Archivi categoria: politica

i referendum nel Donbass

Insomma da oggi si vota il plebiscito per l’annessione delle repubbliche filorusse ex ucraine alla Grande Madre Russia. Le repubbliche in questione hanno un’efficienza incredibile, considerato che la consultazione è stata indetta a inizio settimana: speriamo che da non pensino di fare qualcosa del genere.

Ma c’è un’altra cosa che mi chiedo, in punta di diritto: come fanno a fare una votazione in un territorio che se non ha capito male è stato in parte rioccupato dalle truppe ucraine?

(Risparmiatemi tutte le considerazioni geopolitiche: quelle mi sono venute chiare)

parolibere

Il mio collega Damiano ha scovato questa intervista ad Alessio Butti, responsabile media e TLC per Fratelli d’Italia. L’intervista è del mese scorso, ma non credo che le cose siano cambiate.

Non so quanto Butti sappia dei media. Sulle TLC però direi che deve ancora studiare. È tanto bella l’idea “facciamo che Tim si compri Open Fiber e non viceversa”, il che potrebbe anche avere senso. Solo che per poter essere wholesale e quindi avere una regolamentazione più favorevole dovrebbe contestualmente cedere i clienti agli altri operatori (sperando che la UE non imponga l’ingresso di un altro operatore ancora, come fece quando Wind e 3 si fusero). Bene, dove finirebbe tutto il customer care (e quelli che creano e gestiscono i servizi all’utenza)? Certo, potrebbe dire “peggio per loro”. Peccato che subito prima aveva detto che la situazione attuale poteva portare

conseguenze sociali pesantissime che non possiamo permetterci.

Né penso che la Tim wholesale possa tenersi tutta quella gente… (tralascio altri pezzi dove si contraddice, potete cercarveli voi se volete farvi del male o divertirvi)

Il mio non è un discorso di parte politica: non è che dagli altri schieramenti si sentano proposte di alcun tipo, il che forse è peggio. Quello che mi chiedo è perché il giornalista (di un sito che si occupa di tlc, non stiamo parlando di Cronaca Vera) non abbia fatto questa domanda.

Ultimo aggiornamento: 2022-09-20 16:25

la controffensiva ucraina

Ok, come analista politico valgo zero. Ma leggendo i resoconti della controffensiva ucraina, direi che è abbastanza ovvio che anche se Kiev (o Kyiv, se volete essere politicamente corretti) non fa formalmente parte della Nato lo è comunque in pratica. Non saprei dire quale fosse l’integrazione prima di febbraio – ma scommetterei ci fosse già qualcosa; ora sicuramente l’operazione militare speciale russa si trova di fronte un’operazione militare speciale speculare.

Il guaio naturalmente è che non credo che nonostante tutto gli ucraini riusciranno a ricacciare indietro i russi, e non penso neppure alla Crimea e alle repubbliche russofone nate nel 2014. Insomma siamo in una situazione di stallo… speriamo solo che non degeneri.

Letta non ne imbrocca una

Mah. Sono ormai abituato a vedere campagne elettorali all’insegna del “facciamo in modo di perdere” (ricordate quando Veltroni non nominava mai Berlusconi ma parlava del “leader dello schieramento avversario”?). Ma le mosse di Letta, dal chiedere voti perché la destra non ottenga la maggioranza qualificata al lamentarsi perché è stato ridotto il Parlamento senza fare una legge elettorale (chi è che ha votato in parlamento per quella riforma? E chi è che governava ma non ha fatto una legge elettorale?), stanno superando ogni record, e fanno rimpiangere la strategia dell’opossum. Diciamo che alla fine voterà PD giusto lo zoccolo duro dei vecchietti, mi sa.

Ultimo aggiornamento: 2022-11-07 13:02

il problema con Sanna Marin

Dal mio punto di vista non me ne importa molto che la prima ministra finlandese sia apparsa in un video rubato a una festa. Vedremo cosa diranno gli esami antidroga, ma noi abbiamo esperienza in proposito. Trovo molto peggio che abbia barattato gli esuli curdi in Finlandia per avere l’ok di Erdoğan sull’ingresso nella Nato.
Di nuovo, noi italiani dovremmo tacere, ricordate Očalan? E la realpolitik è sempre stata importante. Io però preferisco appunto concentrarmi su questo.

