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Quando le rette diventano curve (libro)

[copertina] Questo quarto volume della collana Mondo Matematico (Joan Gómez Urgellés, Quando le rette diventano curve – le geometrie non euclidee, RBA Italia – Mondo Matematico 2011 [2010], pag. 151, € 9,99, trad. Sonia Scarfi), dedicato nominalmente alle geometrie non euclidee, ha in realtà un ambito più ampio: non per nulla il testo parte con la geometria del taxi, nota anche come geometria di Minkowski (che curiosamente riappare anche nell’appendice finale, dedicata alla geometria della relatività). Tale prolusione non è affatto fuori tema: permette anzi di dare al lettore un’idea direttamente visibile di come le regole euclidee non siano valide in tutte le occasioni, e quindi permette di capire meglio come si possa arrivare al rifiuto del quinto postulato di Euclide. Nel seguito, dopo aver raccontato come si è arrivati alla geometria iperbolica ed ellittica, Urgellés passa a elencare alcune formule di base delle due geometrie, in maniera però piuttosto confusa – non so se per colpa dell’autore o della traduttrice. La parte finale, infine, credo dovrebbe mostrare come la geometria pervada il XXI secolo, anche se non si tratta della geometria euclidea che si insegna a scuola. Diciamo che almeno per quest’ultima parte l’intenzione era buona, il risultato un (bel) po’ meno. Però in definitiva l’opera mi pare più riuscita delle precedenti.

Ultimo aggiornamento: 2011-08-30 07:00

_I giochi matematici di Fra’ Luca Pacioli_ (libro)

[copertina] Non si può negare che l’operazione che l’editore Dedalo ha compiuto con questo libro (Dario Bressanini e Silvia Toniato, I giochi matematici di Fra’ Luca Pacioli, Dedalo 2011, pag. 240, € 15, ISBN 9788822068231) non è certo facile. Non solo è stato preso un libro scritto nel volgare di fine ‘400, tanto che oltre al testo originale viene saggiamente fornita una versione in italiano corrente, oltre al classico apparato di glossario e riferimenti vari che si trova in appendice; ma il testo parla di giochi matematici, il che fa correre il rischio di perdere immediatamente i pochi appasionati di filologia che si fossero timidamente avvicinati all’opera.
Beh, sarebbe davvero un peccato scappar via, perché il libro è davvero ben curato. Si vede bene l’attenta opera di Silvia Toniato; ma preziosissimo è anche il lavoro di Dario Bressanini che per una volta lascia da parte la sua chimica delle cose di tutti i giorni e torna al suo primo amore, la matematica. Le spiegazioni di come funzionano i giochi del Pacioli sono chiarissime e illuminanti, e chissà che non vi venga voglia di riciclare qualcuno dei “bolzoni” ivi presentati per mettere alla prova i vostri amici!

Ultimo aggiornamento: 2018-01-12 18:49

Regno a venire (libro)

[copertina] Non sono mai riuscito esattamente a capire come mai molti considerino Ballard un autore di fantascienza. Soprattutto nelle sue ultime opere, come questo Regno a venire (J.G. Ballard, Regno a venire [Kingdom to Come], Feltrinelli – Universale economica 2009 [2006], pag. 293, € 9.50, ISBN 9788807721243, trad. Federica Aceto) l’unica cosa “fantascientifica” è l’attuale impossibilità – o almeno si spera, in realtà ho letto il libro nei giorni delle rivolte londinesi, e mi sembrava di avere un déjà vu – che avvenimenti come quelli narrati si svolgano davvero. Come altre volte, il romanzo è ambientato nell’Inghilterra contemporanea, in una cittadina nel londinese dalle parti di Heathrow che sembra più che altro essere nata come satellite di un enorme centro commerciale, il Metro-Centre (buffo che nel risvolto di copertina abbiano usato la grafia americana Metro-Center), che in un modo o nell’altro pervade le vite di chiunque si trovi da quelle parti. Il protagonista, Richard Pearson, pubblicitario appena licenziatosi, viene catapultato là a causa della morte di suo padre, tra milizie consumismo-fasciste che organizzano attacchi agli asiatici ai maggiorenti della città, che si direbbe vogliano eliminare in un modo o nell’altro il Metro-Centre. Quel che è certo è che, oltre al pessimismo che come al solito è una caratteristica di Ballard, c’è un senso di straniamento: persino il protagonista sembra cambiare idea e punto di vista da una pagina all’altra senza nessuna ragione plausibile, come se l’autore volesse aumentare il senso di incomprensibilità di questa nostra società contemporanea urbana. O almeno spero non sia stato un problema di traduzione… La storia termina come ci si poteva immaginare fin dall’inizio, anche se con una timida nota positiva.

