Archivi categoria: pipponi

Le procedure s’hanno da rispettare

Ricordate la mia segnalazione al servizio clienti Lidl, con conseguente mail in cui mi venivano chiesti numero di telefono e indirizzo? Ordunque, mi è appena arrivata una chiamata dal servizio clienti Lidl (a cui avevo dato il numero di telefono) nella quale mi è stato chiesto il mio indirizzo. A quanto pare, senza sapere dove abito è impossibile dare corso alla mia richiesta (che poi era semplicemente “si può comprare una nuova batteria ricaricabile per il mio regolacapelli”: sicuramente tra me e loro abbiamo già speso molti più soldi di quanti me ne servirebbero per prenderne uno vuoto, ma notoriamente io sono un tipo che non vuole buttare via cose se non proprio quando non funzionano più.

Resta sin dall’inizio un mio dubbio esistenziale. Evidentemente Lidl non concepisce il pensiero di una segnalazione nella quale il cliente si identifica solo con la sua email; ci vuole il telefono e l’indirizzo. Amen. Ma allora perché non li metti obbligatori nel modulo di segnalazione? Semplificheremo la vita a tutti. Invece no. Perché?

Ultimo aggiornamento: 2016-12-16 12:40

I buchi neri delle poste

Il mese scorso uno dei telecomandi della WII con cui giocano i settenni ha deciso di smettere di sincronizzarsi. (Per i curiosi: ho provato a risincronizzarlo cliccando sul tastino del telecomando e su quello della WII: niente da fare. La cosa più strana è che l’ho passato a un mio collega e a lui funziona perfettamente). Vabbè, mi sono detto che potevo prenderne un paio da uno dei tanti siti cinesi e aspettare un mesetto.

La spedizione è stata fatta il 22 novembre: quello che vedete qui sopra nell’immagine è lo stato della consegna. Come vedete, dopo undici giorni il pacchetto è arrivato in Olanda, che ormai fa da hub per quasi tutti – devono avere fatto un accordo quadro. Il tempo mi sembra più che civile. Anzi no: dopo undici giorni il pacchetto è partito dall’Olanda, per arrivare a Milano (o meglio, essere stato preso in carico) stamattina. Ora, io ammetto anche le attenuanti generiche dell’Immacolata (sant’Ambrogio no: mi pare che il centro di smistamento milanese sia fuori dal territorio comunale), ma mi spiegate come sia possibile metterci tutto quel tempo a prenderlo in carico? Hanno mandato il paccho a dorso di mulo? C’era un qualche festival dell’imballaggio a cui doveva prendere parte? Hanno cambiato i sensi unici e il GPS si è impallato?

Ah, non oso pensare quanto durerà la “lavorazione”.

Aggiornamento: Ora che sono riuscito a recuperare anche la prima parte del tracciamento, devo togliere due giorni di transito, come si può vedere qui sotto. Va un po’ meglio, anche se di margini ce ne sono ancora. (Non sto parlando del processamento, ma della presa in carico, che è una cosa un po’ diversa e abbastanza più semplice)

Ultimo aggiornamento: 2016-12-12 16:10

No, Lidl.

lidl Cara Lidl, hai qualcosa che non funziona nella tua assistenza clienti. (Per la cronaca, la richiesta è sempre questa: non chiedetemi perché è stata anticipata di sette mesi al 31 marzo scorso).
Detto tutto questo, o mi metti quei dati obbligatori nel modulo di richiesta informazioni o non me li chiedi; come minimo mi devi spiegare perché li vuoi adesso e non un mese fa.

Ultimo aggiornamento: 2016-12-05 17:30

previsioni per il referendum

Io ho una lunga abitudine di sbagliare completamente i risultati delle votazioni, e mi sembra corretto continuare a farlo anche stavolta. Ecco la mia previsione: non so chi vincerà, ma ci saranno meno di due punti percentuali di scarto (insomma, 50 e qualcosa contro 49 e qualcosa), con un’affluenza tra il 50 e il 55% (nei voti italiani, quelli dall’estero non li conto). Peccato che questo sia il peggior risultato perché continuerà a lasciare un paese spaccato: dal mio punto di vista, se una delle due scelte vince con dieci punti di scarto, qualunque essa sia, almeno la situazione si chiarirebbe. Ma appunto prevedo che non sarà così.

Ultimo aggiornamento: 2016-12-11 09:12

SPID

L’ultima moda per chi vuol far vedere di essere al passo con l’innovazione è avere SPID, il sistema pubblico di identità digitale. Al momento – stante anche i requisiti piuttosto stretti chiesti ai fornitori SPID – ci sono solo quattro Identity Provider che lo offrono, tra cui TIM. Come dipendenti, abbiamo avuto la possibilità di avere uno SPID gratuitamente per due anni (e poi? posso spostare la mia identità da un’altra parte?) ma soprattutto “per speciali accordi” non abbiamo dovuto farci riconoscere bizantinamente con webcam o simili, ma semplicemente con i nostri dati dipendente. Spero solo non usino la mia foto del badge, che risale al 2001, è stata fatta online con le attrezzature del 2001 ed è anche stata stiracchiata non so perché.
Alla fine ho avuto la mia bella identità digitale, spero di non dimenticare la password :-), ma la vera domanda è un’altra. Che me ne faccio ora?

