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sant’Antonio ha fatto la grazia!

Sant'Antonio Abate (da Wikipedia)

Sant’Antonio Abate (da Wikipedia)

A novembre, nella pista ciclabile di Melchiorre Gioia lato la passeggiata di Porta Nuova, hanno fatto dei lavori a un microtombino, di quelli da 15 centimetri di diametro. Solo che naturalmente hanno dovuto scavare tutto intorno, e quindi il tombino era stato rimesso sì a posto ma lasciando un buco tutto intorno. Buco che si è fatto tutto dicembre, le vacanze di Natale e gennaio en plein air, per dare un tocco di hipsterismo alla zona.

Era un po’ che mi chiedevo a chi diavolo segnalare la cosa, quando ieri sera, rientrando a casa, ho visto che era stato buttato un po’ di catrame a tappare il buco. Non esattamente una riparazione a regola d’arte, e non so cosa potrà succedere alla prima pioggia, anche se è vero che auto e camion non passano di lì e quindi le sollecitaizoni sono minori: ma ciò significa che qualcuno ha scoperto l’esistenza della buca, o forse finanche della pista ciclabile. Ieri era sant’Antonio: vuoi vedere che ha fatto la grazia?

(Sì, lo so che questo non è sant’Antonio da Padova ma sant’Antonio abate. D’altra parte il sant’Antonio di ieri è quello “delle bestie”, e che cos’altro possiamo essere noi ciclisti? Tutto torna)

Ultimo aggiornamento: 2018-01-18 09:19

Parcheggi creativi


In viale Monte Santo stanno (lentamente) costruendo un tratto di pista ciclabile. In questo momento sul lato nord la pista c’è, ma è ancora transennata, non so esattamente per quale ragione. Come vedete, qualcuno deve avere deciso che era un peccato lasciare libero tutto quello spazio.
(Per la cronaca, immagino che sia qualcuno degli operai che ha spostato le transenne: saltare lo scalino non è poi così semplice)

Ultimo aggiornamento: 2020-07-09 16:42

“ciclopedonale”, certo

Il cavalcavia Eugenio Bussa, a due passi dalla stazione di Porta Garibaldi, è un manufatto assolutamente incongruo. Nacque perché il piano regolatore del 1953 prevedeva una strada di penetrazione urbana che proseguisse da viale Zara fino al parco Sempione, buttando giù un po’ di case e oltrepassando appunto la ferrovia: le case sono rimaste e ora trovate un ponte a senso unico con un enorme parcheggio e due striminzite rampe ricavate alla bell’e meglio. Ah, no: c’è anche una pista ciclabile. Arrivando da via De Castilla, si sale su una ripida rampa (con a fianco un marciapiede che però pare invisibile per i pedoni), arrivati in cima si attraversa la strada e si ha un percorso delimitato da cordoli, finito il ponte finisce la pista e si torna indietro perché la carreggiata è a senso unico nella direzione contraria. Se si ha una mountain bike si può tentare di scendere dall’altro lato, nell’erba a fianco della scaletta pedonale. Oppure ci si butta in contromano, il che è comunque scomodo perché si deve continuare in contromano fino a via Farini oppure tornare indietro e infilarsi nelle strade che portano a viale Pasubio. (Io ho smesso di farla da un pezzo in quella direzione, uso il cavalcavia solo per tornare verso casa).

Il Comune di Milano si è impegnato da un pezzo per fare “un percorso ciclopedonale in sicurezza”: quello che è uscito fuori è mostrato nella foto qui a fianco (presa da Facebook, non so se sia di Marco Mazzei o lui l’abbia a sua volta presa da qualcun altro). Non solo non ho ben capito quale dovrebbe essere la parte “ciclo” di “ciclopedonale”; ma dubito che una carrozzella o un passeggino riescano a passare di là, non aggiungendo pertanto alcun valore alla discesa preesistente. Mi è stato detto che non si poteva fare una pista ciclabile a causa di questo regolamento; ma allora nemmeno l’altra rampa sarebbe in regola, e del resto l’articolo 8 scrive che la pendenza «non può generalmente superare il 5%» (grassetto mio). Insomma, soldi sprecati.

Ultimo aggiornamento: 2017-11-22 10:33

Lavori fatti a regola d’arte

strisce a metà Qualche mese fa hanno fatto dei lavori nella via dove abito, e hanno bucato la strada (e il marciapiede). Alla fine dei lavori hanno fatto un’asfaltatura provvisoria per aspettare che il terreno si assestasse, e poi hanno riasfaltato in maniera corretta. Infine hanno ridisegnato le strisce blu nel pezzetto di nuovo asfalto.

Peccato che mancasse anche un po’ di colore per due o tre metri prima dell’inizio dell’asfalto nuovo: immagino che fosse stato cancellato dall’attrito della terra tolta per fare il buco. Come si può vedere dalla foto, quei metri sono rimasti come prima: lo stesso dall’altra parte della strada. Inutile dire che lo spazio era libero, perché erano stati messi cartelli col divieto provvisorio di sosta. Quanto sarebbe costato, in tempo e materiale, continuare a disegnare la riga? E perché non è stato fatto?