Ultimo aggiornamento: 2011-08-25 07:00

The Stanford Mathematics Problem Book

[copertina] Per vent’anni, dal 1946 al 1965, alla Stanford University hanno fatto una gara matematica per gli studenti dell’ultimo anno delle superiori, in modo da valutare a quali di loro poteva essere caldamente consigliato di andare a fare l’università a Stanford. Questo libro (George Polya e Jeremy Kilpatrick , The Stanford Mathematics Problem Book, Dover 2009 [1974], pag. 68, $6,95, ISBN 9780486469249), ristampato recentemente dalla Dover, raccoglie tutti i problemi dati negli anni.
I problemi sono stati scelti in maniera a mio parere perfida: è molto improbabile che uno riuscisse a risolverli tutti (che selezione sarebbe, sennò?) ma soprattutto negli ultimi anni il primo problema era sufficientemente (e relativamente…) facile, in modo che tutti avessero la possibilità di non tornare a casa del tutto scornati. La seconda cosa importante è che in molti esercizi è esplicitamente detto che non è tanto importante ottenere la risposta esatta, quanto piuttosto spiegare nella maniera più esauriente possibile perché si è arrivati a quella risposta; secondo me la cosa rispecchia l’idea di didattica che indubbiamente era alla base del pensiero di Polya.
Detto tutto questo, la scelta dei problemi a me personamente non piace. Se volete, è perché non ne so risolvere molti; ma in effetti l’enfasi per la geometria solida dal mio punto di vista è molto retrò, e anche i problemi di algebra lineare (più precisamente, la risoluzione dei sistemi di equazioni) non mi dice molto. Qualcuno dei problemi però (e non solo dei primi dell’anno…) è abbastanza carino da meritare di passarci su un po’ più di tempo: e d’altra parte anche questo libro è ben corredato di aiutini!

Ultimo aggiornamento: 2011-08-24 07:00

_Assassinio in libreria_ (libro)

[copertina] Tranquilli. Nonostante il titolo del libro (Lello Gurrado, Assassinio in libreria, Marcos y Marcos 2009, pag. 204, € 12, ISBN 978-88-7168-508-3) Tecla Dozio è ancora viva e vegeta, anche se purtroppo la Libreria del Giallo, nota anche come la Sherlockiana, non esiste più… anche se c’era ancora due anni fa, tanto che il libro l’avevo comprato proprio là. Questo libro, anche se fondamentalmente è un giallo, lo si può più correttamente catalogare come pastiche: come vorreste definire un libro dove dieci famosi giallisti italiani – e dieci stranieri – si ritrovano tutti insieme a cercare l’assassino della povera Tecla, uccisa col cianuro durante una festa alla Sherlockiana? A dire il vero il nome del colpevole verrà trovato da un altro personaggio ben noto, di cui non faccio il nome per non togliere la suspence.
Per quanto riguarda lo svolgimento della storia, anche tenendo conto dei limiti intrinseci nel genere direi che Gurrado è ancora piuttosto debole quando si tratta di esporre il flusso dei pensieri dei personaggi: mi pare invece più a suo agio nei dialoghi, oltre che nella caratterizzazione dell’assasino come “serial writer”. In definitiva, un divertissement ottimo per una serata estiva.

Ultimo aggiornamento: 2016-02-07 20:07

_Per la scienza, per la patria_ (libro)

