Archivi categoria: pipponi

Servizio postale “pedonale”

Per le pratiche di successione di mia mamma sia io che mio fratello dovevamo inviare una richiesta firmata in originale alla banca dove aveva il conto corrente. Non avendo la FEA (Firma Elettronica Avanzata) ho detto “non c’è problema: scrivo una lettera cartacea e la spedisco a mio fratello così le porta assieme. Inutile fare raccomandata, che poi lui deve andare a ritirarsela. In tre giorni arriverà bene da Milano a Torino.”

Mercoledì 14 maggio vado in ufficio postale e spedisco la mia bella letterina. Risultato: niente. Alla fine domenica 25, visto che tanto sarei andato su a Usseglio per la messa di trigesima, ho riscritto la lettera e gliel’ho data a mano. Ieri poi mio fratello mi ha detto che la lettera era arrivata giovedì 29. Quindici giorni per fare 150 km: ci avrei messo molto meno tempo camminando.

Lo so che le lettere sono diventate un servizio residuale per PosteItaliane: ma non pensavo facessero così schifo.

Ultimo aggiornamento: 2025-06-01 22:53

L’elemosina

Come in tante aziende, abbiamo la possibilità di ottenere un premio di risultato annuale, legato a come l’azienda è andata nell’anno precedente. La mia azienda va spesso male, quindi ci è capitato spesso di non aver preso nulla perché il risultato di esercizio era negativo. (Un anno lo era stato perché erano state messe a passivo alcune voci di bilancio senza relazione con il risultato reale; da quel momento il sindacato è stato molto più attento a cosa concordare.)

Nel 2024 l’azienda è andata un po’ meno male e si è almeno raggiunta la soglia minima per accedere al premio; ma non è andata così bene, e quindi anche se gli altri indicatori erano più che positivi ci siamo dovuti accontentare dell’83% del massimo teorico. Coi tempi che corrono è comunque grasso che cola. Però venerdì scorso il collega Pietro (l’amministratore delegato) ha scritto a tutti noi una mail dal testo molto lirico, nella quale diceva che nonostante le difficoltà dello spezzatino aziendale siamo stati tutti molto bravi a resistere e quindi ha sentenziato che ci avrebbe comunque dato il 100%. La differenza è intorno ai 150 euro (lordi, che pigliamo tutti se li convertiamo in welfare oppure hanno il 10% di trattenuta pensionistica e il 5% di tassazione separata se li vogliamo in busta).

Una storia che finisce bene? Manco per sogno. Abbiamo il contratto di settore che è scaduto da 29 mesi, e Asstel – la Confindustria del settore – non ha nessuna intenzione di fare una trattativa, anche perché le richieste della Triplice sono di avere 260 euro di aumento lordo mensile che non sono altro che l’equivalente dell’inflazione di questi ultimi anni, come da tabelle ufficiali statali. E chi è che blocca con più veemenza le trattative? Il collega Pietro, che tra l’altro sta per diventare il presidente di Asstel. (Prima c’era Massimo Sarmi, ma Fibercop in questo momento ha problemi di top management, con l’AD Luigi Ferraris che è stato gentilmente messo alla porta da KKR.)

Tra meno di un mese ci sarà il passaggio di consegne, e vedremo se il collega Pietro si è limitato a darci gli spiccioli oppure penserà a tutti noi delle aziende di TLC. Oggi sono a una riunione sindacale: la mia federazione non si occupa solo di telecomunicazioni e ci sono anche altri contratti che sono scaduti e per cui le trattative sono bloccate; ma immagino avrò qualche notizia in più anche sul nostro. Temo però che sarà completamente negativa.

Ultimo aggiornamento: 2025-05-27 10:41

progetto studente-atleta: altro che tempi biblici

Non penso vi ricordiate del post dell’anno scorso in cui scrissi delle peripezie per fare entrare Cecilia nel Progetto Studente-Atleta, visto che Federginnastica non aveva spedito la documentazione necessaria in tempo. Quest’anno noi e la società ci eravamo preparati in anticipo, e a metà ottobre avevamo l’agognato foglio della certificazione, prontamente inviato alla scuola. Vi rammento che essere uno degli atleti di punta su base nazionale dava il privilegio di avere interrogazioni programmate e niente più.

Orbene, un’ora fa mi è arrivata una mail dalla scuola di Cecilia che dice

a seguito dell’acquisizione della domanda in oggetto presentata per l’adesione al “Progetto Sperimentale Studente-atleta di Alto Livello” dello Studente CECILIA CODOGNO, le comunichiamo il positivo esito dell’esame della documentazione presentata e la validazione della domanda di adesione al Progetto.

Grande utilità, a tre settimane dalla fine della scuola… (Tanto Cecilia ha smesso di gareggiare, il problema non si pone più)

Ultimo aggiornamento: 2025-05-13 16:29

Sala e la fascia tricolore

il tweet di Totolo Francesca Totolo è una persona che già ai tempi in cui Twitter si chiamava Twitter e non X era pronta all’uso attuale di questo social network. Ieri ho letto il tweet mostrato qui sopra, dove la signora Totolo si lamentava che il sindaco non avesse la fascia tricolore durante la commemorazione di Sergio Ramelli (tra l’altro, come mai non si parla mai di Enrico Pedenovi?), e la cosa non mi tornava: così ho fatto qualche ricerca.

In effetti, leggendo la normativa, ho scoperto che “nell’uso corrente si è affermata la consuetudine che il sindaco indossi la fascia in tutte le occasioni ufficiali, in qualunque veste intervenga”. Ma non sono riuscito a trovare da nessuna parte l’ufficialità della commemorazione, il che non è poi così strano. Del resto, una semplice ricerca che sicuramente Totolo avrà fatto prima di scrivere il suo post mostra che per esempio nel quarantesimo anniversario della morte di Fausto e Iaio il sindaco non aveva la fascia. Perlomeno Sala è coerente.

