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Massa marmocchi in edizione ridotta

L’ineffabile sezione scuola del comune di Milano – fanno cose molto peggiori, ma per quello ci sarà un altro post a suo tempo – ha deciso ormai da tre anni che nonostante ci sia una scuola a un chilometro di distanza io debba portare i gemelli al centro estivo in un’altra scuola a due chilometri e duecento metri da casa. Naturalmente non posso far fare loro tutta quella strada a piedi, e come potete immaginare non mi sogno nemmeno di portarli in auto, a parte che tanto non saprei dove parcheggiarla. Mercoledì pioveva e abbiamo provato ad andare con i mezzi, con il risultato che ci abbiamo messo mezz’ora; ieri ho scelto di andare tutti in bicicletta.

Il percorso di per sé non sarebbe così pessimo: c’è solo da attraversare via Valassina e viale Fermi, cosa che il duo sa perfettamente che deve fare scendendo dalla bici e portandola a mano per non dare fastidio ai pedoni, e per il resto sono tutte viette di quartiere. Facciamo così un convoglio in fila indiana con il duo davanti e io che serro la fila. Peccato che quelle viette di quartiere abbiano (a) auto parcheggiate che le stringono vieppiù, e fin qua nulla di male se uno verifica che non ci sia qualcuno che ha parcheggiato e quindi ha diritto di spalancare la portiera; (b) auto che si fermano in doppia fila oppure nei punti dove c’è divieto di parcheggio perché sono più stretti, il che significa fare slalom vari e sperare che non ci siano portiere che si aprano; (c) rotonde dove l’automobilista tipico non ha affatto presente il significato dei triangolini disegnati per terra, tanto che ieri le ho dovute fare mettendomi davanti. Il tutto, come dicevo, su viette di quartiere: dovessi far fare ai bambini viale Jenner avrei lasciato perdere (e viale Marche, con la sua corsia preferenziale per scooter moto automobili che non si sentono a proprio agio nelle loro corsie, potrebbe essere ancora peggio).

Attenzione: non sto chiedendo piste ciclabili, che non servono a nulla. Chiedo di poter fare andare in bicicletta in sicurezza due bambini. Ma mi sa sia troppo.

Sempre più Amazon a Milano

Ieri mattina ho scoperto che domenica ik duo era invitato a una festa di semicompleanno (è una lunga storia che per il momento sta andando bene). Oggi e domani non ci sono, perché sono a Napoli al Carnevale della matematica dal vivo; anche Anna è impegnata. Ma da questa settimana Amazon offre a Milano la consegna gratuita in serata per ordini di almeno 29 euro per chi ha Prime: risultato, alle 18.45 avevo il mio bel pacco con il Legocity.
La mia domanda è: quanto pagano i corrieri (quello che è arrivato da me era italiano) per queste consegne serali? Di per sé può anche essere più tranquillo dei giri durante il giorno, essendoci meno traffico…

Ultimo aggiornamento: 2018-05-18 10:06

Le colonne di via Lario

le colonne di via Lario (da Urbanfile)

Ero convinto di avere scritto qui sulle Notiziole a proposito delle due colonne di via Lario, che pensavo come tanti arrivassero dal portone di un antico cimitero che stava più o meno da quelle parti.
Invece non solo non ne ho scritto, ma immaginavo qualcosa di sbagliato! Quelli di Urbanfile hanno scoperto la vera storia di quelle colonne, che sono sempre state in quella posizione dal 1884, quando venne edificata una carboneria tra le attuali via Arese e via Lario. Le colonne indicavano probabilmente il limite dell’area privata, e non sono mai state spostate da lì, come potete leggere con dovizia di particolari nel loro sito. Quante cose si scoprono :-)

Ultimo aggiornamento: 2018-05-04 15:10

La “ciclabile” del cavalcavia Bussa e le balle del Comune

Vi ho già parlato a lungo (l’ultima volta in questo post) della famosa pista ciclabile del cavalcavia Bussa, che finiva nel nulla. A ottobre – guardate qui la storia e qui la prima realizzazione è stata costruita una «pista provvisoria […] costituita da un’unica corsia dedicata sia alle biciclette che ai pedoni». Certo, certo.
Come potete vedere, non paghi di avere messo uno sbarramento che secondo me rende impossibile il passaggio a disabili e carrozzine (gli altri pedoni avevano già le scale dai due lati della rampa, cosa che a quanto pare è più ignota del Terzo Segreto di Fatima) ora è stato messo un bel cartello che sentenzia che quella rampa è solo e unicamente per i pedoni.

