Archivi categoria: pipponi

anche senza colonna infame

Ho visto dal Giornalaio il risultato di questa inchiesta di Farhad Manjoo di Slate coi dati forniti dalla società di web analytics Chartbeat riguardo alla lettura delle pagine web (degli articoli di Slate, mi affretto ad aggiungere). Non ho ben capito cosa significa che il 38% di chi capita sulla pagina non la guarda nemmeno, ma tanto il grafico qui sotto non considera quei non-lettori.

[quanto viene letto un articolo di Slate?]

Nel grafico, l’asse X indica quanto si è scrollato rispetto al testo dell’articolo: il picco a sinistra (circa il 5% del totale) indica scroll 0, cioè si è andati via dalla pagina senza essere scesi; immaginando un testo medio di 2000 pixel e un’altezza della finestra del browser di 700 pixel, significa che si è letto al più un terzo dell’articolo. La coda della distribuzione a destra supera il 100% perché dopo il testo dell’articolo ci sono i commenti, e quindi la lunghezza totale della pagina è superiore a 2700 pixel; il picco a destra corrisponde agli articoli fatti di foto e video, che vengono scrollati in genere fino in fondo perché un’immagine vale più di mille parole.
Se andate a vedere l’articolo originale di Slate c’è anche un grafico simile per tutto il web, più altri grafici che mostrano che non c’è correlazione tra il twittare di un articolo e l’averlo effettivamente letto. Detto in altri termini, noi decidiamo che un articolo è interessante così, più o meno per caso, al massimo leggiucchiando le prime frasi, e ammorbiam… ehm, lo segnaliamo ai nostri amici.
Sono d’accordo con Manjoo che questi risultati sono tristi per chi scrive – anche se non mi pagano, ovviamente mi piace essere letto, anche senza che dobbiate comunicarmelo: ma a quanto pare non mi leggete nemmeno – ma anche immaginabili, perché tutti noi abbiamo troppo poco tempo a disposizione e troppe cose che cercano di catturare la nostra attenzione. Quello che però mi chiedo è se valga la pena di ripensare da capo lo stile di scrittura, oppure no. Già con i blog la lunghezza media di un testo si è ridotta di un bel po’: è vero che i bestseller continuano a veleggiare sulle varie centinaia di pagine, ma sembrano più che altro eccezioni. Mi chiedo se abbia senso cambiare completamente lo stile di scrittura, eliminare i teaser iniziali che sperano di convincere il malcapitato navigatore a continuare la lettura ma servono a poco e iniziare il testo con la tesi espressa in poche righe e sviluppata solo in seguito. La cosa istintivamente non mi piace, però potrebbe essere un problema mio. Che ne pensate voi?

Ultimo aggiornamento: 2013-06-10 15:39

Predicate la novella

Dario Bressanini decide di terminare il blog sul Fatto Quotidiano (ok, formalmente si prende “una pausa di riflessione”). Motivo? Lo spiega lui stesso alla fine del suo ultimo post, che parla delle (non) differenze organolettiche tra agricoltura bio e convenzionale: «Io ci metto settimane o mesi a leggermi la letteratura scientifica originale e a scrivere un articolo, mentre a scrivere una cazzata con un copia e incolla ci si mette mezz’ora» e soprattutto

«Se in altri campi dell’umano sapere è accettabile e anche auspicabile “far sentire tutte le campane”, in campo scientifico è del tutto inaccettabile accostare due opinioni contrastanti indipendentemente dalla loro dignità scientifica. Le opinioni nella scienza non valgono nulla se non sono supportate da dati solidi. Un biologo serio si rifiuta di parlare ad un convegno di creazionisti e un astronomo non legittima scientificamente con la sua presenta una riunione di astrologi. No grazie.»

