Archivi categoria: recensioni

_Scintille matematiche_

[copertina] A differenza dei libri precedenti usciti nella collana Sfide matematiche, il libro di Paolo Toni (Paolo Toni, Scintille matematiche, RBA Italia – Sfide matematiche 10, 2008 [1985], pag. 244, € 9,99) è prettamente didattico: l’autore afferma che tutti gli esercizi sono risolubili con le conoscenze matematiche del biennio delle superiori, e molti sono alla portata dei bimbi alla fine delle elementari. Non aspettatevi pertanto di trovare racconti più o meno credibili che incorniciano i problemi, e siate preparati a vedere problemi simili esposti l’uno immediatamente dopo l’altro. Tenendo presente questa scelta di base nell’assemblaggio, il libro è fatto molto bene: la parte delle soluzioni non si limita a dare la risposta e il metodo di risoluzione, ma spesso sconfina nella didattica per spiegare come i ragazzi possano essere tratti in inganno da formulazioni diverse dello stesso problema, e dove tendano a sbagliare. Un ottimo testo di supporto per un professore che non voglia limitarsi a seguire pedissequamente il programma.

Ultimo aggiornamento: 2019-07-19 21:42

Gli enigmi del caso (libro)

[copertina] Scrivere un’autobiografia non è mai troppo semplice, ma quando si è un matematico la cosa è ancora più complessa, visto che in fin dei conti bisognerebbe anche parlare del proprio lavoro in maniera comprensibile ai più. In questo caso (Mark Kac, Gli enigmi del caso [Enigmas of Chance], Boringhieri 1986 [1985], pag. 161, € 18,08, ISBN 978-88-339-0905-9, trad. Umberto Sampieri) secondo me non si è arrivati al risultato richiesto. A parte una certa piattezza del testo – che secondo me è più legata alla prosa originale di Kac che alla traduzione – le parti matematiche del libro sono scritte in modo da spaventare il lettore. Un peccato, per vari motivi. In primo luogo, perché le formulacce piazzate qua e là nella parte centrale non erano poi così importanti per capire almeno qualitativamente il campo di studio di Kac (processi casuali). Inoltre, perché così si perdono le parti interessanti: il racconto della sua gioventù in Polonia (ed essere un ebreo non aiutava affatto anche prima dell’invasione hitleriana), e il suo punto di vista su come la matematica pura sia assolutamente sterile, perché i problemi dobbiamo trovarceli e non porceli. Non che io sia così d’accordo su quest’ultimo punto, però ha una sua logica.

Ultimo aggiornamento: 2008-12-05 15:30

Rudi Ludi (libro)

[copertina] (se vuoi una mia recensione più seria di questo libro, va’ su Galileo!)
Non è piaggeria, anche se gli autori mi sono ben noti. Non è nemmeno un tentativo della serie “io ho sprecato i soldi del libro, e per ripicca li faccio sprecare a voi”. L’opera seconda del terzetto dei Rudi Mathematici (Rodolfo Clerico, Piero Fabbri, Francesca Ortenzio, Rudi Ludi, CS_libri 2008, pag. 228, € 24.50, ISBN 978-88-95526-12-6) è proprio bella. Intanto, a differenza dl precedente Rudi Simmetrie, è un libro vero, non una raccolta di materiale già pubblicato: e questo è già meritevole, considerata la difficoltà di scrivere un testo coerente. Il bello è che l’amalgama dei vari temi è venuto fuori davvero bene. Si tratta di teoria dei giochi, anzi di teorie, visto che oltre a quella per così dire “economica” c’è anche quella “giocosa” di Conway e Berlekamp, vale a dire i “play” contrapposti ai “game”. Si raccontano aneddoti su tanti matematici, con divagazioni assolutamente incredibili. E c’è il collante di tutto, vale a dire un weekend passato dai tre in Svizzera. In complesso, un vero libro di divulgazione matematica, di quelli che ti fanno vedere le cose e ti danno un’idea di come ci si arriva senza essere un testo ufficiale e necessariamente pesante. Non scherzo quando affermo che finalmente possiamo fregiarci anche in Italia di divulgatori di questo tipo, cosa che ho sempre invidiato agli anglofoni (però confesso che la parte sul nucleo dei giochi non è venuta così bene). Prendetelo: non ve ne pentirete.

