Archivi categoria: politica

Referendum

Oggi tutti i quotidiani hanno parlato del risultato del referendum ungherese sull’accoglienza di 1500 migranti. Il referendum non ha raggiunto il quorum dei votanti e quindi non ha valore legale, ma il fatto che quasi il 40% dei cittadini ha disciplinatamente votato per non prendersi quei pericolosi figuri significherà con ogni probabilità che il premier Viktor Orbán, che tanto ha una maggioranza sufficiente, si limiterà a far promulgare la legge dal Parlamento anziché farla attivare via referendum. Insomma, non mi pare che ci sia molto da gioire per chi era contrario alla legge.

Non so quanti siano stati i giornali a dare lo stesso risalto al referendum colombiano, che ha bocciato il piano di pace tra governo e combattenti del FARC. Bisogna dire che sembra che le due parti l’abbiano presa bene, e quindi per il momento non ci siano grandi sommovimenti. Però non sono riuscito a capire le vere ragioni della campagna elettorale per il NO fatta dall’ex presidente Uribe, che avrebbe affermato «che l’accordo così com’era stato raggiunto aveva bisogno di correzioni di vario tipo per diventare più equo». Quali sarebbero dovute essere le correzioni? Più processi? Alla fine di una guerra civile durata mezzo secolo forse è meglio lasciar perdere. O è tutta una manovra politica per le prossime elezioni? Ecco, a me sarebbe piaciuto saperne di più su questo referendum. Chiedo troppo? Qualcuno dei miei ventun lettori ha accesso ad altre fonti?

Ultimo aggiornamento: 2016-10-03 16:08

Renzi a Radio Popolare

Stamattina Matteo Renzi è intervenuto al microfono aperto di Radio Popolare (occhei, tecnicamente era ospite della trasmissione Il Demone del Tardi, ma il risultato pratico è lo stesso). La cosa deve essere stata decisa all’ultimo momento, perché fino a ieri non avevano detto nulla.
Considerato l’ascoltatore tipico di Radiopop e soprattutto il telefonatore tipico, secondo voi Mattero si è cimentato in questa impresa perché è a caccia anche solo di un singolo voto in più per il SÌ al referendum, oppure l’ha fatto perché è un burlone che si diverte in queste circostanze? Vi giuro che io non so decidere.

Ultimo aggiornamento: 2016-10-03 09:57

Referendum

Evidentemente non sono un bravo costituzionalista, e quindi non sono riuscito a capire come mai la Cassazione abbia dovuto certificare che si erano raccolte cinquecentomila firme per il referendum costituzionale, se sia la maggioranza che l’opposizione avevano chiesto che il referendum si facesse. Forse è perché così hanno trovato il titolo giusto: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione?»
Ma le cose cambiano davvero poco, se non per la data in cui questo referendum si terrà. Come promesso, spiegherò che cosa voterò a tempo debito, sicuramente non prima che venga decisa la data in questione. Non trattenete il respiro, insomma :-)

Aggiornamento (21:30) Se Il Post ha ragione, la causa del pronunciamento della Cassazione è semplice: a questo punto il comitato promotore del referendum si cucca un euro per ogni firma, quindi un totale di almeno mezzo milione di euro assolutamente sprecati (perché il referendum era già stato chiesto dai parlamentari). Provare a riformare quella legge?

Aggiornamento (11 agosto) Per la cronaca, le richieste di deputati e senatori sono state protocollate qui, e quella del comitato per il referendum qui.

Ultimo aggiornamento: 2016-08-11 12:07

il colpo di stato in Turchia

La notizia di oggi è che il governo turco ha chiuso più di cento tra giornali, tv, riviste e altri media. Ma d’altra parte ricordo che ai docenti universitari è stato tolto il passaporto – qui potete leggere il messaggio di Betül Tanbay, presidentessa della Società Matematica Turca, e quanto scritto dal Consiglio scientifico dell’Unione Matematica Italiana.

Questo giusto per ricordare a tutti cosa sta succedendo a due passi da casa nostra.

