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cosa nostra

Come forse sapete, il sindaco di Milano ha azzerato il consiglio di amministrazione di ATM, suscitando grande gioia tra molti utenti del servizio pubblico milanese di trasporti. Naturalmente la cosa non è andata molto a genio all’ormai ex presidente e amministratore delegato Elio Catania, che non ha mancato di puntualizzare le sue ragioni con una piccata dichiarazione, da cui estraggo una frase (le altre sono solo invettive: probabilmente non è stato beneducato da parte di Pisapia non ricevere Catania, ma non credo la cosa avrebbe cambiato il risultato finale)

«Stupisce, quindi, l’accusa di sprechi cui il Sindaco si riferisce: l’Azienda è sana, in utile, non indebitata, ha conseguito negli ultimi tre anni investimenti record e ottenuto progressi operativi e di servizio ampiamente riconosciuti che hanno reso ATM un benchmark nazionale e internazionale di efficienza, qualità trasparenza ed etica.»

Mi sarebbe piaciuto sapere chi consideri ATM un benchmark di efficienza; in questi anni ho spesso raccontato di come l’azienda sia riuscita a rimanere in pareggio o attivo, tagliando sulla manutenzione (i tram deragliano agli scambi? si bloccano gli scambi, mettendo nei posti dove è proprio necessario averlo in funzione un omino che lo sposti a mano. I vecchi tram ’28 non riescono a frenare? gli si toglie un motore, andando a 20 all’ora non ci sono problemi) e sul servizio (non ci sono autisti per fare tutte le corse se qualcuno è malato? nema problema, si sostituiscono le tabelle con gli orari di passaggio con quelle sugli intervalli di passaggio così nessuno si accorge di nulla).
D’altra parte, se vicino a casa mia passa una linea tranviaria di forza come il 4, e io in quella che dovrebbe essere un’ora di punta come le 8:30 faccio prima a portare a mano il passeggino coi gemelli – quindici minuti circa di camminata – che aspettare il tram e fare poi tre fermate c’è forse qualcosa che non va. E non è il traffico che blocca il tram, ve l’assicuro.
Ma detto tutto questo c’è la chicca finale. Dove pensate che sia stata pubblicata la nota dell’ex presidente? Su un’agenzia? Come intervista a un giornale? Macché. Sul sito ATM. Perfetta sensibilità istituzionale, in linea del resto col manager.
p.s.: da ieri ATM ha il nuovo dominio: www.atm.it. Importantissimo. Ma è anche vero che i predecessori di Catania che avevano pensato di prendere il dominio www.atm-mi.it invece che il più logico www.atm.mi.it avevano capito tutto dalla vita.

