Archivi categoria: recensioni

Foolproof (libro)

Nelle prime righe di questo libro Hayes scrive “la matematica è troppo divertente per essere lasciata solo ai matematici”. Aggiunge inoltre che lui non è un cittadino di Matelandia, ma una persona che si è trasferita lì e ha cercato di comprendere usi e costumi dei suoi cittadini. In effetti la sua formazione è più da informatico, tanto che negli anni ’80 teneva la rubrica di Computer Recreations sullo Scientific American, mentre ora scrive su American Scientist. Lo troviamo così a dissezionare il famosissimo aneddoto di Gauss bimbetto e la somma della serie di numeri trovata al volo, tracciando le innumerevoli versioni per capire come il folklore matematico abbia man mano abbellito la storia; nel frattempo spiega come la differenza tra l’approccio del giovane Carl Frederick e quello di un programma al computer abbia ripercussioni importanti. Ma molte di queste meditazioni matematiche, pur non entrando a fondo nella teoria sottostante, sono davvero interessanti: segnalo quella sui numeri quasicasuali, sullo spettro del Riemannio (una correlazione a prima vista inimmaginabile tra gli zeri della zeta di Riemann e gli spettri degli elementi chimici), su un modo alternativo alla virgola mobile di memorizzare i numeri su un computer, che permette di aumentare l’ampiezza dei numeri rappresentabili conservando una estrema precisione nei valori prossimi allo zero, e soprattutto il gioco di Zenone. Una gioia per appassionati e semplici turisti!

(Brian Hayes, Foolproof : and Other Mathematical Meditations , MIT Press 2017, pag. 248, $24,95, ISBN 9780262036863)
Voto: 5/5

Bruce Nauman, Neons Corridors Rooms (mostra)

Giovedì scorso sono andato all’Hangar Bicocca a vedere la mostra di Bruce Nauman in visita guidata (da Stefano Bartezzaghi, direi un’ottima scelta visto il tipo di opere di Nauman). Purtroppo avevo un altro impegno e non ho potuto rimanere fino in fondo, saltando tra l’altro l’opera Raw Materials all’esterno della struttura – o meglio, ci sono passato così di fretta che non ho potuto apprezzarla.

Cosa ha capito un ignorante come me? Che Nauman non è un autore per claustrofobi, come si può vedere nei corridoi da lui creati dove si può passare solo stando girati oppure che finiscono in una stanzetta triangolare; ma anche nella doppia gabbia dove si può entrare per sentirsi davvero circondati. Ho però notato che usa anche altre tecniche, come i neon (tipo la buonanima di Dan Flavin), spesso insieme ai giochi di parole; la giovanile Get Out of My Mind, Get Out of This Room è poi una rappresentazione plastica del “non pensare all’elefante”, come ha detto Bartezzaghi. Sicuramente gli ampi spazi dell’Hangar Bicocca sono un ottimo contrasto a opere di questo tipo, che vengono evidenziate ancora di più. È chiaro che se l’arte concettuale non vi dice nulla potete lasciar perdere la mostra, e probabilmente tutto l’Hangar Bicocca; in caso contrario potete però divertirvi.

Ultimo aggiornamento: 2022-11-17 10:48

La stranezza (film)

È il 1920. Luigi Pirandello torna in Sicilia per il compleanno di Giovanni Verga; passando dalla natia Girgenti scopre che la sua vecchia balia è appena morta e organizza il suo funerale con due improbabili becchini, Nofrio e Bastiano, che stanno allestendo un’opera teatrale con un cast piuttosto approssimato. Pirandello, che è in crisi creativa, vede le interazioni tra attori e pubblico e riesce finalmente a tirare fuori l’idea per il suo nuovo lavoro, che sarà rappresentato a Roma l’anno successivo sconcertando parte del pubblico che non riusciva a capire la commistione tra attori, pubblico e metateatro.