Sicuramente quella strada è stata messa in sicurezza per le bici: ora è assolutamente impossibile scendere contromano (lo spazio della carreggiata è ora troppo stretto). Non che a me la cosa cambi, visto che faccio quel percorso solo in senso inverso; ma mi sento un po’ preso per i fondelli.

Mai fidarsi degli assessori


Lunedì avevo indicato un indirizzo email a cui scrivere per segnalare le buche più pericolose a Milano. Non me l’ero ovviamente inventato, ma l’avevo letto sul Corsera, raccontato dall’assessore Granelli. Ho mandato un paio di segnalazioni – andando in bici, le buche sono un pericolo doppio, come potete immaginare – e stamattina ho ricevuto questa risposta:

Buongiorno, si comunica che in via del tutto eccezionale, per la presente richiesta si è provveduto comunque a segnalarla al competente Reparto Strade, per il necessario intervento.

Si precisa che la presente casella di posta elettronica è una casella interna dell’Unità Tecnica Suolo e Sottosuolo, pertanto non di competenza.

Tali tipologie di segnalazioni dovranno essere inoltrate unicamente tramite il Portale del Comune di Milano, canale istituzionale, accedendo a Contattami, con dovuta registrazione che provvederà con tempistica definita ad inoltrare all’Area di competenza.

È bello vedere che l’assessore non sa come funziona il sistema informatico del comune: sembra quasi di trovarmi nella mia azienda. Il guaio però è un altro. Qui sotto vedete le varie categorie che posso scegliere quando entro in ContattaMi (non da Firefox, perché mi si blocca). Quale sarà quella giusta? Mistero misterioso. E mi sa che non posso neppure chiederlo a Granelli.

Ultimo aggiornamento: 2018-03-21 15:50

Buche a Milano

Ho dovuto saperlo da un romano che lavora a Bologna (ciao Marco!) ma a quanto pare esiste un indirizzo email per segnalare le buche per strada a Milano: [EDIT: non è vero, vedi quest’altro post] T.InfraReclami(a)comune.milano.it. Da domani credo che comincerò a usarlo.
Quello che mi chiedo è perché non viene sviluppata un’app che si basi per esempio su Openstreetmap e permetta a chiunque di segnalare la posizione di una buca. Mi andrebbe bene anche la necessità di loggarmi, per evitare gli scherzi delle segnalazioni anonime. Troppo complicato?

Aggiornamento: Per non dire che segnalo solo i problemi, rendo noto che finalmente – tra martedì e venerdì scorso – è stato riasfaltato il pezzetto della ciclabile di viale Tunisia prima di via Tenca. Quando ho visto il pezzo di nuovo asfalto rosso mi sono commosso.

Ultimo aggiornamento: 2018-03-21 15:51

Le buche di Milano


Il comune di Milano strombazza che ha destinato 30 milioni di euro alle riparazioni stradali: un'”onda d’urto”, come afferma l’assessore Granelli.
Io so solo che la scorsa estate è stato rifatto l’asfalto in via Bramante e viale Montello, dove passa il tram, e ora ci sono già delle voragini vicino ai binari. So che la buca tra il pavè in piazza Principessa Clotilde viene asfaltata (!) e regolarmente si riapre dopo ogni pioggia. So che lo Sportello Reclami pubblicizzato qualche anno fa dà questa pagina come risultato.
Non ci vuole una grande esperienza per capire che due palate di asfalto non servono a nulla, e bisognerebbe come minimo (a) ampliare il buco (b) compattare bene il terreno (c) asfaltare (d) incatramare gli orli per evitare che la pioggia entri nelle fessure. Né ci vuole una grande esperienza per capire che questo lavoro costa di più inizialmente, ma permette un risparmio già nel medio termine, a meno che non piaccia mandare in giro gli omini del NUIR. E infine un sito pubblicizzato e semplice per indicare dove ci sono le buche (con segnalazioni nominative, mica è un problema) costerebbe poco e sarebbe più efficace. Quando ci sarà?

Con il bike sharing si fa di tutto!

Mi ero perso questa notizia: nel primo pomeriggio del 9 febbraio un vigile urbano fuori servizio, che se ne stava tornando a casa con una BikeMi dopo il suo turno di lavoro, ha visto un tizio su un’altra bici condivisa scippare lo smartphone a una signora; l’agente Alessandro Romanazzi si è messo all’inseguimento e dopo un chilometro ha fermato il ladro.

Purtroppo non sono riuscito a scoprire che tipo di bici avesse il malvivente: se era una MoBike non vedo nulla di strano, come ben sanno tutti coloro che hanno provato a pedalarci su. Mi stupisce però che ci sia gente così pazza da pedalare a tutta birra in piena Milano, e soprattutto che nessuno l’abbia investita.