Ultimo aggiornamento: 2016-12-11 09:13

Boldrini e la gogna mediatica

Stranamente mi pare che la mia filter bubble di Facebook sull’ultimo caso Boldrini abbia un consenso che è l’opposto del mio. Per chi non sapesse di cosa si parla (beati loro), in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne la presidente della Camera ha pubblicato un florilegio di insulti da lei ricevuti sulla sua pagina Facebook, con tanto di nomi e cognomi, il che ha portato alla caccia all’insultatrice e come contrappeso agli avvocati difensori (questo post di Giovanni Boccia Artieri è un esempio a caso, l’ho scelto perché non è direttamente su Facebook).

Quello che ho letto è che proprio perché questa gente è analfabeta digitale e non ha nessuna idea di cosa sta davvero facendo, mentre Boldrini ha le competenze necessarie, lei dovrebbe limitarsi a cancellare questi post, e al più denunciare per diffamazione tali persone. Soprattutto poi non dovrebbe fare nomi e cognomi e metterla alla gogna. L’ultimo punto è il più semplice a cui rispondere: queste persone il nome e cognome ce l’hanno messo loro, e l’hanno messo in una pagina che non è certo virtualmente invisibile quale potrebbe essere per esempio la mia. Io ho sempre trovato sconcertante il ragionamento “se scrivi su Internet, potenzialmente ti possono leggere miliardi di persone” perché nessuno in realtà si fila la quasi totalità di noi, ma penso conveniate che la terza carica dello Stato un certo qual seguito ce lo potrebbe avere. Sulla possibilità di denunciare queste persone, non prendiamoci in giro. Quella sì che sarebbe prevaricazione del più forte, e mi immagino solo i titoloni che sarebbero usciti se solo l’avesse fatto.

Resta la parte sul perché accanirsi contro gli analfabeti digitali, ed è qua dove la mia opinione diverge eccome. È vero: nessuno nasce imparato. Non è che si possa seriamente pensare a obbligare a prendere la patente dell’internet, anche se quando continuo a leggere le stesse bufale copincollate senza nemmeno azionare un singolo neurone ammetto che un pensierino ce lo farei. Ma insultare la gente in pubblico è una cosa del tutto indipendente da Internet. Magari finalmente qualcuno riuscirà ad accorgersi della cosa, in maniera sicuramente più soft, anche se non necessariamente che colpisce meno, del trovarsi davanti a un giudice. Questi otto sono una goccia nel mare? Cominciamo così, e poi andiamo avanti.

Ultimo aggiornamento: 2016-11-29 12:37

Analfabeti funzionali 2

iovoto Visto che Facebook ha deciso nella Sua Infinita Saggezza di cancellare la foto incriminata di Paolo di cui avevo parlato, l’ho ricopiata qui.

La cosa più pericolosa è ovviamente il fatto che per cancellarla i peracottari hanno fatto una campagna di clic sul link “report photo” (penserete mica che Zuckerberg o chi per lui controlli quei clic). Ecco. Pensateci, quando vi fate una cultura su Facebook.

Ultimo aggiornamento: 2016-12-11 09:18

Analfabeti funzionali

Nel weekend il mio amico Paolo Sinigaglia ha pubblicato questa foto su Facebook. Per chi non ha voglia di cliccare, si vede una scheda elettorale che sta per essere inserita in un’urna, contornata dalla scritta (TUTTA IN MAIUSCOLO): “Al referendum non lasciare che cancellino il tuo voto! Non usare la matita che ti danno!” e “Porta con te una biro e usa quella! #iovoto”. Il post aveva anche una didascalia: “Condividi anche tu, aiuta ad annullare il diritto di voto di un analfabeta funzionale.”

Io sono sempre stato scettico sulla moda di parlare (pardon, oggi si dice “sulla narrazione”) dell’analfabetismo funzionale: persone che sanno leggere e scrivere, ma non riescono a comprendere il significato di quello che leggono. Come voi :-) potete leggere, nella didascalia del post è indicato che un simile comportamento annullerebbe la scheda; inoltre non è specificato da nessuna parte cosa votare. Diciamo che è un appello bipartisan all’ignoranza. Se però leggete i commenti troverete molte persone che se la prendono con il Sinigaglia – e in un certo senso li capisco… Ma quello che è peggio è che ho notato una fortissima correlazione nei loro comportamenti. Costoro voteranno tutti in un certo modo, e lo esplicitano nel post; si lamentano perché questo post cerca di fare invalidare i loro voti, leggendo quindi una dichiarazione di voto che non esiste; e soprattutto quando si fa loro notare tutte queste cose strepitano ancora più di prima, dimostrando di essere affetti dalla sindrome Fonzarelli. Io trovo tutto questo inquietante. Voi?

Aggiornamento: (h22:30) Poiché l’immagine è stata cancellata da Facebook ho fatto un post apposta.

Ultimo aggiornamento: 2016-11-22 22:25