Dal titolo di questo libro, sia in italiano che nell’originale inglese (Amir Alexander, Infinitamente piccoli : La teoria matematica alla base del mondo moderno [Infinitesimals], Codice Edizioni 2015 [2014], pag. 376, € 26,90, ISBN 9788875785444, trad. Laura Servidei), avevo l’idea che il testo trattasse della storia della matematica, o per la precisione della storia dell’introduzione degli infinitesimi in matematica. Macché. I matofobi non si preoccupano: non si parla di matematica, ma di visioni diverse del mondo. Le due parti di cui si compone il libro mostrano la lotta da una parte dei gesuiti contro Cavalieri e dall’altra di Thomas Hobbes contro John Wallis; gli infinitesimi erano un colpo duro alla teologia (per i gesuiti) e alla filosofia (per Hobbes), visto che costoro ritenevano la geometria, con la sua certezza ineluttabile, la base su cui si può costruire qualcosa. Leggendo il libro ho capito perché cent’anni dopo Girolamo Saccheri cercò di dimostrare il quinto postulato di Euclide: per lui era davvero una macchia in questo modello. Cavalieri e Wallis invece preferivano sperimentare per avere nuove soluzioni, anche se provvisorie: per Wallis questo era anzi un vantaggio, perché la Royal Society era nata proprio per essere relativista, e la matematica “dogmatica” non poteva certo farne parte. Purtroppo Alexander avrebbe dovuto fare un editing pesante del testo, che è molto ripetitivo e spesso ritorna sui suoi passi: poteva togliere ottanta pagine e non si sarebbe perso nulla. Laura Servidei si barcamena nella resa di queste ripetizioni.
Ultimo aggiornamento: 2016-07-06 12:34
Questo libretto fuori commercio (Alberto Cadioli e Damiano Scaramella, Storia del Saggiatore 1958-2015, Il Saggiatore 2015, pag. 101, s.i.p., ISBN 9788842820468) nasce per raccontare i quasi sessant’anni della casa editrice, fondata da Alberto Mondadori (il figlio di Arnoldo) e ora guidata da Luca Formenton (nipote di Arnoldo). Secondo me, il testo soffre del voler fare due cose insieme: una storia aneddotica e un catalogo. La parte aneddotica è interessante, ma per me un po’ troppo ridotta; è bella la parte che mostra come Alberto Mondadori cercasse disperatamente, anche se senza troppi risultati pratici, di dstinguersi dal padre, ma la parte di De Benedetti e Formenton è davvero schematica. Sul catalogo, ho trovato tanti nomi che mi sono dimenticato subito: sarebbe forse stato meglio avere una struttura a tabella per vedere meglio come la produzione si sia diversificata, lasciando perdere la parte descrittiva. Alla fine comunque ho avuto un’idea più chiara del DNA dell’editore, e questa è una bella cosa.
C’è una cosa che non ho capito di questo libro (Edward Dolnick,
La tesi presentata nell’introduzione di questo libro (Sergio Romano,
Visto che pare che l’edizione italiana di questo ebook (Yamada Takumi,
Ci sono temi matematici che sono seri, non necessariamente complicati, ma che per una ragione o per l’altra non si studiano mai a scuola e nemmeno all’università. Questo libro (Dan Kalman,
Ivan Moscovich è uno dei maggiori ideatori di giochi matematici della seconda metà del ventesimo secolo. Le sue creazioni sono sempre molto colorate e spesso con una componente manuale. Questo libro (Ivan Moscovich,
Leggendo questo libro (in versione originale, quindi non sono in grado di commentare la traduzione) ho scoperto che la sua prima edizione fu autoprodotta. Mi chiedo solo se il mercato anglosassone è diverso antropologicamente oppure ha semplicemente una massa molto maggiore dell’asfittico mercato italiano. Ad ogni modo, che dire di questo libro? (Andy Weir,