimede, esattamente come il cifrario di Polibio citato nella storia. E tra l’altro i dialoghi in greco che si sentono alla fine sono scolastici in modo imbarazzante, certe parole, a partire dal Kyrìe con cui Archimede veniva chiamato. le capivo persino io che non ho mai studiato greco. Vabbè, speriamo che a qualcuno venga voglia di imparare qualcosa in più sulla matematica…

Here, There and Everywhere (libro)

Beh, è molto semplice capire quali parti di questo libro sono state scritte da Emerick e quali da Massey: quando trovate una descrizione di un dettaglio pignolo sulle posizioni dei microfoni è tutta farina del sacco di Emerick, le descrizioni più liriche sono di Massey. Emerick si toglie anche una serie di sassolini dalle scarpe, anche se in stile molto britannico, nei confronti di Ringo (“completamente diverso da come sembra sotto i riflettori”), George (“fino al 1968 la sua tecnica era pessima”) e George Martin (in cauda venenum: nelle ultime pagine scrive che se la tirava troppo).
La pagina di Wikipedia in inglese su Emerick segnala che ci sono state diverse critiche
che segnalano errori fattuali nel testo: nonostante la mia discreta conoscenza beatlesiana non saprei specificare quali siano, a parte appunto la tecnica di George (che è sempre stato uno sgobbone, e doveva prepararsi con calma gli assoli… facendo probabilmente arrabbiare Emerick). Credo comunque che un beatlesiano non possa non leggere questo testo.

(Geoff Emerick e Howard Massey, Here, There and Everywhere : My Life Recording the Music of the Beatles, Avery 2007, pag. 387, $18, ISBN 9781592402694)

Ultimo aggiornamento: 2023-08-12 08:35

Writers of the Future 39

copertina[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]

Come forse sapete, Writers of the Future è un concorso sotto il nome di Ron Hubbard (che prima di fondare Scientology era uno scrittore di fantascienza…) per i migliori racconti SF e fantasy che ormai ha quasi quarant’anni di storia. Come sempre, trovo i racconti di livello molto diverso: ecco due righe per ciascuno di essi. Non giudico gli illustratori (che hanno vinto anch’essi un concorso)

◆ Kitsune, di Devon Bohm – la storia sembra una scusa per parlare di altro. Citando dall’introduzione del racconto, «What this story really is,” Bohm says, “is a feminist text that’s using an extended and surreal metaphor to help the reader reflect on particular experiences within the human condition.» 2/5
◆ Moonlight and Funk, di Marianne Connolly – racconto carino e poetico su un tipo di amore non proprio standard. 5/5
◆ Death and the Taxman, di David Hankins – nella parte centrale l’autore vuole essere divertente a tutti i costi e non ci riesce; ma in generale è un buon racconto. 4/5
◆ Under My Cypresses, di Jason Palmatier – credo di aver capito il punto del racconto, ma molto a fatica perché non è ben sviluppato. 3/5
◆ Circulate, di Ron Hubbard – Un suggerimento (buono, tra l’altro) di Hubbard per quando si ha il blocco dello scrittore. 4/5
◆ The Unwilling Hero, di Ron Hubbard – Leggendolo, a un certo punto si capisce cosa sarebbe diventato Hubbard. 4/5
◆ White Elephant, di David K. Henrickson – Umoristico, ben costruito, e con un finale inaspettato. 5/5
◆ Piracy for Beginners, di Jennifer Johnson – Una buona vecchia space opera. 4/5
◆ Prioritize to Increase Your Writing, di Kristine Kathryn Rusch – Non capisco perché tra i racconti debbano trovarsi questi interludi (a parte ovviamente quelli di Hubbard…) – n/a
◆ Fire in the Hole, di WordFire, Inc. – troppi cliché per essere interessante. 3/5
◆ A Trickle in History, di Elaine Cohen – come far sì che gli ultimi ebrei non siano gli ultimi, quando ammazzare Hitler sembra essere vietato dalle leggi temporali. Idea e realizzazione carine. 5/5
◆ The Withering Sky, di Harry Manners – buon ritmo, ma la trama non funziona. Finito di leggerlo, ti chiedi “e perché è capitato tutto questo?” 3/5
◆ The Fall of Crodendra M, di Dustin Adams – la parte centrale è interessante, ma inizio e fine sono deboli e non riescono a tenere la storia in piedi. Mischiare i wormhole e l’onnipresente copertura mediatica non è stata una grande idea. 3/5
◆ Constant Never, di S. M. Stirling – Il finale è interessante, ma la storia non mi ha detto nulla. 2/5
◆ The Children of Desolation, di Spencer Sekulin – racconto postapocalittico, parte lento ma si riprende bene. 4/5
◆ Timelines and Bloodlines, di Laurance Davis – buon modo, anche un po’ umoristico, per gestire i paradossi temporali. 5/5
◆ The Last History, di Samuel Parr – In genere non amo il fantasy, ma questo mondo che ricorda un po’ l’impero cinese è raffigurato molto bene. 4/5

(AA.VV., Writers of the Future Volume 39], Galaxy Press 2023, pag. 513, € 6.54, ISBN 9781619867659 )
Voto: 4/5