Ultimo aggiornamento: 2017-11-13 07:02

Il teatro Maciachini

Teatro Maciachini

Il teatro Maciachini – © Diego De Pol – Flickr.com / Comune di Milano

Una decina di giorni fa sono andato con i bimbi all’inaugurazione del teatro che da un po’ di tempo spuntava incompiuto – ci sono volute le Generali che hanno ficcato un po’ di soldi – nella zona della ex Carlo Erba, vicino alla palestra Virgin. Il bando di concorso per il suo utilizzo è stato vinto dal Teatro del Buratto, i cui membri hanno fatto visitare la struttura creata da Italo Rota a grandi e (soprattutto) piccini.
Lo scatolone esterno è composto all’interno da tante scatolette che possono venire usate per laboratori vari: a parte lo spazio del teatro vero e proprio, compresa la parte per le prove che però può essere usata per rappresentazioni più piccole spostando le sedie, molte pareti interne rimangono con cemento a vista. L’idea insomma è di un work in progress continuo. Il duo è rimasto piuttosto annoiato tranne che nei cinque minuti con l’assaggio di uno spettacolo (fatto con gli attori in nero che muovono i pupazzi, non chiedetemi il nome) che li ha avvinti :-) Immagino che vista la vicinanza da casa riuscirò a portarli qualche volta a vedere uno spettacolo!

Ultimo aggiornamento: 2017-11-01 09:23

E il premio “bicicletta improbabile” oggi va a…

Io mi ostino a percorrere qualche centinaio di metri della pseudopista ciclabile di viale Marche tutte le mattine. D’altra parte dopo che ho lasciato a scuola i bimbi non è che abbia chissà quali alternative per andare in ufficio (Farini-Stelvio? ecco, lasciamo perdere). La pista in questione è stata semplicemente disegnata sull’asfalto senza nessuna protezione, a nessuno è venuto in mente di mettere almeno qualche telecamera dissuasiva, e così è tipicamente il percorso preferenziale di non so quante centinaia di scooter al giorno, scooter che nell’altro lato spesso si lamentano perché la loro strada è bloccata dalle automobili che parcheggiano davanti al bingo. Insomma, una tipica palestra di vita.

Insomma, non dovrei stupirmi più di tanto. E invece stamattina alle 8:35 ho visto – un po’ a fatica, visto il sole negli occhi – nientemeno che un’ambulanza, targata EP203RV. Starete sicuramente pensando che l’ambulanza in questione stesse viaggiando a sirene spiegate per una qualche emergenza: per nulla. Si muoveva lemme lemme giusto con i lampeggianti accesi (che come spiegava il mio istruttore di scuola guida sono semplicemente il modo per dire di essere in servizio), anche perché lo spazio non è che poi sia chissà quanto, tanto che sono riuscito a raggiungerla quando ha deciso di svoltare in via Lario. Niente male, vero?

Ultimo aggiornamento: 2017-10-25 21:38

La tabaccheria Mory Cry e la cresta sui francobolli

Stamattina mi è capitato di dovere acquistare un francobollo. A volte succede ancora. Lasciati a scuola i bambini, mi fermo alla tabaccheria Mory Cry di piazzale Maciachini 10 a Milano e chiedo se hanno francobolli da lettera. Avendone dovuto comprare uno quest’estate per una cartolina che Cecilia ha spedito, sapevo due cose: (a) il francobollo costa 95 centesimi; (b) non c’è più scritto il prezzo ma solo una lettera B, immagino per semplificare i successivi aumenti. Bene: la tabaccaia me l’ha fatto pagare un euro dicendo che il prezzo era quello.

Ovviamente, per il punto (b), non ho potuto verificare la cosa al volo. Però tornato a casa mi sono connesso al sito delle Poste e ho verificato che il prezzo non è affatto cambiato.

È chiaro che avere pagato un francobollo cinque centesimi di troppo non mi cambia la vita. È anche chiaro che per il numero tipico di francobolli venduti in un anno cinque centesimi di cresta su ciascun francobollo non cambia loro la vita. Ma come dice il vangelo (Lc 16,10) «Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto» e io non ci sto a essere preso per i fondelli così. Potete stare certi che quel tabaccaio non mi vedrà più, e non certo solo per i francobolli.

Ultimo aggiornamento: 2017-09-15 10:11

esigenze

La mia biblioteca di zona mi manda una mail per farmi sapere che dal 18 settembre le biblioteche civiche cambieranno gli orari «una maggiore uniformità di servizio e una migliore rispondenza alle esigenze dei cittadini.» Dev’essere per questo che l’orario di apertura si ridurrà, seppur di poco: le mie esigenze non sono poi così tante…

(leggo anche che «I nuovi orari intendono inoltre privilegiare l’apertura delle biblioteche nella fascia oraria pomeridiana, soprattutto nei giorni di venerdì e sabato caratterizzati da una maggiore affluenza di pubblico». A dire il vero la mia biblioteca continuerà a essere aperta il venerdì fino alle 19, mentre il sabato chiuderà alle 14:30 anziché alle 15. Siamo diversamente sabatisti)

Ultimo aggiornamento: 2017-09-06 17:24