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Aerei contro treni

Nella bolla che Elonio mi fa vedere quando apro l’ex Twitter mi sono trovato un po’ di commenti contro la Commissione Europea che vuole avere entro il 2040 una rete di connessioni ferroviarie ad alta velocità tra le capitali europee, per “sostenibilità”. La bolla si lamenta, perché dice che per esempio nessuno andrebbe da Roma a Parigi in otto ore e 45 in treno quando ne bastano due in aereo, e che non è vero che il treno inquini meno di un aereo.
Bisogna ammettere che forse sarebbe meglio che in Commissione assumessero qualcuno di più bravo, perché limitarsi a mostrare le capitali è di una stupidità incredibile: per esempio, già Milano-Parigi in meno di sei ore comincia ad avere un bel senso. Ma soprattutto vedo la mancanza di una serie di informazioni al contorno. Per esempio non sapevo che il kerosene per rifornire gli aerei ha ben poche accise, il che è un motivo per cui i costi dei voli sono spesso parecchio più bassi di quelli degli aerei; non so perché per le distanze più lunghe non si pensi a vagoni letto ad alta velocità (e qui anche le otto ore e 45 Roma-Parigi sarebbero interessanti) e soprattutto mi chiedo se si pensa solo agli executive che fanno viaggi in giornata e non al turismo. Ma forse dovrei chiedermi se vale la pena di pensare ai commenti scritti sull’ex Twitter.

Ultimo aggiornamento: 2025-11-06 15:21

Le pagine perdute di Mauro Corona

Ho appena letto che all’ultimo libro di Mauro Corona, pubblicato da Mondadori, mancano alcune pagine. No, non è che qualche lettore arrabbiato le abbia strappate: non sono proprio state stampate, per “errore umano” dicono dalla casa editrice. (Ah, non è colpa dell’algoritmo?)

La cosa di per sé non mi tocca molto: perché io legga un libro di Corona dovrebbero pagarmi abbastanza bene e non credo nessuno lo farebbe. Però di libri in generale qualcosa ne so, avendone scritti parecchi. Oggidì è praticamente impossibile pubblicare un libro senza refusi, non ci sono più i correttori di bozze e se va bene l’editor dà una rilettura e rimette a posto la prosa. Con il primo volume della collana matematica che ho curato (volume che era anche scritto da me…) nella penultima pagina è saltata una riga. Mea culpa, anche se in quel caso si lavorava come catena di montaggio per fare uscire un volumetto la settimana. Ma perdere varie pagine significa che né nella prima né nella seconda bozza il libro non è stato guardato nemmeno dall’autore. Capisco che Corona «scriva a mano i suoi libri, su dei quaderni»: ma non legge nemmeno testi stampati?

Ultimo aggiornamento: 2025-10-30 10:51

Accise dolci accise

Vabbè, non credo che nessuna persona dotata di cervello avesse davvero creduto che Meloni & Salvini avrebbero ridotto (non dico tolto…) le accise sui carburanti. Trovo però interessante questa accelerazione sull’equiparazione delle accise su benzina e gasolio per autotrazione, che anziché in cinque anni avverrà a capodanno 2026. Ed è anche interessante notare come il PresConsMin riesca ad alzare il carico fiscale facendo finta di nulla, un po’ come il taglio dell’aliquota IRPEF per i redditi da 28000 a 50000 euro che è comunque inferiore all’aumento implicito dovuto al fiscal drag (e per fortuna che le retribuzioni lorde sono appunto cresciute, anche se meno dell’inflazione.)