Ultimo aggiornamento: 2011-08-02 07:00

i referendum milanesi

Milan l’è un gran Milan, si sa. Così, oltre ai quattro referendum nazionali, ci verranno consegnate altre cinque schede, per votare su un gruppo di referendum d’indirizzo proposti da un comitato variegato e bipartisan (tanto per dire, c’era l’ex assessore Croci, quello che prima è stato defenestrato dalla giunta Moratti e poi era corso in suo soccorso con una lista civica che non è però sia andata così bene)
Per prima cosa, i referendum comunali sono consultivi e d’indirizzo, il che significa che il comune non è affatto tenuto a seguirne il risultato, anche se venisse raggiunto il quorum (del 30% e non del 50%, attenzione). Il testo ufficiale lo trovate nel sito del Comune, ma io consiglio anche di leggere qua, e questo per una ragione molto semplice. Se state a guardare solo il testo dei referendum vi sembrerà di tornare alle grandi verità di Catalano, «è meglio avere la botte piena e la moglie ubriaca»: ma quasi tutte le misure proposte hanno un costo, e i referendum indicano anche dove i soldi necessari devono essere recuperati.
Ciancio alle bande: ecco i referendum.
Scheda marrone: Ecopass. Così lo chiamano tutti, ma la cosa è molto più complicata: innanzitutto perché oltre che chiedere l’allargamento della zona Ecopass alla cerchia della 90-91 si parla anche di potenziare mezzi pubblici e bike sharing e creare aree pedonali e zone a limite 30 Km/h, ma anche perché i 60 milioni necessari verrebbero ricavati non solo dalla sosta a pagamento (che quindi dovrebbe arrivare praticamente in tutta la città) ma anche dal passaggio di Ecopass da una “tassa sull’inquinamento” a una “tassa di ingresso”. Io personalmente voto sì perché continuo a credere che in centro a Milano (per una definizione di centro piuttosto ampia) non ci si dovrebbe andare in auto e l’auto di famiglia non ci serve comunque per girare in città; ma mi sa che molti non abbiano capito cosa ci stia dietro davvero.
Scheda celeste: più alberi per tutti. Ottima cosa, voterò sì, ma ricordate che i venti milioni necessari dovrebbero venire fuori dai proventi degli oneri di urbanizzazione (che sono già stati usati per di tutto di più, quindi non so quanto ci sarà), dal volontariato (e vabbè…) ma anche dall’aumento – oltre il consumo standard – delle tariffe per i rifiuti indifferenziati e dell’acqua.
Scheda lilla: conservare il parco di Expo. Costo zero (si fa per dire, con tutti i soldi che pensavano sarebbero venuti dalla vendita dei terreni rimessi a posto e con tutte le strade di accesso pronte). Beh, io voterò no, per l’ottima ragione che è una presa per i fondelli e con Milano c’entra un tubo. Io vorrei che con tutto quello dell’Expo si possa poi ottenere il massimo, ma non so a priori cosa sia il massimo. Se ad esempio mi dicessero “spostiamo la Rai lì e facciamo un parco in corso Sempione”?
Scheda blu: riconversione energetica. Costo dieci milioni, da ottenersi con la vendita di edifici pubblici (ammesso che ce ne siano ancora). Anche qua voterò no; sono contro il teleriscaldamento a tappeto, e mi preoccupa il concetto di rottamazione delle case vecchie e senza pregio in cambio dell’aumento delle volumetrie.
Scheda rosa: riapertura dei Navigli. Costo trenta milioni, di nuovo da ottenersi con la vendita di edifici pubblici. Ho dei forti dubbi sul trovare i soldi, però credo che i Navigli andrebbero davvero valorizzati e non lasciati marcire come adesso, quindi voterò sì.
Questo è quanto: milanesi, buon voto :-)

Ultimo aggiornamento: 2011-06-09 07:00

Guardia Medica Pediatrica / update

Visto che sono stato malato anch’io, non vi ho resi partecipi di una novità incredibile: la Guardia Medica Pediatrica milanese risponde!
Sabato mattina Anna è riuscita a contattare il centralino allo 02.34567, e dopo un quarto d’ora il pediatra ci ha chiamato e fatto una diagnosi al volo per Jacopo (gastroenterite, cosa per cui non servivano ricette o altro). Non so se il tutto sia legato all’avvicinarsi delle elezioni, ma almeno è servito a qualcosa…

Ultimo aggiornamento: 2011-05-11 16:12

santini elettorali: Carlo Pedrazzini

Il volantino di giovedì scorso (patinato, carta da 120 g/m2, 21x15cm) ha poche parole e il nome del candidato non tutto in maiuscolo.La faccia principale presenta nome cognome data elezioni sito del partito (“Milano al centro – Letizia Moratti Sindaco”) committente responsabile (Laura Girard) e faccione del candidato, con un pizzetto che io personalmente taglierei immediatamente via. Sul retro c’è un po’ più di testo, oltre al disegno con la spiegazione di come si dovrebbe votare che mostra immediatamente la mancanza di fiducia del candidato stesso, visto che c’è una nota che fa «È importante esprimere la propria indicazione barrando sia il nome del candidato sindaco sia il simbolo della lista, accanto al quale può essere segnata una preferenza per il consiglio comunale.» Se un elettore si limita a barrare il simbolo di lista, infatti, il voto passa anche al candidato sindaco corrispondente: ma magari qualche scrutatore comunista potrebbe surrettiziamente aggiungere la crocetta sul nome di Fabrizio Montuori…
Carlo Pedrazzini, «dopo oltre 40 anni dedicati alle gare in campionati europei e mondiali, e all’insegnamento del karate», ha deciso di candidarsi. Pensa forse di far fuori tutti gli avversari con qualche colpo bene assestato? Tutt’altro. Afferma infatti: «Sono convinto che la forza della mia esperienza potrà migliorare l’offerta sportiva soprattutto in direzione educativa». No, non c’è null’altro. Anche le poche righe successive spiegano che «La principale debolezza dell’educazione moderna è che dedica poca enfasi ai temi pratici, e spesso “istruzione” è scambiata per “educazione”», e quindi Pedrazzini ritiene che «le istituzioni debbano impegnarsi maggiormente affinché lo sport diventi sempre più un aiuto concreto per i giovani nel loro processo di maturazione». D’altra parte è ben noto a tutti che è pieno di gente che sarà in grado di risolvere al meglio tutti gli altri problemi minori di una città come Milano; perché allora mettersi in contrapposizione con loro, sapendo di non saperne così tanto? Meglio specializzarsi su quello che si sa bene!
Noticina personale: anche se Pedrazzini, modesto, non dice quale sia la sua palestra ho scoperto che è quella dalle parti di casa mia. Insomma, è il secondo santino elettorale di un candidato quasi vicino di casa. Secondo voi è un caso, oppure anche i volantini elettorali sono oramai geolocalizzati?

