Archivi categoria: pipponi

La Cina e il Quarto Stato

Leggo che la Soprintendenza di Milano si è opposta al portare il Quarto Stato a Pechino durante la visita di Stato di Mattarella.

La mia domanda è “ma perché mai bisogna portare (pagando noi, naturalmente) un’opera d’arte durante una visita di Stato?” Un conto è prestare l’opera a un altro museo che sta facendo una mostra sul tema, cosa che secondo me ha senso perché permette a più gente di vedere le opere originali senza doversi spostare chissà dove. Altra cosa è fare gli sboroni e dire “guardate che roba abbiamo noi, cicca cicca”. E poi non penso che alla Cina importi più di tanto…

(immagine da Wikimedia Commons)

Ultimo aggiornamento: 2024-10-31 11:56

Ma chi è che scrive il software per la sanità lombarda?

A inizio agosto Anna si è rotta la punta del malleolo. A fine agosto ha fatto la lastra di controllo, e oggi ho recuperato online il referto, con immagini delle lastre.

Il referto online è un file di 157.743 KB dal nome referto-immagini.pdf. No, non è un pdf ma uno zip, e già qui non capisco perché non possano spedirlo con l’estensione corretta, visto che nella pagina è indicato che verrà scaricato uno zip. Aprendolo, si trovano più di 270 mega di roba, tra cui una JRE apposita, oltre al programma per leggere i file DICOM ivi presenti con le lastre: tre file per cinque mega. Considerando che tanto il fruitore medio si bloccherà con il file pdf che non si può aprire e il fruitore un minimo sgamato deve lavorare su questi file, se io avessi dovuto fare una pagina per il download avrei messo i soli file dati e avrei aggiunto delle caselle “vuoi anche scaricare il software per leggere questi file (Windows/Mac/Linux)?” e “se non hai un Java Runtime Environment, usa questa versione molto più grande che ce l’ha all’interno” (anzi avrei fatto alla rovescia: messo per default la versione grande e aggiunta la casella “se hai già installato un JRE puoi usare questa versione ridotta”). Così almeno al giro dopo non devo scaricare altri 157 mega. E lasciamo perdere che https://www.microdicom.com/ ti permette di scaricare liberamente il viewer per uso non commerciale.

Qual è il problema con il settore IT della sanità lombarda?

Ultimo aggiornamento: 2024-09-09 11:44

Paralimpiadi

logo paralimpiadi Non ho seguito molto le paralimpiadi (a parte Guo Jincheng nel nuoto). Del resto, non ho nemmeno seguito molto le olimpiadi. Però mi è capitato di vedere i titoli dei giornali, non solo nostri ma anche la BBC, e c’è qualcosa che non mi torna. Non parlo della storia di Valentina Petrillo: mi pare che ci siano già stati abbastanza articoli in giro. Quello che invece ho notato è che ci sono parecchi atleti che hanno partecipato e vinto a svariate Paralimpiadi. Che vuol dire, in pratica? Direi che loro, nella evidente sfortuna, hanno almeno avuto la possibilità di allenarsi per decenni ad alto livello, cosa che purtroppo non possono fare in tanti. Mi chiedo insomma quanto le Paralimpiadi siano un modo per vedere i pochi e dimenticarsi dei tanti.

(logo paralimpico da Wikimedia Commons)

ovviamente niente scuse

Alla fine è stato trovato – e avrebbe confessato – l’omicida di Sharon Verzeni.
Io ho seguito un po’ la storia, notando come i giornali – Corsera in testa, lì i titoli erano al limite della diffamazione – avessero deciso che il colpevole fosse il suo compagno. Era irrilevante il fatto che a meno che non sapesse volare non gli sarebbe stato possibile uscire di casa senza farsi riprendere dalle telecamere oppure graffiarsi passando attraverso una siepe, cosa che la polizia aveva immediatamente verificato. tutte le volte in cui venivano fatte nuovi controlli e verifiche sembrava che fosse questione di ore prima che quell’efferato malvivente crollasse e confessasse di aver premeditato tutto da mesi. Al massimo si poteva concedere che lui non fosse stato l’esecutore materiale, ma avesse assoldato un sicario.

Sappiamo che se in agosto non c’è “il caso” i giornali fanno fatica a riempire le pagine, e l’arresto del presunto colpevole è giunto nel momento migliore, quando è ora di tornare alle solite notizie. Però qualche direttore di testata secondo me dovrebbe farsi un esame di coscienza e scusarsi pubblicamente per avere fatto scrivere apposta certi articoli.