È una sua scelta, si può essere d’accordo o no sulla scelta di non fare sentire tutte le campane in campo scientifico (o meglio: concordo con la prima parte del commento di Peter Gomez, che fa notare come il Fatto Quotidiano non sia una rivista scientifica e quindi non è strano che ci siano opinioni pseudoscientifiche), ma non vedo il problema. Il resto del commento di Peter Gomez è però molto più preoccupante, almeno a mio parere:

«Non penso poi che un biologo serio non debba andare a un convegno di creazionisti: se ci va, visto che ha la ragione dalla sua parte, e li affronta con umiltà e convinzione forse farà mutare parere e convinzioni a qualcuno di loro. E se ci riesce la sua vittoria avrà la stessa dignità e importanza di una scoperta scientifica.»

Ecco. Io non so che gente frequentiate voi: per quanto mi riguarda, ho imparato da decenni che “avere la ragione dalla mia parte” non serve assolutamente a nulla se non a incazzarsi ancora di più. E visto che io sono un tipo incazzoso di mio, preferisco di gran lunga lasciar perdere. L’umiltà ma la tengo in privato: se vado a un convegno sul tema X, non mi aspetto di trovare relatori contrari a X o che possano anche solo prendere in considerazione che X non sia vero, ergo non ci vado nemmeno. È come andare a un congresso di Fratelli d’Italia o di Rifondazione Comunista (sì, esistono ancora) per far tornare i camerati e i compagni sulla rispettiva retta via… fate pure voi, se volete.

Ultimo aggiornamento: 2016-03-29 20:53

faccio il sociologo del mercoledì

La notizia del bimbo morto perché dimenticato in auto è tragica. Però non riesco a non pensare al padre di quel bambino.
Ma soprattutto penso a un’altra cosa. Il bimbo doveva andare al nido aziendale. Io ho portato per due anni i bimbi al nido aziendale (li portavo spingendo il passeggino, al più col tram: quindi non correvo il rischio di dimenticarli in macchina). Lì la regola era chiara: se eccezionalmente entravi dopo le 9:30, dovevi avvisare; lo stesso se tenevi a casa il bambino. In questo modo, se il bimbo non c’era il nido si preoccupava di chiamare i genitori per sapere cosa succedeva. Certo, tragedie come questa capitano una volta ogni qualche anno, ma anche solo una morte evitata – a costo praticamente nullo – è un vantaggio enorme, oltre all’effetto collaterale di ricordare ai genitori che i bambini non sono pacchi da lasciare a scuola per un certo numero di ore. Fate conto che io mi sono così abituato alla cosa da telefonare all’asilo quando non li porto entrambi, anche se i due continuano a non andare in auto e probabilmente riuscirebbero comunque a gridare e farsi sentire :-) Perché non rendere obbligatoria la cosa?

Ultimo aggiornamento: 2013-06-05 10:25

censure

Ieri sera leggevo a Cecilia il libro della biblioteca di Jacopo (per la cronaca, le avevo già letto il suo). A un certo punto mi trovo delle parole cancellate con un pennarello nero spesso: roba da grandi, non certo da bambini. Con un po’ di fatica guardo le parole cancellate: vanno da “deficiente” a “stupido”. Stamattina chiedo conferma alle maestre, che mi hanno detto “sì, le abbiamo cancellate noi”.
Per la cronaca, il libro è Non fa niente! di Nele Moost, illustrato da Annet Rudolph e tradotto da Guido Menestrina; edizioni AER. Ora, possiamo discutere sull’uso di parole come “deficiente” in un libro per bambini. Però qua stiamo parlando di un asilo, quindi di bimbi che presumibilmente non sanno leggere; secondo voi ha senso pecettare in questo modo, facendo immaginare al bambino che sia stata cancellata chissà quale parola? (non è stato il caso di Cecilia, ma semplicemente perché era probabilmente stanca: questi termini erano nelle ultime pagine che sono state scorse molto in fretta, giusto dando un’occhiata alle figure). Non ci possono pensare direttamente i genitori a cambiare parole al volo? Oppure non era meglio scrivere sopra un sinonimo percepito come meno offensivo, in modo che anche il bambino più grandicello si faccia un po’ meno domande?