Ultimo aggiornamento: 2022-08-22 10:30

collegi inidonei

Arrivo buon ultimo, mi sa. Però voglio dire anch’io la mia sulle parole di Monica Cirinnà:

«La mia avventura parlamentare finisce qui — spiega —. Mi hanno proposto un collegio elettorale perdente in due sondaggi, sono territori inidonei ai miei temi e con un forte radicamento della destra. Evidentemente per il Pd si può andare in Parlamento senza di me, è una scelta legittima. Resto nel partito, sono una donna di sinistra ma per fortuna ho altri lavori»

Ti mettono in collegi sicuramente perdenti? Occhei. Ma se sei davvero convinta delle tue idee, t metti a fare campagna lo stesso, proprio per far capire perché le tue idee sono importanti. Altrimenti è inutile stare in Parlamento, perché tanto non potrai comunque fare nulla. Guardate voi se mi tocca dare ragione ad Adinolfi

(Poi se il PD non avesse votato a favore del taglio dei parlamentari ci sarebbero stati meno problemi, come ce ne sarebbero stati di meno se a fronte del suddetto taglio avessero previsto una legge elettorale proporzionale che ha più senso quando i parlamentari sono inferiori. Ma quello è un problema del PD, non mio. Come cinque anni fa, io guardo i candidati al mio collegio uninominale e poi decido chi votare)

Ultimo aggiornamento: 2022-08-16 15:12

#credo

In effetti avrei dovuto pensarci, quando la scorsa settimana a Milano avevo visto i cartelloni con su scritto “Credo” in giallo e blu: se mischi i colori ottieni il verde, il colore della Lega. E infatti l’altro giorno Matteo Salvini ha ufficialmente lanciato la sua campagna, mostrando di aver rubato a Giorgia Meloni una delle sue parole chiave (le altre essendo “obbedisco” e “combatto”).

A parte le battute, non so quanto uno slogan così possa fare presa sul suo elettorato che si è man mano sfilacciato verso Fratelli d’Italia. Risulta persino meglio il “Pronti” di questi ultimi, che perlomeno ha un senso dal loro punto di vista… (per completezza, il “vincono le idee” del PD mi pare un autogol ancora più clamoroso, ma lasciamo stare)

Una cosa che non ho capito della flat tax

Lo so, non si dovrebbe mai parlare delle promesse elettorali, perché tanto sono appunto promesse. Ma visto che Berlusconi ha rilanciato la sua vecchia proposta della flat tax al 23%, anch’io posso chiedere qualche cosa.
Punto 1: esiste da qualche parte uno studio che dica quale sarebbe stato il gettito 2021 se ci fosse stata la tassazione unica? Io almeno non sono riuscito a trovare dati di nessun tipo, e tenete conto che Berlusconi parla anche di flat tax sui redditi d’impresa e non solo sull’IRPEF.
Punto 1 bis: una flat tax toglierebbe anche le attuali detrazioni, che abbassando l’imponibile in realtà abbassano l’aliquota media?
Punto 2: una flat tax significherebbe anche alzare le cedolari secche sulle azioni e tutte le altre forme di tassazione agevolata già esistenti?

Senza una risposta a questi punti – che so già che non ci sarà mai – non ha senso mettersi a discuterne. Non certo per convincere la gente che si ridurrà l’evasione fiscale: se pago zero ora, perché dovrei pagare il 23%? Al più, a seconda di qual è la risposta al punto 2, si potrebbe ridurre l’elusione fiscale.

Ah: è ovvio che a parità di gettito se c’è una flat tax e quindi chi è più tassato risparmia il risultato è che chi è oggi meno tassato ci perde, anche con la foglia di fico di una franchigia a tassazione zero che sarebbe comunque necessaria per rispettare almeno formalmente il vincolo costituzionale della tassazione progressiva. Ma è anche ovvio che la maggior parte degli elettori legge “flat tax” e traduce “tassazione massima”, pensando che in fin dei conti ci possono guadagnare qualcosa anche loro. Berlusconi conosce i suoi polli.