Ultimo aggiornamento: 2008-12-02 10:21

L’enigma del Mandarino (libro)

[copertina] L’edizione originale di questa raccolta di giochi (Henry E. Dudeney, L’enigma del Mandarino [Amusements in Mathematics – parte I], RBA Italia 2008 [1959], pag. 238, € 9,99, trad. Angela Iorio) fu pubblicata nel 1917 dallo stesso Dudeney, e a quanto ne so ebbe uno strepitoso successo, come del resto le rubriche che lui teneva in varie riviste britanniche dove i vari quesiti erano stati precedentemente posti. Rispetto a Gli enigmi di Canterbury direi che i giochi sono mediamente più semplici da risolvere, pur essendoci delle vistose eccezioni: non so se questo sia legato alla scelta di quali inserire partendo dall’edizione Dover del 1959 (questo libro non è la prima metà di quello inglese). Anche in questo caso bisogna spesso stare attenti alle trappole verbali nella formulazione di alcuni quesiti, che non hanno soluzione se non con un trucco: fortunatamente la traduzione coglie le sfumature e permette così di risolverli, e anche i disegni sono più chiari di altri libri RBA Italia. Oltre ai problemi il libro contiene alcune parti discorsive: interessante soprattutto quella sulla scomposizione di figure per crearne altre.

Ultimo aggiornamento: 2008-11-30 16:18

Esperienza A-Ah! (libro)

[copertina] Il secondo volume che Martin Gardner ha dedicato agli “a-ah”, cioè alle intuizioni che permettono di risolvere un problema senza doversi immergere nei conti (Martin Gardner, Esperienza a-ah! [aha! Insight], RBA Italia 8/11/2008 [2006], pag. 300, € 9.99, trad. Angela Iorio) è uno di quei libri che secondo me non dovrebbero assolutamente mancare nella biblioteca di una persona moderatamente colta. Le sei sezioni (A-Ah! rispettivamente combinatori – geometrici – numerici – logici – metodologici – verbali) mostrano come sia spesso utile riuscire a vedere il problema in un altro modo, e trovare così una soluzione inaspettatamente immediata. Certo, questi colpi di fortnua non capitano sempre: ma l’abitudine a saper guardare le cose da un punto di vista diverso è comunque utile anche nei casi non eclatanti.
La traduzione italiana ha fatto un grosso sforzo per localizzare l’ultima sezione – in effetti lasciare i giochi verbali in inglese non era il massimo. Peccato che in alcuni casi abbiano ciccato: ad esempio lo schema di “tris con le parole” a pagina 230 è completamente sbagliato, e nella pagina di aNobii citata sopra ho indicato altri refusi. Però almeno ci hanno tentato :-)

Ultimo aggiornamento: 2008-11-27 11:28

_Anelli nell’io_ (libro)

[copertina] È vero che avevo già recensito a suo tempo la versione originale del libro (Douglas Hofstadter, Anelli nell’io [I Am a Strange Loop], Mondadori 2008 [2007], pag. XI-508, € 22, ISBN 978-88-04-58309-7, trad. Francesco Bianchini, Maurizio Codogno e Paola Turina) ma dopo un anno e mezzo di lotta per tradurlo in italiano penso di essere in grado di parlarne con maggior cognizione di causa.
Questo libro è sicuramente diverso da Gödel, Escher, Bach, anche se è in certo senso la sua continuazione. Ad esempio, mancano quasi del tutto i dialoghi, che permettevano di leggere GEB almeno in parte senza doversi preoccupare di capire i concetti dietro di esso. Ma questo non vuole affatto dire che sia più sciatto. La prosa hofstadteriana è sempre spumeggiante, e ha sempre almeno due livelli di lettura, se non di più. Inutile poi dire che il testo è olistico, e ci sono riferimenti interni ovunque; non è affatto raro che una frasetta anodina a pagina 100 acquisti un significato completamente diverso a pagina 400. Per quanto riguarda i contenuti, la spiegazione di come funziona il teorema di Gödel è molto più chiara di quella di GEB, e già questo dovrebbe essere sufficiente. Ma quella trattazione è solo la base per la tesi principale del libro, indicata dal sottotitolo Che cosa c’è al cuore della coscienza: che l'”io” in realtà non esiste, ed è semplicemente un prodotto inevitabile (“emergente”) di avere una coscienza sufficientemente complessa da potersi osservare, proprio come l’aritmetica è sufficientemente complessa da poter definire (una struttura isomorfica a) sé stessa al suo interno. Gli “strani anelli” sono proprio questi: strutture che si rivolgono dentro sé stesse a un livello più alto. Più che di matematica o informatica, infatti, questo è un testo di filosofia, fatta all’americana e dunque molto personale, come si può anche vedere nel capitolo in cui racconta come si è sentito dopo che sua moglie Carol morì improvvisamente.
Indubbiamente non è un libro facile, ma nemmeno GEB lo era; e qui forse è più facile trovarsi in disaccordo con le tesi dell’autore. Ritengo però che valga davvero la pena leggerlo, sapendo di doverci mettere tutto il tempo necessario.
Un’ultima parola sulla traduzione. Come Doug scrive nella prefazione all’edizione italiana, noi siamo il “Traditrio”, vale a dire i traduttori-traditori. Abbiamo fatto il possibile per mantenere i giochi di parole e i doppi e tripli sensi (e il redattore ci ha dato una grossa mano per lo stile), e siamo fiduciosi che la versione italiana sia godibile anche per chi l’inglese lo conosce abbastanza bene. Ma non aspettatevi una traduzione iperletterale: siamo sempre stati saltellanti tra la lettera e lo spirito. Sappiatelo.