Ultimo aggiornamento: 2013-06-04 12:10

servizio clienti un po’ tosto

Nel 2007 mi trovai a (co-)tradurre un libro. Tradurre non è una cosa che faccio di mestiere, e per facilitarmi nel lavoro mi comprai la versione 6 (che poi aggiornai alla 7) di Babylon, un software che tra le altre cose ti permette con un clic di consultare dizionari e vocabilari monolingue. In effetti mi presi anche il Collegiate Oxford Dictionary and Thesaurus.
Ora mi trovo di nuovo a (co-)tradurre un libro. Ho riesumato Babylon, ho scoperto che le nuove versioni non mi permettevano di usare il vecchio vocabolario, ho scritto al customer support che molto gentilmente mi ha permesso di reinstallare il vecchio software, tra l’altro acquistato a nome di mia moglie.
Sabato sera verso le 20 ho deciso di acquistare un dizionario italiano: faccio tutte le operazioni, stavolta a nome mio con email e numero di telefono, pago e ricupero il dizionario. Cinque minuti dopo mi arriva una chiamata da un numero +85qualcosa (immagino Hong Kong). Rispondo e un tizio con un forte accento asiatico mi dice “ho visto che ha comprato la licenza del dizionario: guardi però che senza il software di base non funziona”. Io gli spiego che il software ce l’ho a nome di mia moglie, e che se è un problema mando nome e dati del vecchio acquisto; lui dice di no, mi chiede solo quale sistema operativo uso, e alla mia risposta “windows 8” dice “ma no, non funziona!” Io gli dico che sto usandolo da un paio di settimane, al che lui mi dice bene, e che c’era un’offerta speciale per il Webster. Replico “mandami mail, che guardo e ci penso”, e chiudo la chiamata. (La mail, per la cronaca, è il link alla pagina di acquisto via PayPal)
Domenica mattina alle 11 nuova chiamata, da un numero nascosto con un accento più standard (israeliano?) che rifà tutte le domande, al che gli dico che ho già parlato col suo collega. Alla storia del Windows 8, lui mi spiega che hanno dovuto tirare fuori Babylon 10 perché Microsoft ha cambiato non ho capito bene cosa, e che da un momento all’altro potrebbe non funzionarmi nulla; ma visto che sono un fedele cliente mi avrebbe fatto un bello sconto per acquistare la nuova versione, che tra l’altro ha una serie di bellissime feature. La mia risposta è stata la stessa: mandami il link per email.
Alcune considerazioni da tutta questa storia:
– la prossima volta metto il numero di telefono dell’ufficio :-)
– fare telefonate intercontinentali ormai è una commodity
– cose di questo tipo le avevo solo viste dai noleggiatori di auto americani
– mi sa che Babylon non vada così bene (e ci credo: a parte casi speciali come il mio, credo che il mercato sia andato da un lato verso Google Translate e dall’altro verso sistemi CAT)
– ma soprattutto: com’è che questi pensano che se uno compra del software di aiuto alla traduzione allora sappia parlare tranquillamente inglese al telefono?
(ah: non ho avuto il coraggio di dire all’amico che probabilmente il modo in cui ho installato Babylon mi ha lasciato tutta la struttura per farlo funzionare su Windows 8)