Roberto Andò dà una sua lettura della genesi dei Sei personaggi in cerca d’autore con un film che all’inizio sembra perdersi – il problema non è tanto la lentezza che qui è funzionale, ma proprio il non capire dove voglia andare a parare – ma poi prende il suo ritmo. Servillo-Pirandello come al suo solito servilleggia, con la sua recitazione molto fisica, che fa credere di avere davvero Pirandello davanti a noi. Chi mi ha invece favorevolmente stupito sono stati Picone e Ficarra. Io non è che li apprezzi come comici: ma qui non sono mai stati sopra le righe, e hanno contribuito alla riuscita dei film insieme ai vari caratteristi. Il film continua a mischiare realtà e fantasia, principalmente viste dagli occhi di Pirandello – tra l’altro, inizia con la famosissima citazione tratta da La tragedia d’un personaggio – ma anche altrove: per esempio nella scena in cui Mimmo si alza durante la rappresentazione della filodrammatica, dicendo che un personaggio dell’opera è una sua raffigurazione, e il protagonista chiede al pubblico “Ma secondo voi, il Pietro che raffiguro è Mimmo?” ottenendone un “noooo!” corale. Credo che questo mescolamento, parallelo a quello dell’innovazione teatrale pirandelliana, sia ciò che ha portato al successo il film.

Homo Pharmacus (libro)

I farmaci hanno completamente cambiato la nostra vita. Fin qui nessuno può avere da ridire. Non ha però senso parlare di farmaci in modo generico, mettendoli tutti in uno stesso calderone: in questi ultimi due secoli siamo passati dai farmaci ricavati dalle piante a quelli creati chimicamente per arrivare a quelli prodotti biologicamente. Mica sapevo per esempio che gli anticorpi monoclonali sono fabbricati a partire da cellule cancerogene di topo che sono state gentilmente convinte a produrre proprio quell’anticorpo specifico. In questo libro Hager prende dieci farmaci, o più precisamente gruppi di farmaci, e fa una specie di storia della medicina a partire da essi. Comincia con l’oppio, noto già nell’antichità, per terminare appunto con i monoclonali. Non parla di aspirina perché nell’introduzione dice che ci sono già tanti racconti su di essa; si occupa di molte droghe, anche perché sono quelle che in fin dei conti sono più famosi; ma forse il capitolo più interessante e sicuramente personale è quello sulle statine. Hager racconta che si è molto arrabbiato quando gli arrivò un’email di un qualche dipartimento che lo invitava ad assumere le statine, e cominciò così una ricerca di vari mesi dove scoprì che non si è mica certi che esse servano davvero a prevenire gli infarti… Ma consiglio vivamente di leggere la storia raccontata direttamente da lui. La traduzione di Cristina Spinoglio è scorrevole.

(Thomas Hager, Homo Pharmacus : Dieci farmaci che hanno scritto la storia della medicina [Ten Drugs], Codice 2021 [2019], pag. 329, € 26, ISBN 9788875789336, trad. Cristina Spinoglio)
Voto: 5/5

Ti spiego il dato (libro)

La grafica di questo libro è piuttosto peculiare. Anche il formato, a dire il vero, visto che ha gli angoli delle pagine smussati come un quaderno. E in effetti alla fine di ogni capitolo ci sono un paio di pagine per prendere appunti, quindi parlare di quaderno non è così lontano dal vero. Ma a parte queste considerazioni per così dire estetiche direi che il testo è davvero adatto per chi è sempre stato intimidito da grafici e statistiche che si trovano sui media; Columbro, con uno sguardo ad alto livello ma comunque utile e corretto, spiega “il dato” e tutte le sue incarnazioni, dalle tabelle ai grafici alla nostra impronta digitale. Forse ancora un po’ complicato per le scuole medie, già al biennio delle superiori è un ottimo punto di partenza: ma anche gli adulti non ferrati in questo campo lo apprezzeranno, proprio perché non tecnico ma esplicativo.