Sono andato a verificare i dati 2024: sono stati venduti 11,6 miliardi di litri di benzina e 28,3 miliardi di litri di gasolio. Questo significa che un vero riequilibrio avrebbe dovuto vedere un aumento delle accise del gasolio di 2,35 centesimi al litro e un ribasso di quelle sulla benzina di 5,75. Sommare e sottrarre 4,05 centesimi corrisponde a 676 milioni di maggiori introiti (più IVA che per comodità non conto) nascosti nelle pieghe del bilancio. E chissà come mai ho il sospetto che in questo caso non sia il governo a non sapere fare i conti…

“Si costerna, s’indigna, s’impegna”

Prendo a prestito le parole di Fabrizio De André per un commento personale sul povero autista del bus di tifosi pistoiesi di basket morto dopo un agguato di “tifosi” della squadra avversaria. Sono state fermate tre persone: ma leggendo i giornali (Il Post, Repubblica, Corriere, Domani) raccontano con dovizia di particolari della chat Whatsapp e dei precedenti di quei tre. Ma leggendo «Ma la modalità di azione e le testimonianze di alcuni tifosi — due in particolare rispetto ai dodici sentiti dalla polizia — mettono al centro i tre fermati.» a me suona un campanello d’allarme. Non ci sono immagini risolutive, e quindi tutto si baserà sulle deposizioni dei compagni d’assalto nel dibattimento. Il mio amico penalista dice chequando ci sono tante persone coinvolte qualcuno alla fine parla; io vorrei essere così ottimista, ma temo che come in molti altri casi alla fine lo Stato «getta la spugna con gran dignità».

(Ovviamente nulla cambierà per l’autista morto. Qui però non c’è un problema di vendette, ma di impedire che almeno costoro continuino. Certo che ormai la violenza gratuita è tracimata dal calcio agli altri sport…)

Donaldo ci tiene proprio

Ho capito perché Trump voleva a tutti i costi che la tregua tra Israele e Hamas (l’ottava pace nella sua presidenza?) fosse firmata domenica scorsa: il comitato che assegna il Nobel per la pace ha preso la sua decisione lunedì mattina.
D’accordo: quel Nobel l’ha preso persino Obama (e non sapete quanto mi costi concordare con Rampini…) Ma darlo a qualcuno che ha fatto sua la massima “si vis pacem, para bellum” – vedi ICE e le truppe della Guardia Nazionale nelle città dem – mi sembra esagerato. E lo so che anche Berlusconi avrebbe tanto voluto il Nobel per la pace, ma mi pare che Trump ne sia davvero ossessionato. Non vorrei essere nei panni dei norvegesi tra qualche ora, dopo l’annuncio dell’assegnazione…

Viva san Francesco

Io sono anzyano. Quindi la scuola per me cominciava il primo ottobre, san Remigio, e per evitare che ci stancassimo subito il 4 ottobre stavamo a casa perché era san Francesco. In realtà ho scoperto che quella di san Francesco non era una festa vera e propria ma una solennità civile: i privati lavoravano tranquillamente, erano solo gli statali che avevano l’orario corto (e nel caso della scuola MOLTO corto…) Comunque nel 1977, quando si sono tolte le festività per l’appunto soppresse, anche le solennità civili hanno seguito la stessa fine.

Ora il Parlamento, con una fretta incredibile e un voto che più bipartisan non si può (due contrari alla Camera: in Senato la legge è passata direttamente in commissione Affari Costituzionali all’unanimità) il 4 ottobre diventerà giornata festiva a tutti gli effetti dal 2026, ottocentesimo anniversario della morte del Poverello. È vero che l’anno prossimo il 4 ottobre cadrà di domenica, ma questo significa che almeno nel privato dovrà venire pagata la giornata.

Leggendo la nota accompagnatrice al Senato, scopro che già dal 2005 il 4 ottobre era considerato, oltre che solennità civile, anche come giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse. Questo ci fa già capire che probabilmente stavolta non c’è nessuna ingerenza della Chiesa, che festeggia già da decenni la giornata mondiale della pace a capodanno: ma magari qualcuno voleva ingraziarsi le gerarchie vaticane. Notate anche che l’anno scorso si è ricollocata al 4 novembre la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate (che nel 1977 era stata spostata alla prima domenica di novembre), ma senza effetti civili: insomma si fa la parata e morta lì. Invece per san Francesco no. Come mai?

PS: la ricorrenza del 4 ottobre rimane comunque, nel senso che la legge 1958/132 non è abrogata: semplicemente rimane intitolata solo a santa Caterina da Siena, anch’essa patrona d’Italia ma evidentemente di serie B. Il maschilismo insomma impera.

