La teoria dei grafi nasce con Eulero e un problema ben specifico: quello dei ponti di Königsberg. Naturalmente in tre secoli la teoria si è affinata parecchio, anche perché tanto per dire i grafi sono alla base dell’algoritmo originale usato da Google per ordinare i risultati di una ricerca per importanza: in questo volume però Sonia Cannas e Ludovico Pernazza hanno scelto esempi molto più vicini a noi, come il grafo dei passaggi dei giocatori del Real Madrid, oltre naturalmente che dare un insieme di definizioni di base che permetteranno ai lettori di orientarsi rispetto ai teoremi di base. Una chicca finale è l’applicazione della teoria dei grafi alla musica… anche questa nata da un’intuizione di Eulero.
I miei giochi matematici questa volta sono in tema, anche se il titolo “grafologia” farebbe ritenere il contrario. Il maestro della matematica raccontato da Sara Zucchini è John von Neumann. L’ultimo matematico tuttologo ma anche il dottor Stranamore del film di Kubrick, una persona dalle mille sfaccettature insomma.
Sonia Cannas e Ludovico Pernazza, La teoria dei grafi, allegato a Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera, €6.99 più il prezzo del giornale.
Ultimo aggiornamento: 2025-11-06 21:42
Una recensione Amazon con una sola stella per questo libro afferma “Mathematics Lovers who expect good math, better to avoid this book”. Non so perché uno dovesse aspettarsi della “buona matematica”, ma personalmente a me è piaciuto molto l’approccio di Sarah Hart, che non si prende troppo sul serio ma riesce comunque a dare informazioni sulla matematica nelle opere letterarie che a me erano ignote. Non immaginavo per esempio che Melville fosse bravo in matematica e che in Moby Dick (che confesso di non avere mai letto) ci fossero per esempio riferimenti alla cicloide; la matematica della Biblioteca di Babele è ben nota, ma anche qui ho trovato estensioni che non conoscevo affatto. Anche la struttura matematica dei librogame mi ha dato degli ottimi spunti. In definitiva, un bel libro: so che i diritti per la traduzione in italiano sono stati presi da qualcuno, ma non so da chi, quindi se non siete anglofoni dovrete aspettare ancora un po’.



I libri sul rapporto aureo, nel bene e nel male, sono solitamente pieni di fattoidi tendenti al new age, anche quando l’autore vuole spiegare perché quelle associazioni sono tirate per i capelli e non hanno nessun fondamento reale. Ben venga quindi questo libro, dove Dunlap si limita a considerazioni puramente matematiche sul rapporto aureo (e sui numeri di Fibonacci e di Lucas, che sono strettamente collegati ad esso). È un po’ buffo che Dunlap usi il “vecchio” simbolo τ per il numero, dopo che già da un paio di decenni Martin Gardner aveva sdoganato il ϕ (più per Fibonacci che per Fidia, secondo me), ma non è un problema. Peccato per qualche refuso che rende più complicata la lettura, come quando un ottaedro è diventato un tetraedro.