(Donata Columbro, Ti spiego il dato, Quinto quarto 2021, pag. 142, € 16, ISBN 9788885546264)
Voto: 5/5

The Spirit Phone (ebook)

[copertina]
[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
Sono una persona semplice, e amo leggere libri di fantastorie, dove i protagonisti sono persone (reali o fittizie) che nella realtà o nei libri canonici non si sono mai incontrati. Questo libro indubbiamente entra in questo novero: Nikola Tesla e Alesteir Crowley sono probabilmente due persone di caratteristiche opposte, e quindi diventa interessante costruire una trama a partire da un loro incontro (con Edison come comprimario). Lo “spirit phone”, ideato da Edison che cercò davvero di costruire qualcosa del genere, avrebbe dovuto permettere alla gente di mettersi in contatto con i propri cari defunti: era invece lo strumento che alcune entità avrebbero sfruttato per accedere alla Terra in modo fisico e poter infliggere terrore e dolore all’umanità. Telsa e Crowley dovranno cooperare per bloccare la minaccia. La trama scorre abbastanza bene, con il suo mischiare magick (con la k, non so come renderlo in italiano) e quello che invece definisco electropunk: nel 1899 il vapore è il passato, l’elettricità il futuro! L’unica cosa che non mi è piaciuta è che O’Keefe racconta sin troppo nei dettagli accadimenti ben noti a tutti o quasi. Io preferisco che queste cose siano solo lasciate implicite, in modo che chi ha presente il riferimento sorrida e gli altri possano continuare ad apprezzare il racconto.

(Arthur Shattuck O’Keefe, The Spirit Phone, BHC Press 2022, pag. 362, € 7,99, ISBN 9781643973234 )
Voto: 4/5

Ultimo aggiornamento: 2023-04-11 10:54

Problems for Metagrobologists (ebook)

[copertina] I metagrobologisti sarebbero gli studiosi di giochi matematici. O almeno dice cosi David Singmaster (che i più anziani di voi ricorderanno come esperto del cubo di Rubik) in questo libro. In effetti parecchi tra i più di duecento giochi presenti ha una fonte tipicamente risalente al passato e una correzione delle risposte date in quelle sedi. Devo però dire che non ho molto apprezzato il testo, perché in genere occorre un computer per trovare le soluzioni ai problemi: quasi informatica (applicata) ricreativa più che matematica ricreativa. Carta e penna vanno bene, ma così si esagera…

(David Singmaster, Problems for Metagrobologists, World Scientific 2016, pag. 248, $19,99, ISBN 9789814663649)
Voto: 3/5

Yes, That Happened! (ebook)

[copertina]
[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]

L’idea di questo libretto era interessante: presentare un certo numero di curiosità datate dal 1930 al 1960 circa che si sono dimenticate, dedicando a ciascuna di esse due o tre pagine, D’accordo, sono tipicamente roba americana o britannica, ma in effetti ne conoscevo giusto qualcuna. Purtroppo il risultato non è stato all’altezza delle aspettative. Innanzitutto molti di questi fatti sono davvero minori e non così curiosi, salvo qualche eccezione come lo stato di Moosylvania (ma io ero un fan sfegatato di Rocky e Bullwinkle), i castori paracadutati, e il progetto di una bomba atomica tenuta alla giusta temperatura… da un gruppo di polli. Passi per la scelta: quello che però non ho sopportato sono state le chiuse paternalistiche che chiudono quasi tutti i raccontini. Una nota comica finale: in due dei capitoli c’è l’avvertenza “Ho lasciato le misure metriche per adeguarmi alla terminologia militare” (molti dei racconti sono di ambientazione militare, in effetti.) Ma in uno di essi l’unica misura metrica era -40 gradi Celsius, che corrispondono esattamente a -40 gradi Fahrenheit… :-)

(Kimberly Miller, Yes, That Happened! : A Collection of Wildly Insane-But-True Stories in Pop Culture, Science, and History That Seniors Will Remember, History Compact 2022, pag. 99, $7,49, ISBN 9798847790604)
Voto: 2/5