Odissea UPS

L’altra settimana sono stati spediti ad Anna due pacchi da due aziende diverse ma entrambi con UPS.

Il primo pacco arrivava dal Belgio: a un certo punto le è arrivato un messaggio dicendo che era stato consegnato a un pickup point abbastanza vicino a casa nostra, che faceva anche da money transfer hub. Sabato della scorsa settimana Anna e io abbiamo fatto due passi fino a lì, trovando chiuso il negozio alle 12:15 anche se l’orario di chiusura erano le 13. Il martedì mattina successivo passo di lì alle 9:15, dopo l’orario di apertura: ancora chiuso.

Comincio ad avere qualche dubbio, e scrivo a UPS chiedendo se fossero sicuri che quel negozio fosse ancora in esercizio. Mercoledì mattina mi rispondono dicendo “vi va bene se lo mandiamo a un altro pickup point?” al che dico “ok, confermo”. Giovedì mattina mi arriva un messaggio automatico che mi dice che il pacco è stato rifiutato e se ne ritornerà in Belgio. A questo punto mi attacco al telefono, dribblo il risponditore vocale e finalmente riusco a parlare con una persona in carne e ossa che mi conferma che il pacco è in partenza per il Belgio. Le dico “ma c’è tutto lo scambio di email” e le dico il codice che c’era nel titolo del thread. Lei entra, vede tutto, dice “Ah. Aspetti che chiamo il mio responsabile. Oops, è occupato”. Io avevo una call e le ho chiesto di richiamarmi dopo un’ora, cosa che ha in effetti fatto: la buona notizia è che non essendo ancora stato spedito il pacco l’avrebbero finalmente potuto mandare al secondo pickup point. Arriva il messaggio automatico “the package has been delivered”. Prendo e trullo trullo vado al bar che fa da pickup point. Mi chiedono le ultime quattro cifre della spedizione, gliele do, la barista va a controllare: nulla. A questo punto mi chiede se c’è un numero alternativo. Riprendo la mail, e in effetti c’era un altro numero: finalmente ho il mio pacco.

La storia del secondo pacco è molto più semplice. Arrivava da Esselunga (rectius, Esserbella); qui non è mai arrivata nessuna mail. Anna scrive al servizio clienti Esselunga e riceve una risposta tipo “ah, se non lo sa lei quando arriva come facciamo a saperlo noi?” Telefona piuttosto incazzata al servizio clienti Esselunga, e finalmente qualcuno di là scopre che il pacco era già da mo’ in giacenza, al solito pickup – quello buono, non il primo.

Un pacco può essere stato sfortunato, ma due cominciano a essere una prova. Non è che UPS ha qualche piccolo problema di gestione?

referendum o raccolta dati?

quesito referendario Sull’istanza Mastodon di poliversity.it ho visto che sul sito del ministero della Giustizia ci sono due raccolte firme per referendum: Abolizione pluricandidature legge elettorale per Camera e Senato: ogni candidato in un solo collegio uninominale o plurinominale e Abrogazione del voto congiunto tra candidati e liste plurinominali legge elettorale per Camera e Senato. Tutto bellissimo e almeno per me condisibile. Ma…

La raccolta firme è partita il 18 settembre e deve per legge terminare il 30 settembre. Mentre sto scrivendo (alle 19 del 22 settembre) le due proposte avevano rispettivamente 198 e 203 firme su mezzo milione. I quesiti sono stati raccolti da un’Associazione per la Rappresentanza Voto LibEguale che non ho mai sentito nominare. E soprattutto, leggendo l’informativa privacy sul sito del ministero, ho scoperto che i miei dati personali «saranno, inoltre, comunicati ai seguenti Titolati autonomi del trattamento: […] Comitati Promotori: ai sensi dell’art. 7 della legge n. 352 del 1970, sono titolari autonomi del trattamento dei dati personali dei sottoscrittori per le finalità di esercizio di funzioni pubbliche costituzionalmente rilevanti e garantite».

Ve la prendete con me se non firmo?