Archivi categoria: povera_matematica

Povera Italia

Non so se Matteo Salvini non capisca davvero nulla delle disequazioni. A dire il vero non trovo nemmeno la cosa così importante: detto tra noi, le disequazioni possono essere utili in diversi casi, dal banale decidere cosa comprare se si hanno pochi soldi ai problemi di programmazione lineare che permettono di ottimizzare le produzioni aziendali; ma i compiti con le disequazioni che si fanno a scuola hanno la stessa inutilità delle frasette contorte che devono essere tradotte in latino.

Quello che mi fa pena è vedere una persona che vorrebbe essere il presidente del Consiglio vantarsi della sua ignoranza vera o presunta, sapendo che migliaia di persone apprezzeranno questa manifestazione e quindi scegliendo volontariamente il populismo dell’odio per la matematica.

P.S.: complimenti al figliolo. Le disequazioni non sono di per sé difficili ma richiedono molta attenzione per non fare errori di distrazione.

Ultimo aggiornamento: 2018-03-27 20:23

Non di sola elettricità vive l’energia

Marco Marcon mi segnala questo articolo della Stampa (sì, forse è un caso ma mi pare che in questi mesi la qualità del quotidiano torinese sia peggiorata) a proposito del rapporto del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), rapporto che potete trovare sul sito GSE. Il testo è fondamentalmente corretto, non foss’altro che perché è molto simile al comunicato stampa GSE: ma poi la Busiarda casca sul titolo.
«Un quinto dell’energia elettrica italiana è pulita. Ma non basta». Come Marco fa notare, nel corpo dell’articolo c’è scritto “Ogni 100 Kwh consumati complessivamente nei settori elettrico, termico e dei trasporti, quasi 18 sono verdi”, e possiamo essere buoni e arrotondare per eccesso i quasi 18/100 (che poi sono in realtà il 17,6%) a un quinto, anche se oggettivamente sono più vicini a un sesto; ma questa è l’energia totale. Se ci limitiamo all’energia elettrica, come scritto nel titolo, superiamo il 30%, come si può leggere a pagina 185 del rapporto linkato sopra. La domanda è insomma “perché hanno dovuto aggiungere la parola ‘elettrica’? Dovevano allungare il titolo?”

(p.s.: Tolgo la parola ad almeno un paio dei miei ventun lettori dicendo direttamente io che stiamo pagando l’energia rinnovabile otto volte il prezzo di vendita: 14,2 miliardi di euro di incentivi, contro 1,7 miliardi dalla vendita dell’energia ritirata.)

Ultimo aggiornamento: 2018-04-08 19:58

un chilo uguale un litro?

Il mio amico di lunghissima data Fabio mi ha mandato questa foto che ha scattato a una confezione di succo di mela venduto alla Coop. Come potete vedere dall’etichetta, gli ingredienti sono “succo di mela da concentrato”, il che significa che si prende il succo, lo si deidrata per diminuirne il volume, lo si manda nello stabilimento di produzione e si riaggiunge l’acqua tolta. Ma quanta acqua si aggiunge?

Leggendo quanto scritto dalla confezione, la prima risposta che viene in mente è “esattamente quella tolta”, considerando che da un Kg di mele si ottiene un litro di succo. Peccato che innanzitutto ci sono degli scarti: da buccia e torsolo non ricavi nulla. Ma inoltre – e questo lo si dovrebbe già sapere dalla fine delle elementari – la densità del succo di mela è maggiore di 1, perché è acqua più sostanze in sospensione che pesano di più (altrimenti finirebbero a galla anziché posarsi sul fondo). Quindi ci si mette più acqua di quella che viene tolta. Non è la fine del mondo, intendiamoci, ma possiamo dire che quella scritta è un po’ fuorviante?