[copertina] A un primo impatto, potrebbe sembrare strano che ci siano stati così tanti uomini di scienza italiani che hanno partecipato in prima linea al Risorgimento italiano, e sono spesso diventati ministri, se non addirittura premier. Pensandoci un po’ su, la cosa risulta meno innaturale: ricordiamoci infatti che i moti risorgimentali, o perlomeno quelli che poi sono effettivamente sfociati nell’Unità d’Italia, sono opera di una minoranza borghese e acculturata,e quindi il mero computo statistico aumenta la possibilità di trovarli tra i protagonisti. Se poi è vero che nell’immaginario collettivo i matematici non sembrano inclini a essere parte attiva – anche se in verità tale credenza è assolutamente falsa – questo non è certo il caso di Carlo Matteucci, fisico del tutto sperimentale – e che della matematica ne faceva minor uso possibile – la cui biografia è narrata in questo libro di Fabio Toscano (Fabio Toscano, Per la scienza, per la patria, Sironi – Galápagos 2011, pag. 300, € 18, ISBN 978-88-518-0137-3).
Toscano parte in medias res, parlando del battaglione di studenti (e professori…) pisani che nel 1848 combatté la prima guerra di indipendenza italiana nella battaglia di Curtatone e Montanara. Matteucci era tra loro: non come soldato, ma in qualità di commissario del granduca di Toscana. Riprende poi la biografia, partendo dall’infanzia a Forlì e dagli esperimenti giovanili condotti mentre i beni familiari si erano man mano volatilizzati e proseguendo con gli anni passati a Pisa nella locale università, dopo che i suoi risultati nel campo dell’elettrofisiologia l’avevano già reso molto noto all’estero. Man mano che passano gli anni, all’impegno scientifico si aggiunge, e anzi diventa preponderante, quello politico: Matteucci si trasferisce a Torino, e viene nominato senatore del Regno, divenendo anche ministro della Pubblica Istruzione per alcuni mesi, riuscendo a promulgare una riforma dell’università che poi è stata affossata dal governo successivo… un po’ come capita ai giorni nostri.
Toscano è un po’ troppo indulgente col fisico forlivese, perdonandogli praticamente tutto a partire dalla sua attività puramente sperimentale senza un corrispondente impegno teoretico per giungere ai tentativi ingenui di politica estera per la risoluzione della questione romana. Il libro però è molto interessante, sia per quanto riguarda la parte prettamente scientifica che per il racconto dell’Unità d’Italia vista da una prospettiva diversa dal solito. La grande quantità di documenti inseriti nel testo sono indubbiamente la marcia in più del libro, ma fortunatamente non lo rendono un tomo illeggibile: in definitiva, un’opera davvero valida.

Ultimo aggiornamento: 2011-08-20 07:00

Elementi (libro)

[copertina] Anche se il titolo italiano non lo mostra, questo libro (Philip Ball, Elementi [The Elements – A Very Short Introduction], Codice 2007 [2002], pag. 197, € 12, ISBN 978-88-7578-080-7, trad. Susanna Bourlot) è la traduzione italiana di un volume della meritoria serie dell’Oxford University Press, dedicata per l’appunto alla chimica: inorganica, per gli amanti della precisione. Anzi no, perché la storia – a parte un’introduzione col pensiero degli antichi greci – prende l’abbrivio col ‘700 e quindi dal lento passaggio dall’alchimia alla chimica, con il lento definirsi degli elementi e la scomparsa di altri che elementi non lo erano (l’aria) o proprio non esistevano (il flogisto).
Il libro riesce ad arrivare a trattare anche la fisica atomica, vista chiaramente dal punto di vista chimico come la generazione di nuovi elementi e le lotte tra i vari gruppi di ricerca per assicurarsi la priorità delle scoperte, e ai radioisotopi; la prosa è coinvolgente e permette di farsi un’idea non scolastica di cosa possa essere la chimica degli elementi. La traduzione è scorrevole: certo che verificare le date, che in un paio di punti sono chiaramente errate, sarebbe stato meglio!

Ultimo aggiornamento: 2011-08-13 07:00

I numeri primi (libro)

[copertina]Questa volta il titolo della collana Mondo Matematico si occupa dei numeri primi. Di numeri primi ce ne sono tanti, in fin dei conti, e raccontare come i matematici li hanno trattati è sempre interessante, anche se il misticismo che pervade il libro (Enrique Gracián, I numeri primi – un lungo cammino verso l’infinito, RBA – Mondo Matematico 3, pag. 143, € 9.99, trad. Simonetta Onesti) non mi piace affatto. Ma quello sarebbe semplicemente un mio problema, e non dovrebbe influire sulla mia valutazione se non in piccola parte. Quello che però non va affatto bene è la sciatteria ancora maggiore dell’usuale. Passino i refusi, ma l’autore – o molto più probabilmente la traduttrice – non può scrivere castronerie che si notano a una banale lettura, come a pagina 106 dove poche righe dopo avere affermato che gli zeri della zeta di Riemann (pardon, di Euler. Gracián ha le sue idiosincrasie) sulla retta critica sono infiniti aggiunge che ce ne sono circa 10 milioni; o peggio ancora a pagina 86 dove invece che fare un controesempio si fa un esempio che segue la regola… dicendo naturalmente che è un controesempio. Il libro di Marcel Du Sautoy “L’enigma dei numeri primi” è sì più difficile da seguire e comunque un po’ mistico – ma sarà colpa dei numeri primi? davvero? – ma dà molte soddisfazioni in più.

Ultimo aggiornamento: 2011-08-09 07:00