Ultimo aggiornamento: 2013-06-03 07:00

l’apologia del giocare sporco

Avete visto l’ultimo post di Alessandro Gilioli? Se vi serve un executive summary, eccovelo qua: “Berlusconi delendus est”. Non importa che chiaramente la legge del 1957 sull’ineleggibilità non si possa applicare a Berlusconi, come anche Gilioli è costretto ad ammettere arrampicandosi poi sugli specchi della «evidente intenzione del legislatore». Quello che importa è che «In questo caso però abbiamo di fronte un capo politico che non ha mai giocato corretto, anzi: […]» e quindi «Di fronte a un avversario che ha corrotto l’arbitro, minacciato i guardalinee e truccato le linee della porta, magari dopo essersi pure dopato, non ci si ferma ad aspettare che si rialzi con un fair play che va oltre le regole.» (quelle regole che appunto devono essere viste secondo l’idea del legislatore, non certo sulla lettera). D’altra parte, meno di una settimana fa Gilioli rimarcava la stessa cosa: dal mio punto di vista Giorgio Pagliari ha dimostrato tutta la sua intelligenza firmando un appello sull’ineleggibilità di Berlusconi senza sapere cosa stava firmando, e il fatto che quando gli tocca provarci davvero vuole “mettersi a leggere le carte” è il minimo sindacale.
Giusto per mettere le cose in chiaro: il mio punto di vista è che sono diciannove anni che in Italia non si è fatta una legge sul conflitto di interessi che renda impossibile che un membro del governo abbia partecipazioni azionarie superiori a chessò 100.000 euro, e nel caso debbano essere immediatamente lasciate a un blind trust. Il mio punto di vista è anche che la giunta per le autorizzazioni a procedere (che è sempre questa) sia oramai obsoleta, e soprattutto che non abbia senso che debba dare autorizzazioni per reati contro lo Stato (corruzione e concussione, giusto per nominarne due). Ma ridefinire il significato delle regole per me è mettersi esattamente alla pari dei Berlusconi vari, e allora davvero tanto vale che io vada a votare Pdl, no?

Ultimo aggiornamento: 2013-05-22 11:36

due miliardi di noccioline

Avendo avuto la pessima idea di aprire la homepage del sito di beppegrillo(tm) per la notiziola precedente, mi è saltato l’occhio sulla colonna di destra, con questo post di “M5S Senato” che inizia scrivendo «Il ministro Delrio vuole abolire le province. Farlo è molto semplice: il M5S ha già depositato una proposta di legge costituzionale alla Camera per abolirle.»
Ora, sono andato a fare una ricerca sul sito del Senato, per “leggi costituzionali proposte dal M5S, Camera o Senato” e la risposta è stata “nessun documento”. Ho trovato solo questa proposta di emendamento al DEF, dove i pentastellati scrivono «impegna il governo [omissis] ad adottare un’efficace riduzione dei costi della politica, comprimendo i livelli di Governo adoperandosi, nei limiti delle proprie competenze, affinchè si proceda all’abolizione costituzionale delle province», che non è esattamente la stessa cosa. Ma si sa che i poverini non sono esperti e stanno passando le notti a studiare: magari prima o poi capiranno la differenza. (Ah: il fatto che “affinché” abbia un accento grave e non acuto non è necessariamente loro imputabile). Ma non è di questo che volevo parlare.
Alla fine del post, “M5S Senato” ci spiega che «Abolire le Province porterebbe ad un risparmio annuo di oltre 2 miliardi di euro», però non ci spiega esattamente come, visto che «le competenze ed il personale andrebbero distribuiti a Regioni e Comuni» mentre «Verrebbe invece tagliato il personale politico che fa aumentare la spesa pubblica alimentando la partitocrazia.» Diciamo quindi che gli oltre due miliardi di euro sono legati al personale politico? A cinquantamila euro a cranio[*] fanno quattrocento persone per provincia (comprese Fermo e Ogliastra). Sono certo che “M5S Senato” ha pronta la lista di proscrizione: considerando che il blog di beppegrillo(tm) è (anche) cosa loro, sarebbero così gentili da pubblicare le liste? non c’è bisogno di nomi e cognomi, bastano l’affiliazione politica e il loro compenso.
[*] visto che non stiamo parlando di tangenti, i soldi che tornano come tasse allo stato non devono essere contati nel totale dei risparmi, visto che al momento sono una partita di giro.

Ultimo aggiornamento: 2013-05-16 15:52

Gabibbi d’Italia

beppegrillo(tm) ci ha messo quattro giorni, ma alla fine il suo post razzista l’ha scritto. Eppure non ci sarebbe voluto poi molto: sarebbe bastato ricordare quanti Kabobo sono nati in Italia da genitori italiani, con la pelle del colore giusto, ma risultano comunque invisibili finché non prendono una piccozza e vanno ad ammazzare gente. Ma sicuramente in quei casi la colpa è di altri.

Ultimo aggiornamento: 2013-05-16 15:33