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Il paradosso dei gelatai 2.0

Un paio di giorni fa, parlando della vittoria di Elly Schlein, avevo accennato al paradosso dei gelatai 2.0, suscitando un certo qual interesse nei mio socialcoso di nicchia. Ecco qua cosa intendo!

Il paradosso dei gelatai è piuttosto noto, e lo si trova anche su Wikipedia. Immaginate di essere a Pocacabana, su una spiaggia lunga un chilometro, dove è stata data una concessione a due gelatai. Inizialmente essi si mettono nella posizione in alto in figura, a 500 metri tra di loro e a 250 metri dagli estremi della spiaggia. Ma A pensa che se si sposta un po’ verso B farà sì di trovarsi un po’ di bagnanti più vicini a lui che a B, e quindi guadagnerà di più. B però non si lascia fregare e si avvicina anch’egli verso il centro, recuperando i bagnanti persi e prendendone ancora altri. Alla fine i due si troveranno fianco a fianco: avranno lo stesso pubblico di prima, ma in compenso mentre prima i bagnanti avevano un gelataio al massimo a 250 metri di distanza ora ce ne sarà qualcuno che dovrà percorrere 500 metri, e magari gli passa la voglia.

In teoria dei giochi il posizionamento di entrambi i giocatori, pardon i gelatai, al centro è un equilibrio di Nash: con il vincolo di doversi per forza trovare nella propria metà della spiaggia quella posizione è stabile perché a nessuno conviene muoversi. Ecco perché i partiti tendono a posizionarsi al centro, dicono i teorici dei giochi. Fin qui la teoria. Passiamo ora alla pratica…

La soluzione suindicata è corretta nell’ipotesi che tutti i bagnanti vadano a prendere il gelato. Ma se quelli più lontani si astengono, la soluzione rimane ottima ma con i due gelatai che guadagnano molto meno. Cosa succede allora se un gelataio decide di essere più radicale e spostarsi di nuovo verso un estremo? Ringalluzzisce i bagnanti che tornano in massa al chiosco e fanno aumentare gli incassi al furbo gelataio. Fuori di metafora, posizionarsi verso gli estremi in una situazione stagnante può dunque essere un vantaggio: l’abbiamo visto con Meloni a queste elezioni, lo vedemmo con Vendola in Puglia, e potremmo vederlo con Schlein. Funzionerà davvero? Chi lo sa. Quello che però sappiamo è che bisogna sempre stare attenti con i modelli :-)

il nuovo protocollo post-Brexit

Ho letto i punti chiave dell’accordo UE-UK per gestire la non-frontiera tra Eire e Irlanda del nord e la non-non-frontiera tra quest’ultima e il Regno Unito, e devo dire che non ci ho capito molto, immagino perché non sono addentro alla questione.

Il problema di base è che nessuno vuole una frontiera tra le due parti dell’Iralanda, cosa che finché la Gran Bretagna stava nell’Unione Europea non era un problema; ma ora ci sarebbero dazi da pagare. Alcune cose nell’accordo sono chiare: per esempio, l’UK potrà abbassare l’Iva su certi prodotti – come la birra nei pub… – anche in Irlanda del nord. Ma la differenza tra Green Lane e Red Lane (non “line” come scrive Rainews :-) ), da quanto leggo, sarà su base fiduciaria, con etichette “Not for EU” sui prodotti destinati all’Irlanda del nord. Mi chiedo solo cosa succede se un editore britannico decide di stampare e spedire libri da Belfast…

Ultimo aggiornamento: 2023-03-01 09:33

la fascistissima Italia

Valditara: «non compete ad una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà: in Italia non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista»
Piantedosi: «Mi chiedo come sia possibile che vengano organizzate traversate di questo tipo, spingendosi fino al punto di coinvolgere donne e bambini in traversate che si rivelano tragicamente pericolose».

Il problema non è che abbiamo un governo fascista. (occhei, anche quello è un problema). Il problema è che mi sa che la maggioranza degli italiani è d’accordo con queste frasi.

Ultimo aggiornamento: 2023-02-28 12:22

Toh, Elly Schlein


La mia incapacità di indovinare un pronostico elettorale continua. Però stavolta ho una scusa: tutti quelli di sinistra nella mia bolla avevano detto che avrebbero votato Schlein, e quindi mi aspettavo che il paese reale fosse pro Bonaccini. E invece a quanto pare no.

Ieri mi sono divertito a vedere cosa dicevano i giornali di destra (tranne La Verità che è solo per abbonati). Il Tempo la butta sulla farsa, con il tipo che ha votato cinque volte: evidentemente sono i più svegli della cumpa e hanno capito che Bonaccini sarebbe stato per loro meglio. Libero preferisce parlare degli amichetti Prodi e Soros, senza nemmeno esporsi in primo piano ma ripetendo il tweet di Carlo Fidanza; Il Giornale parla di truppe cammellate grilline (in effetti i grillini di destra sono già finiti da mo’ a Fratelli d’Italia) e come primo aggettivo per Schlein indica “fluida” (ma il lettore tipo del Giornale sa cosa significa? Non leggendolo, non ne ho idea). Per quanto riguarda i giornali di sinistra, ho solo letto Avvenire, che preferisce parlare del programma di Schlein, o almeno della parte più vicina alla sensibilità cattolica.