Ultimo aggiornamento: 2018-02-08 09:16

Il Sole-24 Ore e i flicks

Loris Marcovati mi ha segnalato questo articolo del Sole-24 Ore (versione archiviata) che racconta come Facebook abbia “ridefinito il tempo” (e passi, sappiamo tutti che i titoli non sono rappresentativi del contenuto). Ma quando si legge «In termini matematici, 24 Fps (Frame per second) vuol dire che ogni fotogramma ha una lunghezza approssimativa di 0.0416666666666666 secondi o 4,166666666 nanosecondi» ci si chiede se qualcuno ha idea che (a) un nanosecondo è un miliardesimo di secondo, non un centesimo; (b) se decidi di usare il punto anziché la virgola decimale continui a farlo anche due parole dopo; (c) che mettere un po’ di numeri 6 a caso – sono anche diversi tra i due – non dà nessuna idea al lettore – io per esempio avrei scritto “0,041666… con il 6 periodico”. Il tutto in un articolo della sezione “scientifica”.

Capisco che al Sole-24 Ore siano abituati ai numeri interi o al limite ai centesimi, ma sarebbe poi bastato tradurre la prima frase dell’articolo originale, come Lele Forzani nota, per far capire qual è l’idea del flick: la più piccola unità di tempo maggiore di un nanosecondo per cui i formati audio e video comuni siano tutti formati da un multiplo intero di (mille) flick in modo da poter fare i conti in aritmetica intera e non a virgola mobile, che porta spesso a inesattezze di arrotondamento.

Ah, no: in effetti Luca Tremolada deve averlo tradotto, l’articolo. Matt Weinenberg scrive infatti su Business Insider (quello vero americano, non la versione de noantri) la frase «at a nice, even number», e qui abbiamo «un numero pulito, pari, senza virgole». Il caso è chiuso.

Numeroni!

Su Repubblica di oggi Andrea Bonanni parla di come la crescita del Pil italiano superiore alle attese non basti, e fin qui anche noi possiamo essere d’accordo. Quello su cui io ho dei forti dubbi è uno dei punti del suo ragionamento, che riporto qui (grassetto mio):

Con grande intelligenza politica, il ministro Padoan ha già concordato a giugno con la Commissione uno “sconto” sulla prossima manovra, che la riduce dallo 0,6 allo 0,3 per cento del Pil. Questo accordo, verosimilmente, sarà mantenuto. Va da sé però che lo 0,3 per cento di un Pil aumentato rappresenta una cifra superiore a quella che era stata preventivata a giugno.

Mamma mia! Chissà quanti soldi in più dovranno essere recuperati! Proviamo a fare un conto spannometrico? Il Pil italiano è 2000 miliardi (un po’ meno, in realtà). Passare dall’1% all’1,5% di crescita del Pil significa avere 10 miliardi in più. Lo 0,3% di questi 10 miliardi sono 30 milioni. Questi sono i tanti soldi di cui Bonanni si preoccupa: una cifra che viene banalmente naecosta accrescendo appena il gettito previsto da qualche imposta.

Però volete mettere il pericolo percepito?

Ultimo aggiornamento: 2017-09-10 16:52

Le multe calano o crescono?

Marco Marcon mi segnala questo articolo della Stampa che dice di come le multe a Torino siano calate: 194.000 al 18 luglio, contro le 368.000 del 2016. Che c’è di strano, direte? Di strano c’è che il titolo originario del post era “Crescono le multe”, come si vede dall’URL. E 194.000 in 199 giorni sono meno di 368.000 in 366 giorni, è facile vederlo… anche se non subito :)

Ma c’è un altro punto che non torna. La differenza tra il numero di multe 2016 e prima parte del 2017 è intorno al 4%: un po’ poco per potere eliminare effetti stagionali. Diciamo che io non mi sarei azzardato a parlare di trend senza avere i dati al 18 luglio 2016…

Ultimo aggiornamento: 2017-09-10 16:51

Aritmetica lombarda

Nell’avvicinarsi del referendum sull’autonomia della Regione Lombardia (referendum utilissimo, naturalmente, ma questa è un’altra storia) il sito della regione ha messo su un contatore per mostrarci quanto le tasse lombarde finanziano il resto del Paese. Gianluigi Gamba mi ha spedito la schermata che vedete (cliccate sul link per vederlo tutto). Non mi è ben chiaro se hanno scritto “centinaia” anziche “unità” perché devono ingrandire ancora di più questi valori, o perché non vogliono associarsi a quello che un tempo era il quotidiano ufficiale comunista.

Ultimo aggiornamento: 2017-07-06 14:37