Ultimo aggiornamento: 2016-07-28 15:25

Trasparenza pentastellata

Oggi tale Xavier Bellanca, che da quanto ho capito è un attivista torinese del M5S, ha scritto su Facebook un post dove si diceva felicissimo di far parte della squadra di governo della città sabauda. Vittorio Bertola, che invece so bene chi è, ha inserito un paio di commenti piuttosto pesanti che si possono riassumere in “sono contento per te, peccato che ci sia poi gente come me che in passato si è fatta il mazzo, a cui sono state fatte tante promesse e poi sono state lasciate con un palmo di naso”. Da lì è nata una discussione che stamattina ho seguito: adesso non lo può più fare nessuno, perché a quanto pare Bellanca ha scritto “Ho modificato la privacy proprio perché quello che doveva essere detto è stato detto e i film chi vuole se li guarda al cinema, non sul mio profilo.”

Le dotte analisi politiche su chi ha ragione e chi ha torto le lascio agli altri. Mi limito a far notare il fulgido esempio di trasparenza dato da Bellanca, accoppiato all’inutilità pratica della sua azione: non è certo difficile trovare in rete il testo del primo suo commento. (E se cercate un po’ anche quello del secondo).

(ps: come nota collaterale, è interessante notare come un tempo Facebook ti permettesse di chiudere i commenti su un post, ma ora non più. Sapevàtelo!)

Ultimo aggiornamento: 2016-07-23 22:24

Elezioni presidenziali austriache, bis

Come sapete, gli austriaci dovranno votare nuovamente per eleggere il loro presidente (che conta più o meno come il nostro, vi ricordo). No, non ci sono stati brogli: semplicemente non sono state seguite le regole, e quindi per esempio lo spoglio delle schede inviate per posta è partito prima di quando la legge lo prevedeva.

Credo che sarà molto interessante vedere cosa succederà in ottobre: non credo che la destra guadagnerà voti (in assoluto), quindi tutto sta nello scoprire se chi a destra non è deciderà di votare oppure no. In entrambi i casi sapremo qualcosa in più dell’Austria e forse anche dell’Europa.

Ultimo aggiornamento: 2016-07-06 13:53

Il populismo dell’Unione Europea

Lasciate perdere cosa scrive l’italica stampa sulla risoluzione votata oggi dall’Europarlamento sulla Brexit e nella quale M5S – ma anche la sinistra italiana – ha votato contro, e andate a leggervi direttamente il testo, che tanto è anche stato tradotto in italiano.

Premessa: Il Regno Unito è entrato nell’UE quando si è accorto che altrimenti rischiava di rimanere fuori dal mercato unico, la sola cosa che gli interessava; e in questi quaranta e più anni ha sempre remato contro una maggiore integrazione. Di pancia io sono totalmente d’accordo con la risoluzione, ve lo dico subito. Ma se fossi stato un europarlamentare avrei anch’io votato contro di essa.

Guardando i quindici punti, ce ne sono alcuni, come il 2 «[Il Parlamento europeo] sottolinea che si tratta di un momento cruciale per l’UE e che gli interessi e le aspettative dei cittadini dell’Unione devono essere nuovamente posti al centro del dibattito; indica che è giunta l’ora di rilanciare il progetto europeo», che sono semplici paroloni, senza alcun significato pratico. Ce ne sono altri, come il 4 «sottolinea che i negoziati a norma dell’articolo 50 TUE concernenti il recesso del Regno Unito dall’UE dovranno iniziare non appena sarà stata comunicata la notifica ufficiale», che sono semplici riproposizioni di quanto già scritto nero su bianco. Ce ne sono altri, come il 14 «invita il Consiglio a modificare l’ordine delle sue Presidenze onde evitare che il processo di recesso pregiudichi la gestione delle attività correnti dell’Unione», che sono dettati dal buon senso (come puoi dare la presidenza di turno a una nazione che se ne sta per andare?). Ce ne sono altri, come il 6 «ricorda che l’intesa convenuta dai capi di Stato e di governo nel febbraio 2016 subordinava la sua entrata in vigore alla decisione del Regno Unito di rimanere nell’UE; indica che tale intesa è pertanto nulla» e il 7 «ricorda che non si potrà decidere in merito alle eventuali nuove relazioni tra il Regno Unito e l’UE prima della conclusione dell’accordo di recesso», che sono le vere bombe “peggio per voi”.