Il voto a favore di Schlein mi fa comunque pensare che il paradosso dei gelatai 2.0 abbia colpito ancora: mi sa che a destra fanno bene a preoccuparsi :-)

Le primarie del PD

Comincio subito a dire che non riesco a capire la logica di scegliere il segretario di un partito (che ha le sue sezioni, e quindi i militanti) con una votazione tra tutti quelli che vogliono sganciare du’ euro. Ma contento il PD, contenti tutti.

Da osservatore molto esterno, a parte l’interesse pressoché nullo per la tenzone, non riesco esattamente a comprendere la differenza tra un candidato che ha fatto tutta la sua onesta carriera da apparatnik e una candidata che non l’ha fatta ma è comunque appoggiata dall’apparato (Franceschini in primis, ma non solo). Però evidentemente non sono addentro a queste cose.

Ma quali agganci aveva Augusta Montaruli?

Io sono tendenzialmente garantista. Almeno fino a che non c’è una condanna in primo grado non credo che una persona debba rinunciare anche solo a candidarsi. Quello che però non riesco a capire è come a fine 2022 il governo Meloni abbia dato il posto di sottosegretaria a una persona che era condannata in primo, secondo e quarto grado (al primo giro, la Cassazione aveva rinviato in appello, ma poi il risultato finale non è cambiato più di tanto). Misteri della politica.

Ma a che serve costituirsi come parte civile?

Indipendentemente dall’assoluzione di Berlusconi, il governo Meloni aveva scelto di revocare la costituzione di parte civile nel processo Ruby ter. Ora, a me fa tristemente ridere che Palazzo Chigi scriva che «La formazione, avvenuta nell’ottobre 2022, di un nuovo governo, espressione diretta della volontà popolare, determina una rivalutazione della scelta in origine operata.» A parte le virgole sparse a caso, pensare che la scelta di costituirsi o no come parte civile dipenda dalla volontà popolare è pericolosissimo. Sarebbe stato molto più onesto limitarsi a dire “Questo governo non ritiene opportuno costituirsi come parte civile”.
Più seriamente mi chiedo quale sia esattamente la logica di costituirsi parte civile. Per chiedere soldi? C’è qualcos’altro? Le mie conoscenze di diritto sono piuttosto labili.

Ma forse il punto è un altro. L’assoluzione di Berlusconi non è affatto stata motivata da un cavillo: per quel poco che io so, la differenza tra un testimone e un imputato è che il secondo non deve giurare di dire la verità. Nulla mi toglie dalla testa il fatto che l’accusa sapesse perfettamente questa cosa, ma sapesse anche che quello era l’unico modo per incastrare Berlusconi, perché non c’era nessuna prova che non fossero le dichiarazioni delle olgettine – il che mi porta a dire che il processo Ruby Ter era assolutamente inutile. Non avendo seguito il processo, non so se la difesa avesse fatto notare la cosa, anche se mi pare strano che non l’abbia fatto. Ma lo stesso vale per il governo, in fin dei conti. Non era più semplice far finta di nulla e lasciare che la giustizia facesse il suo corso?

Aggiornamento: Domani spiega che quella è proprio stata la linea della difesa. Ma d’altra parte stiamo parlando di Coppi, mica di un avvocato qualsivoglia.

Ultimo aggiornamento: 2023-02-16 15:20

Disfatta elettorale

Quando avevo visto il tonfo dell’affluenza alle regionali, avevo pensato che il centrosinistra avesse qualche possibilità di giocarsela in Lombardia. In fin dei conti, era oggettivamente difficile pensare che si potesse fare di peggio di quello che in questi cinque anni ha fatto Fontana. E invece la percentuale di votanti per il governatore uscente è addirittura superiore a quella di cinque anni fa: questo significa che in proporzione sono stati a casa più gli elettori del centrosinistra che quelli del centrodestra. (Ok, non ho idea di chi potesse anche solo pensare di votare Moratti, ma quella è un’altra storia e comunque ininfluente nel mio discorso).

Non so se la ragione di questa disaffezione è sata la sciagurata idea del PD di allearsi con M5S – che in Lombardia, vi ricordo, non ha mai contato nulla – o più banalmente che nessuno ha capito esattamente cosa avrebbe fatto di diverso. Quello che è certo è che i voti alla candidata di Unione Popolare sono poco più di un prefisso telefonico, quindi non si può nemmeno dire che le persone di sinistra abbiano voltato la faccia per non vedere Majorino: proprio non ci sono più. Dico solo che io forse sopravviverò ad altri cinque anni di destra lombarda e di sanità sempre più a pagamento, tanti altri forse no. Ma non credo che al PD questo interessi.