Ultimo aggiornamento: 2016-03-31 20:12

Manca solo la domenica (teatro)

Il nostro gruppo abbonati al Piccolo ha iniziato la stagione sabato scorso, andando allo Studio a vedere Manca solo la domenica. Tratto da un racconto di Silvana Grasso, la storia la si può raccontare in poche righe: una donna siciliana, il cui marito è emigrato in Australia e di cui si sono perse le tracce, vuole sentirsi una vera vedova: così dal lunedì al sabato fa visita ai cimiteri dei paesi vicini, dove ha “adottato” una tomba e piange la morte del suo adorato marito. Passano gli anni, e improvvisamente il marito ritorna a casa, rovinandole la vita…
Un racconto breve, che in effetti si traduce in un’ora e venti di spettacolo. Licia Maglietta è brava e si vede che sa tenere la scena, però l’ho vista più volte sbagliare la battuta; insomma mi sarei aspettato di più. In compenso l’altra persona in scena, il fisarmonicista Vladimir Denissenkov, è stato la spalla perfetta. Non solo per il tappeto sonoro che fa da perfetto contraltare al monologo della Maglietta, ma anche per il gioco di sguardi che sottolinea i momenti più importanti: insomma, non un semplice musicista ma quasi un secondo protagonista, e scusate se è poco!

Ultimo aggiornamento: 2008-11-24 08:00

_Il curioso dei numeri_ (libro)

[copertina] (se vuoi una mia recensione più seria di questo libro, va’ su Galileo!) Un Vero Matematico non deve necessariamente usare i numeri irrazionali, immaginali o surreali (anche se sono divertenti, una volta che uno riesce a capire come si formano). Kronecker asserì che “i numeri interi provengono da Dio, tutto il resto è opera dell’uomo”: ma anche solo con i numeri da uno a nove c’è già materiale assolutamente a sufficienza, come Andrew Hodges mostra in questo libro (Andrew Hodges, Il curioso dei libri [One to Nine], Mondadori 2008 [2007], pag. 292, € 18.50, ISBN 9788804581499, trad. Tullio Cannillo) che in originale ha appunto il titolo molto più icastico “One to Nine”. Ispirandosi a una tradizione che parte da G.H.Hardy che tuonò contro il “marxista pratico” Lancelot Hogben che scriveva dell’utilità della matematica per giungere a Constance Reid e il suo “Da zero a infinito”, Hodges – noto per la sua biografia di Alan Turing – racconta un po’ di matematica ma non solo in nove capitoli, ciascuno dedicato ad alcuni aspetti. Il filo conduttore, oltre ai numeri stessi, è dato dal… sudoku, che evidentemente Hodges apprezza molto: nel libro ci sono escursioni nella fisica antica e moderna, ma anche una tirata contro il modo in cui si insegna la matematica nelle scuole inglesi (la sua proposta è “farne magari di meno, ma scegliere cose utili”). Una lettura piacevole, anche per lo stile di scrittura caustico ma leggero ben reso nella traduzione; solo in qualche caso verso metà del libro l’autore forse esagera con le formule matematiche, che potrebbero rimanere indigeste al lettore casuale.

Ultimo aggiornamento: 2008-11-23 17:32