Ultimo aggiornamento: 2011-05-09 07:00

santini elettorali: GAYE detto GAI ed Edoardo CROCI

Ci stiamo avvicinando alle elezioni, e mercoledì mi sono trovato ben due volantini in buca. Scusate se mischio tutto, ma non ho tutto quel tempo a disposizione…
Inizio con Cheikh Tidiane GAYE detto GAI (lista Milano Civica x Pisapia sindaco) e con uno dei miei pipponi preferiti contro il suo slogan: “Io, per Milano, ci metto il nome e la faccia”. No, non sono le virgole dell’inciso, anche se non mi piacciono più di tanto. Gli è che il signor GAI è «dipendente bancario, poeta, scrittore» (e magari voi pensavate che la cosa fosse impossibile), ma è anche senegalese. Chiaramente ha gli stessi diritti di qualunque altro cittadino di candidarsi e fare campagna elettorale, ma io sono fermamente contrario alle quote X per un qualunque valore di X. Per fare un esempio più semplice, avere un numero minimo di donne candidate e/o elette non risolve per nulla il problema della scarsa partecipazione femminile alla politica; per risolverlo occorre capirne la ragione e fare qualcosa per ovviare a tale ragione, in modo che uomini e donne partano in parità. Ecco: sarò prevenuto, ma uno slogan come quello, invece chessò di “un semplice cittadino responsabile” (tratto dal testo del suo volantino, mica me lo sono inventato al volo) sembra invece essere una difesa delle “quote nazionali”.
Per il resto, il volantino è un A4 piegato in tre, carta patinata leggera; il committente è tale Franco D’Alfonso, le maiuscole sono buffamente relegate negli indirizzi dei siti web del candidato ( Http://cheikhtidianegaye.Wordpress.Com e Www.Cheikhtidianegaye.Com; sì, manca una c maiuscola), e il testo degli impegni è sufficientemente chiaro, ancorché fumoso. Segnalo solo un «acceso al credito delle donne» che mostra una mancanza di rilettura del volantino.
Edoardo Croci invece credo abbia ottenuto il massimo. Innanzitutto per i non milanesi spiego chi è: assessore alla mobilità nella giunta Moratti, ha inventato l’Ecopass di cui è stato il più convinto fautore, facendosi così tanti nemici nella maggioranza che a un certo punto è stato fatto fuori. Bene, dopo un paio d’anni rieccocelo qua, con una lista civica (Progetto Milano migliore con Edoardo Croci)… pro Letizia Moratti!
Croci non si è limitato a un volantino, ma ha spedito (tariffa stracciata elezioni) una busta ad Anna con lettera (A4), volantino (due terzi di A4, carta patinata leggera) e due mementote formato biglietto da visita. Presumo che ci sia un subliminale invito a condividere con un amico o un’amica la gioia di votare per la sua lista. Nella lettera di accompagnamento mi rende noto ad esempio che ci sono stati 50 km in più di piste ciclabili (non so bene dove, ma fa lo stesso) oltrea alla riduzione del 22% delle concentrazioni di polveri sottili (che però quest’anno sono stranamente aumentate… ma sarà colpa del sindaco attuale). Comunque potete sempre andare a verificare su www.milanomigliore.it cosa vuole fare il candidat… oops, scusate. Croci non si candida. In fondo alla lista dei candidati, si premurano infatti di aggiungere «Ti segnaliamo che Edoardo Croci non è candidato. Il suo nome è all’interno del simbolo della lista». Proprio come beppegrillo™!