Già che ci sono, ho anche letto che il ministro Santanché vorrebbe che una via di Mliano sia intitolata a Ramelli. Lo so che non mi leggerà mai, ma segnalo ai miei ventun lettori che Milano ha i giardini Sergio Ramelli, che è più che i giardini Fausto e Iaio (che a quanto pare non hanno una denominazione ufficiale ma solo una targa commemorativa, come si vede anche dalla foto qui sotto: il giardino è “dedicato”, non “denominato”).

targa sul giardino

Ah: buon primo maggio!

Non “idiota”, ma “creatore di contenuti”

La storia dello Youtuber che ha cercato di contattare una tribù isolata portandosi una lattina di Coca Cola non è “un gesto idiota”. È l’ovvia risultante del fatto che influencer e affini devono sempre trovare qualcosa di più eclatante per farsi riconoscere (e guadagnare). Almeno andassero in qualche zona di guerra, magari potremmo saperne di più. Ma il fatto che siano stupidi non significa che siano così stupidi, evidentemente.

La pubblicità sul registro elettronico

Se voi non avete figli in età scolare, non sapete cos’è il registro elettronico: un’app che permette a genitori e studenti di sapere cosa è stato fatto a scuola, dalle lezioni ai voti alle assenze. (Sì, anche gli studenti possono dover sapere cosa è stato fatto a scuola, con Jacopo è quasi la norma). Poi le cose funzionano più o meno: fino alla scorsa settimana avevo sette-otto assenze di Cecilia che io avevo giustificato online ma non erano mai state approvate da un professore.

Leggo dal Post che il ministero dell’Istruzione e del Merito ha mandato una circolare ribadendo che i registri elettronici non possono avere banner, pubblicità in generale o giochi, prendendo ad esempio ClasseViva che io conosco bene avendolo avuto per i gemelli alle medie e ora per Cecilia alle superiori. Quello che il Post non dice è che tutta questa pubblicità si trova nella versione app di ClasseViva – me ne sono accorto qualche tempo fa avendola per caso aperta – e non in quella desktop che uso regolarmente. La cosa non mi stupisce, perché sappiamo tutti benissimo che il desktop è per dinosauri come il sottoscritto, e soprattutto perché la versione desktop permette molti meno controlli da parte di chi la gestisce. Ma non mi stupisce anche perché immagino che oramai questa ingerenza sia considerata normale, e anzi è strano che qualcuno si sia dato la briga di segnalare la cosa al ministero.

Poi resta sempre il punto fondamentale, segnalato anche dall’articolo del Post: perché non esiste una piattaforma statale unica e si è lasciato tutto ai privati? Non ditemi che è una questione di costi, perché le scuole non hanno queste piattaforme gratis, e quindi in un certo senso lo Stato paga queste aziende: tanto vale pagare direttamente, no?

Bilancini e teatrini

Per prima cosa, quando si parla del patteggiamento di Sinner converrebbe per prima cosa leggere la stampa estera e non quella italica. Come è finita la storia? Sinner si prende la colpa di non aver controllato che faceva il suo team. La WADA riconosce che Sinner non si era dopato. Ma visto che nessuno può perdere la faccia, si è arrivati a tre mesi di squalifica, dove per i tre quarti del tempo il tennista altoatesino non potrà nemmeno allenarsi in strutture federali o in luoghi aperti al pubblico. Il tutto calcolato in modo che possa partecipare non solo al Roland Garros ma anche agli Internazionali di Roma. (Tanto la terra non è il suo campo preferito, quindi non si sa come ci sarebbe arrivato in ogni caso).

Ovviamente questo è il risultato di una questione fumosa, dove nessuna delle parti aveva la certezza di vincere il giudizio di appello: una situazione che capita più spesso di quanto si possa pensare. Chi aveva più da salvare la faccia era comunque la WADA, che non poteva assolutamente permettersi una sconfitta in tribunale. Peccato che comunque la sua credibilità sia crollata: dopo anni di stop molto più lunghi in casi simili adesso ha calato le braghe, e promesso che nel 2027 (!) non considererà più come doping queste dosi minimali. Dal mio punto di vista di persona che il tennis non lo guarda, mi sento di concordare con Sandro Donati: È tutto un teatrino.

Ultimo aggiornamento: 2025-02-17 11:28

La fine di Satispay?

logo satispay barrato In questi anni mi sono sempre chiesto quale fosse il modello di business di Satispay. È vero che io lo uso anche per acquisti di qualche decina di euro, ma in generale la sua grande utilità è per i micropagamenti, che erano comodi anche per i negozianti perché non pagavano commissioni sotto i dieci euro di spesa (e avevano una commissione fissa di 20 centesimi sulle spes superiori). E in effetti oggi è apparsa la notizia che tra due mesi introdurrà una commissione fissa dell’1% su tutti gli acquisti nei negozi fisici, e dell’1,5% sugli acquisti online.

In quest’ultimo anno molti negozianti accettano la carta di credito anche per microagamenti senza fare una piega: mi è capitato di prendere un caffè, provare a pagare con 10 euro e chiedermi se avevo una carta. E ho il sospetto che le commissioni VISA/Mastercard su questi pagamenti siano bassi. A questo punto perché un commerciante dovrebbe usare Satispay, che in fin dei conti è una peculiarità del tutto italiana? La mossa mi pare insomma disperata ma forse non risolutiva se non in negativo.

Ultimo aggiornamento: 2025-02-10 15:57