Ultimo aggiornamento: 2024-08-30 14:38

Telegram e l’arresto di Durov

logo telegram Le analisi sui motivi dell’arresto di Pavel Durov, fondatore e CEO di Telegram, sembrano puntare il dito contro la possibilità che Telegram sia usato per traffico di droga e terrorismo. Lo stesso fa Le Monde. Il mio amico Andrea Monti, guardando le cose da un punto di vista legale, scrive ” se è consentito mettere in circolazione ciò che ostacola il controllo da parte dello Stato, allora bisogna accettare l’esistenza di servizi di anonimizzazione totale, di sistemi progettati per essere impenetrabili ai tentativi di accesso non autorizzato a prescindere da chi (delinquenti o forze di polizia) li voglia commettere, e il diritto di non cooperare con l’autorità giudiziaria.”>

Io sono per una volta complottista e mi chiedo se davvero terroristi e mafiosi usino Telegram e non Signal (che da questo punto di vista è molto più sicuro, perché è possibile verificare che non ci siano backdoor), e se il problema non sia più banalmente il traffico di materiale sotto copyright che Durov non ha mai bloccato. Le accuse sono troppo generiche, non c’è nessun fatto specifico. Che ne pensate?

Hackerare l’energia solare

Ormai l’energia solare “recuperata in casa” è una percentuale non indifferente di quella totale, soprattutto nelle nazioni del nord Europa. Peccato che per come sia gestita pare che sia molto facile hackerare i server che la gestiscono, almeno in Olanda (nazione che ha la maggiore percentuale di energia elettrica di origine solare pro-capite prodotta). Potete leggere un articolo a grandi linee su Euronews, ma se siete davvero interessati a cosa succede vi consiglio questo post.

Il guaio dell’energia elettrica è che deve sempre fluire, e un calo improvviso può portare a blackout generalizzati anche quando ne resterebbe comunque tanta. Purtroppo non esistono accumulatori davvero funzionanti, e quindi bisogna stare attenti a come viene gestita…

Troppe opere d’arte da citare

A quanto pare, la parodia dell’Ultima Cena alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Parigi 2024 non era una parodia dell’Ultima Cena, ma una citazione del quadro Le Festin des dieux di Jan van Bijlert, o se preferite Giovanni Bilardo. Beh, è sempre bello imparare qualcosa di nuovo, no? A parziale discolpa dei nostri commentatori, pare che il quadro non sia citato nella voce in Wikipedia in italiano :-) Non che io abbia ben capito cosa c’entrasse il Grande Puffo, comunque: anche con l’ultima versione, dove il coreografo ha detto che non si è ispirato a nessun quadro ma ha voluto semplicemente raccontare una festa degli dèi dell’Olimpo, uno in azzurro per me è al più Nettuno, non Dioniso.

D’altra parte, io non riesco nemmeno a capire come sia possibile che ci sia stata così tanta gente che abbia seguito quella cerimonia, anche sulla mia bolla twitter. I commenti che ho visto, che immagino siano sulle cose più interessanti, mi hanno lasciato del tutto indifferente. A me al limite interessano le gare, non le coreografie. Cos’è, ho perso lo spirito della fanciullezza?

(immagine da RMN / Stéphane Maréchalle, da Wikimedia Commons

Ultimo aggiornamento: 2024-07-30 11:35

Bartali e gli ebrei

È possibile che quando tre anni fa fosse uscito questo pamphlet io ne avessi sentito parlare; ma me ne ero dimenticato fino all’altro giorno, quando mi è passato il titolo sotto gli occhi. (No, non ho letto l’ebook, né penso di leggerlo)

Sei autori per 96 pagine non sono male come mole di lavoro, ma non è quello che mi interessa. Se non ho capito male, “il caso Bartali” consiste nel fatto che mentre la vulgata dice che durante la seconda guerra mondiale salvò centinaia se non migliaia di ebrei il vero numero è tutt’al più di una trentina. Io mi limito a notare alcune cose. (a) Che io ricordi, Bartali non parlò mai della storia se non forse in tarda età (quando comunque non era purtroppo nel pieno delle sue facoltà mentali), quindi non si può dire che si fosse fatto pubblicità. (b) Avesse salvato anche solo una persona la cosa sarebbe stata comunque bellissima. (c) Il titolo è evidentemente un clickbait: non c’è nessun “caso Bartali”. Ma se avessero davvero voluto parlare degli storici antifascisti brutti cattivi (e dell’altra parte), “la vicenda Bartali” sarebbe stata un semplice sottotitolo.

Vabbè, ma si sa che le cose vanno così.