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Polacchi brava gente

Leggo che il parlamento polacco ha approvato una legge che condanna fino a tre anni chi definisce “polacchi” i campi di sterminio nazisti o sostiene una complicità della Polonia nei crimini del Terzo Reich.

Non so cosa succederà se qualcuno scriverà “i campi di sterminio che Hitler fece costruire nel territorio polacco e nei quali vennero anche assoldati cittadini polacchi come addetti”: per fortuna, almeno per il momento, non mi devo porre il problema. Quello che però non capisco è perché – nel caso di affermazioni false – non sarebbe bastata una denuncia per diffamazione. O meglio: capisco che quella legge nasce per dimostrare chi è il più forte.

Ultimo aggiornamento: 2018-02-01 10:39

lavori a regola d’arte

Da quando abbiamo spostato la camera dei ragazzi al piano di sopra, i due si fanno la doccia nel bagno sopra; e tutte le volte c’era un mezzo lago fuori dal box doccia. È vero che continuo ad aprire e chiudere la porta per dar loro sapone e balsamo, ma mi pareva un po’ troppo. Alla fine, pungolat…invitato da Anna, ho provato a controllare meglio cosa capitava, e ho scoperto che quando ci hanno installato il box doccia la guarnizione in basso era stata montata alla rovescia, e quindi anziché trattenere all’interno l’acqua le dava una perfetta via di fuga.

Una volta capito il busillis non mi ci è voluto molto a girare la guarnizione, che ora fa il suo mestiere; ma mi è restato un dubbio. Se un imbranato come me riesce a comprendere logicamente che la guarnizione era montata male, come è possibile che chi fa quel lavoro tutti i giorni non se ne fosse accorto?

Ultimo aggiornamento: 2018-01-11 07:28

Come non volere fare entrare gente alle mostre

Giovedì scorso eravamo in giro per Milano con un’amica, siamo passati davanti a Palazzo Morando e Anna ha detto “beh, visto che siamo qua potremmo andare a vedere la mostra Milano e la Mala. L’unico dubbio era che i gemelli si sarebbero potuti annoiare e quindi non avevamo voglia di pagare un biglietto “quasi intero” anche per loro. Anna è andata a chiedere, e le è stato detto che il biglietto intero era 10 euro (e questo lo sapevo) mentre i bambini pagavano otto euro, al che abbiamo lasciato perdere e continuato la passeggiata.

Ho però scoperto poi che in realtà esisteva un Biglietto famiglia, con il quale noi avremmo pagato 8 euro ciascuno e i gemelli 5 euro ciascuno, o se preferite ciascun bimbo avrebbe aumentato di tre euro il costo del nostro biglietto. Se l’avessimo saputo saremmo anche andati a vedere la mostra, ma appunto in biglietteria questa opzione non è stata fatta presente. La domanda sorge spontanea: ma a qualcuno interessa far andare più gente alla mostra, oppure vogliono solo avere persone già informate sui fatti?

L’affaire sacchetti

Il bello dell’avere un blog sono i commentatori. (Occhei, non è sempre vero, ma nel mio caso il blog è abbastanza di nicchia per non essere considerato dai cretini in cerca di pubblico). I miei ventun lettori sapevano così da tre mesi che da Capodanno i sacchetti per frutta e verdura sarebbero stati obbligatoriamente in materiale riciclabile e inoltre a pagamento, e il merito non è mio se non come tenutario del blog.

In questi giorni se ne sono accorti tutti, e persino i giornali sono stati costretti a inseguire l’onda dei social che ha eletto la querelle sacchetti a notizia più importante della settimana, tra notizie vere e false. Ecco cosa sono riuscito a capire in questi giorni.

  • La legge è spuntata questo agosto mentre si convertiva il decreto-Mezzogiorno, seguendo la malsana abitudine di infilare provvedimenti interessati in leggi che non hanno nulla a che fare.
  • Non è vero che ce l’ha chiesto l’Europa: come qui (pagina 94), la Direttiva UE 2015/720 del 29 aprile 2015 dice al punto 11 «Le misure che devono essere adottate dagli Stati membri possono prevedere l’uso di strumenti economici come la fissazione del prezzo, imposte e prelievi, che si sono dimostrati particolarmente efficaci nella riduzione dell’utilizzo di borse di plastica, e di restrizioni alla commercializzazione, come i divieti in deroga all’articolo 18 della direttiva 94/62/CE, purché tali restrizioni siano proporzionate e non discriminatorie.» (grassetto mio) e al punto 15 «Gli Stati membri possono scegliere di esonerare le borse di plastica con uno spessore inferiore a 15 micron (“borse di plastica in materiale ultraleggero”) fornite come imballaggio primario per prodotti alimentari sfusi ove necessario per scopi igienici oppure se il loro uso previene la produzione di rifiuti alimentari», ed è per quello che fino a domenica scorsa si usavano ancora i sacchetti non biodegradabili.
  • È vero che la stragrande maggioranza dei sacchetti ultraleggeri in Italia è fatta di Mater Bi, brevettato dalla Novamont, la cui amministratrice delegata Catia Bastioli forse è amica di Renzi; non sembra però che la legge sia stata scritta appositamente con clausole che favorissero l’azienda (i 15 micron, come vedete, nascono da una direttiva europea)
  • I motivi per questa introduzione non sono affatto chiari, almeno fino a quando non ci saranno anche i guanti biodegradabili per prendere frutta e verdura;
  • Ovviamente il supermercato prima i sacchetti ce li faceva pagare nascosti nei costi di gestione; può darsi che ora debba pagarci le tasse su, anche se la cosa mi pare improbabile, o meglio non vedo una grande differenza (se non che se uno si ruba i sacchetti questi si tolgono dall’inventario)

Ah, a proposito della tara delle bilance, ho provato a fare un conto spannometrico. Abbiamo visto che il sacchetto ha spessore massimo 15 micron, e possiamo approssimarlo con un foglio A4. Quindi il suo volume è 30·10-6·(1/16) m³, che fanno circa 2 grammi immaginando densità 1 (in realtà sono due grammi e mezzo perché la densità è circa 1,3 secondo questa fonte). Se la gente comincia a prezzare i singoli pezzi di frutta immaginatevi un aumento dei costi, perché la tara deve comunque essere tolta.

Aggiornamento: (6 gennaio) Questo articolo del Sole-24 Ore dà ulteriori informazioni e il link alla legge di conversione del decreto Mezzogiorno.

Ultimo aggiornamento: 2018-01-06 12:06

Ius ipocrisoli

Mi è abbastanza chiaro che la legge sullo ius soli – che poi uno ius soli vero e proprio non era, il che dal mio punto di vista era un ulteriore vantaggio – non era poi voluta da così tanta gente nel nostro parlamento, come si vede dal risultato dell’altro giorno. Poi magari è solo un caso che tutti e trentacinque i senatori M5S non fossero in aula: sono passati in fin dei conti solo cinque anni, e non era loro chiaro che avere approvato la legge di bilancio non significava che era ora di andare a casa.

Ma quando leggo le affermazioni di Stefano Esposito, che pure a giugno se l’era presa con i pentastellati che non volevano votare la legge, mi incazzo davvero. Ipse dixit: «Ho preferito tornare dai miei figli 5 ore prima visto che non serviva a nulla star lì a vedere festeggiare Calderoli». Ma siamo matti? Te ne vai via dal tuo posto di lavoro così, e ne sei persino fiero? Non continuo solo perché questo è un blog pubblico.

Ultimo aggiornamento: 2017-12-26 23:00