Ma c’è anche il primo punto della risoluzione, anzi la sua seconda parte (la prima, «prende atto del desiderio dei cittadini del Regno Unito di uscire dall’UE», è appunto una presa d’atto). Il Parlamento infatti «sottolinea che la volontà espressa dalla popolazione deve essere pienamente rispettata, procedendo non appena possibile all’attivazione dell’articolo 50 del trattato sull’Unione europea (TUE)». Ora, il referendum britannico era consultivo, per l’ottima ragione che le leggi inglesi non prevedono referendum deliberativi ma è solo il Parlamento che può deliberare. Andava benissimo dire “Il Parlamento Europeo chiede al parlamento britannico una decisione immediata se accettare o no la volontà del popolo del Regno Unito”: a chi dice che non si può fare un ultimatum ricordo che nel testo l’ultimatum c’è già al punto 5 – «si attende che il Primo ministro del Regno Unito notifichi l’esito del referendum al Consiglio europeo del 28 e 29 giugno; indica che tale notifica segnerà l’avvio della procedura di recesso». Ma così l’Europarlamento sta bypassando un parlamento nazionale per seguire la ggggente, e io su questo non ci sto. Le procedure formali in un sistema democratico sono fondamentali.

Inutile aggiungere che è vero che io avrei votato come M5S ma per la ragione opposta, visto che loro non hanno appunto seguito il loro mantra “il potere alla ggggente”: ma se loro vogliono abdicare ai loro principî, io non lo faccio con i miei.

Ultimo aggiornamento: 2016-06-28 22:38

Torino

Sono quindici anni da quando ho lasciato Torino. Ormai ci vado sempre meno spesso, per una serie di motivi logistici. Ma è sempre la mia città, e quindi seguo con interesse le sue vicende. Torino è molto più in crisi del resto del nord Italia, e lo è da decenni, da quando insomma la Fiat se ne è andata. Le giunte hanno cominciato a cercare modi per affrancarsi dalla monoindustrialità, puntando sull’eccellenza industriale (e qui è andata molto male) e sulla vocazione turistica (con risultati migliori: il centro è molto più vivibile di un tempo, e anche l’offerta museale si è ampliata). Poi c’è stata la scommessa delle Olimpiadi, che hanno fatto conoscere Torino all’estero. Stendiamo un velo pietoso sul villaggio olimpico, già a pezzi, e sugli impianti fuori città: per il resto, però, la scommessa è stata vinta. Ora all’estero sanno che Torino esiste ed è visitabile. Sfiga ha voluto però che le Olimpiadi arrivassero prima di una recessione pesantissima. Risultato? I mutui per pagarne i costi, pensati per un’economia in crescita anche se lenta, sono insostenibili e in questi anni il Comune ha dovuto far cassa in tutti i modi possibili e immaginabili, dal taglio dei servizi alla concessione di permessi di edificazione ben oltre quanto sopportabile per intascare gli oneri di urbanizzazione.

Tutto questo fa capire come al primo turno delle elezioni Chiara Appendino abbia superato il 30% dei voti. Per quanto riguarda il ballottaggio, guardando i numeri, il commento è ovvio: si è verificato l’effetto Parma (o se preferite l’effetto Livorno). A Torino la destra non esiste praticamente più, come si è visto al primo turno: però quel 25% di elettori di destra è andato compatto a votare contro il PD, e probabilmente contro la gestione di Torino di questi ultimi anni. Nulla di strano.

E ora? Le condizioni al contorno non sono mutate. Sarò pronto a ricredermi, ma non vedo proprio come la giunta M5S potrà fare qualcosa di diverso: mi aspetto entro un anno al massimo le prime scuse “Non possiamo fare nulla perché il governo è contro di noi!” (come se Renzi avesse aiutato Fassino… un anno il comune ha persino deciso di sforare il patto di stabilità, vi ricordo). Mi dispiace solo per i miei ex colleghi ormai in pensione che sono passati armi e bagagli al MoVimento partendo dalla sinistra (M5S a Torino ha una storia un po’ diversa dal resto d’Italia), che sono convinti in buona fede che cambierà tutto.

P.S.: in effetti ho dimenticato di aggiungere che le circoscrizioni di Torino sono tutte in mano al centrosinistra (a causa dello sciagurato mini-Italicum) e che ci sono i Poteri Forti che remeranno contro. Scuse ce ne saranno a josa, ma il risultato finale resta lo stesso.

Ultimo aggiornamento: 2016-06-20 10:25