Ultimo aggiornamento: 2011-05-06 07:00

In bicicletta da via Padova alla Martesana – 2 bis

[il percorso NON è quello reale]Un piccolo aggiornamento sulla storia della pista ciclopedonale di cui ho fatto il reportage fotografico.
Ieri, mentre passavo davanti a un negozio in viale Monza, ho visto una locandina dove l’assessore Carlo Masseroli presenta orgoglioso la sperimentazione del “suo” percorso ciclopedonale e invita residenti e passanti a un incontro pubblico per “dialogare assieme” (no, l’incontro c’è già stato). Capisco, in fin dei conti siamo sotto elezioni. Però quello che non capisco è come mai la cartina del percorso stesso sia quella del percorso progettato, e non quella che poi è stata effettivamente preparata.
Secondo voi l’assessore lo sapeva, che gli hanno cambiato il progetto sotto i suoi occhi? (beh, “sotto i suoi occhi”? occhei, cancellate l’ultimo sintagma)

Ultimo aggiornamento: 2011-04-29 10:33

due minuzie milanesi

Nella campagna elettorale milanese Letizia Moratti ricorda che il numero dei reati è calato del 48% (facendo gongolare l’Eterno Vicesindaco), e si bea dell’attenzione per i bambini e dei vigili urbani come aiuto per l’onesto cittadino. Indubbiamente.
Giovedì sera Anna è uscita per andare a trovare una sua amica: quando torna, erano le 23:30, mi fa “Ci hanno aperto la macchina”. Uscita dall’amica ha trovato la portiera destra socchiusa (gli ignoti devono essere stati molto bravi, in passato qualcuno ci ha spaccato la serratura che è inutilizzabile), le poche monetine che stavano dentro erano sparite, e il cassettino portaoggetti era stato aperto in cerca probabilmente del libretto dell’auto, che tanto non c’era. Nulla di grave, per fortuna. Ma in che zonaccia di Milano si trova l’amica di Anna? Quarto Oggiaro? Stadera? via Padova? No, piazza Insubria. Posso solo immaginare che tutte le forze di polizia spostate sui quartieri che De Corato ritiene pericolosi perché pieni di extracomunitari abbiano lasciato sguarnito il resto della città.
Stamattina ero in giro coi bimbi sul loro passeggino, all’inutile ricerca di uno stampo per dolci a forma di colomba. Ero in piazzale Minniti e dovevo arrivare in piazzale Lagosta: la matematica detterebbe il passaggio per via Garigliano che le unisce, il mercato che si tiene il sabato mi ha fatto scegliere il percorso più lungo per via Borsieri e via Perasto, visto che non mi sembrava proprio il caso di incuneare il passeggino in mezzo alla gente che giustamente va al mercato. Faccio il giro, arrivo in piazzale Lagosta, e scopro che mi è impossibile passare perché macchine e furgoni hanno parcheggiato tutti belli a lisca sul marciapiede del piazzale a massimo 60 cm tra l’uno e l’altro (il passeggino doppio è largo 78 cm). Smadonno, torno indietro di cento metri al primo passo carraio dove posso uscire, mi rifaccio via Perasto rigorosamente in mezzo alla strada, e torno all’incrocio dove continuavano a stazionare due vigili urbani che sicuramente stavano monitorando il territorio da una posizione favorevole. Mi avvicino e gli faccio “Scusate, capisco che c’è il mercato, ma di qua è assolutamente impossibile passare!” E loro: “Sì, noi facciamo sempre in modo che resti un po’ di spazio per passare, ma quella macchina là si dev’essere spostata…” indicando una BMW sotto la quale l’asfalto era asciutto (c’era stata una pioggerellina dal mattino, niente di trascendentale). Non ho osato chiedere se lo spostamento era frutto di un terremoto o di telecinesi; ho chiuso con la domanda retorica perché non avessero almeno dato una multa.
Ecco, questa è la pratica dietro la teoria morattiana.

Ultimo aggiornamento: 2011-04-23 17:04

Guardia Medica Pediatrica

Nel libro delle Cento Cose fatte da Letizia Moratti in qualità di sindaco di Milano c’è anche l’istituzione della Guardia Medica Pediatrica, che è stata messa insieme al servizio ambulatoriale di continuità e risponde al numero facilmente memorizzabile 02.34567.
Il numero è in effetti facilmente memorizzabile: peccato che tutte le volte che Anna ed io abbiamo tentato di comporlo ci siamo trovati ad ascoltare una musichetta di attesa nemmeno troppo simpatica con un avviso registrato che ogni tanto segnalava come tutti gli operatori fossero occupati e che si pregava di riagganciare se il caso non fosse stato urgente. In effetti se il caso fosse stato urgente mi pare chiaro che uno avrebbe riagganciato lo stesso, per evidente impossibilità di ottenere un qualsivoglia risultato in tempi accettabili.
Ma la cosa più interessante è che lo stesso messaggio l’abbiamo ascoltato sabato pomeriggio alle 14.45, quando il servizio non è funzionante (c’è una pausa pranzo, riprende alle 15). Erano tutti a provare a vedere se c’era per caso qualcuno?

Ultimo aggiornamento: 2011-04-18 07:00